giovedì 17 dicembre 2015

Star Wars: Il Risveglio della Forza - la recensione

Non era facile, ma J.J. Abrams ce l'ha fatta.
Quante volte dovremmo leggere questa frase? Probabilmente mai abbastanza, perché J.J. Abrams ce l'ha davvero fatta. L'universo di Star Wars è risorto con eleganza e in maniera sfavillante con Star Wars: Il Risveglio della Forza, settimo capitolo della saga che si presenta come sequel della trilogia classica (1977- 1980-1983), ovvero il primo trittico di film che ci ha introdotti a combattimenti di spade laser, cavalieri Jedi e impressionanti battaglie stellari.

Elegante e rispettoso, Il Risveglio della Forza ci catapulta nuovamente nel vero spirito della saga, senza per forza calcare la mano sull'effetto nostalgia, effetto caro al cinema odierno che molto spesso viene abusato. In questo prodotto non accade. Ci sono (ovviamente) riferimenti alle pellicole che hanno fatto grande questo franchise (soprattutto visivi) che, come già detto, sono inseriti con grazie astuzia ed intelligenza in questo "nuovo" contesto galattico in cui le nuove e le vecchie generazioni la faranno da padrone.


L'ironia, l'artigianalità, la spettacolarità, i colpi di scena (spesso prevedibili ma essenziali) contraddistinguono l'inizio di questa nuova esperienza targata Disney. Fuori la seriosità della nuova trilogia (1999-2002-2005), dentro l'avventura nuda e cruda vecchio stile. Tale concetto viene espressamente confermato dalla scelta delle "nuove leve" che sono state chiamante a guidare la nuova generazione di eroi e antagonisti, ovvero Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac e Adam Driver. Per quanti riguarda la vecchia guardia, ovvero Harrison Ford e Carrie Fisher, forse si poteva fare un po' di più, soprattutto con quest'ultimo nome. Tuttavia i loro personaggi (Han Solo e la Principessa Leia) sono stati inseriti nel contesto con uno scopo ben preciso, senza per forza dover creare l'effetto nostalgia.

Il reparto tecnico parla da solo. E anche in questo caso il buon Abrams non ha deluso le aspettative. L'uso di animatronic e set reali non fa altro che dare ancora più lustro a questo blockbuster 2.0.

Se queste sono le premesse, il futuro ci riserverà non poche sorprese.

Bentornati in una galassia lontana, lontana...

domenica 13 dicembre 2015

EFA 2015 - il miglior film è 'Youth' di Paolo Sorrentino

Sventola il tricolore italiano sugli European Film Awards 2015, gli "Oscar europei" che si occupano di premiare i migliori film d'Europa.

A trionfare è stato Youth - La Giovinezza, di Paolo Sorrentino, che è si è portato a casa tre premi: miglior film, migliore regia, e migliore attore protagonista a Michael Caine (che ha vinto anche l'Honorary Award of the EFA President and Board).
Altro premio all'Italia è stato l’European Co-Production Award, assegnato a Andrea Occhipinti di Lucky Red.

Il premio come migliore attrice è andato a Charlotte Rampling, per il film 45 Years. L'attrice è stata premiata anche con l'EFA Lifetime Achievement Award, il premio alla carriera. Honorary Award anche per Christoph Waltz.

Ecco tutti i premi della serata.

EUROPEAN FILM 2015
Youth, dir: Paolo Sorrentino

EUROPEAN ACTRESS 2015
Charlotte Rampling, 45 Years

EUROPEAN ACTOR 2015
Michael Caine, Youth

EUROPEAN DIRECTOR 2015
Paolo Sorrentino, Youth

PEOPLE’S CHOICE AWARD 2015
Marshland, dir: Alberto Rodríguez

EUROPEAN COMEDY 2015
A Pigeon Sat On A Branch Reflecting On Existence, dir: Roy Andersson

EUROPEAN DOCUMENTARY 2015
Amy, dir: Asif Kapadia

EUROPEAN DISCOVERY – PRIX FIPRESCI
Mustang, dir: Deniz Gamze Erguven

EUROPEAN ANIMATED FEATURE FILM 2015
Song Of The Sea, dir: Tomm Moore

EUROPEAN SHORT FILM 2015
Picnic, dir: Jure Pavlovic

EUROPEAN SCREENWRITER 2015
Yorgos Lanthimos & Efthimis Filippou for The Lobster

EFA LIFETIME ACHIEVEMENT AWARD 2015
Charlotte Rampling

EUROPEAN CO-PRODUCTION AWARD 2015
Andrea Occhipinti

EUROPEAN SOUND DESIGNER 2015
Vasco Pimentel & Miguel Martins for Arabian Nights – Vol I-III

EUROPEAN COMPOSER 2015
Cat’s Eyes for The Duke Of Burgundy

EUROPEAN COSTUME DESIGNER 2015
Sarah Blenkinsop for The Lobster

EUROPEAN PRODUCTION DESIGNER 2015
Sylvie Olivé for The Brand New Testament

EUROPEAN EDITOR 2015
Jacek Drosio for Body

EUROPEAN CINEMATOGRAPHER 2015
Martin Gschlacht for Goodnight Mommy

EUROPEAN ACHIEVEMENT IN WORLD CINEMA (Honorary Award)
Christoph Waltz

HONORARY AWARD OF THE EFA PRESIDENT AND BOARD
Michael Caine

giovedì 10 dicembre 2015

Golden Globes 2016: le nominations

In diretta dal Beverly Hilton Hotel di Los Angeles, sono state annunciate le nomination del Golden Globes 2016, la cui cerimonia di premiazione si terrà il 10 Gennaio. A guidare la lista, con 5 candidature, troviamo Carol, di Todd Haynes, subito seguito dal nuovo film di Danny Boyle, Steve Jobs, che però non porta a casa nè la nomination per miglior film, nè quella per miglior regia. Bella sorpresa per Ridley Scott e il suo delizioso The Martian, candidato sia come miglior commedia, che come miglior regia, e per Mad Max: Fury Road, candidato come miglior film e regia.  Fa piacere vedere anche Matt Damon tra i migliori attori protagonisti in una commedia ed Idris Elba tra i non protagonisti per il bellissimo Beasts of no Nation di Fukunaga. Tarantino porta a casa infine tre nomination per colonna sonora, sceneggiatura e attrice non protagonista.



MIGLIOR FILM – DRAMMATICO
  • Carol
  • Mad Max: Fury Road
  • The Revenant
  • Room
  • Spotlight
MIGLIOR FILM – COMMEDIA & MUSICAL
  • The Big Short
  • The Martian
  • Joy
  • Spy
  • Trainwreck
MIGLIOR REGISTA
  • Todd Haynes – Carol
  • Alejandro G. Inarritu – The Revenant
  • Tom McCarthy – Spotlight
  • George Miller – Mad Max: Fury Road
  • Ridley Scott – The Martian
MIGLIOR SCENEGGIATURA
  • Emma Donoghue – Room
  • Tom McCarthy, Josh Singer – Spotlight
  • Charles Randolph, Adam McKay – The Big Short
  • Aaron Sorkin – Steve Jobs
  • Quentin Tarantino – The Hateful Eight
MIGLIORE ATTRICE IN UN FILM DRAMMATICO
  • Cate Blanchett – Carol
  • Rooney Mara – Carol
  • Brie Larson – Room
  • Saoirse Ronan – Brooklyn
  • Alicia Vikander – The Danish Girl
MIGLIOR ATTORE IN UN FILM DRAMMATICO
  • Bryan Cranston – Trumbo
  • Leonardo DiCaprio – The Revenant
  • Michael Fassbender – Steve Jobs
  • Eddie Redmayne – The Danish Girl
  • Will Smith – Concussion
MIGLIORE ATTRICE IN UN MUSICAL O COMMEDIA
  • Jennifer Lawrence – Joy
  • Melissa McCarthy – Spy
  • Amy Schumer – Trainwreck
  • Maggie Smith – The Lady in the Van
  • Lily Tomlin – Grandma
MIGLIOR ATTORE IN UN MUSICAL O COMMEDIA
  • Christian Bale – The Big Short
  • Steve Carell – The Big Short
  • Matt Damon – The Martian
  • Al Pacino – Danny Collins
  • Mark Ruffalo – Infinitely Polar Bear
FILM D’ANIMAZIONE
  • Anomalisa
  • The Good Dinosaur
  • Inside Out
  • The Peanuts Movie
  • Shaun the Sheep
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE
  • “Love Me Like You Do” 50 Shades of Grey
  • “One Kind of Love” Love and Mercy
  • “See You Again” Furious 7
  • “Simple Song No. 3” Youth
  • “Writing’s on the Wall” Spectre
MIGLIOR COLONNA SONORA
  • Carter Burwell – Carol
  • Alexandre Desplat – The Danish Girl
  • Ennio Morricone – The Hateful Eight
  • Daniel Pemberton – Steve Jobs
  • Ryuichi Sakamoto e Alva Noto – The Revenant
MIGLIOR FILM STRANIERO
  • The Brand New Testament
  • The Club
  • The Fencer
  • Mustang
  • Son of Saul
 MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
  • Jane Fonda – Youth
  • Jennifer Jason Leigh – The Hateful Eight
  • Helen Mirren – Trumbo
  • Alicia Vikander – Ex Machina
  • Kate Winslet – Steve Jobs
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
  • Paul Dano – Love & Mercy
  • Idris Elba – Beasts of no Nation
  • Mark Rylance – Bridge of Spies
  • Michael Shannon – 99 Homes
  • Sylvester Stallone – Creed

