lunedì 27 febbraio 2017

Oscar 2017 - a sorpresa vince Moonlight. Ecco tutti i vincitori!

La Notte degli Oscar 2017 ha riservato un finale del tutto inaspettato, a conclusione di una cerimonia nella norma, tra battute ironiche, in particolare verso il presidente USA, e discorsi politici. Jimmy Kimmel ha condotto la serata in scioltezza e senza fare nulla di particolare, spesso portando sul palco quello che propone anche nel suo show, come i divertenti Mean Tweet. Momento da ricordare, il tweet che Kimmel ha mandato in diretta al presidente USA Trump, per sapere se era ancora sveglio, e poi un altro con l'hashtag #Merylsayshi. Entrambi subito super retwittati.

A trionfare in un finale piuttosto confuso è stato Moonlight, vincitore del premio come miglior film. Cos'è successo? Warren Beatty e Faye Dunaway, non proprio convinti in realtà, hanno annunciato la vittoria di La La Land. Festa per il cast e la produzione, tutti sul palco per festeggiare la vittoria, stavano già facendo i discorsi di ringraziamento quando uno dei produttori del film ha annunciato che c'era stato un errore, il vincitore in realtà era Moonlight. Momento di grande imbarazzo con Warren Beatty che si è scusato davanti a tutti dicendo di aver ricevuto la busta sbagliata. Cambio sul palco, giù cast e produzione di La La Land, su quelli di Moonlight.
Un momento imbarazzante per l'Academy che improvvisamente è sembrata una Miss Universo qualunque. Imbarazzante anche perché, in realtà, non è chiaro cosa sia successo, sembra strano che a ingannare i poveri Beatty e Dunaway sia stato uno scambio di buste, anche perché la busta incriminata che avrebbe tratto in errore i due attori sarebbe stata quella della migliore attrice... che però in quel momento era tra le mani della migliore attrice appena premiata. Insomma, non è chiaro, è stata annunciata un'indagine da parte della PriceWaterhouseCoopers, che da sempre si occupa delle votazioni, che si è dichiarata colpevole dell'accaduto. Comunque Moonlight ha vinto. In tutto il film di Barry Jenkins si è portato a casa tre statuette, miglior film, sceneggiatura originale, e migliore attore non protagonista a Mahershala Ali.

Il musical La La Land, con sei statuette è stato il film più premiato della serata, e si è portato a casa anche i premi per la migliore regia a Damien Chazelle, a 32 anni è il più giovane regista di sempre a ricevere questo Oscar, e quello come migliore attrice protagonista andato a Emma Stone.

Non c'era storia nella categoria migliore attrice non protagonista, a vincere, come da pronostico, è stata Viola Davis per Fences. Un po' di dubbio c'era nella categoria come migliore attore protagonista, la sfida era fra Denzel Washington (Fences) e Casey Affleck (Manchester by the Sea), e alla fine è stato proprio Affleck a portarsi a casa l'Oscar.

Due Oscar per la Disney, grazie alla Pixar per il corto Piper, e a Zootropolis, miglior film d'animazione. Miglior film straniero Il Cliente di Ashgar Farhadi, il regista iraniano era a causa del ban di Trump verso alcuni paesi islamici, il ban è stato sospeso ma la sua assenza è stato un segno di protesta.
Non ce l'ha fatta Fuocoammare tra i documentari, ma un po' d'Italia si è vista sul palco con la vittoria di Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini, insieme a Christopher Nelson, dell'Oscar per il miglior trucco per Suicide Squad.

Da segnalare un altro errore, una svista incredibile durante il tristissimo momento In Memoriam è stata ricordata la costumista Janet Patterson, scomparsa lo scorso anno, ma al posto della sua foto è stata messa quella della produttrice, e grande amica della Patterson, Jan Chapman, vivissima, che si è detta abbastanza sconvolta dall'accaduto.

Ecco tutti i premi della serata.

Miglior film: Moonlight di Barry Jenkins

Miglior regia: Damien Chazelle per La La Land

Miglior attrice protagonista: Emma Stone per La La Land

Miglior attore protagonista: Casey Affleck per Manchester by the Sea

Miglior attrice non protagonista: Viola Davis per Fences - Barriere

Miglior attore non protagonista: Mahershala Ali per Moonlight

Miglior sceneggiatura non originale: Moonlight

Miglior sceneggiatura originale: Manchester by The Sea

Miglior film d'animazione: Zootropolis

Miglior film straniero: Il cliente di Asghar Farhadi

Miglior fotografia: La La Land

Miglior scenografia: La La Land

Migliori costumi: Animali fantastici e dove trovarli

Miglior trucco: Suicide Squad

Miglior montaggio sonoro: Arrival

Miglior sonoro: La battaglia di Hacksaw Ridge

Miglior montaggio: La battaglia di Hacksaw Ridge

Migliori effetti speciali: Il libro della Giungla

Miglior colonna sonora: La La Land

Miglior canzone: "City of Stars", La La Land

Miglior cortometraggio: Sing

Miglior cortometraggio documentario: The White Helmets

Miglior corto di animazione: Piper

Miglior documentario: O.J.: Made in America

domenica 26 febbraio 2017

Razzie Awards 2017: i vincitori




Come ogni anno, prima degli Oscar, vengono premiati i peggiori film dell'anno. A fare incetta di premi è stato il docu-film Hillary's America:The Secret History of the Democratic Party, che si aggiudica ben 4 "statuette", seguito a ruota da Batman v Superman, vera grandissima delusione del 2016 che vede infatti "premiata" sceneggiatura e performance degli attori.
Di seguito la lista completa dei vincitori:




