domenica 31 ottobre 2021

The Last Duel - la recensione

Nella Francia feudale del 1386, il cavaliere Jean De Carrouges (Matt Damon) e lo scudiero Jacques Le Gris (Adam Driver) si sfidarono a un duello all'ultimo sangue a causa di una donna, Marguerite de Carrouges (Jodie Comer), moglie di De Carrouges che accusò Le Gris di stupro. Questo fu l'ultimo dei cosiddetti "Duelli di Dio" autorizzati dal Re di Francia, duelli in cui la colpevolezza e l'innocenza veniva decisa dalla volontà di Dio attraverso il duello all'ultimo sangue.

Ridley Scott prende questa vicenda storica e il romanzo che la racconta, The Last Duel scritto da Eric Jager, e ne fa una trasposizione perfettamente moderna per messa in scena e soprattutto per il modo in cui decide di mettere al centro della vicenda non tanto il duello che dà il titolo al film, quanto la violenza sulle donne, trattando il tutto con grandissima efficacia e senza retorica spicciola.

Come fece Kurosawa nel suo capolavoro Rashomon, la storia è raccontata dai tre punti di vista differenti dei tre protagonisti, ognuno dei quali con sfumature diverse sugli stessi eventi che riflettono le percezioni e i ricordi del soggetto. In una specie di gioco di specchi, in cui rivediamo la stessa scena dagli occhi prima del personaggio di De Carrouges e poi di Le Gris, arriviamo a chiederci quale sia effettivamente la verità, se Marguerite sia un angelo del focolare o una donna ammaliante, se De Carrouges sia un valoroso costantemente sottovalutato da tutti o un borioso e grezzo ignorante, se Le Gris sia un arrivista approfittatore o un brillante contabile con il gusto per la vita. È a questo punto che Scott però fa un salto ulteriore rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare e ci offre il terzo punto di vista, quello della vittima, di Marguerite, dicendoci che la verità esiste ed è una sola, quella della vittima, quella di chi la violenza l'ha subita e la cui voce sembra essere messa in secondo piano rispetto all'orgoglio e all'ego dei due uomini. Se per suo marito o per il suo assalitore lei non è altro che un oggetto, che sia esso l'oggetto da difendere per ripulire l'onore oltraggiato o l'oggetto del desiderio di un amore ossessivo e malato, quando guardiamo la vicenda dagli occhi di Marguerite vediamo finalmente una donna a tutto tondo, con le due fragilità, le sue forze, i pregi e i difetti, e soprattutto vediamo finalmente il suo trauma e come ciò che le è successo influisce sulla sua vita. La sua, non quella degli uomini che la circondano.

Dal punto di vista tecnico non si piìuò che lodare la ricostruzione storica, dai costumi agli scenari, fino alla splendida riproposizione delle scene di battaglia, con uno dei più bei duelli uno contro uno che si siano mai visti al cinema. Anche la colonna sonora è splendida e riesce a essere sempre perfetta nell'accompagnare sia le scene più epiche che quelle più intime, con quelle note che richiamano più volte le melodie medievali a farla da padrone.

Ma se il film è così riuscito, oltre alla bellezza di regia e fotografia, il merito va soprattutto al trio protagonista. Se Matt Damon dà il meglio di sè con questo volto rovinato e quasi impettito, e Adam Driver giganteggia letteralmente con in'interpretazione fascinosa e allo stesso tempo raccapricciante, è sicuramente Jodie Comer a brillare più di tutti, infondendo alla sua Marguerite un'umanità fragile e granitica allo stesso tempo.

Dal post meToo in poi sono stati tantissimi i film che hanno cercato di dire la loro sull'argomento, ma davvero pochi film hanno centrato il tema come questa ultima fatica di Ridley Scott, e quasi nessuno lo ha fatto con una tale efficacia narrativa.

mercoledì 20 ottobre 2021

[RomaFF16] Cyrano - la recensione

Dopo La donna alla finestra, film sicuramente non brutto ma non del tutto riuscito, torna Joe Wright e torna all'adattamento di un classico della letteratura, tipologia di film che lo aveva reso grande con Orgoglio e pregiudizio prima e, soprattutto, Espiazione dopo.

