martedì 22 dicembre 2020

Ma Rainey's Black Bottom - la recensione

Ma Rainey's Black Bottom, adattamento dell'omonima opera teatrale di August Wilson, arriva su Netflix prodotto da Denzel Washington, diretto da George C. Wolfe e sceneggiato da Ruben Santiago Jr..

In una fumosa Chicago degli anni '20, la band di Ma Rainey (Viola Davis) aspetta l'arrivo della diva in uno studio musicale per incidere il suo nuovo album. Si scherza, si chiacchiera, si litiga, ci si scambiano aneddoti sulle proprie vite. Fra loro c'è anche Levee (Chadwick Boseman) giovane e irruento che sogna una band tutta sua e che apparentemente non ha paura di nulla. L'arrivo di Ma Rainey non fa che portare alla luce e acuire i conflitti, spingendo verso un finale che appare inevitabile.
 

Nella trasposizione dal teatro al cinema appare subito chiaro che si sia voluto rimanere totalmente fedeli all'impostazione data dal palco, con la cantina e la sala di incisione unici setting e una narrazione interamente scandita da dialoghi brillanti e veloci, con un ritmo tipico del teatro. E' un patto che il film fa subito con lo spettatore: bisogna accettarlo e andare avanti, oppure decidere di abbandonare la visione subito, non ci sono mezze misure. Non è infatti solo una questione di dialoghi e scenografie, ma anche dei personaggi, partendo proprio da Ma, tutti squisitamente teatrali, dalle movenze al trucco al loro essere delineati attraverso le parole, lì dove il flashback è per forza di cose bandito.
Dell'infanzia di Levee sappiamo tutto dal suo racconto, estremamente vivido e dettagliato, ma registi e sceneggiatori non ci mostrano mai nulla di quel passato, dobbiamo viverlo attraverso la performance splendida di Chadwick Boseman, al suo ultimo ruolo prima della sua prematura scomparsa.
Anche Viola Davis, vera e propria Regina fra le attrici nere del cinema contemporaneo, ci presenta la sua Ma tagliandola in una interpretazione di corpo e di gestualità, tanto che è facile dimenticarsi di essere seduti di fronte a uno schermo per immaginarsi sulla poltrona di un teatro di Broadway.



Ma Rainey's Black Bottom è un film che non conosce mezze misure, non scende mai a compromessi e non ha paura delle sue radici teatrali, anzi, le abbraccia completamente e in un certo senso le sbatte in faccia allo spettatore, valorizzando fortemente l'ambientazione claustrofobica e i suoi interpreti.
Sicuramente un film onesto e solido, che riesce a essere compatto ed emozionante.

mercoledì 16 dicembre 2020

MI7: la sfuriata di Tom Cruise contro la troupe che non ha rispettato le norme anti-Covid

Non fate arrabbiare Tom Cruise.

Sul set di Londra di Mission: Impossible 7, l'attore ha fatto una bella sfuriata alla troupe, colpevole di non aver rispettato le norme di sicurezza anti-Covid.

Secondo quanto riportato dal Sun, sembra che Tom Cruise abbia "beccato" alcuni addetti ai lavori che si erano avvicinati troppo l'uno all'altro, a meno di un metro e mezzo, per lavorare sullo stesso schermo. E non ci ha visto più, la sua reazione è stata quasi rabbiosa, una sfuriata molto veemente e dai toni piuttosto accesi che ha ammutolito la troupe.

"Noi rappresentiamo il massimo standard! A Hollywood sono tornati a fare film grazie a noi! Perché credono in noi e in quello che facciamo! Passo ogni sera al telefono con ogni fottuto Studio, società di assicurazioni e produttori, che guardano a noi e ci prendono ad esempio per fare i film. Stiamo creando migliaia di lavori, figli di puttana! Non voglio mai più vedere niente del genere! Mai! E se lo fate vi licenzio, se vi vedo farlo di nuovo ve ne andrete a quel paese! E se qualcuno di questa troupe lo fa, è così. Dico a te, anche a te e anche a te. E a voi, non vi azzardate a farlo mai più! È tutto! Non accetto scuse. Potete dirlo alla gente che sta perdendo la loro cazzo di casa perché la nostra industria è ferma. Questo non metterà cibo sulla loro tavola e non pagherà le tasse del college. È con questo che mi addormento ogni notte! Il futuro di questa fottuta industria! Perciò mi dispiace, non me ne faccio niente delle vostre scuse, ve l’ho detto e ora lo voglio e se non lo fate siete fuori! Non sospenderemo questo cazzo di film! Capito? Se vi vedo farlo di nuovo, siete fuori! E anche tu! Quindi tu gli costerai il lavoro. Se vi vedo farlo sul set, tu sei fuori e tu anche! È tutto! Sono stato chiaro? Capite quello che voglio? Capite la responsabilità che avete? Perché io farò appello alla vostra ragione. E se non sapete essere ragionevoli e non comprendo la vostra logica sarete licenziati. È tutto. Mi fido di voi ragazzi qui, è tutto. È tutto ragazzi."

Ecco l'audio dello sfogo.



A qualcuno potrà sembrare esagerato, nei toni e nei modi, ma Tom Cruise, che è anche produttore, ha dovuto faticare parecchio per il settimo capitolo di Mission: Impossible. Allo scoppio della pandemia, le riprese del film, che avrebbero dovuto toccare molti paesi, tra cui l'Italia, si sono dovute fermare per parecchio tempo, per poi riprendere in autunno. La produzione avrebbe potuto trovare un modo alternativo per finire comunque il lavoro ma Cruise e il regista Christopher McQuarrie hanno insistito ad aspettare per poter girare in presenza nelle varie città, come Roma e Venezia, cosa che ha portato (come dice Cruise nell'audio) anche posti di lavoro per un'industria che sta soffrendo moltissimo questa pandemia. Altri non l'hanno fatto, come ad esempio la produzione di Red Notice, con Dwayne Johnson e Ryan Reynolds, che invece di aspettare per girare a Roma, hanno preferito ricostruire in studio Castel Sant'Angelo. Altre produzioni invece si sono dovute fermare per settimane, come il terzo Jurassic World o il nuovo Batman, a causa della positività di alcuni membri della troupe o del cast, è evidente che Tom Cruise non vuole altri ritardi, vuole che tutti seguano le regole alla lettera per riuscire a portare a termine il film e far continuare a girare un'industria che sta vivendo un momento molto particolare.

Sentendo l'audio, Tom Cruise appare come un "tiranno infuriato", ma ricordiamo anche il video di fine riprese a Roma, con l'attore in strada, sotto la pioggia, ad applaudire i tecnici, gli operatori, e tutta la troupe che aveva lavorato nelle due sessioni di riprese nella Capitale. 

sabato 12 dicembre 2020

Disney: nuove date d'uscita (nei cinema!) per i prossimi film Marvel, Pixar e non solo.

Mentre la Warner è nel centro di un ciclone di polemiche a causa delle uscite dei film in streaming, la Disney annuncia le date d'uscita nei cinema di alcuni film molto attesi, compresi i prossimi lavori della Marvel e della Pixar.

Come annunciato durante l'Investor Day, alcuni film potrebbero avere un'uscita "ibrida", cioè in sia in sala che in streaming su Disney+ con il "Premium Access", cioè un anteprima a pagamento com'è stato per Mulan
La Disney ha sottolineato la volontà di portare i propri film nei cinema, nelle sale cinematografiche, e solo all'occorrenza usare l'uscita "ibrida", tutto dipenderà dall'andamento della pandemia.

Intanto ecco le nuove date d'uscita dei film in ordine cronologico, fino al 2023.