Peggior Film
Batman v Superman: Dawn of Justice 
Dirty Grandpa
Gods of Egypt
Hillary’s America: The Secret History of the Democratic Party
Independence Day: Resurgence 
Zoolander No. 2

Peggior Attore
Ben Affleck / Batman v Superman: Dawn of Justice  
Gerard Butler / Gods of Egypt & London Has Fallen
Henry Cavill / Batman v Superman: Dawn of Justice  
Robert  de Niro / Dirty Grandpa
Dinesh D’Souza [as Himself]  / Hillary’s America: The Secret History of the Democratic Party
Ben Stiller / Zoolander No. 2


Peggior Attrice
Megan Fox / Teenage Mutant Ninja Turtles: Out of the Shadows
Tyler Perry / BOO! A Medea Halloween
Julia Roberts / Mother’s Day 
Becky Turner [as Hillary Clinton] / Hillary’s America: The Secret History of the Democratic Party
Naomi Watts / Divergent Series: Allegiant & Shut-In
Shailene Woodley / Divergent Series: Allegiant 


Peggior Attrice Non Protagonista 
Julianne Hough / Dirty Grandpa 
Kate Hudson / Mother’s Day 
Aubrey Plaza / Dirty Grandpa 
Jane Seymour / Fifty Shades of Black
Sela Ward / Independence Day: Resurgence 
Kristen Wiig / Zoolander No. 2


Peggior Attore Non Protagonista
Nicolas Cage / Snowden
Johnny Depp / Alice Through the Looking Glass
Will Ferrell / Zoolander No. 2
Jesse Eisenberg / Batman v Superman: Dawn of Justice
Jared Leto / Suicide Squad
Owen Wilson / Zoolander No. 2


Ben Affleck & His BFF (Baddest Foe Forever) Henry Cavill / Batman v Superman: Dawn of Justice 
Any 2 Egyptian Gods or Mortals / Gods of Egypt
Johnny Depp & His Vomitously Vibrant Costume / Alice Through the Looking Glass
The Entire Cast of Once Respected Actors / Collateral Beauty 
Tyler Perry & That Same Old Worn Out Wig / BOO! A Medea Halloween
Ben Stiller and His BFF (Barely Funny Friend) Owen Wilson / Zoolander No. 2 



Peggior Regista
Dinesh D’Souza and Bruce Schooley / Hillary’s America: The Secret History of the Democratic Party
Roland Emmerich / Independence Day: Resurgence
Tyler Perry / BOO! A Medea Halloween 
Alex Proyas / Gods of Egypt 
Zack Snyder / Batman v Superman: Dawn of Justice  
Ben Stiller / Zoolander  No. 2


Peggior Prequel, Remake, Rip-Off o Sequel
Alice Through the Looking Glass
Batman v Superman: Dawn of Justice: Dawn of Justice  
Fifty Shades of Black
Independence Day: Resurgence
Teenage Mutant Ninja Turtles: Out of the Shadows
Zoolander No. 2


Peggior Sceneggiatura
Batman v Superman: Dawn of Justice   
Dirty Grandpa 
Gods of Egypt
Hillary’s America: The Secret History of the Democratic Party
Independence Day: Resurgence 
Suicide Squad

sabato 25 febbraio 2017

Frame Awards 2017 - ecco i vincitori!

Chiuse ieri in serata le votazioni per i Frame Awards 2017, nella categoria miglior film la lotta è stata abbastanza equilibrata ma alla fine a vincere è stato Captain Fantastic di Matt Ross!

Tre premi per Animali Notturni di Tom Ford, premiato nelle categorie migliore regia, migliore sceneggiatura non originale, e - in totale controtendenza con la stagione dei premi - Amy Adams è stata scelta come migliore attrice protagonista.

Tre premi anche per The Hateful Eight di Quentin Tarantino, miglior cast, sceneggiatura originale e colonna sonora, che va quindi a premiare il grandissimo Ennio Morricone.

Ex aequo nella categoria migliore attore protagonista, il ruolo di migliore dell'anno se lo dividono il premio Oscar Leonardo DiCaprio per The Revenant, e Viggo Mortensen per Captain Fantastic. Migliore attrice non protagonista Kate Winslet per Steve Jobs. Migliore attore non protagonista invece Tom Hardy per The Revenant.

Nella categoria miglior film d'animazione, un po' a sorpresa, Oceania batte tutti. Lo Chiamavano Jeeg Robot miglior film italiano.


Ecco l'elenco di tutti i premi.

Miglior Film: Captain Fantastic

Miglior Regia: Tom Ford, 'Animali Notturni'

Migliore Attore protagonista: Viggo Mortensen, 'Captain Fantastic'; Leonardo DiCaprio, 'The Revenant'

Migliore Attrice protagonista: Amy Adams, 'Animai Notturni'

Migliore Attore non protagonista: Tom Hardy, 'The Revenant'

Migliore Attrice non protagonista: Kate Winslet, 'Steve Jobs'

Miglior Cast: The Hateful Eight

Migliore sceneggiatura originale: The Hateful Eight

Migliore sceneggiatura non originale: Animali Notturni

Miglior Film Italiano: Lo Chiamavano Jeeg Robot

Miglior Film d'Animazione: Oceania

Migliori effetti Speciali: Doctor Strange

Miglior colonna sonora: The Hateful Eight

Miglior Trailer: Rogue One: A Star Wars Story

Migliore Locandina: Star Trek Beyond

-

Lo staff di Frame vi ringrazia per aver votato. Appuntamento al prossimo anno!