 
Joe Wright decide di portare sullo schermo non solo il Cyrano de Bergerac, capolavoro di Edmond Rostand, ma di adattare il musical di Broadway scritto da Erica Schmidt. E non è solo Schmidt a tornare per questo adattamento, ma anche il suo protagonista, quel Peter Dinklage ormai lanciatissimo nel firmamento dei migliori attori di Hollywood, e che ancora una volta dimostra come, nonostante le apparenze, in scena giganteggi.

Il primo cambiamento che salta all'occhio, infatti, rispetto all'opera originale di Rostand, è proprio il protagonista: non più gravato da un naso inverosimilmente lungo, Cyrano ha invece l'evidente fisicità di Dinklage, un handicap che lo spettatore spesso tende a dimenticare rapiti dal fascino e dalla presenza scenica dell'attore americano. Altro grande cambiamento apportato da Wright è la location, non più la Francia del Seicento, ma la Sicilia, perfetta e fiabesca come non mai. A questa atmosfera contribuiscono gli splendidi costumi di Massimo Cantini Parrini, già nominato all'Oscar per il Pinocchio di Garrone.
Ma siamo davanti ad un musical, come sono le musiche? A tratti meravigliose, a tratti meno, ma quello che salta all'occhio, anzi all'orecchio, è il modo in cui non sono mai invadenti o sovrastanti rispetto alla storia, e si riescono ad inserire in maniera fluida nello scorrere della pellicola, regalando anche alcuni momenti di grandissimo Cinema in cui scenografia, musica e regia si uniscono perfettamente.

Ottima la prova di tutto il cast. Peter Dinklage, come detto, giganteggia, riesce a essere intenso, duro, credibile sia nel recitare che nel cantare, mai per un momento si dubita di lui e mai per un momento si smette di essere rapiti dalla sua performance. Come contraltare Haley Bennett è perfetta come Roxanne, angelica in alcuni momenti, molto sensuale in altri. Spicca anche un fantastico Ben Mendelshon nel ruolo del villain, in particolare in un duetto con Dinklage difficile dimenticare. Ne esce un po' sconfitto invece Kelvin Harrison Jr., a tratti forse schiacciato dal carisma di Dinklage, non indimenticabile, ed è un peccato che si parli di lui quasi esclusivamente per il colore della sua pelle. 

Magico, romantico, travolgente e sensuale, il Cyrano di Joe Wright riporta il regista inglese ai suoi fasti di un tempo, grazie a una messa in scena perfetta e a un protagonista che è ormai una vera certezza.

mercoledì 6 ottobre 2021

Festa del Cinema di Roma 2021 - il programma

Si è svolta oggi la presentazione del programma della Festa del Cinema di Roma 2021, con il Direttore Artistico Antonio Monda e la Presidente della Fondazione Cinema per Roma Laura Delli Colli che hanno illustrato un programma molto vario, che spazia da film d'autore a cinecomic, confermando un'anima... pop.

Ad aprire e chiudere saranno due film molto attesi, annunciati nei giorni scorsi, il film d'apertura sarà The Eyes of Tammy Faye, con Jessica Chastain e Andrew Garfield, mentre la festa chiuderà davvero con il botto, con la presentazione di Eternals, nuovo film della Marvel diretto dal premio Oscar Chloe Zhao, e con un cast eccezionale, in cui troviamo Angelina Jolie, Salma Hayek, Gemma Chan, Richard Madden, e Kit Harington.
Nel mezzo, tanti titoli interessanti, come C'Mon C'Mon, con Joaquin Phoenix, Cyrano di Joe Wright con Peter Dinklage, per gli amanti del calcio sarà presentato I Am Zlatan, il film su Ibrahimovic. E ancora il nuovo film di Zhang Yimou, One Second, e il primo da regista per Rebecca Hall, Passing, con Tessa Thompson e Ruth Negga protagoniste.