- The King’s Man (20th Century), dal 12 febbraio 2021 al 12 marzo 2021;
- Raya e l’ultimo drago (Disney, uscita ibrida), dal 12 marzo 2021 anticipato al 5 marzo 2021;
- Antlers (Searchlight), data precedente 19 febbraio 2021, al momento rimosso dal calendario;
- Black Widow (Marvel), il 7 maggio 2021;
- Free Guy – Eroe per gioco, il 21 maggio 2021;
- Luca (Disney / Pixar), 18 giugno 2021;
- Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings (Marvel), il 9 luglio 2021;
- Jungle Cruise, il 30 luglio;
- Assassinio sul Nilo, il 17 settembre 2021;
- Eternals (Marvel), il 5 novembre 2021;
- Encanto (Disney), il 24 novembre 2021;
- West Side Story (20th Century), il 10 dicembre 2021;
- Turning Red (Disney/Pixar), l’11 marzo 2022;
- Doctor Strange in the Multiverse of Madness (Marvel), il 25 marzo 2022;
- Thor: Love and Thunder (Marvel), dall’11 febbraio 2022 al 6 maggio 2022;
- Lightyear (Disney/Pixar), il 17 giugno 2022;
- Black Panther 2 (Marvel), dal 6 maggio 2022 all’8 luglio 2022;
- Indiana Jones 5 (Lucasfilm), il 29 luglio 2022:
- Captain Marvel 2 (Marvel), dall’8 luglio 2022 all’11 novembre 2022;
- Avatar 2, il 16 dicembre 2022;
- Star Wars: Rogue Squadron (Lucasfilm), il 22 dicembre 2023.

Al momento non ci sono novità sulle date d'uscita di alcuni live action, come Cruella, Pinocchio, La Sirenetta, era stato comunicata solo l'uscita su Disney+ ma non è detto che questo sia la decisione definitiva.

Christopher Nolan attacca di nuovo la Warner. Dure critiche anche da Judd Apatow e Aaron Sorkin.

Non si placano le polemiche sulla Warner dopo la decisione della major di far uscire tutti i film del 2021 nei cinema e in contemporanea anche in streaming su HBOMax.

Ieri il durissimo attacco di Denis Villeneuve, regista di Dune, uno dei 17 film per cui la Warner ha deciso la "doppia uscita", oggi è di nuovo il turno di Christopher Nolan, che torna ad attaccare la major dopo l'intervista di qualche giorno fa.
Intervistato da Variety, il regista si schiera dalla parte delle maestranze, quelle persone normali, lavoratori, a volte occasionali, che verranno danneggiate dalla decisione della Warner.

"Le scelte economiche non sono adeguate a meno che non si scelga di guardare solo ed esclusivamente ai movimenti nelle quotazioni azionarie o al numero di occhi che si piazzano davanti a un nuovo servizio di streaming", ha dichiarato Nolan, "La distribuzione cinematografica è solo uno degli aspetti interessati dalla vicenda, si parla anche di finestra home video, di finestre secondarie e terziarie. Aspetti di vitale importanza nell’economia alla base di questo business e per la gente che ci lavora. E non parlo di me. Non parlo di Ben Affleck. Sto parlando degli attrezzisti, degli elettricisti che fanno affidamento sugli incassi residuali per l’integrazione pensionistica o dell’assicurazione sanitaria. Parlo della SAG e degli attori, di persone che, quando arrivo sul set e devo girare una scena con un cameriere e un avvocato, hanno due o tre battute. Devono guadagnare per vivere di questa professione specie se lavorano solo una manciata di giorni all’anno. Ed è proprio per questo che le unioni si sono assicurate delle partecipazioni per queste persone.
Bisogna parlare del danno che viene fatto saltando le negoziazioni con le unioni, con i talent e tutto il resto. Si sollevano un sacco di domande su come si andranno a mantenere, garantiscono il lavoro di un sacco di gente a Hollywood, persone che hanno una vita e una famiglia, che necessitano di assistenza sanitaria e tutto il resto. È questa la questione che ancora non è stata affrontata e di cui invece bisogna discutere. Bisogna ricordare che il modello della distribuzione cinematografica provvede al sostentamento di centinaia di migliaia di persone normali. Quelle stesse persone che riescono ad assicurare anche a me la possibilità di girare i miei film e farli vedere al pubblico."

Intanto, insieme alla DGA, si muove anche CAA, l'agenzia di talent più famosa al mondo, che ha scritto una lettera dai toni davvero agguerriti alla Warner, riportata poi da Deadline.

"L’annuncio fatto a sorpresa dalla Warner Bros giovedì è completamente inaccettabile per la CAA e i clienti che rappresenta.
Avete deciso di far uscire i film dei nostri clienti in una modalità che non ha precedenti – contemporaneamente nei cinema e sul vostro servizio streaming HBO Max – senza prendere in considerazione i desideri dei nostri clienti o i loro diritti contrattuali. Questo viola palesemente i diritti di alcuni nostri clienti, che hanno diritto decisionale sui piani di distribuzione e di streaming. Questa decisione inoltre è un sabotaggio delle uscite cinematografiche, e danneggia drammaticamente l’abilità dei nostri clienti di guadagnare percentuali sugli incassi, sulle quali si basavano le loro trattative, e che loro si aspettavano di ricevere avendone tutto il diritto.
Questo approccio è l’epitome di una manovra volta unicamente a beneficiare la vostra compagnia creando il caos nell’industria e ignorando e danneggiando gli interessi creativi e finanziari dei nostri clienti. Peraltro avete negoziato con HBO Max una licenza, ancora poco chiara, che rifiutiamo completamente essendo stata decisa in autonomia e in molti casi in violazione dei diritti di approvazione dei nostri clienti.
In sostanza, state cercando di approfittare dei nostri clienti per trarre benefici per la vostra compagnia. Non accetteremo questa cosa. In un'industria basata sulle relazioni, avete violato patti e fiducia. Così facendo, la Warner Bros ha affermato che il rapporto con gli artisti e chi li rappresenta non è fondamentale per lo studio. Abbiamo lavorato con la Warner per quasi quarant’anni. A un certo punto, la Warner si vantava dei rapporti dei suoi dirigenti con gli artisti. Oggi i talent sono tra le risorse più importanti di quest’industria. Insultarli significa ridefinire la vostra compagnia in maniera molto deludente."

Sulla stessa linea la lettera scritta da DGA, che conclude dicendo: "Intendiamo prendere provvedimenti immediati per proteggere i nostri iscritti e chiediamo un incontro immediato per discutere la questione".
E sembra che sia CAA che la DGA si stiano davvero muovendo per prendere provvedimenti. L'agenzia CAA, che rappresenta moltissimi registi e attori che hanno lavorato in quei 17 film della Warner, ha dichiarato che è pronta a procedere per vie legali e a boicottare le campagne di promozionali.

Le polemiche intorno alla Warner vengono commentate anche da chi è "fuori", come i registi Judd Apatow e Aaron Sorkin.

Judd Apatow ha dichiarato a Variety: "La decisione della Warner Bros. mi ha fatto apprezzare il fatto che lavoro per la Universal. È sconvolgente che una major abbia preso una simile decisione sul proprio listino senza parlarne con nessuno. È il tipo di mancanza di rispetto di cui si sente parlare ogni tanto quando si legge la storia dello show business. Ma farlo letteralmente con ogni singola persona con cui lavori è sconvolgente. [...] Questo approccio crea un incubo finanziario, la maggior parte delle persone riceve delle partecipazioni sugli incassi. Ciò che ottengono dopo anni di lavoro è basato sul successo dei propri film. Che succede se i film escono direttamente in streaming? Come calcoleranno quanti soldi pagare ai talent? Non è nemmeno chiaro se queste cose siano regolate dai contratti siglati, oppure se loro possono davvero fare quello che vogliono."

Sempre tramite Variety, le parole di Aaron Sorkin, convinto che comunque vada l'esperienza cinematografica sia il futuro: "Abbiamo tutti paura che questo possa cambiare tutto, che i cinema stiano ufficialmente per diventare arthouse, che i film che facciamo noi verranno visti solo sulle piattaforme streaming. Ma non penso che accadrà davvero. Penso che in quattromila anni niente ha realmente rimpiazzato l’esperienza di far parte di un pubblico. L’esperienza condivisa, lo stare in un cinema quando le luci si abbassano, tutti che ridono insieme, si spaventano insieme, rimangono ammutoliti insieme, e assistere ai momenti finali del film insieme, nello stesso momento."