Trainspotting 2 - la recensione

Sono passati vent'anni da quanto Mark Renton è scappato col malloppo. Si è rifatto una vita, lontano da quel mondo che tanto lo aveva messo alla prova. Gli altri? Spud e Sick Boy tirano avanti come meglio possono e Begbie si comporta da Begbie, sebbene qualche capello bianco in più.
Venti anni dopo cosa stanno cercando? Chi vendetta, chi una degna conclusione e chi semplicemente la libertà.

Nell'epoca del remake, del sequel, del reboot, Danny Boyle non resta a guardare, decide di rispolverare la vecchia agenda, chiama a raccolta i quattro amici e decide di farli tornare a giocare.
Lo scetticismo, come in molti casi analoghi, è palpabile, ma questo film impiega pochissimi minuti per fare tirare il proverbiale sospiro di sollievo e partire in quarta, con una storia che, dovendo riprendere la propria narrazione dopo il finale del primo capitolo, non può che partire dai tradimenti e declinarli al meglio.
I ragazzi non sono più proprio ragazzi, sono invecchiati, vero, ma saranno anche cresciuti? La risposta, per nostra fortuna, è no, con Renton, Spud, Begbie e Sick Boy pronti a ricadere in un vortice di illegalità, immoralità e cattivo gusto, che non ha nulla da invidiare al primo capitolo.

Tra i due film passano ben 21 anni e si vede, soprattutto per quanto riguarda il signore dietro la macchina da presa. La maturità artistica di Danny Boyle ha preso il posto del talentuoso giovane che ha portato su schermo l'opera di Welsh la prima volta, sfornando un film girato con grandissima consapevolezza dei propri mezzi, permettendogli di omaggiare e rivivere i momenti più importanti del film del 1996 senza però perdere di vista l'importanza di un film che deve potersi reggere sulle proprie gambe, con una storia interessante ed avvincente, un ritmo forsennato ed una colonna sonora decisamente coinvolgente.
Ma non è tutto rose e fiori, in T2 non c'è spazio per tante cose, una su tutte, la nostalgia. Quella che muove l'intera macchina dei remake viene presa a calci, costantemente, per due ore. L'eroina stessa è solo un pretesto per rivivere quelli che, nel loro periodo erano bei tempi, ma ora, col senno maturato con l'età, ci si rende conto essere stati nient'altro che tempo perso.

Alcuni treni è giusto che si fermino alla prima stazione, altri, come quello di Trainspotting è giusto che proseguano fino alla successiva, perché hanno molto ancora da raccontare.


Marcello Banfi

giovedì 23 febbraio 2017

Jackie - la recensione

Presentato a Festival di Venezia 2016, e candidato a tre premi Oscar, tra cui migliore attrice, Jackie di Pablo Larraín racconta, tra realtà e finzione, uno dei personaggi più iconici del '900 nel suo momento di massimo dolore.

E' il 1963, sono passati cinque giorni dall'omicidio del presidente Kennedy, l'ex first Lady, Jacqueline Kennedy riceve in casa un giornalista di Life per raccontare i quattro giorni precedenti: gli spari, la morte del marito, il lutto, il funerale, l'uscita dalla Casa Bianca.

Il regista cileno Pablo Larraín ricostruisce quei giorni senza seguire una linea temporale precisa, con i continui flashback crea un puzzle che si avvicina molto al modo in cui ricordiamo gli eventi passati, estrapolando momenti in modo irregolare ed emozionale. L'omicidio di JFK è senza dubbio un momento che ha segnato la Storia, così come il suo funerale, cioè quando l'attenzione del mondo si è spostata sulla figura che è sempre stata al fianco del presidente, quella di Jacqueline Kennedy, first lady amata e ammirata ma anche contestata perché ritenuta spesso frivola e superficiale. Ricostruendo e immaginando, perché ovviamente la maggior parte di quello che è successo nella Casa Bianca in quei quattro giorni non è mai stato rivelato, Larraín sfugge alla classica idea del biopic e ci regala l'immagine di una donna shockata dalla morte violenta del marito, gravata dal lutto e dal dolore, persa per il futuro che l'aspetta, e allo stesso tempo pratica e a volte anche dura nelle decisioni che, per forza, deve prendere.

Al centro, cuore e anima del film, c'è una straordinaria Natalie Portman. L'attrice è presente in tutte le scene (tranne una), Larraín le fornisce lo spazio, il contorno, fatto di stanze eleganti e illuminate o di esterni grigi e tristi, e lei si muove all'interno di questi spazi catalizzando tutta l'attenzione su di sé, esattamente come nel film la sua Jackie catalizza l'attenzione di chi le sta intorno. Il regista la segue e la riprende in scene lunghe con primi piani strettissimi, quasi a voler entrare nelle emozioni di Jackie, e Natalie Portman risponde con una interpretazione toccante, intensa e misurata, capace di trasmettere il peso del dolore che improvvisamente è piombato addosso al suo personaggio, la grande dignità di una donna che vede il suo "regno", la sua "Camelot", sul punto di svanire, e la forza, che a volte sembra quasi fuori luogo, con cui decide di lasciare un ricordo indelebile del presidente JFK organizzando un funerale indimenticabile. Grandissimo lavoro di immedesimazione della Portman che, pur non somigliando molto fisicamente a Jacqueline Kennedy, riesce ad interpretarla con il portamento, i movimenti, e soprattutto attraverso l'accento e la voce, che cambia tono tra pubblico e privato, motivo per cui il film andrebbe visto in lingua originale.
L'interpretazione della Portman riesce a far passare in secondo piano l'ottimo cast di contorno, Greta Gerwig, Billy Crudup, il compianto John Hurt, alla sua ultima interpretazione, e Peter Sarsgaard, nel ruolo un po' ambiguo di Robert Kennedy.

