martedì 29 marzo 2022
lunedì 28 marzo 2022
Oscar 2022 - Tutti i vincitori e il commento alla serata
Si è tenuta la notte scorsa la 94a edizione degli Academy Awards, che vedono trionfare come Miglior Film "Coda - I segni del cuore", mentre alla Regia si aggiudica il premio Jane Campion per "Il Potere del Cane".
Mani vuote per l'Italia, a cominciare da Sorrentino che vede sfumare il sogno di un secondo Oscar, aggiudicato dal film giapponese Drive My Car. Nulla di fatto anche per i Costumi per Massimo Cantini Parrini (Cyrano) e Enrico Casarosa per l'animazione (Luca).
Tutti i vincitori:
Miglior Film: Coda - I segni del cuore di Sian Heder
Migliore regia: Jane Campion per Il potere del cane
Migliore attrice protagonista: Jessica Chastain per Gli occhi di Tammy Faye
Migliore attore protagonista: Will Smith per King Richard - Una famiglia vincente
Migliore attrice non protagonista: Ariana DeBose per West side story
Migliore attore non protagonista: Troy Kotsur per Coda - i segni del cuore
Migliore sceneggiatura originale: Belfast di Kenneth Branagh
Migliore sceneggiatura adattata: Coda - I segni del cuore di Sian Heder
Migliore fotografia: Dune (Greig Fraser)
Miglior trucco e acconciatura: Gli occhi di Tammy Faye (Linda Dowds, Stephanie Ingram e Justin Raleigh)
Miglior film internazionale: Drive My Car di Ryusuke Hamaguchi
Miglior film d'animazione: Encanto di Byron Howard e Jared Bush
Miglior documentario: Summer of Soul…or When the Revolution Could Not Be Televised di Ahmir "Questlove" Thompson
Migliori effetti speciali: Dune (Paul Lambert, Tristan Myles, Brian Connor e Gerd Nefzer)
Miglior suono: Dune (Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill e Ron Bartlett)
Miglior montaggio: Dune (Joe Walker)
Migliore colonna sonora: Dune (Hans Zimmer)
Migliore canzone originale: No time to die (Billie Eilish e Finneas O'Connell)
Migliori costumi: Crudelia (JJenny Beavan)
Migliore scenografia: Dune (Patrice Vermette; Set Decoration: Zsuzsanna Sipos)
Miglior corto documentario: The Queen of Basketball di Ben Proudfoot
Miglior corto animato: The windshield wiper di Alberto Mielgo e Leo Sanchez
Miglior corto live action: The long goodbye di Aneil Karia e Riz Ahmed
domenica 27 marzo 2022
Oscar 2022 - le nostre recensioni dei candidati a Miglior Film
Drive My Car - la recensione
Yusuke Kafuku (Hidetoshi Nishijima) è un attore e regista teatrale, sposato con Oto (Reika Kirishima), una sceneggiatrice. Oto crea le sue storie durante gli amplessi e in quei momenti le racconta a Yusuke, che il giorno successivo le ricorda e le mette su carta. Un giorno Yusuke sorprende Oto con un altro uomo, il giovane attore Koji (Masaki Okada) con cui la donna sta collaborando, ma Yusuke va via senza essere visto e fa finta di nulla, per paura di perdere sua moglie per sempre. Il loro rapporto è passionale, ma sembra nascondere il dolore per la perdita prematura della loro figlia anni addietro sotto una coltre di non detti. Poi Oto muore improvvisamente e Yusuke ha un crollo nervoso sul palco, mentre interpreta il protagonista del dramma Zio Vanjia, di Checov. Due anni dopo, Yusuke si trasferisce a Hiroshima per dirigere proprio Zio Vanja e lì ritrova Koji, che si presenta alle audizioni e viene scelto per interpretare il protagonista, lo stesso ruolo che aveva provocato il crollo in Yosuke anni prima. L'organizzazione del dramma, inoltre, vieta a Yosuke di guidare e gli assegna un'autista, la ventitreenne Misaki Watari (Toko Miura), schiva e silenziosa ma che ben presto diventa per Yosuke una confidente, nel tempo trascorso in auto dove Yosuke è solito ascoltare le registrazioni in cui Oto lo aiutava a preparare le sue parti teatrali.
venerdì 25 marzo 2022
Spencer - la recensione
Licorice Pizza - la recensione
Nightmare Alley - La Fiera delle Illusioni - la recensione
giovedì 24 marzo 2022
The Batman - online una interessante scena tagliata [ATTENZIONE, SPOILER]
King Richard - Una Famiglia Vincente - la recensione
King Richard, tradotto malamente nel nostro paese con Una famiglia vincente, è il biopic interpretato da Will Smith incentrato sul padre delle sorelle Venus e Serena Williams, due delle più grandi tenniste di tutti i tempi.
Al centro del film c'è proprio Richard, il padre, interamente votato al sogno di raggiungere il successo attraverso l'immenso talento tennistico delle figlie, in un mondo dominato dai bianchi benestanti in cui i neri non sono nè ben visti nè tantomeno presi sul serio.
Quello che la pellicola vuole comunicarci è l'incrollabile forza di volontà di quest'uomo che riesce a farsi largo in un ambiente ostile grazie al duro lavoro e alla determinazione, in sostanza la quintessenza del sogno americano applicato a uno degli sport più "snob" di sempre. Ma quello che ne emerge è molto lontano dal risultato sperato, con il personaggio protagonista che risulta molto presto insopportabilmente perfetto e privo di sfumature che lo avrebbero reso molto più interessante. Will Smith ci mette tutto se stesso e sfoggia una grande performance, ma anche lui si perde nella prevedibilità del tutto, manicheo per quanto bravo, privo di emozione. Se pensiamo che il Tennis è al contrario uno sport tecnico e dove la tensione la fa da padrone, si rimane quantomeno perplessi.