Al momento la Warner, ma neanche WarnerMedia e AT&T, hanno replicato a questi attacchi. Sicuramente la situazione per la Warner comincia a farsi pesante, e tutte queste polemiche non sono una bella pubblicità per HBOMax.

venerdì 11 dicembre 2020

Investor Day Disney: tanti annunci, tra Marvel, Star Wars, cinema, serie e Disney+

Si è tenuto ieri l'Investor Day della Disney, l'evento in cui la major annuncia agli azionisti e ai fan le produzioni in lavorazione dei prossimi anni... e sono tanti, molto interessanti!

Subito, in apertura, la Disney ha annunciato che la programmazione e l'uscita dei film sarà costretta ad adattarsi all'andamento della pandemia, perciò la major deciderà in corso se far uscire i film solo al cinema, in sala e in contemporanea in streaming, oppure solo in streaming. La Disney ha comunque ribadito con forza la volontà di far uscire i propri film nelle sale, rispettando le finestre distributive. Un annuncio che è anche una risposta a quello della Warner che tanto sta facendo arrabbiare il mondo del Cinema.
Ad avere un uscita "doppia" sarà il nuovo film d'animazione Raya e l'Ultimo Drago, nelle sale dal 5 marzo e nello stesso giorno sarà disponibile su Disney+ con il "Premium Access", cioè un anteprima a pagamento com'è stato per Mulan. Confermata invece l'uscita nei cinema di Black Widow, il film su Vedova Nera arriverà solo nelle sale cinematografiche a maggio 2021.

Ecco l'elenco di tutti i film e le serie annunciati.

STAR WARS (film e serie)

- annunciata ufficialmente la serie su Obi-Wan Kenobi. Ewan McGregor tornerà nei panni del Jedi e ci sarà anche Hayden Christensen, che sarò di nuovo Darth Vader. La storia si svolgerà dieci anni dopo gli eventi de La Vendetta dei Sith. Le riprese inizieranno a marzo.
- Ahsoka Tano, la jedi interpretata da Rosario Dawson in The Mandalorian avrà una sua serie live action.
Rangers of the New Republic, serie spin-off di The Mandalorian. Potrebbe vedere Cara Dune (Gina Carano) come protagonista.
- Andor, la serie dedicata al personaggio di Cassian Andor (Diego Luna), arriverà su Disney+ nel 2022. La storia è ambientata durante la nascita della Ribellione. Nel cast anche Stellan Skarsgard.
- Lando, ci sarà una serie dedicata a Lando Calrissian. Non è stato annunciato chi interpreterà il personaggio.
- la terza stagione di The Mandalorian arriverà a Natale 2021.
- Star Wars: Rogue Squadron, diretto da Patty Jenkins (Wonder Woman), racconterà le avventure e il coraggio di un gruppo di piloti starfighter che si guadagnano le loro postazioni con corse adrenaliniche. Sarà il primo film di Star Wars ad uscire dopo L'Ascesa di Skywalker, a Natale 2023.
- confermato che Taika Waititi dirigerà un nuovo film di Star Wars. "Il suo tocco fresco, inaspettato e unico, il suo enorme talento e il senso dell’umorismo garantiranno al pubblico uno spettacolo indimenticabile", ha dichiarato Kathleen Kennedy.

WALT DISNEY ANIMATION

- Encanto, musical ambientato in Colombia con canzoni in inglese e spagnolo (scritte e prodotte da Lin-Manuel Miranda), racconta di una famiglia magica che vive in una magica casa.
- le serie spin-off di Oceania, Zootropolis, Big Hero 6 e La principessa e il ranocchio, su Disney+.

PIXAR

Turning Red, diretto da Domee Shi (regista del corto Bao), racconta di una adolescente che quando si arrabbia troppo si trasforma in un enorme panda rosso. Uscita fissata al 11 marzo 2022.
Lightyear, il film sulle origini di Buzz Lightyear, che sarà doppiato da un entusiasta Chris Evans: "Lavorare con la Pixar è un sogno che diventa realtà". Uscita fissata al 17 giugno 2022.

MARVEL (film e serie tv)

- Captain Marvel 2, tornerà Brie Larson. Nel film ci sarà anche Monica Rambeau, interpretata da Teyonah Parris, e Ms. Marvel, interpretata da Iman Vellani e il personaggio avrà anche una propria serie su Disney+. Diretto da Nia DaCosta, l'uscita del film è fissata al 11 novembre 2022.
- in arrivo un nuovo film sui Fantastici 4, a dirigerlo sarà Jon Watts, regista della trilogia di Spider-Man.
Ant-Man and the Wasp: Quantumania, terzo film anche per Ant-Man, che vedrà tornare il cast del secondo film, Paul Rudd, Evangeline Lilly, Michelle Pfeiffer e Michael Douglas. Kathryn Newton interpreterà Cassie Lang, figlia del protagonista, mentre Jonathan Majors sarà Kang il Conquistatore.
- Guardiani della Galassia: Vol. 3 arriverà nel 2023, intanto James Gunn dirigerà uno speciale di Natale intitolati Guardians of the Galaxy Holiday Special.
- Black Panther 2 slitta all'8 luglio 2022. Kevin Feige ha confermato che non ci sarà nessun recasting per il ruolo di T'Challa, nessuno sostituirà lo scomparso Chadwick Boseman ma qualcuno raccoglierà la sua eredità.
Doctor Strange in the Multiverse of Madness, confermato tutto il cast del primo film, compresa Rachel McAdams, e ci sarà Elizabeth Olsen (Scarlet Witch). La new entry è il personaggio di America Chavez / Miss America, primo personaggio LGBTQ di una serie a fumetti, e sarà interpretata da Xochitl Gomez. Uscita fissata al 25 marzo 2022.
- Thor: Love and Thunder, confermata la presenza di Christian Bale, sarà Gorr il Macellatore.
- la serie She-Hulk, confermata Tatiana Maslany come protagonista, nella serie ci saranno anche Mark Ruffalo e Tim Roth, che riprenderà il ruolo di Abominio (L'Incredibile Hulk, 2008).
- annunciate le serie Secret Invasion, Armor Wars, Ironheart e I am Groot su Disney+.
- Hawkeye, la serie su Occhio di Falco, Vera Farmiga e Florence Pugh (che vedremo in Black Widow) si sono unite al cast.

Altri progetti

- l'arrivo della nuova sezione STAR su Disney+, che conterrà film "per adulti", ad esempio i franchise di Alien e Il Pianeta delle Scimmie, Deadpool, La Forma dell'Acqua, le serie I Griffin e Atlanta. Questa aggiunta farà aumentare il prezzo di Disney+ a 8,99 euro al mese.
- Lucasfilm ha confermato Indiana Jones 5. Il film è in pre-produzione, ci sarà James Mangold e Harrison Ford sarà (ovviamente) il protagonista. Uscita fissata per il 2022. Kathleen Kennedy ha sottolineato come questo sarà l'ultimo capitolo della saga.
- Cruella, con Emma Stone nel ruolo di una giovane Crudelia e Emma Thompson, potrebbe arrivare direttamente su Disney+. 
- Pinocchio, con Tom Hanks nel ruolo di Geppetto e Robert Zemeckis alla regia, arriverà direttamente su Disney+.
- Amy Adams tornerà nel sequel di Come d'Incanto, intitolato Disenchanted. Direttamente su Disney+.
- ci sarà un Sister Act 3 e tornerà Whoopi Goldberg. Direttamente su Disney+.
- il film live action Peter Pan e Wendy, con Jude Law nel ruolo di Capitan Uncino, arriverà direttamente su Disney+.
- annunciate le serie Hulu (che andranno nella sezione Star): Nine Perfect Strangers, con Nicole Kidman e Melissa McCarthy; Only Murders in the Building, con Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez; The Dropout, con Kate McKinnon; Dopesick, con Michael Keaton, Peter Sarsgaard e Rosario Dawson.
- serie in arrivo per Alien, con Ridley Scott coinvolto come produttore.
- annunciata la quinta stagione di The Handmaid's Tale.
- annunciata una serie tv basata sul film Willow, fantasy cult del 1988.


Il duro attacco di Denis Villeneuve alla Warner e AT&T: "Non c’è amore per il cinema né per il pubblico."

Un'altra voce illustre si scaglia contro la Warner dopo la decisione della major di far uscire tutti i film del 2021 sia al cinema che in streaming su HBOMax.