Suggestivo, potente, stilisticamente perfetto, interpretato in modo magistrale, Jackie è un bellissimo film.

Fences - Barriere - la recensione

Denzel Washington torna alla regia e porta al cinema Fences - Barriere, tratto dall'omonima pièce teatrale di August Wilson del 1987 con cui vinse il premio Pulitzer.

Pittsburgh, anni '50, Troy Maxson è un'ex promessa del baseball che ha visto la propria carriera finire nel nulla, e che ora fa il netturbino, in polemica con la direzione perché i neri svuotano i secchi mentre i bianchi guidano il camion. Troy è un chiacchierone, gli piace raccontare storie, parlare di se stesso quasi in modo allegorico, dell'amore che prova per sua moglie, anche se in realtà nasconde dei segreti pesanti, è molto duro con i figli che non sono come lui avrebbe voluto: il più grande non lavora perché vuole fare il musicista, il più piccolo è una giovane promessa del football ma Troy non ne vuole nemmeno sentir parlare, tarpando le ali ai suoi sogni. Mentre costruisce lo steccato (Fences, appunto) nel piccolo giardino dietro casa, Troy chiude se stesso dentro, lasciando fuori non solo un mondo che, anche se molto lentamente, sta cambiando, ma anche la sua famiglia.

Teatro al cinema, non sempre funziona, in questo caso funziona abbastanza. Fences - Barriere è un film pieno di parole e pieno di dolore e risentimento. Troy non cerca di piacere al pubblico, è un personaggio tragico, figlio di una generazione che ha vissuto discriminazione e violenza, sia dalla società che in famiglia, sulla propria pelle e che si è formato e indurito a causa di quella discriminazione, fino a diventare chiuso, rabbioso, pieno di umane contraddizioni, a volte distruttive.
Il film è fatto di scambi verbali e monologhi molto lunghi, Denzel Washington riesce ad usare abbastanza bene gli spazi ristretti, soprattutto quelli del piccolo giardino, riducendo un po' (ma non del tutto) l'effetto statico del "teatro al cinema". Una staticità che però in alcuni momenti si avverte soprattutto a causa della durata del film, due ore e un quarto circa, un po' troppe.

Denzel Washington ha già interpretato il ruolo di Troy Maxson a teatro, vincendo il Tony Awards nel 2010, e la confidenza col personaggio è evidente, riempie la scena con la sua presenza e con il suo parlare, quasi un'incontinenza verbale che sovrasta gli altri personaggi, ogni tanto eccede andando sopra le righe ma creando allo stesso tempo un contrasto tra esuberanza e durezza che risulta funzionale al personaggio. Una interpretazione che viene quasi oscurata da quella davvero straordinaria di Viola Davis, anche lei già protagonista a teatro accanto a Washington, e vincitrice del Tony Awards. L'attrice, molto più misurata rispetto a Washington, è il vero cuore pulsante del film, riesce a trasmettere una forza, una dignità e un'umanità che passano attraverso lo schermo ed emozionano lo spettatore. Il ruolo potrebbe portarle (finalmente) l'Oscar, e non premiarla sarebbe davvero un delitto.

Fences - Barriere è un film serio, sociale, che trova della vera calda emozione solo nel finale grazie ai personaggi secondari. Merita di essere visto almeno una volta, possibilmente in lingua originale, perché il modo di parlare di Troy, l'accento "black", le espressioni usate, sono parte integrante del personaggio.

martedì 21 febbraio 2017

David di Donatello 2017 - le nomination

Sono state rese note poco fa le nomination ai David di Donatello 2017.

A ricevere il maggior numero di candidature sono stati Paolo Virzì con La Pazza Gioia e il film Indivisibili di Edoardo De Angelis, sono ben 17 le nomination ottenute. Segue, con 16, Veloce come il Vento di Matteo Rovere.

Novità con l'aggiunta di una categoria, migliore sceneggiatura adattata.

La cerimonia di premiazione si terrà il 27 marzo, non più sulla Rai ma su Sky Cinema, Sky Uno, Sky TG24, Sky Arte e in chiaro su TV8.

Ecco l'elenco di tutte le nomination.