mercoledì 9 dicembre 2015

SAG Awards 2016 - le nomination

Sono state rese note oggi le nomination ai Screen Actors Guild Awards 2016, i premi del sindacato degli attori. E non mancano le sorprese.

I SAG Awards sono molto indicativi in chiave Oscar, lo scorso anno, ad esempio, tutti e quattro i vincitori vennero poi premiati con l'Academy Awards.

Si fanno notare due assenze piuttosto importanti: Matt Damon (per The Martian), e Jennifer Lawrence (per Joy).
L'assenza di Matt Damon è senz'altro curiosa visto che sia il film che la sua interpretazione sono stati apprezzati da critica e pubblico, ma nella categoria degli attori protagonisti c'è sicuramente molta competizione quest'anno, tanti attori per soli cinque posti. Diverso il discorso per Jennifer Lawrence, protagonista di Joy, film che ha iniziato la campagna promozionale da poco e che quindi, al momento, è stato visto da meno membri rispetto agli altri film. Anche The Hateful Eight di Tarantino ha iniziato la promozione tardi e infatti è totalmente assente dalle nomination.

Tra le attrici protagoniste nominate, che vede come favorite Brie Larson (Room) e Cate Blanchett (Carol), spunta un nome a sorpresa, quello di Sarah Silverman, nominata per il film I Smile Back. Tra gli attori, era praticamente scontata la presenza di Leonardo DiCaprio per (The Revenant), il buon Leo se la dovrà vedere con Michael Fassbender (Steve Jobs), Bryan Cranston (Trumbo), il vincitore dello scorso anno Eddie Redmayne (The Danish Girl), e Johnny Depp (Black Mass).

Uno dei titoli più caldi della stagione dei premi, Spotlight, è stato nominato come miglior cast ma fra le categorie "singole" solo Rachel McAdams si è portata a casa una nomination, snobbati Mark Ruffalo, Stanley Tucci e Michael Keaton. Stesso trattamento per The Big Short, nomination come miglior cast e solo Christian Bale nominato come migliore attore non protagonista.
Alla fine, il film ad aver ottenuto il maggior numero di nomination è Trumbo, film che non ha ricevuto critiche particolarmente positive.

Doppia nomination, tra cinema e tv, per Idris Elba, nominato come non protagonista per il film Beasts of No Nation e come migliore attore protagonista per la serie Luther.

La cerimonia di premiazione si terrà il 20 gennaio. Ecco tutte le nomination, per cinema e tv.

MIGLIOR CAST D’INSIEME
Beasts of No Nation
The Big Short
Spotlight
Straight Outta Compton
Trumbo

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Leonardo DiCaprio, The Revenant
Bryan Cranston, Trumbo
Johnny Depp, Black Mass
Michael Fassbender, Steve Jobs
Eddie Redmayne, The Danish Girl

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
Cate Blanchett, Carol
Brie Larson, Room
Helen Mirren, Woman in Gold
Sarah Silverman, I Smile Back
Saoirse Ronan, Brooklyn

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Christian Bale, The Big Short
Idris Elba, Beasts of No Nation
Mark Rylance, Bridge of Spies
Michael Shannon, 99 Homes
Jacob Tremblay, Room

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Rooney Mara, Carol
Rachel McAdams, Spotlight
Helen Mirren, Trumbo
Alicia Vikander, The Danish Girl
Kate Winslet, Steve Jobs

MIGLIORE PERFORMANCE DI UN CAST DI STUNT
Everest
Furious 7
Jurassic World
Mad Max: Fury Road
Mission: Impossible – Rogue Nation
-

MIGLIOR CAST IN UNA SERIE DRAMMATICA
Downton Abbey
Game of Thrones
Homeland
House of Cards
Mad Men

MIGLIOR ATTORE IN UNA SERIE DRAMMATICA
Peter Dinklage (Game of Thrones)
Jon Hamm (Mad Men)
Rami Malek (Mr. Robot)
Bob Odenkirk (Better Call Saul)
Kevin Spacey (House of Cards)

MIGLIOR ATTRICE IN UNA SERIE DRAMMATICA
Claire Danes (Homeland)
Viola Davis (How to Get Away with Murder)
Julianna Marguilles (The Good Wife)
Maggie Smith (Downton Abbey)
Robin Wright (House of Cards)

MIGLIOR CAST IN UNA SERIE COMICA
The Big Bang Theory
Key and Peele
Modern Family
Orange is the New Black
Transparent
Veep

MIGLIOR ATTORE IN UNA SERIE COMICA
Ty Burrell (Modern Family)
Louis CK (Louie)
William H. Macy (Shameless)
Jim Parsons (The Big Bang Theory)
Jeffrey Tambor (Transparent)

MIGLIOR ATTRICE IN UNA SERIE COMICA
Uzo Aduba (Orange is the New Black)
Edie Falco (Nurse Jackie)
Ellie Kemper (Unbreakable Kimmy Schmidt)
Julia Louis-Dreyfus (Veep)
Amy Poehler (Parks and Recreation)

MIGLIOR ATTRICE IN UN FILM TELEVISIVO O MINISERIE
Nicole Kidman (Grace of Monaco)
Queen Latifah (Bessie)
Christina Ricci (The Lizzie Borden Chronicles)
Susan Sarandon (The Secret Life of Marilyn Monroe)
Kristen Wiig (The Spoils of Babylon)

MIGLIOR ATTORE IN UN FILM TELEVISIVO O MINISERIE
Idris Elba (Luther)
Ben Kingsley (Tut)
Ray Liotta (Texas Rising)
Bill Murray (A Very Murray Christmas)
Mark Rylance (Wolf Hall)

MIGLIORE CAST DI STUNTMEN IN UNA SERIE TELEVISIVA
Game of Thrones
Daredevil
Homeland
The Walking Dead
The Blacklist

lunedì 7 dicembre 2015

Spotlight è il miglior film per i critici di New York, Los Angeles e Boston

La stagione dei premi entra sempre più nel vivo, sono stati assegnati ieri i Los Angeles Film Critics Association Awards (critici di L.A.), i Boston Society of Film Critics Awards (critici di Boston), e i New York Film Critics Online Awards (critici di NY).

A calare una bella tripletta è Spotlight, eletto come miglior film dell'anno da tutte e tre le associazioni.
Diversi premi per il film di Tom McCarthy, che solo a New York si porta a casa miglior film, regia, sceneggiatura e cast.

Spotlight vince anche a Los Angeles ma è Mad Max: Fury Road a portarsi a casa il maggior numero di premi, tre in tutto (regia, fotografia, scenografia).

A Boston si riconfermano come migliori attori non protagonisti Mark Rylance (Il Ponte delle Spie) e Kristen Stewart (Clouds of Sils Maria). Come migliore attrice protagonista è stata premiata Charlotte Rampling per 45 Years (premiata anche a Los Angeles), mentre nella categoria attori protagonisti c'è stato un pari, tra Paul Dano (Love&Mercy) e Leonardo DiCaprio (The Revenant).

Parità fra Inside Out e Anomalisa come miglior film d'animazione. Anomalisa vince a Los Angeles, Inside Out a New York, Boston li premia entrambi.

In ottica Oscar questi riconoscimenti sono moderatamente indicativi, ma possono cominciare a delineare il quadro generale delle possibili nomination, con Spotlight che entra di diritto tra i favoriti per qualche premio importante, così come Mad Max: Fury Road, che potrebbe prendersi qualche soddisfazione, soprattutto per i premi più tecnici.