In questi giorni abbiamo riportato le critiche degli esercenti americani, di Christopher Nolan e la Legendary, il disappunto della DGA, di attori, attrici e registi che hanno lavorato con la Warner, adesso è il turno di Denis Villeneuve.

Il regista ha girato uno dei film più importanti e attesi del listino 2021 della Warner, si tratta di Dune, nuovo adattamento dell'omonimo romanzo con Timothée Chalamet protagonista e un cast stellare. Attraverso il sito di Variety, il regista canadese ha attaccato molto duramente la Warner e soprattutto AT&T, cioè la mente dietro la decisione di spostare tutto il listino in streaming andando a penalizzare i film e i cinema. Ecco le sue parole:

"Ho appreso dai notiziari che la Warner Bros. aveva deciso di distribuire Dune su HBO Max in contemporanea con l’uscita cinematografica, utilizzando molte immagini del nostro film per promuovere la loro piattaforma streaming. Con questa decisione AT&T ha sabotato uno dei più importanti e rispettabili studi cinematografici della storia del Cinema. Non c’è assolutamente amore per il cinema né per il pubblico in questa decisione. È semplicemente l’istinto di sopravvivenza di un mammut delle telecomunicazioni, che al momento porta sulle spalle un debito astronomico di 150 miliardi di dollari. Quindi, sebbene Dune sia fatto per il cinema e per il pubblico, AT&T pensa alla propria sopravvivenza a Wall Street. Con il lancio fallimentare di HBO Max, AT&T ha deciso di sacrificare l’intero listino della Warner Bros. nel disperato tentativo di attirare l’attenzione del pubblico.
L’improvvisa marcia indietro della Warner da storica casa per i cineasti a questa nuova era di completo disprezzo segna una linea chiara, a mio avviso: realizzare un film significa collaborare, fidarsi della fiducia reciproca in un team, e la Warner Bros ha dichiarato di non far parte più dello stesso team.

Le piattaforme streaming sono un’aggiunta positiva e potente all’ecosistema televisivo e cinematografico. Ma voglio che il pubblico capisca che da solo, lo streaming non può sostenere l’industria cinematografica come la conoscevamo prima del COVID. Lo streaming può produrre grandi contenuti, ma non film ambiziosi e colossali come Dune. La decisione della Warner implica che Dune non potrà mai dare risultati economici soddisfacenti, e la pirateria alla fine trionferà. La Warner Bros, con questa mossa, potrebbe aver ucciso il franchise di Dune. “Questo è per i fan”. John Stankey della AT&T ha detto che il cavallo dello streaming è fuggito dal fienile. In realtà, il cavallo ha lasciato il fienile per finire nel mattatoio.
Nessuno mette in dubbio che la sicurezza del pubblico venga prima di tutto, per questo, quando è diventato evidente che l’inverno avrebbe portato una seconda ondata, ho capito e supportato la decisione di rinviare di quasi un anno l’uscita del film. Il piano era che Dune uscisse al cinema a ottobre 2021, quando le vaccinazioni sarebbero state in fase avanzata e, si spera, il virus alle spalle. La scienza afferma che il prossimo autunno dovremmo essere tornati alla normalità.

Dune è finora il miglior film che abbia fatto. Io e il mio team abbiamo dedicato tre anni della nostra vita a realizzare quest’esperienza cinematografica unica. L’immagine e il suono del nostro film sono stati progettati per il cinema.

Parlo a titolo personale, sebbene sia solidale con gli altri 16 registi che devono affrontare il mio stesso destino. Sappiate che sono con voi e che insieme siamo più forti. Gli artisti sono coloro i quali creano i film e le serie.
Credo fermamente che il futuro del cinema sia sul grande schermo, non importa cosa pensa un dilettante qualsiasi di Wall Street. Sin dall’alba dei tempi, gli umani hanno sempre avuto bisogno di esperienze narrative comuni. Il cinema sul grande schermo è più di un mero business, è una forma d’arte che riunisce le persone, celebrando l’umanità e aumentando l’empatia che abbiamo l’uno per l’altro. È una delle ultime esperienze artistiche collettive e fisiche che possiamo sperimentare come umani.
Una volta che la pandemia sarà finita, i cinema torneranno a riempirsi. Io credo questo. Non perché l’industria cinematografica ne ha bisogno, ma perché noi esseri umani abbiamo bisogno del cinema come esperienza collettiva.

Quindi, visto che per primo ho la responsabilità creativa e fiduciaria di adempiere ai miei doveri come regista, chiedo ad AT&T di agire con la stessa responsabilità, rispetto e riguardo e proteggere questo medium culturale vitale. L’impatto economico sugli azionisti è solo un aspetto della responsabilità sociale delle aziende. Trovare modi per arricchire la cultura è un altro. L’esperienza cinematografica non ha eguali. In quei cinema bui i film catturano la nostra storia, ci educano, alimentano la nostra immaginazione e ci innalzano ispirando il nostro spirito collettivo. È la nostra eredità."

Parole assolutamente condivisibili, non c'è bisogno di aggiungere altro.

La AT&T aveva risposto alle dure critiche di Christopher Nolan ribadendo la loro posizione e l'intenzione di andare avanti per la loro strada, cioè lo streaming, vedremo se questa nuova presa di posizione da parte di un altro regista importante come Denis Villeneuve avrà delle conseguenze.

giovedì 10 dicembre 2020

Tutti contro la Warner e HBO Max. Attori e registi sul piede di guerra.

La Warner Bros è sempre più al centro di un vero e proprio ciclone. Da quando la major ha annunciato che tutti i film del 2021 usciranno sia al cinema che in contemporanea in streaming su HBO Max, sono cominciate a piovere polemiche che stanno diventando sempre più aspre.

Prima sono stati gli esercenti, poi è stato il turno del duro attacco di Christopher Nolan e della Legendary, adesso sembra che tutta Hollywood sia decisa a dare battaglia alla Warner.

Diciamo subito che il problema non è solo artistico, come dichiarato da Nolan ("Alcuni dei più grandi registi ed attori dell’industria sono andati a dormire pensando che stavano lavorando con il più grande studio al mondo e si sono svegliati scoprendo che invece stavano lavorando per il peggior servizio streaming"), ma soprattutto economico, e questo potrebbe creare molti più problemi.

Tutto è iniziato con l'annuncio che Wonder Woman 1984, rinviato più volte a causa della pandemia, sarebbe uscito il 25 dicembre sia nel cinema aperti che su HBO Max. Dopo poche settimane, la Warner ha deciso di applicare questa doppia uscita a tutti i film del 2021, per un mese disponibili gratis agli abbonati alla piattaforma e poi trasformarli in VOD. La scelta ha lasciato di stucco tutti i registi e gli attori che hanno lavorato a quei film perché (cosa anticipata da Nolan nelle sue dichiarazioni) nessuno di loro era stato avvertito della decisione e hanno saputo tutto solo due ore prima dell'annuncio.
A rendere la situazione ancora più complicata è stata la rivelazione del New York Times, che ha raccontato come la Warner avrebbe pagato 10 milioni di dollari Gal Gadot, Patty Jenkins e il produttore Charles Roven, riconoscendogli la percentuale accordata nel caso il film avesse superato il miliardo di dollari al botteghino. Una mossa per "tenersi buoni" la regista e la protagonista del film e fare in modo che supportassero la campagna promozionale in vista dell'uscita (anche se sia Gal Gadot che Patty Jenkins non sono in linea con il pensiero della major e continuano ad invitare i fan ad andare al cinema e non a vedere il film in streaming). Insomma, alla Warner serviva il loro aiuto e ha voluto fare un'eccezione riconoscendogli quello che gli spettava, ma la major non sembra avere l'intenzione di fare lo stesso con tutti gli altri, anche perché gli verrebbe a costare tantissimo. Questa disparità di trattamento ha fatto arrabbiare molto la DGA (Directors Guild of America) e le varie agenzie che rappresentano attrici, attori e registi.