MIGLIOR FILM
Fai bei sogni, di Marco Bellocchio
Fiore, di Claudio Giovannesi
Indivisibili, di Edoardo De Angelis
La pazza gioia, di di Paolo Virzì
Veloce come il vento, per la regia di Matteo Rovere

MIGLIORE REGISTA
Marco Bellocchio, per Fai bei sogni
Claudio Giovannesi, per Fiore
Edoardo De Angelis, per Indivisibili
Paolo Virzì, per La pazza gioia
Matteo Rovere, per Veloce come il vento

MIGLIORE REGISTA ESORDIENTE
Michele Vannucci, per Il più grande sogno
Marco Danieli, per La ragazza del mondo
Marco Segato, per La pelle dell'orso
Fabio Guaglione, Fabio Resinaro, per Mine
Lorenzo Corvino, per WAX: We are the X

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
Daphne Scoccia (Fiore)
Angela e Marianna Fontana (Indivisibili)
Valeria Bruni Tedeschi (La pazza gioia)
Micaela Ramazzotti (La pazza gioia)
Matilda De Angelis (Veloce come il vento)

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
Valerio Mastandrea (Fai bei sogni)
Michele Riondino (La ragazza del mondo)
Sergio Rubini (La stoffa dei sogni)
Toni Servillo (Le confessioni)
Stefano Accorsi (Veloce come il vento)

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Antonia Truppo, per Indivisibili
Valentina Carnelutti (La pazza gioia)
Valeria Golino (La vita possibile)
Michela Cescon (Piuma)
Roberta Mattei (Veloce come il vento)

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Valerio Mastandrea (Fiore)
Massimiliano Rossi (Indivisibili)
Ennio Fantastichini (La stoffa dei sogni)
Pierfrancesco Favino (Le confessioni)
Roberto De Francesco (Le ultime cose)

MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE
Fiore
In guerra per amore
Indivisibili
La pazza gioia
Le confessioni
Veloce come il vento

MIGLIORE SCENEGGIATURA ADATTATA (Il Premio David di Donatello da quest'anno è riconosciuto anche alla miglior sceneggiatura adattata oltre che alla migliore sceneggiatura originale.)
Era d'estate
Fai bei sogni
La stoffa dei sogni
Naples '44
Pericle il nero
Un paese quasi perfetto

MIGLIORE PRODUTTORE
Cristiano Bortone, Bart Van Langendonck, Peter Bouckaert, Gong Ming Cai, Natacha Devillers, per Caffè
Pupkin Production e IBC Movie con Rai Cinema, per Fiore
Attilio De Razza, Pierpaolo Verga, per Indivisibili
Marco Belardi per Lotus Production (una società di Leone Film Group) – in collaborazione con Rai Cinema, per La pazza gioia
Angelo Barbagallo per Bibi Film con Rai Cinema, per Le confessioni
Domenico Procacci con Rai Cinema, per Veloce come il vento

MIGLIOR AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
Daniele Ciprì, per Fai bei sogni
Ferran Paredes Rubio, per Indivisibili
Vladan Radovic, per La pazza gioia
Maurizio Calvesi, per Le confessioni
Michele D'Attanasio, per Veloce come il vento

MIGLIORE MUSICISTA
Carlo Crivelli, per Fai bei sogni
Enzo Avitabile, per Indivisibili
Carlo Virzì, per La pazza gioia
Franco Piersanti, per La stoffa dei sogni
Andrea Farri, per Veloce come il vento

MIGLIOR CANZONE ORIGINALE
"I CAN SEE THE STARS", musica e testi di Fabrizio Campanelli, interpretata da Leonardo Cecchi, Eleonora Gaggero, Beatrice Vendramin, per Come diventare grandi nonostante i genitori
"ABBI PIETÀ DI NOI", per Indivisibili, musica, testi di Enzo Avitabile, interpretata da Enzo Avitabile, Angela e Marianna Fontana, per Indivisibili
"L'ESTATE ADDOSSO", musica di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, Christian Rrigano e Riccardo Onori, testi di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti e Vasco Brondi, interpretata da Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, per L'estate addosso
"PO POPPOROPPÒ", musica e testi di Carlo Virzì, interpretata dai pazienti di Villa Biondi, per La pazza gioia
"SEVENTEEN", musica di Andrea Farri, testi di Lara Martelli, interpretata da Matilda De Angelis, per Veloce come il vento

MIGLIORE SCENOGRAFO
Marcello Di Carlo (In guerra per amore)
Carmine Guarino (Indivisibili)
Marco Dentici (Fai bei sogni)
Tonino Zero (La pazza gioia)
Livia Borgognoni (La stoffa dei sogni)

MIGLIORE COSTUMISTA
Cristiana Ricceri, per In guerra per amore
Massimo Cantini Parrini, per Indivisibili
Catia Dottori, per La pazza gioia
Beatrice Giannini, Elisabetta Antico, per La stoffa dei sogni
Cristina Laparola, per Veloce come il vento

MIGLIOR TRUCCATORE
Gino Tamagnini, per Fai bei sogni
Maurizio Fazzini, per In guerra per amore
Valentina Iannuccilli, per Indivisibili
Esmé Sciaroni, per La pazza gioia
Silvia Beltrani, per La stoffa dei sogni
Luca Mazzoccoli, per Veloce come il vento

MIGLIOR ACCONCIATORE
Mauro Tamagnini, per Fai bei sogni
Massimiliano Gelo, per In guerra per amore
Vincenzo Cormaci, per Indivisibili
Daniela Tartari, per La pazza gioia
Alessio Pompei, per Veloce come il vento

MIGLIORE MONTATORE
Consuelo Catucci, per 7 minuti
Chiara Griziotti, per Indivisibili
Cecilia Zanuso, per La pazza gioia
Alessio Doglione, per La stoffa dei sogni
Gianni Vezzosi, per Veloce come il vento