Sarà presentato anche, in collaborazione con la sezione parallela e autonoma Alice nella Città, anche il nuovo film di Kenneth Branagh, Belfast, ispirato all'infanzia del regista. Tra gli Eventi Speciali, la serie Vita da Carlo, di Carlo Verdone e con Verdone nel ruolo di sé stesso, A Casa Tutti Bene - La Serie di Gabriele Muccino, e l'attesissima Strappare Lungo i Bordi, serie animata di Zerocalcare. Doppio appuntamento con Oliver Stone e il suo documentario sul caso Kennedy.

Alice nella Città ospiterà un grande ospite, il 17 ottobre ci sarà un incontro con Johnny Depp, mentre la Festa premierà due geni del Cinema, Tim Burton e Quentin Tarantino, entrambi saranno protagonisti di un incontro con il pubblico. Gli incontri vedranno protagonisti anche esponenti di spicco del Cinema Italiano, come Marco Bellocchio, Luca Guadagnino, i Manetti Bros. Da segnalare poi l'omaggio a Monica Vitti per i suoi 90 anni, con il documentario Vitti d’arte, Vitti d’amore, poi il ricordo di Nino Manfredi con il restauro del capolavoro C'eravamo Tanto Amati, e l'omaggio al grandissimo Gigi Proietti con Luigi Proietti detto Gigi di Edoardo Leo.

La Festa si terrà dal 14 al 24 ottobre. Ecco il programma completo.

 Selezione Ufficiale

- THE EYES OF TAMMY FAYE di Michael Showalter, Stati Uniti (film d'apertura);
- L’ARMINUTA | GIRL RETURNED – L’ARMINUTA, di Giuseppe Bonito, Italia, Svizzera;
- BECOMING COUSTEAU di Liz Garbus, Stati Uniti;
- C'MON C'MON di Mike Mills, Stati Uniti;
- CHARLOTTE di Éric Warin, Tahir Rana, Canada, Francia, Belgio;
- CYRANO di Joe Wright, Regno Unito, Italia, Canada, Stati Uniti;
- FARHA di Darin J. Sallam, Giordania, Svezia, Arabia Saudita;
- FRANK MILLER – AMERICAN GENIUS di Silenn Thomas, Stati Uniti;
- JAG ÄR ZLATAN | I AM ZLATAN | ZLATAN di Jens Sjögren, Svezia;
- LES JEUNES AMANTS | THE YOUNG LOVERS di Carine Tardieu, Francia, Belgio;
- THE LOST LEONARDO di Andreas Koefoed, Danimarca, Francia, Svezia;
- MEDITERRÁNEO | MEDITERRANEO: THE LAW OF THE SEA | OPEN ARMS - LA LEGGE DEL MARE
di Marcel Barrena, Spagna, Grecia;
- MI NOVIA ES LA REVOLUCIÓN | MY GIRL IS THE REVOLUTION di Marcelino Islas Hernández, Messico;
- NORDSJØEN | THE NORTH SEA di John Andreas Andersen, Norvegia;
- PASSING di Rebecca Hall, Stati Uniti;
- UNA PELÍCULA SOBRE PAREJAS | A FILM ABOUT COUPLES di Natalia Cabral, Oriol Estrada, Repubblica Dominicana;
- PROMISES di Amanda Sthers, Italia;
- SAMI di Habib Bavi Sajed, Iran;
- TERRORIZERS di Ho Wi-ding, Taiwan;
- TUSIND TIMER | A THOUSAND HOURS di Carl Moberg, Svezia, Danimarca;
- YI MIAO ZHONG | ONE SECOND di Zhang Yimou, Cina;
- YUNI di Kamila Andini, Indonesia, Singapore, Francia, Australia;
- ZGJOI | HIVE di Blerta Basholli, Kosovo.