La situazione economica è piuttosto contorta ma dal punto di vista della Warner si tratta di un vero affare, molto furbo. A tutti i registi e ad alcuni attori, spetterebbe una percentuale sugli incassi al box office, dove ci sono delle regole e delle cifre stabilite, ma per quanto riguarda lo streaming e le visualizzazioni di un prodotto su una piattaforma, non ci sono regole. Inoltre, una uscita in streaming va a penalizzare moltissimo gli incassi dei cinema (già dimezzati per la pandemia) e, di conseguenza, la percentuale per i registi e il cast si abbassa notevolmente.
Per questo motivo, sembra che la DGA abbia scritto una lettera piuttosto dura alla Warner per manifestare tutti il proprio disappunto per una mossa che reputano molto scorretta, tanto da minacciare un boicottaggio.

"Non è chiaro se la Warner sia tenuta legalmente a rinegoziare gli accordi sui compensi back-end (e cioè quelli legati agli incassi) per tutti e 17 i film in uscita nel 2021, come già fatto con Wonder Woman 1984", scrive il NYT, sicuramente la Warner non vuole perdere di colpo tutto l'appoggio dei vari registi e talent con cui ha collaborato, quindi dovrà trovare una mediazione. Il NYT scrive: "Il piano ideato da WarnerMedia prevede che HBO Max paghi una licenza alla Warner Bros per lo sfruttamento dei film nei 31 giorni che passeranno sulla piattaforma streaming in contemporanea all’uscita in sala. La licenza sarà equivalente alla porzione di ricavi che lo studio otterrà dalla vendita dei biglietti cinematografici del film negli Stati Uniti in quel periodo (solitamente si parla del 50% degli incassi)". Quindi, se un film incassa 50 milioni, la Warner riceverebbe altri 25 mln da HBO Max. Anche qui, però, c'è un problema che fa storcere il naso: la Warner deve trattare con WarnerMedia per la percentuale da versare da parte di HBOMax, praticamente significa che la Warner tratta con sé stessa visto che WarnerMedia controlla la Warner. Per quanto uno si possa fidare, è un po' strano e difficile pensare che tra le due parti (che poi è una) non ci sia un occhio di riguardo verso gli azionisti più che verso i registi e i talent.

Vedremo cosa succederà ma difficile che la Warner possa tornare indietro sulle proprie decisioni, o meglio, sulle decisioni di WarnerMedia, quest'ultimo infatti ha voluto rispondere all'attacco di Christopher Nolan rivendicando la scelta della doppia uscita e usando proprio gli incassi di Tenet come esempio che li ha convinti ad agire così. Secondo il CEO di WarnerMedia infatti, gli incassi bassi ottenuti negli USA dell'ultimo film di Nolan, sono la dimostrazione che il pubblico americano non è ancora pronto a tornare in sala, e quindi hanno dovuto trovare un metodo alternativo: "Siamo grandi sostenitori della distribuzione cinematografica [...] Ma resta da vedere quante persone vorranno andare al cinema a prescindere dal fatto che siano riaperti o meno, cosa che noi sappiamo bene visto che siamo stati l’unico studio a lanciare un film davvero grande durante la pandemia. Abbiamo distribuito Tenet questa estate. Siamo felici dell’esperienza, ma abbiamo anche imparato molto circa l’inclinazione della gente ad andare al cinema lì dove sono aperti. Sottolineo come gli esercenti abbiano fatto un lavoro straordinario con le misure di sicurezza nelle strutture e ci sarebbe piaciuto davvero tanto constatare un maggior afflusso negli USA. Nel mercato internazionale, la storia è stata differente. C’erano più cinema aperti e c’è stato più pubblico. È stata quasi un’esperienza normale, ma per quanto concerne gli Stati Uniti abbiamo capito che le persone non sono ancora pronte a riallacciare i rapporti con il cinema, da cui la nascita di questa nuova strategia. Per questo, osserveremo l'andamento dei nuovi film sia sul fronte del box office che dei numeri che registreranno su HBO Max".

Insomma, la Warner va avanti per la sua strada, anzi è pronta a lanciare HBOMax anche fuori dagli USA e, nel frattempo, a stringere accordi con Sky per avere una doppia distribuzione anche in Europa, ma le polemiche sono destinate a continuare.

mercoledì 9 dicembre 2020

Spider-Man 3: anche Tobey Maguire, Kirsten Dunst, Andrew Garfield e Emma Stone nel cast? Ci sarà anche Daredevil?

Continuano i rumor esaltanti sulle possibili new entry, o meglio ritorni, nel terzo film di Spider-Man.

Solo ieri la notizia che Alfred Molina tornerà ad interpretare il dottor Octopus, splendido villain nello Spider-Man 2 di Sam Raimi, che si va ad aggiungere al ritorno di Jamie Foxx nel ruolo di Electro, villain di The Amazing Spider-Man 2, oggi invece Collider rilancia con un poker di nomi che stuzzica non poco la fantasia dei fan.

Secondo il sito, la produzione sarebbe in trattative per il ritorno dei due "ex Spider-Man" Tobey Maguire e Andrew Garfield, ma non solo, sarebbero state contattate anche Kirsten Dunst (Mary Jane nella trilogia di Sam Raimi) e Emma Stone (Gwen Stacy nei due The Amazing Spider-Man).
Una notizia che, se confermata, farebbe saltare dalla gioia tutti i fan della Marvel e non solo. Secondo quanto riportato dal sito, sembra che le trattive con Andrew Garfield e Kirsten Dunst siano a buon punto, con Tobey Maguire invece non sarebbe ancora stato trovato un accordo. Diverso il discorso per Emma Stone, l'attrice sarebbe disponibile ma essendo incinta bisogna ragionare sui tempi di lavorazione.

Mentre si fantastica sulla possibilità che questo avvenga, ComicBook annuncia un'altra possibile new entry clamorosa: Charlie Cox, cioè Daredevil nella serie tv della Marvel, sarebbe in trattative per entrare nel cast.
Fino ad oggi i personaggi delle serie Netflix non sono mai comparsi nei film Marvel, fatta eccezione per la brevissima apparizione di James Darcy/Edwin Jarvis in Avenger: Endgame (2019), quindi sarebbe una grossa novità, oltre che un piacevole ritorno che farebbe molto felici i fan che da tempo hanno lanciato una petizione per una quarta stagione della serie su Daredevil.

In realtà, nessuna di queste notizie è stata ancora confermata ufficialmente, ma ricordiamo che nel film ci sarà anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, segno che un Multiverso è una possibilità molto concreta.

Le riprese del film sono attualmente in corso. Tom Holland riprenderà il ruolo di Peter Parker, così come Zendaya tornerà nei panni di Mary Jane.

L'uscita del film è fissata per dicembre 2021.

martedì 8 dicembre 2020

Christopher Nolan si scaglia contro la Warner e HBO Max

Nei giorni scorsi la Warner ha annunciato che tutti i film nel listino del 2021 usciranno nei cinema e contemporaneamente sulla piattaforma HBO Max, una decisione che ha scatenato le ire delle catene di distribuzione USA e ha fatto storcere il naso a molti registi che hanno lavorato per la major.

Tra questi c'è Christopher Nolan, uno dei "registi di punta" della Warner, con cui collabora da 18 anni e a cui ha regalato film di grande successo. Il regista di Interstellar e Il Cavaliere Oscuro, ha deciso di non rimanere in silenzio e, intervistato da THR e ET, ha attaccato pubblicamente la major e la piattaforma HBO Max.

"Alcuni dei più grandi registi del nostro settore e delle più importanti star del Cinema sono andati a letto la sera prima pensando di lavorare per il più grande studio cinematografico e si sono svegliati scoprendo che stavano lavorando per il peggior servizio di streaming", ha dichiarato Nolan a THR, "La Warner Bros. aveva una macchina incredibile per fare uscire il lavoro di un regista in tutto il mondo, sia al cinema che a casa, che stanno smantellando in questo stesso momento. Non capiscono neanche cosa stanno perdendo. La loro decisione non ha alcun senso economico e anche l'investitore di Wall Street più casuale saprebbe vedere la differenza tra guasto e malfunzionamento".

Nell'altra intervista a ET, Nolan ha rincarato la dose e sottolineando di nuovo come questa sia stata una decisione presa senza informare i registi.