Le sorelle Williams nel film ne emergono come poco più che comparse: non sappiamo praticamente nulla di loro, non conosciamo cosa le ha portate al tennis, non conosciamo i loro sforzi o le loro paure, insomma non sono che strumenti e ombre del padre, un vero peccato perché probabilmente la storia dal loro punto di vista sarebbe potuta essere molto più interessante e sfaccettata.
In tutta questa banalità narrativa, dove mancano anche particolari guizzi registici che possano destare vero interesse, le due ore e venti di durata appaiono ingiustificate e dilatate oltre misura.
Un gran peccato, perché una storia come quella della famiglia Williams è davvero una di quelle storie che si incontrano di rado e che sembrano essere fatte apposta per il grande schermo, avrebbe meritato un grande film mentre invece deve accontentarsi di una pellicola mediocre e facilmente dimenticabile.
martedì 22 marzo 2022
CODA - I Segni del Cuore - la recensione
martedì 15 marzo 2022
The Adam Project - la recensione
lunedì 14 marzo 2022
BAFTA 2022 - trionfo per Il Potere del Cane. Tutti i vincitori.
Critics' Choice Awards 2022 - vince Il Potere del Cane. Ecco tutti i vincitori.
domenica 13 marzo 2022
DGA Awards 2022 - vincono Jane Campion e Maggie Gyllenhall
Red - la recensione
venerdì 11 marzo 2022
The Batman - la recensione
Fuori Affleck, dentro Robert Pattinson, attore che nonostante sia ormai da anni affermatissimo nel giro dei grandi registi (ha lavorato con Cronenberg, Eggers, Nolan), per le masse si porta dietro la !colpa ignobile! di essere stato Edward Cullen nella saga di Twilight. Non ha il fisico, dicevano. È troppo giovane, dicevano, anche se in realtà Christian Bale era più giovane ai tempi di Batman Begins. Dopo tutto questo parlare, dopo rinvii, ritardi, pandemie e altri rinvii, The Batman arriva finalmente in sala con la durata mastodontica di 2 ore e 56 minuti, e zittisce tutti.
Basta già la scena iniziale, bellissima e spaventosa, per capire che non siamo per niente dalle parti del solito cinecomic, ma nemmeno in quelle nolaniane, che per quanto cercava di portare il cavaliere oscuro in un contesto realistico, rimaneva ancora estremamente irrealistico, in pieno stile Nolan.
In questo film, Batman è veramente un uomo vestito da pipistrello, che si aggira nelle strade sporche di una Gotham buia e piovosa, che picchia e viene picchiato, che indaga e fra la polizia sembra fuori posto, che parla pochissimo ma quando lo fa tutti lo stanno ad ascoltare, anche quei poliziotti che fino a un minuto prima lo guardavano straniti. Non il supereroe che Gotham vuole, non quello di cui ha bisogno, ma più un uomo ossessionato, malato, che non riesce ad elaborare il lutto in altro modo che non mettendosi addosso quel costume da pipistrello. Esorcizzare le proprie paure facendo paura agli altri. E questo Batman fa veramente paura, basta il batsegnale perché un brivido di terrore attraversi i vicoli di Gotham, basta il rumore pesante dei suoi passi e la battente, incredibile colonna sonora di Michael Giacchino, perché i criminali - e lo spettatore - siano assaliti dal terrore.
Matt Reeves si dimostra coraggioso nel fare un film puramente noir, con atmosfere alla Fincher, con Batman che indaga le scene del crimine, nei bassifondi, per trovare non solo l'assassino ma la verità. Un assassino, l'Enigmista di un sempre grandioso Paul Dano, che ricorda molto da vicino il killer Zodiac e che è vero e proprio specchio di Batman, speculare, uguale, ma opposto. Fotografia incentrata sulla dicotomia fra il rosso e il nero, e inquadrature mai banali, non fanno poi che confermare il talento del regista americano. E proprio come avveniva nei due film diretti da Reeves sulle scimmie, anche qui il protagonista parla pochissimo con la voce, ma moltissimo con lo sguardo. Robert Pattinson recita di sottrazione, pronunciando poche battute, ma dicendo tutto con gli occhi, ci sono scene intere in cui Batman guarda gli altri parlare senza pronunciare parola, eppure lo spettatore capisce tutto. In questo il costume sembra disegnato apposta, con una maschera più aperta rispetto a quanto siamo abituati, proprio per permettere a Pattinson di recitare e di esprimersi, anche perché in questo film vediamo pochissimo Bruce Wayne. È lui, la vera maschera, mentre solo come Batman, Bruce può essere davvero se stesso.
La paura è il tema preponderante di tutto il film: la paura di Bruce, il suo trauma irrisolto che lo porta a estraniarsi dal mondo e da chi lo circonda, le persone care che lo circondano, come Alfred (Andy Serkins sempre una garanzia, anche nelle poche scene che gli sono riservate) ma anche Gordon (ottimo anche Jeffrey Wright) con cui sembra avere instaurato un rapporto sincero di stima e quasi di amicizia. E ovviamente Catwoman.
Il personaggio di Selina è determinante nella trama, ma soprattutto è importantissimo per l'evoluzione per personaggio di Bruce e il loro rapporto non è mai stato così intenso e magnetico al cinema, anche perché la chimica fra Pattinson e Zoe Kravitz è alle stelle.