Tutti ne parlano

- MOTHERING SUNDAY di Eva Husson, Regno Unito;
- RED ROCKET di Sean Baker, Stati Uniti;
- LIBERTAD di Clara Roquet, Spagna, Belgio.

Eventi Speciali

- A CASA TUTTI BENE – LA SERIE di Gabriele Muccino, Italia (1 episodio);
- BENNY BENASSI – EQUILIBRIO di Matt Mitchener, Devin Chanda, Stefano Camurri, Cesare Della Salda, Italia, Stati Uniti;
- CATERINA CASELLI – UNA VITA, CENTO VITE di Renato De Maria, Italia;
- I FRATELLI DE FILIPPO di Sergio Rubini, Italia;
- JFK: DESTINY BETRAYED di Oliver Stone, Stati Uniti, Regno Unito (4 episodi). In occasione della presentazione di JFK: Destiny Betrayed, la Festa del Cinema ospiterà presso il Teatro Palladium la proiezione della versione cinematografica della serie:
JFK REVISITED: THROUGH THE LOOKING GLASS di Oliver Stone;
- MARINA CICOGNA, LA PRODUTTRICE di Andrea Bettinetti, Italia, Francia;
- E NOI COME STRONZI RIMANEMMO A GUARDARE di Pierfrancesco Diliberto, Italia;
- SCALFARI. A SENTIMENTAL JOURNEY di Michele Mally, Italia;
- VITA DA CARLO di Carlo Verdone, Arnaldo Catinari, Italia (4 puntate);
- STRAPPARE LUNGO I BORDI di Zerocalcare, Italia, (2 episodi).

In coproduzione con Alice nella città

- ETERNALS di Chloé Zhao, Stati Uniti, Regno Unito (film di chiusura);
- BELFAST di Kenneth Branagh, Regno Unito;
- DEAR EVAN HANSEN di Stephen Chbosky, Stati Uniti.

Riflessi

- CITTÀ NOVECENTO di Dario Biello, Pierluigi Ferrandini, Italia;
- CRAZY FOR FOOTBALL – MATTI PER IL CALCIO di Volfango De Biasi, Italia;
- FELLINI, SIMENON – CON PROFONDA SIMPATIA E SINCERA GRATITUDINE di Giovanna Ventura, Italia;
- INEDITA | SUSANNA TAMARO: UNPLUGGED di Katia Bernardi, Italia;
- MUHAMMAD ALI di Ken Burns, Sarah Burns, David McMahon, Stati Uniti, 2021 (4 episodi);
- NO TENEMOS MIEDO di Manuele Franceschini, Italia
- STORIES OF A GENERATION CON PAPA FRANCESCO di Simona Ercolani, Italia (1 episodio – “Love”);
- TREASURE OF HIS YOUTH: THE PHOTOGRAPHS OF PAOLO DI PAOLO | PAOLO DI PAOLO: UN TESORO DI GIOVENTÙ di Bruce Weber, Stati Uniti.

No Time To Die - la recensione

A più di un anno dalla data di uscita originale, finalmente approda in sala il nuovo film sull’agente segreto del controspionaggio più famoso d’Inghilterra e del mondo: 007. Nato nel 1963 dalla penna dello scrittore britannico Ian Fleming, James Bond, con il suo charme e la sua intelligenza continua, da più di 50 anni, a far battere il cuore ed appassionare i suoi fan.