"Sono incredulo, soprattutto per le modalità. C’è molta controversia a riguardo, perché non lo hanno detto a nessuno", ha dichiarato il regista, "Per il 2021 hanno alcuni dei migliori registi e alcune delle più grandi star al mondo che in alcuni casi hanno lavorato per anni a progetti a cui tengono tanto e che sono destinati all’esperienza sul grande schermo, sono destinati ad arrivare al pubblico più vasto possibile. E adesso li stanno usando come articoli a prezzi scontati per il servizio streaming, anzi un servizio streaming alle prime armi, senza alcuna consultazione. È una situazione davvero caotica. Un vero specchietto per le allodole. Non è così che tratti registi, attori e persone che hanno investito tanto in questi progetti. Meritavano di essere consultati e di essere informati su cosa stesse succedendo alle loro opere. [...] Penso che tutti gli studi sappiano che l’esperienza del cinema riprenderà e sarà una parte molto importante dell’ecosistema a lungo termine. Invece la pandemia viene usata come scusa per una sorta di lotta per un vantaggio a breve termine. Ed è davvero un peccato. Non è il modo di fare affari e non è la cosa migliore per la salute del nostro settore. Ma quando le sale cinematografiche riapriranno e la gente tornerà al cinema, quando il vaccino sarà stato lanciato e ci sarà una risposta sanitaria adeguata da parte del governo federale, sono molto ottimista sulle prospettive a lungo termine dell’industria. Le persone adorano andare al cinema e ci torneranno".

Parole dure e molto chiare quelle di Nolan e assolutamente condivisibili.

Va detto che la decisione della Warner non è piaciuta praticamente a nessuno, il sospetto (ma sembra essere piuttosto fondato come sospetto) è che la major abbia deciso di fare questo passo solo per accontentare la AT&T, la casa madre della WarnerMedia, decisa a puntare tutto il futuro su HBO Max, per aumentare gli abbonamenti e concorrere con Netflix e Disney+, tutto questo a discapito dei cinema e del Cinema nella sua forma originale.

Il primo film ad uscire in questa doppia modalità sarà Wonder Woman 1984, distribuito sia nelle sale che su HBO Max a Natale, in questo caso si tratta di una scelta che potrebbe anche essere giustificata, visto che siamo ancora in piena pandemia, ma i continui appelli di Patty Jenkins e Gal Gadot ai fan di andare a vedere il film in sala, nei cinema, piuttosto che accontentarsi di vederlo in streaming a casa, danno ragione a quanto detto da Nolan, i registi non sono d'accordo con la Warner sulla doppia distribuzione. Sembra che anche James Gunn (The Suicide Squad) e Denis Villeneuve (Dune) abbiano comunicato il loro disappunto alla major.

Vedremo cosa succederà, se la Warner andrà avanti a testa bassa o se modificherà la propria decisione, difficile la seconda opzione visto che la major ha annunciato l'intenzione di lanciare HBO Max anche in Europa il prossimo anno.

lunedì 7 dicembre 2020

Mank - la recensione

Era uno dei film più attesi della stagione, Mank, nuovo lavoro firmato da David Fincher per Netflix, e quando un film è così atteso, il rischio di deludere è dietro l'angolo. Non è questo il caso, anzi, le attese non sono state solo rispettate ma superate.

"Mank" è Herman J. Mankiewitcz, sceneggiatore di talento caduto in disgrazia, socialista, alcolizzato senza speranza e scommettitore incallito. A seguito di un incidente, Mank è relegato in un letto con una gamba rotta, chiuso in una stanza in un luogo sperduto con due assistenti e un unico compito: scrivere in 60 giorni la sceneggiatura di un film per il giovane, talentuoso e arrogante regista Orson Welles, un film che passerà poi alla storia come uno dei più celebri capolavori della storia del Cinema: Quarto Potere.

La trama riassunta in modo semplice potrebbe far passare il film come un classico biopic sulla Vecchia Hollywood, ma non è così. Mentre assistiamo alla creazione della sceneggiatura, senza mai scendere nello specifico di frasi o scene, il film ci fa fare continuamente dei salti indietro, con dei flashback che raccontano come ha fatto il geniale Mank a cadere in disgrazia, quali persone ha incontrato che hanno definito il suo futuro e quali lo hanno ispirato poi per la creazione della sceneggiatura di Quarto Potere. Volendo fare un gioco di parole, sembra quasi un film dentro a un film che racconta la creazione di un film, e quella stessa sceneggiatura non è semplice lavoro, per Mank alla fine diventa una vendetta, qualcosa su cui mettere il proprio nome per rivendicarne il messaggio, una scelta che lo porterà alla gloria (l'Oscar) e allo stesso tempo alla rovina.

Il film di David Fincher ha al suo interno molti temi diversi: economici (la Grande Depressione); politici (le elezioni "sporcate" da falsità mediatiche); la Vecchia Hollywood pronta a passare dal muto al sonoro, industria scintillante davanti ma tutt'altro che interessata all'arte negli uffici dei piani alti; la superficialità e anche il menefreghismo verso quello che stava succedendo in Europa (l'ascesa di Hitler). Tutti temi che sembrano relegati agli anni '40 ma che possiamo ritrovare tranquillamente nel presente.

E poi c'è Mank
Anche l'autodistruzione del protagonista è uno dei temi del film, Mank è alcolizzato e consapevole, sa che gli fa male ma lo fa ugualmente; è socialista in un ambiente di repubblicani, le sue idee, e la sua incapacità di trattenersi, gli portano solo problemi; ha il vizio di scommettere su tutto e di perdere male, mettendo sempre alla prova la pazienza della moglie; scrive una sceneggiatura geniale, il suo miglior lavoro, sapendo che lo rovinerà per sempre. Mank è un personaggio che sembra distante da noi ma non è così, i suoi errori, la sua "sincerità", la sua ironia, il suo genio incompreso e buttato al vento, lo rendono molto umano e per questo è facile empatizzare con lui, anche grazie allo straordinario lavoro di Gary Oldman. L'attore britannico offre una prova davvero eccezionale, il suo Mank è un personaggio con molti eccessi ma Oldman non va mai sopra le righe, la sua interpretazione è impeccabile, precisa, ironica e profonda. 
Il suo personaggio è il fulcro e il cuore pulsante del film e Gary Oldman è il perfetto interprete.
Intorno al protagonista si muovono molti personaggi, in altre circostanze diremmo "minori" ma è sbagliato, Fincher riesce a dare a ognuno di loro uno spazio e una dimensione essenziale allo svolgimento della storia. Tutti fanno il loro dovere in modo perfetto (è risaputo quanto Fincher sia maniacale con i suoi attori), in particolare da sottolineare la performance di Amanda Seyfried che brilla nel ruolo di Marlon Davies, ex star del muto alla ricerca di una nuova dimensione, la sua immagine è così luminosa, anche visivamente, che ogni volta sembra quasi uscita da un sogno.

Sotto un punto di vista stilistico, regia e fotografia sono eccezionali. David Fincher fa un lavoro grandioso, omaggia palesemente il cinema degli anni '40, quasi lo ricalca usando anche un sonoro "vecchio stile", ma tutto in una versione moderna, più pulita e precisa. Una regia talmente bella che risultano quasi inutili gli omaggi visivi a Quarto Potere. Elegante e affascinante il bianco e nero, non un semplice esercizio di stile ma utile ad immergersi negli anni '40. Da dieci e lode la fotografia e la scenografia. Ottima la sceneggiatura del defunto Jack Fincher, padre del regista, i dialoghi sono spesso brevi botte e risposte, molto brillanti e ironici.

Quello di David Fincher è grande Cinema, sia sotto l'aspetto tecnico che visivo, sceneggiatura e recitazione, il regista inoltre fa un grande passo avanti rispetto ai suoi ultimi film, decisamente freddi, troppo concentrati sullo stile e poco sul "calore", questa volta il regista non si dimentica  il "cuore". Mank è uno dei migliori film dell'anno, uno dei migliori della carriera del regista. 
L'unico vero grande peccato è non averlo visto sul grande schermo.

venerdì 4 dicembre 2020

AMC Theatres si scaglia contro la Warner

Ieri la Warner ha annunciato che tutti i film nel listino del 2021 usciranno sia al cinema che in streaming su HBOMax, in contemporanea. Una decisione che ha scatenato le ire di AMC Theatres, la più grande catena cinematografica USA, proprietaria in Italia di UCI Cinemas.