MIGLIOR SUONO
Presa diretta: Gaetano Carito - Microfonista: Pierpaolo Lorenzo - Montaggio: Lilio Rosato – Creazione suoni: New Digital Sound – Mix: Roberto Cappanelli, per Fai bei sogni
Presa diretta: Valentino GIANNÌ – Microfonista: Fabio Conca – Montaggio: Omar Abouzaid e Sandro Rossi – Creazione suoni: Lilio Rosato – Mix: Francesco Cucinelli, per Indivisibili
Presa diretta: Alessandro Bianchi – Microfonista: Luca Novelli – Montaggio: Daniela Bassani – Creazione suoni: Fabrizio Quadroli – Mix: Gianni Pallotto c/o SOUND DESIGN, per La pazza gioia
Presa diretta: Filippo Porcari – Microfonista: Federica Ripani – Montaggio: Claudio Spinelli – Creazione suoni: Marco Marinelli – Mix: Massimo Marinelli, per La stoffa dei sogni
Presa diretta: Angelo Bonanni – Microfonista: Diego De Santis – Montaggio e Creazione suoni: Mirko PERRI – Mix: Michele Mazzucco, per Veloce come il vento

MIGLIORI EFFETTI DIGITALI
Chromatica, per In guerra per amore
Makinarium, per Indivisibili
Mercurio Domina, Far Forward, Fast Forward, per Mine
Canecane, Inlusion, per Ustica
Artea Film & Rain Rebel Alliance International Network, per Veloce come il vento

MIGLIOR DOCUMENTARIO
60 - Ieri, oggi, domani, di Giorgio Treves
Acqua e zucchero: Carlo Di Palma, i colori della vita, di Fariborz Kamkari
Crazy for football, di Volfango De Biasi
Liberami, di Federica Di Giacomo
Magic Island, di Marco Amenta

MIGLIOR FILM DELL'UNIONE EUROPEA
Florence, di Stephen Frears
Io, Daniel Blake, di Ken Loach
Julieta, di Pedro Almodovar
Sing Street, di John Carney
Truman - Un vero amico è per sempre, di Cesc Gay

MIGLIOR FILM STRANIERO
Animali notturni, di Tom Ford
Captain Fantastic, di Matt Ross
Lion, di Garth Davis
Paterson, di Jim Jarmusch
Sully, di Clint Eastwood

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
A casa mia, di Mario Piredda
Ego, di Lorenza Indovina
Mostri, di Adriano Giotti Simposio suino in re minore, di Francesco Filippini
Viola, Franca, di Marta Savina
Il miglior cortometraggio Premio David di Donatello 2017 è: A CASA MIA di Mario Piredda

DAVID GIOVANI
Michele Placido, per 7 minuti
Pierfrancesco Diliberto, per In guerra per amore
Gabriele Muccino, per L'estate addosso
Paolo Virzì, per La pazza gioia
Roan Johnson, per Piuma

martedì 14 febbraio 2017

San Valentino: 5 film da rivedere per la festa degli innamorati

San Valentino, momento da passare con il proprio innamorato o semplicemente una giornata per celebrare l'amore in tutte le sue forme.
E quale modo migliore per passare una serata romantica se non guardare un bel film?
Ecco 5 titoli che vi faranno sospirare d'amore.

Paura d'amare (di Garry Marshall)

Con i grandissimi Al Pacino e Michelle Pfeiffer e tratto da una piece teatrale, è la più classica delle storie d'amore, ma riesce a essere estremamente realistica.
Romantico, appassionante e divertente, è perfetto per il giorno degli innamorati!

Moonrise Kingdom (di Wes Anderson)

Con il suo stile caratteristico, Wes Anderson racconta la storia tenera e delicata fra due ragazzini, il tutto immerso in un paesaggio fatto di personaggi secondari indimenticabili, colori pastello e una tempesta. Un film che riesce a essere allo stesso tempo assurdo e romantico.

Colazione da Tiffany (di Blake Edwards)

Uno dei capostipite di tutte le commedie romantiche, un classico intramontabile, con una meravigliosa Audrey Hepburn e una colonna sonora che è ancora oggi storia del Cinema e non solo. 
Il primo di una lunghissima serie di appassionati baci sotto la pioggia.

Eternal Sunshine of the Spotless Mind (di Michel Gondry)

La storia d'amore fra Clementine e Joel è non convenzionale e non lineare, un viaggio fra i ricordi e nella mente del protagonista per ripercorrere i momenti più belli, ma anche i più brutti, di una relazione. Poetico e onirico, un vero instant cult.


Weekend (di Andrew Haigh)

Glen e Russell si incontrano per caso e la notte che passano insieme diventa presto un intero weekend, in cui i due, molto diversi per esperienze e carattere, condividono ben più di un rapporto fisico. Un'intera storia d'amore concentrata in un unico weekend, un film che fa dell'intimità, sia fisica che mentale, il punto focale dell'intera relazione. Una delle storie più romantiche degli ultimi anni.

lunedì 13 febbraio 2017

'La La Land' trionfa anche ai BAFTA 2017. Ecco tutti i vincitori.

Sono stati assegnati ieri sera i BAFTA 2017, gli "Oscar inglesi", assegnati dalla British Adacemy of Film and Television Arts.

Nuovo trionfo per il musical La La Land, che si porta a casa 5 premi, tra cui miglior film, regista (Damien Chazelle) e attrice protagonista a Emma Stone, che ormai sembra avere l'Oscar in tasca, così come Viola Davis, che si conferma migliore attrice non protagonista per il film Fences - Barriere.