No Time to Die si apre con la suadente voce di Billie Eilish che, come una sirena, ci porta via e ci prepara a bearci di questa nuova avventura. Ritroviamo un James Bond (Daniel Craig) in ritiro, dopo la cattura di Franz Oberhauser (Christoph Waltz), e sembra ormai deciso a godersi una vita serena, fatta di vacanze in location mozzafiato e lusso sfrenato, lontano dai frenetici ritmi londinesi del crimine e dalla minaccia dei nemici, assieme alla sua amata Madeleine (Léa Seydoux). Tutto sembra procedere fin troppo bene, ma presto James dovrà scontrarsi con una minaccia sconosciuta proveniente dal passato della sua dolce metà, il pericoloso criminale Lyutsifer Safin (Rami Malek). Circondato da amici storici che tornano a bussare alla porta, su tutti Felix Leither (Jeffrey Wright), con il quale James aveva lavorato per la CIA, e nuovi agenti, riuscirà il nostro eroe a sventare il malvagio piano di distruzione dell’umanità progettato da Safin?

La tensione è alle stelle in questo avvincente venticinquesimo capitolo, che vanta una colonna sonora, mozzafiato di un ormai sempre più paradisiaco Hans Zimmer, in cui spicca la traccia pazzesca "Cuba Chase", che riporta l'orecchio al main theme classico, ma strizza l'occhio al sound dell'Havana. Il film eccelle anche nel compartimento tecnico, aggressivo ed affamato, che punta allo stupore, basti pensare alla sequenza interminabile, ma super godibile girata a Matera, della quale si ha già un assaggio nel trailer.
Il cast è davvero ben assortito. Daniel Craig, alla sua ultima interpretazione, è intenso e che pare aver finalmente trovato l’abito giusto per il suo Bond, ne coglie la vera essenza, pronto a sferrare l'attacco finale, scontrandosi con un Rami Malek impeccabile, qui in veste di vero “baddie”, che punta tutto sull’inquietudine e sull’angoscia e su una mimica facciale studiata e calibrata nel profondo, sino al più impercettibile dettaglio. 
Ritroviamo Ralph Fiennes, nel ruolo di un sempre impettito M, Rory Kinnear, un tenerissimo Ben Whishaw e la prorompente Naomie Harris, che insieme ci regaleranno alcune deliziose gag, affiancati da una nuova e misteriosa agente, Nomi, interpretata da Lashana LynchNota di merito alla deliziosamente simpatica Paloma, interpretata dalla bellissima Ana De Armas, un po' sprecata in un personaggio che avrebbe meritato più spazio.

Dopo una gestazione non poco travagliata, tra passaggi di sceneggiatura, inizialmente interamente affidata agli storici Purvis e Wade, ma che è, poi, stata revisionata, su richiesta dello stesso Craig, qui in veste anche di produttore, dalla geniale Phoebe Waller-Bridge (seconda in questa impresa solo a Johanna Warhood, co-sceneggiatrice di 007 – Licenza di uccidere e 007 – Dalla Russia con amore), e registi (erano stati fatti nomi del calibro di Nolan, Villeneuve, Boyle...), Cary Fukunaga ci regala una pellicola esplosiva, intrigante, seducente, che si divora come un sacchetto di M&M’s nell’oscurità della sala in quel che sembra poco più di mezz’ora e che lascia una punta di amaro in bocca quando ci si accorge che si sta afferrando l’ultimo.

martedì 5 ottobre 2021

'La Scuola Cattolica' vietato ai minori di 18 anni, ma la motivazione lascia perplessi.

Presentato all'ultimo Festival di Venezia, La Scuola Cattolica racconta uno dei fatti di cronaca nera più crudeli ed efferati della storia italiana, il Massacro del Circeo, e che al festival era stato classificato con un divieto ai minori di 14 anni. Adesso la nuova Commissione per la classificazione ha cambiato idea, alzando il divieto ai minori di 18 anni. La motivazione però è abbastanza incomprensibile.