Una reazione più che comprensibile, la scelta della Warner potrebbe mettere ancora più in crisi il settore delle sale cinematografiche, già in ginocchio per la pandemia. Il comunicato di AMC è molto duro e mette in discussione le reali motivazioni della Warner. Secondo Adam Aron, CEO della catena, la decisione è stata presa solo per far contenta WarnerMedia e spingere gli abbonamenti della piattaforma HBOMax, senza avere il minimo interesse per le sale cinematografiche in crisi ma anche per l'aspetto artistico dei film, per la visione originale dei registi che hanno girato per il grande schermo e non per la TV.

"Quest’epoca flagellata dal coronavirus è piena di incertezze per tutti, ed è per questo che AMC ha deciso di fare un’eccezione sull’uscita di Wonder Woman 1984 al cinema e su HBO Max, il giorno di Natale, quando la pandemia sembra sarà al suo culmine", ha dichiarato Adam Aron, CEO di AMC, "Tuttavia, la Warner Bros. ora spera di fare la stessa cosa con tutti i suoi film del 2021, nonostante ci si aspetti che con i vaccini in arrivo l’industria cinematografica possa ripartire. Chiaramente, WarnerMedia intende sacrificare una grossa porzione di profitti della sua divisione cinematografica, e dei suoi partner di produzione e registi, per sovvenzionare la sua start up HBO Max. Per quanto riguarda AMC, faremo tutto ciò che è in nostro potere per assicurarci che la Warner non faccia questa cosa a nostre spese. Perseguiremo aggressivamente condizioni economiche che preservino i nostri affari. Abbiamo già iniziato un dialogo urgente con i dirigenti della Warner su questo tema. E mentre ne discutiamo, siamo incoraggiati dal fatto che a breve arriveranno vaccini che proteggeranno la società contro il coronavirus. Quindi ci aspettiamo che gli spettatori possano presto tornare a godersi i film nei nostri cinema senza timori, guardando i migliori film al mondo nella sicurezza delle nostre grandi poltrone, con il nostro suono spettacolare e i nostri grandi schermi".

Per l'uscita di Wonder Woman 1984, la Warner ha concesso a AMC una quota maggiore sugli incassi, circa il 60%, ma non è detto che questo si ripeterà per tutti i film del 2021. Le preoccupazioni di AMC sono più che giustificate, la Warner infatti metterà a disposizione degli abbonati un listino con titoli molto attesi (Dune, Matrix 4, Godzilla VS King Kong, The Suicide Squad, tanto per citarne alcuni), e tra il pagare un unico abbonamento annuale e comprare un biglietto per ogni film, è superfluo dire che la maggior parte delle persone tenderà per la scelta più economica, cioè vederlo a casa, andando così a penalizzare moltissimo le sale cinematografiche.

La scelta della Warner non sembra piacere nemmeno i registi dei film, come Patty Jenkins, regista di Wonder Woman 1984, che ancora una volta ha invitato i fan ad andare a vedere il film nei cinema, possibilmente su uno schermo IMAX, perché è così che il film è stato pensato e girato.

"Girare in IMAX è stata un’esperienza incredibile e non vedo l’ora che alcuni di voi possano vedere il nostro film in tutta la sua gloria nei cinema IMAX", ha scritto la regista in un tweet.

La decisione della Warner, che potrebbe portare anche altre major a muoversi in modo simile, sicuramente continuerà a far discutere.

giovedì 3 dicembre 2020

BREAKING NEWS: tutti i film della Warner del 2021 usciranno in contemporanea al cinema e su HBOMax

La pandemia ha stravolto il mondo del Cinema e la Warner ha deciso di fare un passo molto importante che potrebbe cambiare il futuro del settore, o almeno quello del prossimo anno.

Tutti i film della Warner previsti per il 2021 usciranno nei cinema e in contemporanea anche in streaming su HBOMax. Quello di Wonder Woman 1984 (che sarà disponibile anche in 4K) non sarà quindi un caso isolato, per il prossimo anno diventerà la "normalità" per la major.

I motivi dietro questa scelta sono da ricercare nella necessità di accontentare la AT&T, la casa madre della WarnerMedia, decisa a incassare nonostante la pandemia che costringe i cinema a chiudere, non sarà un esperimento solo per le feste natalizie ma durerà tutto il prossimo anno. Inoltre va considerata la volontà di spingere HBOMax e aumentare le iscrizioni per permettergli di competere con Netflix, Disney+ e simili.

"Siamo vivendo un contesto storico senza precedenti e sono richieste delle soluzioni creative, inclusa questa nuova iniziativa della Warner Bros. Pictures Group", ha dichiarato Ann Sarnoff, CEO di WarnerMedia, "Nessuno desidera rivedere i film sul grande schermo più di noi. Sappiamo che il contenuto è la linfa vitale della distribuzione cinematografica, ma dobbiamo necessariamente fare i conti con la realtà dei fatti, una realtà che vedrà i cinema americani in operatività ridotta per buona parte del 2021. Con questa strategia annuale, potremo supportare i nostri partner nella distribuzione cinematografica con una serie di film di altissimo livello, dando anche agli spettatori che non hanno un cinema nei paraggi o non sono ancora pronti a tornare in sala, la possibilità di gustarsi i nostri meravigliosi film del 2021. Una situazione win-win per tutti, per il pubblico e per la sala".

Tra i film previsti per questo 2021 ci sono titoli molto attesi, come Dune di Denis Villeneuve, Matrix 4, Godzilla vs. Kong, The Suicide Squad, e ancora The Little Things, Judas and the Black Messiah, Tom & Jerry, Mortal Kombat, Those Who Wish Me Dead, The Conjuring: The Devil Made Me Do It, In The Heights, Space Jam: A New LegacyReminiscence, Malignant, The Many Saints of Newark, King Richard, e Cry Macho.

Quella della Warner può essere considerata come una mossa "di rottura" che costringerà anche le altre major, soprattutto la Disney e la Universal, a muoversi. La Disney ha già sperimentato questa formula, ma solo per pochi casi (Mulan, Soul) mentre è intenzionata a far uscire altri titoli attesi, come Black Widow, nelle sale; la Universal invece ha stretto un accordo con la catena AMC per ridurre al minimo la finestra per far arrivare il prima possibile i film in streaming (noleggio). Interessante sarà vedere la reazione degli esercenti americani.

Il discorso HBOMax non riguarda l'Italia ma non è escluso che questa scelta della Warner possa avere delle ripercussioni sulle uscite italiane nei cinema.

Animali Fantastici: Mads Mikkelsen parla di Grindelwald e della sostituzione di Johnny Depp

La saga di Animali Fantastici ha un nuovo Grindelwald, ormai è ufficiale, sarà Mads Mikkelsen a sostituire Johnny Depp nel ruolo del potente mago oscuro, con buona pace dei fan e delle loro petizioni.

Per la prima volta dall'annuncio del suo ingresso nel cast, Mads Mikkelsen ha parlato con EW del ruolo e dell'importanza di affrontare il personaggio in modo diverso, facendolo suo, ma senza dimenticare il lavoro fatto da Depp nel film precedente.

"La prima differenza è che sarà interpretato da me", ha risposto con una battuta l'attore danese, "No, in realtà, questa è la parte ostica e ci stiamo ancora lavorando. Deve esserci un ponte tra quello che ha fatto Johnny e quello che farò io, ma allo stesso tempo devo farlo mio. Servono però dei collegamenti e dei ponti per non staccarsi completamente da quello che ha già fatto Johnny in modo magistrale".

Mads Mikkelsen è perfettamente consapevole di aver ereditato il ruolo nel peggiore dei modi, con una schiera di fan ancora sul piede di guerra per un licenziamento che a molti è sembrato ingiusto.