Ecco tutti i premi.

Los Angeles Film Critics Association Awards

Best Film: “Spotlight”
Runner-up: “Mad Max: Fury Road”
Best Director: George Miller, “Mad Max: Fury Road”
Runner-up: Todd Haynes, “Carol”
Best Actor: Michael Fassbender, “Steve Jobs“
Runner-up: Geza Rohrig, “Son of Saul”
Best Actress: Charlotte Rampling, “45 Years”
Runner-up: Saoirse Ronan, “Brooklyn”
Best Supporting Actor: Michael Shannon, “99 Homes”
Runner-up: Mark Rylance, “Bridge of Spies”
Best Supporting Actress: Alicia Vikander, “Ex Machina”
Runner-up: Kristen Stewart, “Clouds of Sils Maria”
Best Documentary: “Amy”
Runner-up: “The Look of Silence”
Best Animated Film: “Anomalisa”
Runner-up: “Inside Out”
Best Foreign Language Film: “Son Of Saul”
Runner-up: “The Tribe”
Best Screenplay: Josh Singer and Tom McCarthy, “Spotlight”
Runner-up: Charlie Kaufman, “Anomalisa”
Best Cinematography: John Seale, “Mad Max: Fury Road”
Runner-up: Edward Lachman, “Carol”
Best Editing: Hank Corwin, “The Big Short”
Runner-up: Margaret Sixel, “Mad Max: Fury Road”
Best Musical Score: Carter Burwell, “Anomalisa” and “Carol”
Runner-up: Ennio Morricone, “The Hateful Eight”
Best Production Design: Colin Gibson, “Mad Max: Fury Road”
Runner-up: Judy Becker, “Carol”
-

New York Film Critics Online Awards

PICTURE: Spotlight
DIRECTOR: Tom McCarthy, Spotlight
SCREENPLAY: Tom McCarthy, Josh Singer, Spotlight
ACTRESS: Brie Larson, Room
ACTOR: Paul Dano, Love & Mercy
SUPPORTING ACTRESS: Rooney Mara, Carol
SUPPORTING ACTOR: Mark Rylance, Bridge of Spies
CINEMATOGRAPHY: John Seale, Mad Max: Fury Road
FOREIGN LANGUAGE PICTURE: Son of Saul
DOCUMENTARY: Amy
ANIMATED FEATURE: Inside Out
ENSEMBLE CAST: Spotlight
DEBUT AS DIRECTOR: Alex Garland, Ex Machina
USE OF MUSIC: Love & Mercy; Atticus Ross, Composer; Featuring the Music of Brian Wilson
BREAKTHROUGH PERFORMANCE: Alicia Vikander, Ex Machina - The Danish Girl

TOP TEN PICTURES OF 2015 (ordine alfabetico)

45 Years (IFC Films)
The Big Short (Paramount)
Bridge of Spies (DreamWorks)
Brooklyn (Fox Searchlight)
Carol (The Weinstein Company)
Mad Max: Fury Road (Warner Bros.)
Sicario (Lionsgate)
Spotlight (Open Road)
Steve Jobs (Universal)
Trumbo (Bleecker Street)
-

Boston Society of Film Critics Awards

Best Picture  -  Spotlight
Best Actor - (tie) Paul Dano for Love & Mercy, and Leonardo DiCaprio for The Revenant
Best Actress -  Charlotte Rampling for 45 Years
Best Supporting Actor - Mark Rylance for Bridge of Spies
Best Supporting Actress - Kristen Stewart for Clouds of Sils Maria
Best Director - Todd Haynes for Carol
Best Screenplay - Tom McCarthy and Josh Singer for Spotlight
Best Cinematography - Edward Lachman for Carol
Best Documentary - Amy
Best Foreign-Language Film  (awarded in memory of Jay Carr) -  The Look of Silence
Best Animated Film -  (tie) Anomalisa and Inside Out
Best Film Editing (awarded in memory of Karen Schmeer) -  Margaret Sixel for Mad Max: Fury Road
Best New Filmmaker (awarded in memory of David Brudnoy) -  Marielle Heller for The Diary of a Teenage Girl
Best Ensemble Cast -  Spotlight
Best Use of Music in a Film -  Love & Mercy

domenica 6 dicembre 2015

In the Heart of the Sea - la recensione

Il vecchio Thomas Nickerson racconta allo scrittore Herman Melville la vera storia della baleneria "Essex" su cui era imbarcato da ragazzino. Caratterizzata dal duro contrasto fra il Capitano Pollard e il primo ufficiale Chase, fu attaccata da un'enorme balena bianca al largo del Pacifico, segnando inesorabilmente le vite di tutti coloro che erano a bordo.


Tratto dal romanzo Il Cuore dell'Oceano - Il Naufragio della Baleniera Essex, il film di Ron Howard vorrebbe scavare nell'animo umano e scoprirne i limiti, proprio come il romanzo Moby Dick affrontava l'ossessione del Capitano Achab per la leggendaria balena bianca. Purtroppo però il film si perde molto presto in una trama banale, ma soprattutto in personaggi troppo poco caratterizzati e praticamente mai approfonditi. Paradossalmente, se si pensa a un film che in comune con questo ha l'ambientazione marinaresca e il perseguimento di un'ossessione quale Master and Commander, quest'ultimo riusciva maggiormente a trasportare sullo schermo sia il sentimento e il cameratismo instauratasi tra i marinai, sia la frenesia che comporta il rischiare ogni cosa per perseguire uno scopo. 
Pur senza continuare nel confronto tra due pellicole del tutto diverse, In the Heart of the Sea non riesce mai a coinvolgere a fondo, non riesce mai ad andare oltre una conoscenza superficiale dei personaggi e delle loro motivazioni più profonde, spesso facendoli scadere in meri stereotipi (il Capitano incapace ma di nobile nascita, il primo ufficiale brillante ma contadino, eccetera), fino a scivolare in un finale quanto mai banale e retorico. Anche la camera non riesce quasi mai a districarsi da un certo tipo di ripresa confusionaria, il che è un vero peccato perché Ron Howard ne ha le capacità e lo dimostra con un paio di inquadrature davvero spettacolari.

Dove il film trova la sua redenzione è nel cast e nelle interpretazioni. Chris Hemsworth, fisicamente perfetto per il ruolo di Chase, riesce a imprimere personalità al suo personaggio sopperendo a una sceneggiatura veramente povera da quel punto di vista, dimostrando (se ce ne fosse ancora bisogno dopo la sua splendida interpretazione in Rush) che non è solo un bel faccino ma anche un attore di tutto rispetto. Ma a brillare più di tutti, pur con poche scene, è Ben Whishaw, nel ruolo di Melville, protagonista della sezione più riuscita del film, con pochi gesti e sguardi delinea un personaggio allo stesso tempo fragile e forte, consapevole e insicuro, lasciando il segno come solo grandi attori riescono.

In conclusione, un film da domenica pomeriggio, tutto sommato godibile grazie soprattutto al suo cast, ma deludente per quello che avrebbe potuto esprimere. Come direbbero a scuola, il ragazzo è intelligente, ma non si applica.

mercoledì 2 dicembre 2015

I critici di New York premiano 'Carol' come miglior film dell'anno

La stagione dei premi ormai ha preso il via. Svelati i vincitori dei New York Film Critics Circle 2015, premi assegnati dai critici di New York.

A vincere il premio come miglior film è Carol, film che racconta una struggente storia d'amore tra due donne nell'America degli anni '50. Il film di Todd Haynes si porta a casa 4 premi in tutto, ma nessun riconoscimento per le due attrici.

Nelle categorie degli attori, a vincere come protagonisti sono stati Michael Keaton per Spotlight, e Saoirse Ronan, per Brooklyn. I premi come non protagonisti invece sono andati a Mark Rylance per Bridge of Spies, e Kristen Stewart per Clouds of Sils Maria (ruolo con cui l'attrice ha già vinto il Cesar, l'"Oscar francese").

Miglior film d'animazione è andato a Inside Out della Pixar. Premio speciale a Ennio Morricone per la colonna sonora di The Hateful Eight.

I premi dei critici newyorkesi spesso sono indicativi riguardo le nomination agli Oscar ma non per i vincitori, negli ultimi 10 anni solo tre film premiati ai NYFCC hanno poi vinto l'Oscar. Lo scorso anno a vincere fu Boyhood, che poi raccolse sei nomination di cui solo una si trasformò in vittoria.