"Il Film presenta una narrazione filmica che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice. In particolare i protagonisti della vicenda pur partendo da situazioni sociali diverse, finiscono per apparire tutti incapaci di comprendere la situazione in cui si trovano coinvolti.
Questa lettura che appare dalle immagini, assai violente negli ultimi venti minuti, viene preceduta nella prima parte del film, da una scena in cui un professore, soffermandosi su un dipinto in cui Cristo viene flagellato, fornisce assieme ai ragazzi, tra i quali gli omicidi del Circeo, un’interpretazione in cui gli stessi, Gesù Cristo e i flagellanti vengono sostanzialmente messi sullo stesso piano. Per tutte le ragioni sopra citate la Commissione a maggioranza ritiene che il film non sia adatto ai minori di anni diciotto".

Stando a quanto scritto, sembra che la motivazione sia dovuta alla scelta artistica del film, per il modo di raccontare questa vicenda, ma se così fosse, vorrebbe dire censurare la libertà artistica del regista e degli autori, andando contro lo stesso regolamento (Regolamento di esecuzione della Legge 21/4/62 n. 161 sulla revisione dei film e dei lavori teatrali) che nell'articolo 9 vengono elencati gli elementi scenici e narrativi che possono portare a una censura, e le tematiche di un film non sono incluse.

La decisione ha lasciato molto perplesso il regista, Stefano Mordini, che ha spiegato più volte di aver fatto questo film proprio per raccontare questa storia ai ragazzi. "Non riesco a trovare delle ragioni valide per questa censura e se mi sforzo di trovarle, mi inquietano", ha detto, "Nella motivazione della commissione censura si lamenta il fatto che le vittime e i carnefici siano equiparati, con particolare riferimento a una lezione di un professore di religione, ma questo è esattamente il contrario di quello che racconta il film, e cioè che, provenendo dalla stessa cultura, è sempre possibile compiere una scelta e non deviare verso il male. Una delle due vittime, all'epoca, era minorenne e il nostro è un film di adolescenti interpretato da adolescenti. Trovo assurdo che oggi si vieti ai ragazzi anche solo di vedere, attraverso un libero mezzo di espressione, quello che due ragazze come loro anni fa hanno subito, questo atto censorio priva una generazione di una possibile presa di coscienza che potrebbe essere loro utile per difendersi da quella violenza spesso protagonista nella nostra cronaca. E questo perché alcune delle ragioni di quella tragedia sono purtroppo ancora attuali".

Contrari anche i parenti delle due vittime. "I miei assistiti sono, rispettivamente, la sorella di Rosaria Lopez e fratello di Donatella Colasanti, e ne sono anche eredi mortis causa", ha dichiarato il loro avvocato, "Malgrado l'enorme sacrificio, umano ed emotivo, legato alla rievocazione vivida, visiva e sonora, di quanto accaduto alle rispettive sorelle, hanno, tuttavia, apprezzato la volontà di tramandare, anche in chiave di ammonimento per il futuro, la memoria della loro tragedia, soprattutto alle giovani generazioni. Hanno, pertanto, appreso con grande sorpresa della decisione del Ministero della Cultura di vietare la visione del film ai minori degli anni diciotto".

La nuova Commissione della classificazione è stata "inaugurata" lo scorso aprile con un decreto firmato dal ministro Franceschini, che a suo tempo aveva dichiarato: "Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti". Questo divieto a La Scuola Cattolica invece è una censura alla libertà artistica.

Avvenuto nel 1975, il massacro del Circeo sconvolse il paese, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, all'epoca adolescenti, vennero rapite, violentate e picchiate per due giorni da tre ragazzi della "Roma bene", figli di famiglie borghesi. Rosaria Lopez morì per le botte e le violenze subite, Donatella Colasanti si finse morta riuscendo a salvarsi. I tre ragazzi vennero condannati all'ergastolo senza attenuanti, ma il carcere per loro è durato poco, la loro storia è stata un susseguirsi di vergogne giudiziarie, tra fughe all'estero, morti presunte, e assurde scarcerazioni che hanno portato ad altri omicidi.