"Da un punto di vista professionale, è bellissimo e decisamente interessante", ha dichiarato l'attore a EW, "Ma è scioccante ed estremamente triste che sia arrivato dopo quello che è successo. Faccio a entrambi i miei auguri. Queste sono circostanze tristi e spero che entrambi si rimettano in sella quanto prima".

Le riprese del film sono attualmente in corso. Il cambio di attore per il ruolo di Grindelwald ha costretto la Warner a far slittare l'uscita di diversi mesi, ora è fissata al 15 luglio 2022.

Zio Frank - la recensione

Arriva su Amazon Prime Video, Zio Frank (Uncle Frank), nuovo dramma scritto e diretto da Alan Ball, sceneggiatore di American Beauty

Il film è un dramma LGBTQ+ dai toni classici capace di trattare temi delicati in maniera molto organica e mai banale.
Il coming out negli anni ‘60/’70 nel sud degli Stati Uniti non è visto di buon occhio purtroppo, e Frank ne è consapevole. Tuttavia a causa di alcuni eventi l’uomo si ritroverà a dover fare i conti con alcune questioni lasciate in sospeso, forse da troppo tempo.

Un ispiratissimo Paul Bettany veste i fragili panni di Frank, un uomo con un passato tutt’altro che semplice. Al suo fianco troviamo anche la giovane Sophia Lillis (IT), molto capace e in parte anche se con un ruolo non esageratamente esteso. Decisamente azzeccato anche il cast di comprimari che comprende Judy Greer, Steve Zahn, Peter Macdissi e Stephen Root.

Il reparto tecnico spicca nella sua delicatezza, dalla fotografia alla colonna sonora. Nota di demerito purtroppo al montaggio non sempre ben dosato e a un finale non esageratamente soddisfacente.

Zio Frank, per quanto lo si possa definire classico, risulta comunque gradevole e abbastanza fresco per essere apprezzato dal grande pubblico. La semplicità, come accade spesso, paga.

Mat

martedì 1 dicembre 2020

Viggo Mortersen risponde a chi lo critica per aver interpretato un personaggio gay

Sentivate la mancanza di una polemica sterile? eccovi accontentati. Nelle ultime settimane ci sono state critiche e chiacchiere riguardo i personaggi omosessuali nei film che, a detta di qualcuno, dovrebbero essere interpretati da attori e attrici gay e non da quelli etero.

Una polemica piuttosto ridicola che però si è abbattuta sul film Falling, esordio alla regia di Viggo Mortersen. E proprio l'attore è finito al centro delle critiche perché nel film interpreta un uomo gay che affronta i problemi di demenza senile del vecchio padre. Secondo qualcuno, Mortersen non avrebbe dovuto interpretare quel ruolo ma avrebbe dovuto lasciarlo a un attore realmente gay.

Interpellato dal Times, l'attore ha risposto in modo perfetto a questa polemica: "Sentite, questa è l'epoca in cui viviamo e io credo sia una cosa salutare sollevare questi temi. La risposta breve è che non pensavo fosse un problemaPoi la gente mi chiede "E Terry Chen - che interpreta mio marito nel film - è omosessuale?". La risposta è che non lo so e, durante il processo di casting, non avrei mai l'impudenza di chiedere a una persona se lo è. E poi... che ne sapete della mia vita? Date per scontato che io sia completamente etero. Forse lo sono e forse no. Onestamente non sono affari vostri. Voglio che il mio film funzioni e voglio che il personaggio di John sia efficace. Quindi, se avessi pensato che non era una buona idea, non lo avrei interpretato".

Inutile sottolineare quanto abbia ragione, tra l'altro possiamo solo immaginare quante polemiche verrebbero fuori se durante i casting venisse chiesto l'orientamento sessuale.

In realtà, prima della polemica su Viggo Mortersen, la stessa domanda era già stata fatta a Kristen Stewart, protagonista della commedia natalizia Happiest Season, in cui per la prima volta l'attrice, dichiaratamente omosessuale, interpreta un personaggio gay. 
Kristen Stewart ha ammesso di non avere una risposta ma ha rigirato la polemica nell'altro senso.

"Non vorrei mai raccontare una storia che dovrebbe davvero essere raccontata da qualcuno che ha vissuto una determinata esperienza..." ha dichiarato l'attrice a Variety, "Detto questo, è una conversazione scivolosa perché, se volessi seguire questo principio alla lettera, per me significherebbe non poter più interpretare un personaggio etero. Penso che sia una zona grigia. Ci sono modi per gli uomini di raccontare storie di donne o modi per le donne di raccontare storie di uomini, dobbiamo solo capire ciò che raccontiamo. [...] Non c'è niente di sbagliato nel imparare l'uno dell'altro aiutandosi a vicenda a raccontare storie. Non credo di avere una risposta certa, posso solo dire 'pensate a ciò che state facendo! E non fate gli stronzi."

Vedremo se questa polemica finirà qui (si spera) o continuerà.

La vita davanti a sè - la recensione

Madame Rosa, ex prostituta e sopravvissuta ai campi di concentramento, si occupa di bambini rimasti soli, o figli di prostitute. Offre loro un tetto, li sfama, si prende cura di loro. Prende con sé anche Momo, ragazzino orfano, ladruncolo di strada, dal carattere chiuso. Il loro rapporto, inizialmente conflittuale, diventa sempre più intenso, fino a quando i ruoli non si capovolgono ed è il giovane Momo, sempre più consapevole di non dover gettare la propria vita, a prendersi cura di Madame Rosa, anziana e in balia della demenza senile.


Il romanzo omonimo da cui è tratto, e che era stato già portato sullo schermo nel 1977, è ambientato a Parigi, ma Edoardo Ponti, sceneggiatore e figlio della Loren, sposta la vicenda a Bari, traslando l'ambientazione in Italia e cercando di rifarsi a quei film che hanno reso Sophia Loren un mito del Cinema, come La Ciociara o Ieri, Oggi e Domani, ma alla fine questo cambio di ambientazione non è mai determinante e il tutto potrebbe svolgersi in un qualsiasi quartiere multietnico di una qualsiasi città europea. Questo è un po' un peccato, perché si sarebbe potuto contestualizzare maggiormente e spingere sull'ambientazione italiana, con una maggiore critica anche di tipo sociale. Il film infatti tocca moltissimi temi, ma di questi praticamente nessuno è approfondito: dallo sfruttamento minorile per i traffici di droga, all'integrazione, fino ai traumi dell'olocausto, tutto appena accennato, tutto che avrebbe potuto costituire un film a sé stante o, almeno, creare una cornice di maggiore profondità a questa pellicola.

Siamo di fronte a un classico melodramma, molto "vecchio", intriso da un'aura di saggezza che non è solo quella di Madame Rosa ma anche, paradossalmente, quella dei ragazzini stessi, bambini che dovrebbero essere perduti e che invece sembrano stoici, tranquilli e speranzosi nella provvidenza.
Persino Momo, il più anticonformista e, in un certo qual modo dickensiano, più ribelle di tutti è incredibilmente saggio e maturo per la sua età, si comporta e parla come un adulto. 
Ogni cosa è filtrata dagli occhi anziani di Madame Rosa, ma la sua è una visione finta dell'infanzia, laddove una minore gravità avrebbe sicuramente giovato al ritmo della narrazione e alla costruzione dei personaggi.

Dove la sceneggiatura è debole e la regia priva di mordente, però, arriva il magnetismo di un'attrice come Sophia Loren che, all'età di ottantasei anni, buca ancora lo schermo ed emoziona come quando ne aveva trenta. Si può dire che il film intero si regge su di lei e sulla chimica con il giovane attore che interpreta Momo, Ibrahima Gueye, vera rivelazione. Il loro rapporto, a tratti tenero a tratti conflittuale, è il cuore pulsante del film e unico punto di emozione vera per lo spettatore. Sarebbe auspicabile sentire ancora parlare di lui, magari in un ruolo completamente diverso rispetto a quello, forse non troppo originale, del ragazzino sfortunato.

Sicuramente La vita davanti a sè non è un film indimenticabile, è povero di ritmo, non troppo originale, a volte piuttosto scontato, ma non è un brutto film, il melodramma e il rapporto fra i due protagonisti riesce anche a emozionare in molti tratti e la Loren è sempre un piacere da vedere.