Ecco la lista dei vincitori.

Best film: Carol

Best director: Todd Haynes, Carol

Best actor: Michael Keaton, Spotlight

Best actress: Saoirse Ronan, Brooklyn

Best supporting actor: Mark Rylance, Bridge of Spies

Best supporting actress: Kristen Stewart, Clouds of Sils Maria

Best screenplay: Carol, Phyllis Nagy

Best animated film: Inside Out

Best cinematography: Carol, Edward Lachman

Best first film: Son of Saul

Best foreign film: Timbuktu (Mauritania)

Best non-fiction film (documentary): In Jackson Heights directed by Frederick Wiseman.

Special Award: Posthumous award honoring the legacy of William Becker and Janus Films

Special Award # 2: composer Ennio Morricone, The Hateful Eight

National Board of Review: 'Mad Max: Fury Road è il miglior film dell'anno!

La National Board of Review, associazione americana composta da cinefili di diversa provenienza (studenti, insegnanti, professionisti del cinema, storici), ha eletto Mad Max: Fury Road di George Miller come miglior film del 2015.

Ai fini degli Oscar è un premio poco indicativo, negli ultimi 20 anni solo quattro film premiati dalla NBR hanno poi vinto l'Academy Awards (il vincitore dello scorso anno, A Most Violent Year, è stato totalmente ignorato agli Oscar), ma sicuramente è una bella sorpresa visto che Mad Max: Fury Road fa parte di un genere che di rado riesce a rientrare nelle stagioni dei premi

Quella di Mad Max non è stata l'unica scelta interessante della NBR, premiati anche The Martian, The Hateful EightBeasts of No Nation, e fra gli attori spunta anche Sylvester Stallone per Creed. Chissà se Sly riuscirà a dire la sua durante la stagione dei premi. Inside Out della Pixar scelto come miglior film d'animazione.

Ecco tutti i vincitori e le top dei migliori film.

Miglior Film: Mad Max: Fury Road
Miglior regista: Ridley Scott – The Martian
Miglior Attore: Matt Damon – The Martian
Miglior Attrice: Brie Larson – Room
Miglior Attore non protagonista: Sylvester Stallone – Creed
Miglior Attrice non protagonista: Jennifer Jason Leigh – The Hateful Eight
Miglior sceneggiatura originale: Quentin Tarantino – The Hateful Eight
Miglior sceneggiatura adattata: Drew Goddard – The Martian
Miglior film d’animazione: Inside Out
Interpretazione di debutto: Abraham Attah – Beasts of No Nation & Jacob Tremblay – Room
Miglior debutto alla regia: Jonas Carpignano – Mediterranea
Miglior film straniero: Son of Saul
Miglior documentario: Amy
William K. Everson Film History Award: Cecilia De Mille Presley
Miglior cast d’insieme: The Big Short
Spotlight Award: Sicario for Outstanding Collaborative Vision
NBR Freedom of Expression Award: Beasts of No Nation & Mustang

Top 10
Bridge of Spies
Creed
The Hateful Eight
Inside Out
The Martian
Room
Sicario
Spotlight
Straight Outta Compton

Migliori 5 film stranieri
Goodnight Mommy
Mediterranea
Phoenix
The Second Mother
The Tribe

Migliori 5 documentari
Best of Enemies
The Black Panthers: Vanguard of the Revolution
The Diplomat
Listen to Me Marlon
The Look of Silence

Top 10 Film indipendenti
‘71
45 Years
Cop Car
Ex Machina
Grandma
It Follows
James White
Mississippi Grind
Welcome to Me
While We’re Young

martedì 1 dicembre 2015

Annie Awards 2016 - dominio Pixar nelle nomination

Nessuna sorpresa nelle nomination dei 43esimi Annie Awards, gli "Oscar dell'animazione", a farla da padrona è la Pixar con 24 nomination in tutto.

E' Inside Out a ricevere il maggior numero di nomination, ben 14, e a seguire con 10 nomination, Il Viaggio di Arlo.
L'ultima volta che la Pixar si è portata a casa il premio come miglior film d'animazione è stato con Up!, nel 2009, quest'anno però sembra essere il favorito grazie al capolavoro Inside Out.

Gli altri candidati nella categoria Miglior Film d'Animazione sono Shaun the Sheep: the Movie, Snoopy & Friends e Anomalisa di Charlie Kaufman, vero e proprio outsider della categoria.
Due dei maggiori successi della stagione, Minions e Hotel Transylvania 2, hanno ottenuto rispettivamente 7 e 3 nomination.

Gli Annie Awards vengono assegnati dalla International Animated Film Society a Hollywood e sono molto indicativi in prospettiva Oscar, nove degli ultimi 14 vincitori hanno poi vinto anche l'Academy Award come miglior film d'animazione.

I premi saranno consegnati il prossimo 6 febbraio. Ecco tutte le nomination.

Best Animated Feature
“Anomalisa”
“Inside Out”
“Shaun the Sheep The Movie”
“The Good Dinosaur”
“The Peanuts Movie”

Best Animated Special Production
“Elf: Buddy’s Musical Christmas”
“He Named Me Malala”
“I Am A Witness”
“Kite”
“Kurt Cobain: Montage of Heck”
“Niko and the Sword of Light”

Best Animated Short Subject
“Carface”
“DISSONANCE”
“If I was God”
“On Ice”
“Sanjay’s Super Team”
“World of Tomorrow”

Best Animated Television/Broadcast Commercial
“Chex Party Mix: “Holiday Magic”
“Man and Dog”
“Michelin Total Performance: All the Performances In Every Tire”
“We Are All Farmers”

Best Animated Television/Broadcast Production For Preschool Children
“Bubble Guppies”
“PAW Patrol”
“Peter Rabbit”
“Sheriff Callie’s Wild West”
“Transformers Rescue Bots”
“Tumble Leaf”

Best Animated Television/Broadcast Production For Children
“Clarence”
“Gravity Falls”
“Harvey Beaks”
“Sanjay & Craig”
“Star vs the Forces of Evil”
“Steven Universe”
“Wander Over Yonder”

Best General Audience Animated Television/Broadcast Production
“Bob’s Burgers”
“BoJack Horseman”
“Moonbeam City”
“The Simpsons”

Best Animated Feature-Independent
“Boy and the World”
“Kahlil Gibran‘s The Prophet”
“The Boy and the Beast”
“When Marnie Was There”

Best Student Film
“Can I Stay?”
“Dodoba”
“ed”
“Life Smartphone”
“Mother”
“Nice To Meeteor You”
“Shift”
“T he Casebook of Nips & Porkington”

Animated Effects in an Animated Production
“Home”
“Hotel Transylvania 2”
“Inside Out”
“Minions”
“The Good Dinosaur”
“The SpongeBob Movie: Sponge Out of Water”

Animated Effects in a Live Action Production
“Jurassic World” – Animated Effects
“Marvel’s Avengers: Age of Ultron” – Sokovia Destruction
“Maze Runner”: The Scorch Trials
“The Hobbit : The Battle of the Five Armies”

Character Animation in an Animated Television / Broadcast Production
- “Dragons: Race to the Edge”
Episode: “Have Dragon Will Travel, Part 2,” Yong-Zhi Sun
- “Dragons: Race to the Edge”
Episode: “Have Dragon Will Travel, Part 1,” Chi-Ho Chan
- “Elf: Buddy’s Musical Christmas”
Episode: Elf: Buddy’s Musical Christmas, Alfonso Estrada
- “Elf: Buddy’s Musical Christmas”
Episode: Elf: Buddy’s Musical Christmas, Scott Daros
- “Peter Rabbit”
Episode: 216 – The Kitten and Pig Adventure, Maurizio Parimbelli
- “Turbo FAST”
Episode: “Turboldly Go,” Ryan MacNeil
- “Wander Over Yonder”
Episode: The Good Bad Guy, Justin Nichols

Character Animation in an Animated Feature Production
“Home,” Mark Donald
“Inside Out,” Allison Rutland
“Inside Out,” Travis Hathaway
“Minions,” Hichem Arfaoui
“The Good Dinosaur,” Mark C. Harris
“The Good Dinosaur,” K.C. Roeyer
“The Peanuts Movie,” BJ Crawford

Character Animation in a Live Action Production
“Jurassic World” – Indominus Rex
“Marvel’s Avengers: Age of Ultron” – The Hulk
“Marvel’s Avengers: Age of Ultron” – Ultron
“The Hobbit: The Battle of the Five Armies” – AZOG
“The Hobbit: The Battle of the Five Armies” – SMAUG
“The Revenant” – Judy

Character Animation in a Video Game
“Armikrog”
“Evolve”
“Invisible, Inc.”

