martedì 22 dicembre 2020

Ma Rainey's Black Bottom - la recensione

Ma Rainey's Black Bottom, adattamento dell'omonima opera teatrale di August Wilson, arriva su Netflix prodotto da Denzel Washington, diretto da George C. Wolfe e sceneggiato da Ruben Santiago Jr..

In una fumosa Chicago degli anni '20, la band di Ma Rainey (Viola Davis) aspetta l'arrivo della diva in uno studio musicale per incidere il suo nuovo album. Si scherza, si chiacchiera, si litiga, ci si scambiano aneddoti sulle proprie vite. Fra loro c'è anche Levee (Chadwick Boseman) giovane e irruento che sogna una band tutta sua e che apparentemente non ha paura di nulla. L'arrivo di Ma Rainey non fa che portare alla luce e acuire i conflitti, spingendo verso un finale che appare inevitabile.
 

Nella trasposizione dal teatro al cinema appare subito chiaro che si sia voluto rimanere totalmente fedeli all'impostazione data dal palco, con la cantina e la sala di incisione unici setting e una narrazione interamente scandita da dialoghi brillanti e veloci, con un ritmo tipico del teatro. E' un patto che il film fa subito con lo spettatore: bisogna accettarlo e andare avanti, oppure decidere di abbandonare la visione subito, non ci sono mezze misure. Non è infatti solo una questione di dialoghi e scenografie, ma anche dei personaggi, partendo proprio da Ma, tutti squisitamente teatrali, dalle movenze al trucco al loro essere delineati attraverso le parole, lì dove il flashback è per forza di cose bandito.
Dell'infanzia di Levee sappiamo tutto dal suo racconto, estremamente vivido e dettagliato, ma registi e sceneggiatori non ci mostrano mai nulla di quel passato, dobbiamo viverlo attraverso la performance splendida di Chadwick Boseman, al suo ultimo ruolo prima della sua prematura scomparsa.
Anche Viola Davis, vera e propria Regina fra le attrici nere del cinema contemporaneo, ci presenta la sua Ma tagliandola in una interpretazione di corpo e di gestualità, tanto che è facile dimenticarsi di essere seduti di fronte a uno schermo per immaginarsi sulla poltrona di un teatro di Broadway.



Ma Rainey's Black Bottom è un film che non conosce mezze misure, non scende mai a compromessi e non ha paura delle sue radici teatrali, anzi, le abbraccia completamente e in un certo senso le sbatte in faccia allo spettatore, valorizzando fortemente l'ambientazione claustrofobica e i suoi interpreti.
Sicuramente un film onesto e solido, che riesce a essere compatto ed emozionante.

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