venerdì 25 marzo 2022

Nightmare Alley - La Fiera delle Illusioni - la recensione

È finalmente disponibile su Disney+, La Fiera delle Illusioni - Nightmare Alley, l'ultimo film di Guillermo del Toro, candidato a quattro premi Oscar 2022, tra cui miglior film.

Stati Uniti, anni '40, Stanton "Stan" Carlisle è un uomo che non ha nulla, abbandona la sua casa dopo averle dato fuoco per seppellire un corpo e parte. Finisce per unirsi a una fiera, dove viene a contatto con un mondo nuovo, fatto di nani, uomini barbuti, l'"uomo-bestia", donne che si fanno attraversare il corpo dall'elettricità. Grazie all'aiuto della chiromante Zeena e di suo marito, l'ex mentalista Pete, Stan entra attivamente in quel mondo e impara alcuni trucchi del mestiere. Ma Stan vuole di più, a qualunque costo. Spinto da ambizione e avidità, parte con la giovane Molly per la città e lì, in poco tempo, diventa "Il Grande Stanton", mentalista e sensitivo da due spettacoli al giorno. Ma per Stan non è ancora abbastanza. Dopo l'incontro con una opportunista psicologa, e spinto da una crescente avidità, decide di mettere in piedi una vera e propria truffa ai danni di uomini ricchi e potenti, a cui fa credere di poter parlare con i loro cari defunti. Quello di Stan però è un gioco molto pericoloso.

Adattamento dell'omonimo romanzo di William Lindsay Gresham, già trasposto sullo schermo nel 1947, in un film con Tyrone Power, a cui però è stato cambiato il finale per renderlo meno negativo, Nightmare Alley - La Fiera delle Illusioni è il film con cui Guillermo del Toro cerca di non essere il "solito" del Toro. Non è un fantasy gotico, non è un horror, è un vero e proprio noir vecchio stile, tra atmosfere plumbee, personaggi ambigui, e sigarette. La prima parte, quella ambientata alla fiera, in un mondo di freaks, è sicuramente quella in cui si sente di più il tocco "deltoriano", nei colori, nei personaggi, poi a lungo andare quel tocco si perde un po' virando su qualcosa di più classico, mantenendo però sempre un vago senso di grottesco tipico del regista. La regia di Del Toro è ottima, bella, precisa e pulita. La ricostruzione dell'ambientazione, le scenografie, i costumi, sono meravigliosi, curati nei minimi dettagli. Ottimo anche il lavoro della fotografia.

Il protagonista Bradley Cooper offre forse la miglior performance della sua carriera, riesce a dare corpo a un personaggio avido, spietato, profondamente immorale, così bravo e sicuro di sé ad ingannare gli altri quanto incapace di capire davvero chi ha davanti, che sia la pura e innocente Molly, meno accondiscendente di quanto pensa, o l'apparentemente complice psicologa, ancora più spietata di lui. La parabola di ascesa e caduta di Stan Carlisle lo riporterà all'inizio della sua avventura, ma in un ruolo diverso e forse più "simile" alla sua anima corrotta. Oltre a Cooper, il cast è formato da grandi nomi, Rooney Mara, una glaciale Cate Blanchett, Richard Jenkins, Willem Dafoe, Toni Collette, Ron PerlmanDavid Strathairn e Mary Steenburgen. Ottime le interpretazioni di tutti, una performance corale degna del livello dei nomi che compongono il cast, forse l'unico personaggio a soffrire un po' è proprio quello di Rooney Mara, che avrebbe meritato maggior peso nella storia.

Nightmare Alley è un indubbiamente un bel film, girato alla perfezione, visivamente affascinante, con una dedizione per i dettagli davvero eccezionale, si vede che è stato fatto e girato da persone che amano il Cinema. Dov'è che pecca allora? Nel calore. È un film molto freddo, così freddo da non riuscire a colpire davvero al cuore lo spettatore, si prova disprezzo per il protagonista ma mai trasporto emotivo, e questo da un film di Del Toro proprio non te lo aspetti. Resta comunque un bel film da vedere, con gli occhi.

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