Character Design in an Animated Television / Broadcast Production
- “Breadwinners”
Episode: Wrath of the Pizza Lord
- “Elf : Buddy’s Musical Christmas”
Episode: Elf: Buddy’s Musical Christmas
- “Harvey Beaks”
Episode: Night Club Night
- “Pickle and Peanut”
Episode: Swim Lessons
- “Pig Goat Banana Cricket”
Episode: Pig Goat Banana Cricket High Five!
- “Pig Goat Banana Cricket”
Episode: Miss Cutesy Meow Meows
- “The Mr. Peabody and Sherman Show”
Episode: “New Sponsor/ Cleopatra”

Character Design in an Animated Feature Production
“Hotel Transylvania 2”
“Inside Out”
“Minions”
“The Good Dinosaur”

Directing in an Animated Television / Broadcast Production
“Archer,” Bryan Fordney
“Disney Mickey Mouse,” Dave Wasson
“Dragons: Race to the Edge,” TJ Sullivan
“Elf: Buddy’s Musical Christmas,” Mark Caballero, Seamus Walsh
“Gravity Falls,” Matt Braly
“Mickey Mouse,” Heiko Drengenberg
“Pickle and Peanut,” Ken Wong
“Steven Universe,” Ian Jones-Quartey

Directing in an Animated Feature Production
“Anomalisa,” Charlie Kaufman, Duke Johnson
“Extraordinary Tales,” Raul Garcia
“Inside Out,” Pete Docter
“Kahlil Gibran‘s The Prophet,” Roger Allers
“Shaun the Sheep The Movie,” Mark Burton, Richard Starzak
“The Peanuts Movie,” Steve Martino
“When Marnie Was There,” Hiromasa Yonebayashi

Music in an Animated Television / Broadcast Production
“Disney Mickey Mouse,” Christopher Willis
“Elf: Buddy’s Musical Christmas,” Matthew Sklar, Christopher Guardino
“Puff in Rock,” Einar Tonsberg
“Sanjay & Craig,” Nick Bachman, Neil Graf, Matt Mahaffey, Jonathan Hylander
“Sheriff Callie’s Wild West,” Mike Himelstein, Joe Ansolabehere, Mike Barnett
“The Venture Bros: All This And Gargantua-2,” J.G. Thirlwell
“Wander Over Yonder,” Andy Bean

Music in an Animated Feature Production
“Anomalisa,” Carter Burwell
“Batman Unlimited: Monster Mayhem,” Kevin Riepl
“Boy and the World,” Ruben Feffer, Gustavo Kurlat, GEM Grupo Experimental de
Música, Emicida
“Inside Out,” Michael Giacchino
“The Good Dinosaur,” Mychael Danna, Jeff Danna

Production Design in an Animated Television / Broadcast Production
- “Dawn of the Croods”
Episode: “Garden of Eaten”
- “Fresh Beat Band of Spies”
Episode: 107, Singing Pirate
- “Gravity Falls”
Episode: Xpcveaoqfoxso (Weirdmageddon)
- “Pig Goat Banana Cricket”
Episode: Happy Chalawunga!
- “Pig Goat Banana Cricket”
Episode: Prank Thy Neighbor
- “Puff in Rock”
Episode: Night Lights
- “The Mr. Peabody and Sherman Show”
Episode: “Peabody’s Parents/Galileo”

Production Design in an Animated Feature Production
“Boy and the World”
“He Named Me Malala”
“Home”
“Inside Out”
“Minions”
“Shaun the Sheep The Movie”
“The Good Dinosaur”

Storyboarding in an Animated Television / Broadcast Production
“Adventure Time”
“Dragons: Race to the Edge”
“Niko and the Sword of Light”
“Steven Universe”
“The Adventures of Puss in Boots”
“Wander Over Yonder”
“We Bare Bears”

Storyboarding in an Animated Feature Production
“Extraordinary Tales,” Antonio Santamaria
“Hotel Transylvania 2,” Mike Smukavic
“Inside Out,” Tony Rosenast
“Inside Out,” Domee Shi
“Minions,” Habib Louati
“The Good Dinosaur,” Bill Presing
“The Good Dinosaur,” Rosana Sullivan
“The Good Dinosaur,” J.P. Vine, Tony Rosenast, Enrico Casarosa

Voice Acting in an Animated Television / Broadcast Production
“Bob’s Burgers,” Kristen Schaal
“Breadwinners,” Eric Bauza
“Dawn of the Croods,” Grey Griffin
“Dawn of the Croods,” Larainne Newman
“Pig Goat Banana Cricket,” Matt Jones
“Star vs the Forces of Evil,” Alan Tudyk
“The Adventures of Puss in Boots,” Eric Bauza
“Uncle Grandpa,” Kevin Michael Richardson

Voice Acting in an Animated Feature Production
“Anomalisa,” Jennifer Jason Leigh
“Inside Out,” Amy Poehler
“Inside Out,” Phyllis Smith
“Minions,” Pierre Coffin
“Minions,” Jon Hamm
“The Peanuts Movie,” Alex Garfin
“The Peanuts Movie,” Hadley Belle
“The SpongeBob Movie: Sponge Out of Water,” Tom Kenny

Writing in an Animated Television / Broadcast Production
“Adventure Time
“Bob’s Burgers”
“Gravity Falls”
“The Simpsons”

Writing in an Animated Feature Production
“Inside Out”
“Shaun the Sheep The Movie”
“When Marnie Was There”

Editorial in an Animated Television / Broadcast Production
“All Hail King Julien”
“Disney Mickey Mouse”
“Dragons: Race to the Edge”
“Elf: Buddy’s Musical Christmas”
“Lost Treasure Hunt”
“Phineas and Ferb”
“Star vs the Forces of Evil”

Editorial in an Animated Feature Production
“Anomalisa”
“Inside Out”
“Kahlil Gibran‘s The Prophet”
“Shaun the Sheep The Movie”

martedì 24 novembre 2015

Miss Julie - la recensione

L'attrice e regista Liv Ullmann porta al cinema il teatro adattando la tragedia di Strindberg, La Signorina Julie.

Fine '800, è una notte di mezza estate e Miss Julie (Chastain), figlia del barone, viene lasciata sola nella villa di campagna insieme ai due domestici, il servo John (Farrell) e la cuoca Kathleen (Morton). La notte si avvicina e Miss Julie scende in cucina dove John e Kathleen stanno chiacchierando prima di andare a riposare. Kathleen si chiude nella sua stanza lasciandoli soli, ma sente il pericolo nell'aria. Miss Julie cerca di sedurre John, in modo sfacciato e sconveniente per una donna del suo rango. All'inizio John prova a resistere, ma poi cede alle provocazioni della ragazza arrivando anche a confessare di essere sempre stato innamorato di lei, fin da bambino. Le loro azioni in una notte che sembra lunghissima, sconvolgeranno le loro vite, tra seduzione, disgusto, odio, violenza, il sogno di una fuga che prima sembra d'amore, poi di disperazione, fino all'arrivo della mattina, e al ritorno del padrone, quando si manifesta la tragedia.

Liv Ullmann cambia paese (dalla Svezia alla campagna irlandese) ma decide di restare fedele al testo originale di Strindberg, e riesce a confondere molto bene i ruoli dei due personaggi principali, la signorina Julie e il servo John. Chi è vittima e chi è carnefice? I due si scambiano i ruoli e sono sia l'uno che l'altro, ma il finale tragico, così come lo presenta la regista, tende a favore della donna, raccontando in modo sottile come un uomo possa soggiogare e sacrificare una donna per salvare se stesso.
Essendo tratto da una opera teatrale, Miss Julie è piuttosto statico nella sua rappresentazione. Caratterizzato da scambi verbali molto lunghi e molto intensi, con solo tre attori in scena, e ambientato praticamente tutto in una antica cucina (ricostruita in modo perfetto e affascinante), con solo alcuni momenti fuori o in altre stanze, il film lentamente diventa quasi claustrofobico. La staticità "teatrale" però è croce e delizia: se da una parte è funzionale alla storia, dall'altra rende il film difficile da seguire senza distrarsi ogni tanto.