Come migliore attore ha vinto Casey Affleck (Manchester by the Sea), migliore attore non protagonista invece Dev Patel per Lion. I BAFTA in realtà non sono molto indicativi in chiave Oscar, Casey Affleck e Dev Patel quindi non "guadagnano punti" in attesa degli Academy Awards.

Durante la cerimonia è stato anche consegnato un premio alla carriera al grande Mel Brooks.

Ecco tutti i premi.

MIGLIOR FILM: La La Land

MIGLIOR FILM INGLESE: I Daniel Blake

MIGLIOR REGISTA: Damien Chazelle – La La Land

MIGLIOR ATTORE: Casey Affleck – Manchester By The Sea

MIGLIORE ATTRICE: Emma Stone – La La Land

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA: Dev Patel – Lion

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA: Viola Davis – Fences

MIGLIOR SCENEGGIATURA ADATTATA: Lion

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE: Manchester By The Sea

MIGLIOR DEBUTTO PER UN REGISTA INGLESE: Babak Anvari, Emily Leo, Oliver Roskill, Lucan Toh – Under The Shadow

MIGLIOR FILM NON IN LINGUA INGLESE: Son Of Saul

MIGLIOR DOCUMENTARIO: 13th

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE: Kubo & The Two Strings

MIGLIOR FOTOGRAFIA: La La Land

MIGLIOR MONTAGGIO: Hacksaw Ridge

MIGLIOR TRUCCO E PARRUCCO: Florence Foster Jenkins

MIGLIORI COSTUMI: Jackie

MIGLIORI SCENOGRAFIE: Fantastic Beasts And Where To Find Them

MIGLIORI EFFETTI VISIVI: The Jungle Book

MIGLIOR COLONNA SONORA: La La Land

MIGLIOR SONORO: Arrival

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO INGLESE: Home

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO ANIMATO INGLESE: A Love Story

EE RISING STAR AWARD: Tom Holland

Frame Awards 2017: le nomination

Dopo i Golden Globe, dopo i SAG, dopo i Bafta, e prima degli Oscar, è arrivato il momento dei Frame Awards 2017.

Come ogni anno lo staff di Frame si riunisce per formulare delle nomination che possano riassumere al meglio l'anno cinematografico appena concluso. Anche questa volta non è stato affatto facile, il 2016 è stato un anno davvero pieno di grandi film, sia blockbuster che piccoli gioielli a volte passati quasi inosservati.

Ricordiamo che i film presi in considerazione sono quelli usciti in Italia dal 1 gennaio al 31 dicembre 2016. E ora lasciamo che sia il popolo di cinefili a scegliere i migliori.

Frame



Miglior Film
pollcode.com free polls


Miglior Film Italiano
pollcode.com free polls


Miglior Regia
pollcode.com free polls


Miglior Cast
pollcode.com free polls


Miglior Attore Protagonista
pollcode.com free polls


Miglior Attrice Protagonista
pollcode.com free polls


Miglior Attore NON Protagonista
pollcode.com free polls


Miglior Attrice NON Protagonista
pollcode.com free polls


Miglior Sceneggiatura Originale
pollcode.com free polls


Miglior Sceneggiatura NON Originale
pollcode.com free polls


Miglior Effetti Speciali
pollcode.com free polls


Miglior Film d'Animazione
pollcode.com free polls


Miglior Colonna Sonora
pollcode.com free polls




sabato 11 febbraio 2017

The LEGO Batman Movie - la recensione


Nel 2014 i registi Lord e Miller portavano nelle sale quello che è sicuramente uno dei film di animazione più originali di tutti i tempi: The LEGO Movie, un film che sapeva sapientemente unire una trama tutto sommato semplice, sulla rivalsa dell'uomo comune, quello da cui nessuno si aspetta mai nulla, con un impianto citazionistico e una sceneggiatura brillante come poche. Tra i maggiori pregi di quel film vi erano una serie di personaggi memorabili e fra questi sicuramente Batman si era impresso nei cuori degli spettatori per genialità. La nascita di uno spin off a lui interamente dedicato, quindi, sembra seguire il naturale corso degli eventi, in questa epoca di estrema serializzazione cinematografica, e la paura di trovarsi di fronte a un film non all'altezza era tanta. Alla regia, questa volta, c'è Chris McKay e alla sceneggiatura Seth Grahame-Smith, ma fondamentalmente il team produttivo è sempre lo stesso del primo film e infatti lo stile della pellicola non si discosta di molto da quello visto tre anni fa.
Batman è un personaggio esagerato, arrogante, enormemente pieno di sé, ma allo stesso tempo insicuro a causa della tragedia della morte dei suoi genitori, e molto solo, fatta eccezione del fido Alfred che, praticamente, gli fa da padre. Tutto cambia quando il vecchio commissario Gordon va in pensione e al suo posto subentra sua figlia Barbara, giovane e intraprendente poliziotta decisa a eliminare a tutti i costi la criminalità da Gotham. A complicare ulteriormente la vita di Batman c'è il bambino che inavvertitamente ha adottato, non troppo intelligente e convinto che sia Batman che Bruce Wayne siano i suoi genitori adottivi. La differenza principale rispetto al precedente The LEGO Movie è nella non coralità della storia, incentrata maggiormente sul personaggio principale e sul suo percorso personale verso una comprensione più profonda del significato di amore, famiglia e amicizia. Rimane intatto, invece, lo spirito brillante, impossibile contare tutti i riferimenti e le citazioni alla cultura pop e in particolare alle precedenti incarnazioni del personaggio, con un paio di frecciatine particolarmente divertenti proprio agli ultimi film della DC. Sorprendono positivamente le scene d'azione, molto lunghe, divertenti e adrenaliniche, uniscono eroi e villain (non solo fumettistici) in un'unica imponente battaglia finale davvero ben fatta. Si ride moltissimo, ma c'è spazio anche all'approfondimento psicologico, in particolare del personaggio di Batman, della sua relazione con Alfred, Barbara e soprattutto il giovane Robin, senza dimenticare il peculiare ed esilarante rapporto con il Joker, super cattivo della storia. Fantastica la colonna sonora, che non si limita ad accompagnare le immagini ma che, come accadeva anche il The LEGO Movie, diventa meta cinematografica e irresistibile tormentone.
Bisogna infine fare un applauso a Claudio Santamaria, tornato a dare la voce al personaggio dopo averlo fatto sia nella trilogia del Cavaliere Oscuro diretto da Nolan, sia nella pellicola di Lord e Miller. In generale il doppiaggio è veramente ottimo, unica pecca la scelta di Geppi Cucciari come voce di Barbara Gordon, probabilmente era preferibile usare qualcuno dall'accento meno marcato perché la sensazione è a volte molto straniante. Pur con le differenze dovute al dover raccontare una storia incentrata su di un unico personaggio iconico, The LEGO Batman Movie continua sulla strada aperta dal suo predecessore, regalando quasi due ore in cui si ride fino alle lacrime e si assiste anche a una bella storia. Non da poco.