Solo tre attori nel cast, e purtroppo una delle tre è stata una scelta poco indovinata. Jessica Chastain incanta e ipnotizza grazie all'intensità della sua interpretazione, con la sua bravura riesce a dare mille sfaccettature a un personaggio che cambia tono in continuazione, e riesce a riaccendere l'attenzione dello spettatore anche quando la storia rallenta e l'attenzione cala. Samantha Morton dei tre è quella con meno scene ma offre una interpretazione solidissima ed essenziale, mai una espressione o un movimento sprecato o esagerato. Al contrario delle due attrici, Colin Farrell risulta totalmente inadeguato al ruolo, troppe smorfie, inutilmente sopra le righe, riesce a trasmettere l'ambiguità del suo personaggio solo in alcuni rari momenti, ma il confronto con le sue partner di set è, purtroppo per lui, impietoso.

Miss Julie è un film ben confezionato e con delle ottime interpretazioni (a parte Farrell), molto statico, spesso è più teatro che cinema, con un finale tragico e molto bello, ma è un film piuttosto faticoso da portare a termine.

venerdì 20 novembre 2015

Mr Holmes - la recensione

Ormai anziano e ritiratosi in un grazioso angolo del Sussex, tra api e miele, Sherlock Holmes non è l'uomo leggendario che tutti credono di conoscere. Scontento della versione che John Watson ha dato alle stampe del suo ultimo caso, tenta in ogni modo di far luce sulla sua memoria sempre più nebulosa e risolvere un enigma che sembra quasi un'ossessione, aiutato da un viaggio in Giappone e dal rapporto instaurato con il giovane figlio della sua padrona di casa.



Tratto dal romanzo di Mitch Cullin, A Slight Trick of the Mind, diretto dal premio oscar Bill Condon e con nientemeno che Sir Ian McKellen nel ruolo del protagonista, Mr Holmes era tutto sommato un film facile da rendere piacevole.
Eppure non funziona praticamente nulla: né la regia, piatta e senza alcuna grinta, né la sceneggiatura, a tratti confusionaria, a tratti di una noia insopportabile, e incredibilmente nemmeno l'interpretazione di Ian McKellen, troppo sopra le righe nell'enfatizzare una senilità smaccata, fatta di sguardi persi nel vuoto e una debolezza fisica che va e viene a seconda dell'occasione.
Condon vorrebbe proporre un Holmes più realistico, ma ottiene esclusivamente un personaggio insulso, con cui lo spettatore non riesce ad empatizzare, cercando continuamente quella genialità che dovrebbe caratterizzare la mente acuta del detective e che invece si perde in un mare di miele, per poi ritornare a una celebrazione del mito e della leggenda piuttosto che la scialba realtà.

Dopo essere arrivati faticosamente alla fine, tra uno sbadiglio e un momento di confusione dovuto al montaggio troppo spesso ai limiti della "schizofrenia", non rimane che la sensazione di aver perso un'importate occasione per raccontare qualcosa di più su uno dei personaggi più affascinanti che la letteratura ha da offrire, in favore di un pasticcio buonista e senza carattere.

mercoledì 18 novembre 2015

Star Wars: Il Risveglio della Forza - Andy Serkis parla del suo misterioso personaggio

Uno dei personaggi più misteriosi dell'attesissimo Star Wars: Il Risveglio della Forza è senza dubbio il Leader Supremo Snoke. Personaggio digitale creato grazie alla motion capture, e chi è stato a dargli movimenti e voce? il più bravo di tutti, Andy Serkis.

Recentemente l'attore ha rilasciato due interviste molto interessanti a Empire e EW, in cui ha svelato alcuni dettagli molto interessanti su Snoke e la lavorazione del film.

Ecco le parole di Serkis a Entertainment Weekly.

"È stata la prima volta, per me, in cui non ho avuto idea di che aspetto avrebbe avuto il personaggio che stavo interpretando sul set. Questa sì che è segretezza! [...] Quando abbiamo iniziato a lavorarci. J.J. [Abrams] aveva solo qualche idea su come Snoke sarebbe stato, ma non era una immagine completamente formata. Si è completata solo durante le nostre discussioni e con la mia interpretazione".
L'aspetto di Snoke è stato un "work in progress" durante le riprese.  "Abbiamo girato le scene sul set, ero presente in tutte le scene in cui sono con gli altri attori", ha spiegato Serkis, "Ma la cosa bella di questo processo è che puoi tornare indietro e modificare ogni dettaglio, aggiungendo nuove informazioni. Così dopo le riprese abbiamo realizzato diverse nuove sessioni a Londra, nella mia compagnia, The Imaginarium, mentre Abrams mi dava direttive da Los Angeles. Abbiamo aggiunto ulteriori dettagli al personaggio, è stato affascinante. E nel frattempo abbiamo visto crescere il look e il design del personaggio, modificandosi come la performance".
Perché non ha potuto interpretarlo realmente, fisicamente? "Impossibile, basterebbero le sue dimensioni. È molto grosso. Ed è alto. E l’aspetto del suo volto... non era possibile riprodurlo con il make-up prostetico. È troppo estremo. Senza svelare nulla, ha una struttura ossea e facciale davvero distintiva e idiosincratica", ha dichiarato l'attore.

Del Leader Supremo Snoke si sa solo che è un villain, Serkis dà qualche informazione in più: "È un personaggio molto enigmatico, stranamente vulnerabile e molto potente. Ovviamente ha un piano molto ampio. Ha subito moltissimi danni. E, come ho detto, ha una strana vulnerabilità, che contraddice i suoi veri piani. Sarebbe stato impossibile da fare. [...] È un personaggio nuovo in questo universo. È un personaggio introdotto in questo film, sa ciò che è successo in passato, c’era all'epoca degli eventi passati... Diciamo che è molto consapevole di ciò che è avvenuto in passato".

Passano pochi giorni e Andy Serkis svela qualche altro dettaglio, molto interessante, in una intervista a Empire.

"È stata una situazione abbastanza insolita. Ho lavorato in particolare con Domhnall Gleeson e con Adam Driver. Nel mio primo giorno di riprese sono stato in piedi su un palco alto quasi otto metri, senza avere la più pallida idea di che aspetto avesse Snoke. Ero molto in alto, da solo e lontano da tutti, ma comunque nella stessa scena".

Nel film, sia Domhnall Gleeson che Adam Driver interpretano due villain, il Generale Hux il primo, e il già famoso Kylo Ren il secondo.

Serkis ha poi raccontato l'espediente usato per rendere ancora più "grande" e distante Snoke rispetto agli altri: "Abbiamo usato una sorta di metodo “Kongolizer” per modificare e amplificare il suono della mia voce attraverso degli altoparlanti, per rendere meglio il senso della distanza del personaggio. È stato molto impegnativo e spaventoso, anzi, probabilmente è stata una delle esperienze più spaventose che abbia mai avuto in questo campo!".

Nessun dettaglio particolare però sull'aspetto fisico. "È gravemente ferito. Anche se è un potente leader, Snoke è vulnerabile. Sfregiato e sfigurato", ha detto Serkis.

Il film sarà nelle sale italiane il 16 dicembre (il 18 negli USA), quindi fra meno di un mese scopriremo tutto.

sabato 7 novembre 2015

SPECTRE - la recensione

Ancora scosso dopo gli eventi di Skyfall, James Bond si lancia a capofitto in un nuovo mistero andando contro gli ordini diretti dello stesso M, mentre una nuova disposizione politica rischia di far chiudere per sempre la sezione 007. Cosa si nasconde dietro alla misteriosa organizzazione chiamata SPECTRE?


Proprio come Bond, anche lo spettatore arriva a questo 24° episodio della saga sull'Agente Segreto al servizio di Sua Maestà con le immagini di Skyfall ancora negli occhi, un'eredità pesantissima superare o anche solo eguagliare quello che probabilmente è stato il miglior film della saga. Sam Mendes non è certo un dilettante alla prime armi e inizia subito mettendolo in chiaro: la scena iniziale è, infatti, un lungo piano sequenza in cui, tra le maschere della Festa dei Morti di Città del Messico, si alternano musica dal vero e un inseguimento adrenalinico, ottenendo l'immediata attenzione del pubblico. I titoli di testa sono ancora sullo stile di quelli del film precedente, con Writing's on the wall di Sam Smith al posto di Skyfall di Adele, forse un po' troppo lunghi ma comunque meravigliosi a livello visivo ed evocativo.
Da qui la prima parte del film scivola via con fluidità, tra azione e le bellissime riprese romane e un inseguimento in automobile degno della miglior tradizione. C'è anche Monica Bellucci che, sempre bellissima, non dà prova delle migliori doti recitative, ma fortunatamente è in scena molto poco e la sua performance è presto dimenticata.
Di tutt'altro impatto è Léa Seydoux, vera Bond Girl della pellicola, avvolta da un'aura eterea e di ben altre capacità interpretative, la sua chimica con Daniel Craig è una delle cose migliori del film e anche il personaggio stesso è molto interessante e ben caratterizzato.
Perfetti anche gli altri membri della squadra "dei buoni": Ben Wishaw è un perfetto Q, Naomie Harris è sempre più calata nel ruolo di Moneypenny, e Ralph Fiennes raccoglie egregiamente l'eredità lasciata da Judi Dench ed è un magnifico M.
Una mezza delusione invece i villain: se Andrew Scott riesce a essere viscido quanto necessario, Christoph Waltz finisce per essere intrappolato nel suo solito ruolo di freddo psicopatico. Per quanto il personaggio da lui interpretato sia un cattivo molto classico nei film di Bond (con tanto di discorso sulla conquista del mondo in un bunker segreto) non riesce a convincere appieno e non raggiunge neanche lontanamente la presenza scenica e l'aura di sottile minaccia che Bardem era riuscito a imprimere al suo Silva in Skyfall.
Proprio a causa di questo, la seconda parte del film cala un po' nel ritmo e risulta a volte macchinosa, pur regalando momenti nostalgici e vere chicche per gli appassionati delle autocitazioni.
Pur con qualche difetto e senza riuscire del quasi impossibile compito di eguagliare il suo predecessore, SPECTRE riesce a intrattenere più che degnamente e risulta essere un ottimo film. Se questo dovesse essere l'ultimo film dell'era Craig, come molto probabilmente avverrà, allora si può dire che è stata una degna conclusione di un ciclo che ha riportato 007 agli antichi splendori.

sabato 31 ottobre 2015

I 5 film (non horror) da vedere la notte di Halloween

Ad Halloween, si sa, il terrore e i mostri la fanno da padrone e niente è meglio di un bel film horror, vero?
Per noi di Frame non sempre l'horror è la soluzione più appropriata per la notte delle streghe.
Ecco 5 film che secondo noi sono ottime alternative per festeggiare degnamente la festa più spaventosa dell'anno!


Frankenweenie


Tim Burton prende il suo vecchio cortometraggio sul bambino che riporta in vita il suo cane e ne fa un omaggio incredibile ai vecchi film horror di serie B da lui tanto amati.
In stop motion e in bianco e nero, questo film vi catapulterà in un mondo fatto di personaggi bizzarri e citazioni cinematografiche. Spaventoso e divertente.


Intervista col Vampiro


Un cast eccezionale (su cui spicca un incredibile Tom Cruise) e Neil Jordan alla regia per la riuscitissima trasposizione del romanzo gotico di Anne Rice. Vampiri, sangue, amore e morte si alternano in un'atmosfera cupa e romantica, grazie anche alla splendida fotografia.
Il vero film sui vampiri prima che i film sui vampiri diventassero di moda.



Il Labirinto del Fauno


Fantasy-horror targato Guillermo del Toro. Un'affascinante favola nera che trasporta lo spettatore in un mondo tanto fantastico quanto reale e strettamente collegato alla violenta realtà della Guerra Civile spagnola. Animato da intriganti fauni e inquietanti creature, il film di Del Toro conquista subito per lo stile e l'estetica, grazie anche a una meravigliosa fotografia e delle splendide scenografie, e commuove in un finale carico di significato.


La Cosa


L'opera di John Carpenter è uno di quei film maturati nel tempo. Etichettato come "flop" nel 1982, oggi è considerato un vero e proprio cult del genere horror fantascientifico. Al centro della storia un gruppo di persone costrette a convivere (capitanate da un eccezionale Kurt Russell) e una entità aliena in grado di entrare in un uomo, infettarlo, trasformarlo in mostro e assumerne le sembianze replicandolo perfettamente. Il risultato è il panico, la paranoia del non sapere chi è chi, acuite dal luogo estremo in cui si svolge l'azione, una fredda e isolata base in Antartide. Con effetti speciali "materiali" (animatronics, lattice, modellini) e un finale che lascia tutto in sospeso.


Il Corvo


Tratto dall'omonimo fumetto di James O'Barr, è una storia d'amore e vendetta, con un'estetica dark-rock e un personaggio principale, Eric Draven, che ha conquistato subito il pubblico. A consegnarlo al mito però è stata l'assurda e prematura scomparsa di Brandon Lee (assolutamente perfetto nei panni de "Il Corvo"), morto sul set a causa di una incredibile leggerezza da parte dello staff nell'uso di una pistola.


Frame

martedì 27 ottobre 2015

Legend - la recensione

Londra, anni '60: i gemelli Ronnie e Reggie Kray sono i  capi incontrastati della malavita dell'East End e dei veri e propri idoli popolari. Il primo è spietato, folle, dichiaratamente gay, mentre il secondo è razionale, calcolatore e innamorato di Frances, aspirante segretaria.
Ed è proprio il rapporto romantico tra Reggie e Frances (anche voce narrante della vicenda), unito al forte legame tra i due fratelli, tanto identici di aspetto quanto diversi di carattere, il centro focale della pellicola.


A interpretare i gemelli Kray c'è il talentuoso Tom Hardy, e si può dire che l'intero film non è altro che uno sfoggio della bravura dell'attore inglese, talmente calato nei due ruoli che ci si dimentica praticamente subito che siamo di fronte allo stesso interprete.
Nei panni di Ronnie, Hardy assume un atteggiamento strafottente, con una postura fisica particolare, le labbra sporgenti e la parlata caratteristica, riesce a imprimere nel personaggio una incredibile follia sanguinaria e allo stesso tempo un'ingenuità quasi tenera, in un certo senso esagerata e macchiettistica. Come Reggie, invece, assistiamo a un'interpretazione più misurata, intensa, a dimostrazione che ciò che stiamo vedendo non è frutto del caso, ma di un attento studio su personaggi e una padronanza della tecnica recitativa sopraffine.
E' veramente difficile rimanere indifferenti alla bravura di questo Tom Hardy, e non è esagerato dire che si tratta di una delle migliori performance degli ultimi anni. Ogni cosa, nella pellicola, sembra puntare quasi unicamente all'esaltazione del suo protagonista, tralasciando un po' il resto.

Nella prima parte del film il ritmo è davvero alto, ci si diverte moltissimo e si gioca molto bene con i vari cliché del genere gangster, generando tutta una serie di situazioni apprezzabili, soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Ronnie e il rapporto tra i due fratelli.
Verso il finale però si perde un po' di ritmo e si rallenta, perdendosi forse troppo nelle traversie romantiche e nel personaggio poco riuscito di Frances, per cui si dovrebbe simpatizzare ma che risulta piuttosto scialba e spesso antipatica.
In un certo senso il film risulta anticlimatico, con una partenza scoppiettate e un finale con il freno a mano tirato. Comunque il film intrattiene egregiamente, soprattutto grazie all'interpretazione straordinaria di Tom Hardy, vero punto di forza che innalza questo Legend da "buono" a "ottimo".

lunedì 26 ottobre 2015

Truth - la recensione

La storia vera di Mary Mapes, dell'inchiesta sulle presunte inadempienze dell'allora Presidente George W. Bush nella Guardia Nazionale e delle indagini sulla veridicità di tale notizia.

Ad aprire il Festival del Cinema di Roma è un film sul giornalismo, scelta particolare, riuscita solo a tratti, ma che si può avvalere di un gran cast.
Truth è un film che comunica solidità, sia per quanto riguarda la regia, che la sceneggiatura, ma che trova in questa solidità forse il suo più grande difetto, lasciando un po' troppo in disparte l'aspetto più umano della vicenda, in particolare il rapporto tra Mary (sempre straordinaria Cate Blanchett) e Dan Rather (Robert Redford) che viene affrontato ma mai approfondito come avrebbe meritato.