mercoledì 1 febbraio 2017

La Battaglia di Hacksaw Ridge - la recensione

Mel Gibson torna alla regia per raccontare una storia vera di guerra e coraggio, ritrovando molti dei temi tipici del suo cinema.

Desmond Doss è un giovane cresciuto tra i boschi e le montagne della Virginia, in una famiglia segnata da un padre reduce di guerra, violento con moglie e figli e vittima del suo passato. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, decide di arruolarsi ma con la ferma convinzione di non voler rinunciare al suo credo. Desmond è un cristiano avventista (una forma "estrema" di cristianesimo) e obiettore di coscienza che rifiuta violenza e uso delle armi. Durante l'addestramento, Desmond rifiuta anche solo di toccare il fucile. La sua posizione viene subito mal vista sia dai suoi compagni, che lo accusano di vigliaccheria, che dai suoi superiori.
Arruolato come medico, Desmond viene spedito insieme al suo battaglione sull'isola di Okinawa, dove l'esercito americano è impegnato in uno scontro tra i più sanguinosi della Seconda Guerra Mondiale. Su quel campo di battaglia, il soldato Doss corre da una buca all'altra alla ricerca di compagni feriti, e quando le truppe si ritirano perché sopraffatte dai giapponesi, rimane a soccorrere i compagni. Decine quelli portati in salvo, senza mai sparare un solo colpo. Così Desmond Doss è diventato il primo obiettore di coscienza a ricevere la medaglia d'onore.

Quella di Desmond Doss è una storia di straordinario coraggio, una di quelle storie incredibili che è giusto conoscere e su cui prima o poi qualcuno ci fa un film. Quel qualcuno, in questo caso, è Mel Gibson. Una storia che ha offerto all'attore e regista la possibilità di affrontare i suoi temi preferiti, religione e violenza, qui portati all'estremo contrasto nell'immagine di un ragazzo che, aggrappandosi in modo totale alla religione e al proprio credo (con cui, va detto, a volte è difficile concordare), rifiuta di combattere ma decide comunque di immergersi nella violenza per salvare delle vite.
Mel Gibson, che è un bravissimo regista e su questo non ci sono dubbi, ha già dimostrato di non essere uno che ama le mezze misure quando si parla di mostrare scene violente ed esplicite, basta vedere The Passion o Apocalypto per rendersene conto, ma a differenza del passato in Hacksaw Ridge ha saputo trattenersi (un po'). Il film è comunque pieno di violenza, le scene di guerra sono dure, coinvolgenti, ben dirette, spettacolari e senza fronzoli inutili, ma c'è meno "morbosità" nel modo in cui il regista le mostra.
Il difetto più grande del film probabilmente è la mancanza di "contrappeso" nella storia quando si parla della Storia, quella vera e propria, della Seconda Guerra Mondiale. Nel film c'è un solo punto di vista, quello delle truppe americane, mentre i giapponesi sono solo i cattivi, il nemico, degli spietati soldati, nessuna sfumatura o apertura "alla Clint Eastwood".

Protagonista del film è Andrew Garfield, molto bravo, intenso nella sua interpretazione, calato anima e corpo nonostante un personaggio che non sembra - fisicamente proprio - molto adatto a lui. Buono il cast di supporto, in particolare il sempre bravo Hugo Weaving, mentre spiazza un po' vedere Vince Vaughn in un ruolo "alla sergente Hartman", ma alla fine anche lui fa il suo.

Hacksaw Ridge non è un film particolarmente originale, a parte farci conoscere la storia straordinaria di Desmond Doss non racconta niente di nuovo sulla Seconda Guerra Mondiale, niente che non abbiamo già visto in altri film. Il film di Gibson comunque è un ottimo film di guerra, abbastanza classico del genere, ben diretto e ben interpretato.