Il film ci mette un po' a ingranare, soffre una prima metà particolarmente lenta e non troppo coinvolgente, ma si riprende benissimo nella seconda parte, aumentando il ritmo della narrazione, anche se rimane una certa freddezza di fondo che impedisce allo spettatore di empatizzare del tutto con i personaggi.
In sostanza ci troviamo di fronte a un film compatto, ottimamente scritto, girato e interpretato, ma che non riesce ad andare oltre al messaggio politico. Un film tutto di mente, ma un po' di cuore avrebbe fatto sicuramente bene.

mercoledì 21 ottobre 2015

The Walk - la recensione

Quando si porta in scena una biografia, di solito, c'è bisogno di romanzare, aggiungere quel qualcosa in più necessaria alla spettacolarizzazione che il cinema richiede per la sua stessa natura.
Ma poi ti capita tra le mani una storia che è già di per sé incredibile, che non ha bisogno di nulla se non di sé stessa per tenere tutti incollati alla poltrona.
E' il caso della leggendaria impresa di Philippe Petit, il funambolo francese che il 7 Agosto 1975 tese un filo tra le due Torri Gemelle del World Trade Center e vi rimase per ben 45 minuti, andando avanti e indietro sotto gli occhi della polizia e della gente di New York.
Non occorre davvero nient'altro che questo, per avere un gran film, e infatti qualche anno fa il documentario Man on Wire - Un uomo tra le Torri, sorprese Venezia e si portò a casa un meritatissimo Oscar.

Ora è il turno di Robert Zemeckis, regista che, pur spaziando tra molti generi diversi, può vantare un'impronta stilistica inconfondibile, e che è possibile riconoscere anche nel suo ultimo lavoro.
The Walk è molto diverso da quello che si potrebbe pensare, infatti decide coraggiosamente di rinunciare alla facile drammatizzazione legata al ricordo, così caro al pubblico americano, delle due Torri Gemelle, e di impostare l'intera pellicola come un vero e proprio Heist Movie, fatto di suspance e di complici, tutto condito con una leggerezza e un'ironia incarnata alla perfezione dal bravissimo Joseph Gordon Levitt, che per l'occasione sfoggia un accento francese quasi perfetto, senza però dimenticare il romanticismo e la saggezza, incarnati dal meraviglioso personaggio di Ben Kingsley.
Ma The Walk è anche e soprattutto grande cinema, nel senso più puro del termine, in cui si ride, ci si commuove, si rimane a bocca aperta. Zemeckis dirige magistralmente con movimenti di macchina vertiginosi, su e giù per quelle due Torri, vere protagoniste del film, e poi ci trascina nel vuoto, quel vuoto che si apre sotto i piedi di Philippe, in una scena che è al contempo fonte di ansia e di serenità, grazie anche a un 3D che, per una volta, non è superfluo, anzi, appare quasi indispensabile.

The Walk è un film inaspettato, poetico, divertente visivamente grandioso, un ritorno in grande stile per uno dei registi che ha sempre fatto della realizzazione dell'impossibile il suo punto forte.
Una passeggiata nel vuoto che lascia senza fiato.

martedì 20 ottobre 2015

Freeheld - la recensione

La vera storia di Laurel Hester, detective di polizia nel New Jersey che, affetta da cancro terminale, intraprese una vera e propria battaglia per far sì che i suoi benefici pensionistici potessero andare alla sua compagna Stacie.

Freeheld è un film che punta a commuovere il suo pubblico, lo fa piuttosto palesemente e alla fine ci riesce anche, grazie soprattutto alle due magnifiche interpreti, una sempre perfetta Julianne Moore e una fantastica Ellen Page. Entrambe donano un'interpretazione misurata, mai eccessiva nonostante il pesante trucco che sfigura la Moore per la maggior parte del film. Ottimo come sempre anche Steve Carrell, comic relief atto a sdrammatizzare una storia che è davvero pesante e drammatica, anche se le sue battute non sempre risultano riuscite e a volte sono un po' fuori luogo.

Senza particolari guizzi, Peter Sollett porta a casa un buon film che riesce perfettamente nel suo intento di toccare le corde più emotive, provocando più di qualche lacrima in sala, un po' meno quando si tratta di andare a fondo in una denuncia sociale e politica riguardo un argomento di grande attualità, relegato alle didascalie finali forse eccessivamente lunghe e piuttosto buoniste.

domenica 18 ottobre 2015

Pan - la recensione

Quella di Peter Pan è sempre stata una storia che ha acceso la fantasia non solo di grandi e piccini, ma anche delle produzioni hollywoodiane, che negli anni hanno dato vita a molteplici adattamenti, più o meno fedeli.

Joe Wright, regista inglese avvezzo alle trasposizioni di grandi classici, è l'ultimo di questa lunga lista. Il regista decide però di prendere un'altra strada e di raccontare non di Wendy, dei bimbi sperduti o della lotta con Capitan Uncino, ma di andare alle origini, a quando Peter era un orfano nella Londra della Seconda Guerra Mondiale e Uncino uno spiantato prigioniero del temibile Barbanera.

Se dal lato puramente visivo gli scenari fantasy e il look steampunk del film Pan funzionano alla perfezione (aiutati da una splendida colonna sonora che spazia dal classico al rock), purtroppo non si può dire lo stesso della sostanza del film. Il peccato non sta tanto nello stravolgere le origini del personaggio di Peter Pan (da bambino fuggito perché non vuole crescere a orfano in cerca della sua famiglia), quanto nell'appiattimento totale di storia e personaggi, mettendo insieme una serie di cliché (l'orfano che si rivela essere il prescelto, l'avventuriero un po' sbruffone, il cattivo geloso, ecc) senza mordente. E mentre il personaggio di Barbanera, seppur banale, si salva grazie alla immensa presenza scenica di Hugh Jackman, a farne maggiormente le spese è il futuro Capitan Uncino, che da malinconico e affascinante villain si ritrova a essere la spalla simpatica, un po' Indiana Jones, un po' Star Lord, presto dimenticato.

Non è necessario scomodare capolavori come Hook, ma questo Pan perde anche contro lavori onesti come il recente Peter Pan di P.J. Hogan, molto meno spettacolare, ma ben più profondo. Un vero passo falso nella carriera di Wright che, fin ora, aveva sbagliato molto poco.

Chiara

venerdì 16 ottobre 2015

Woman in Gold - la recensione

La Seconda Guerra Mondiale da sempre offre tantissime storie al cinema, Woman in Gold di Simon Curtis si aggiunge alla lista di film che raccontano le vergognose ingiustizie perpetrate dai nazisti.

Il film racconta la vera storia di Maria Altman (H.Mirren), una donna austriaca, ebrea, fuggita dal proprio paese per sfuggire ai nazisti che, come erano soliti fare, saccheggiarono l'abitazione della sua famiglia. Tra i quadri portati via c'era che il Ritratto di Adele Bloch-Bauer I di Gustav Klimt, la "Donna in Oro". dipinto che raffigurava l'amata zia di Maria.
Passati cinquanta anni, Maria, con l'aiuto di un giovane avvocato (R.Reynolds), decide di chiedere al governo austriaco la restituzione del suo quadro, che nel frattempo è diventato un vero e proprio simbolo per il paese.

Simon Curtis, regista di Marilyn, decide di puntare sulla leggerezza e sull'intrattenimento invece di premere sulla drammaticità degli eventi storici. Il regista divide il film tra presente e passato, raccontato tramite flashback (con un'ottima fotografia) che all'inizio sembrano spezzare un po' il ritmo delle scene ambientate nel presente ma, piano piano, conquistano l'attenzione dello spettatore.

Il film punta praticamente tutto sulla sua protagonista, la sempre meravigliosa Helen Mirren, che grazie alla sua straordinaria bravura e presenza scenica, riesce a rendere credibile, emozionante e divertente qualsiasi battuta. Tutto quello che succede nel film passa dalla Mirren, sia i momenti più leggeri e spiritosi che quelli più profondi. L'attrice premio Oscar catalizza tutta l'attenzione e a farne le spese è il suo partner di set, Ryan Reynolds, che fatica un po' a venire fuori anche se alla fine riesce a ritagliarsi il suo piccolo spazio. Nel cast sono presenti anche Daniel Brühl, Katie Holmes, Tatiana Maslany, Max Irons, Charles Dance, Jonathan Pryce e Antje Traue, a cui è stato affidato il compito di interpretare la malinconica zia rappresentata nel celebre quadro di Klimt.

Il film di Curtis ha forse la pecca di non voler essere troppo serio, di voler essere solo il racconto di una storia, senza epicità, senza dramma, senza approfondire troppo l'aspetto storico, ma Woman in Gold è un film che si vede e si lascia vedere con piacere.