lunedì 31 marzo 2014

'Serena': otto immagini dal nuovo film con Jennifer Lawrence e Bradley Cooper

Jennifer Lawrence e Bradley Cooper insieme per la terza volta nel film drammatico 'Serena', diretto dal premio Oscar Susanne Bier.

Tratto dal romanzo di Ron Rash, la storia è ambientata nel 1929 e segue una coppia di neo sposi, George e Serena (Cooper e Lawrence) in viaggio da Boston al North Carolina, dove hanno intenzione di stabilirsi per mettere su un'impresa commerciale di legnami. Per George è un ritorno, essendo cresciuto da quelle parti dove ha anche un figlio illegittimo nato da una relazione passata, mentre per Serena è un radicale cambiamento ma riesce ad adattarsi velocemente rivelandosi una donna molto forte. I due riescono a costruire un impero commerciale eliminando, anche violentemente, tutti quelli che gli ostacolano la strada. Le cose precipiteranno quando il passato di George, s'intreccerà con la scalata al potere e a rimetterci sarà anche il rapporto fra marito e moglie.
Nel cast anche Toby Jones e Rhys Ifans.

Aspettando una data d'uscita, probabilmente nella seconda metà del 2014, ecco otto nuove immagini del film.












Captain America: The Winter Soldier - la recensione

Dopo esser stato ibernato per quasi 70 anni e dopo aver combattuto al fianco di "bizzarri" compagni nella battaglia di New York (The Avengers), il super-soldato Steve Rogers non riesce ancora ad adattarsi al mondo di oggi. Le sue certezze sono praticamente inesistenti e quelle poche che è riuscito a comprendere gli si rivoltano inevitabilmente contro.

Captain America: The Winter Soldiers è un cinecomic diverso, il che è un bene se consideriamo il discutibile esordio avuto nel 2011 con il primo capitolo 'Captain America: Il Primo Vendicatore'. Lì, l'amato supereroe, risultava addirittura fastidioso, e anche in The Avengers, nonostante la grande maestria di Joss Whedon, il Capitano riusciva ad essere solo la spalla di personaggi più carismatici. In The Winter Soldier invece l'anima di Rogers riesce a conquistare anche i più scettici. Non fraintendiamo, rimane sempre il solito patriottico sfegatato, ma le varie incertezze con cui sarà messo alla prova durante la pellicola lo faranno diventare (fortunatamente) più umano e comprensibile. Si formeranno nuove amicizie e se ne rafforzeranno altre. Steve Rogers infatti non è da solo. La scaltra Vedova Nera non rimarrà solo una collega ma diventerà un'amica fedele. In più, l'entrata in scena di nuovi personaggi come Falcon e Alexander Pierce daranno modo al protagonista di relazionarsi meglio con la realtà. Ma il passato è sempre dietro l'angolo per il Capitano Rogers. Il misterioso Soldato D'Inverno (ed anche altri fattori) faranno fare un duro salto temporale al nostro protagonista. Il male dell'Hydra è sopravvissuto fino ad oggi e la sua furia criminale non guarda in faccia nessuno.



Lo scopo di questo film (come il precedente) rimane comunque lo stesso: fungere da  preludio a qualcosa di più grande. Il Primo Vendicatore faceva da overture a The Avengers, The Winter Soldier invece apre la pista a The Avengers: Age of Ultron. Nulla di anomalo ovviamente, L'Universo Marvel si sta pian piano delineando, ma c'è una distinzione da fare: se il primo film risultava artificioso e nato solo con lo scopo di introdurre un progetto più grande, questo Soldato d'Inverno riesce ad avere vita propria senza mai risultare superfluo.
I fratelli Russo in questo sequel di Cap offrono una regia molto televisiva (aspetto non per forza negativo se consideriamo la grande qualità delle ultime serie tv), lasciando dietro di sé, per un po', la parte "fracassona" e caotica dei blockbuster hollywoodiani, offrendo così una discreta spy story fuori dai canoni dei classici cinecomic. L'approccio realistico si lascia dietro le varie tematiche aliene e sovrannaturali donando così una visione complessiva meno artificiosa e artificiale.


Inizialmente magari, soprattutto nella prima parte, il film risulta carico di eccessivi dialoghi a tratti pesanti, ma comunque viene tutto equilibrato nella parte finale più standard ma d'impatto visivo maggiore. I vari punti di collegamento con il primo capitolo vengono sfruttati al meglio per essere funzionali alla trama senza mai risultare dei collegamenti forzati ed innaturali.

Captain America: The Winter Soldier non ha particolari colpi di scena, almeno non per chi come noi conosce le varie dinamiche dei Marvel Studios, ma come cinecomic è probabilmente riuscito ad elevarsi un gradino più in alto rispetto agli altri e quasi sicuramente riuscirà a conquistare anche i più scettici.

domenica 30 marzo 2014

Nymphomaniac Vol.2 (Soft Version) - la recensione

'Nymphomaniac Vol.2' verrà qui analizzato, come per il primo volume, nella sua versione corta e censurata.
Il seguente articolo va integrato con la recensione di 'Nymphomaniac Vol.1' che trovate QUI.

La seconda parte dell'opera di Lars Von Trier ci presenta un percorso, dopo il precedente di "formazione", dedicato alla ricerca di sé e alla discesa negli inferi del personaggio di Joe. 

Un capitolo in cui la patologia sessuale si traduce in una vera e propria piaga mentale che farà cadere Joe in un totale stato di apatia. Ne consegue un periodo di asetticismo affettivo, in cui Joe avrà anche un figlio, e di profonda solitudine in cui anche il suo corpo comincerà a risentirne, perdendo ogni capacità di provare sensazioni fisiche. 
Joe si mette dunque alla disperata ricerca del piacere perduto, e troverà modo di sentirsi viva con le pratiche di "K", interpretato da un insolito e bravo Jamie Bell (Billy Elliot), che nel suo laboratorio sodomizza le sue "pazienti" in cerca di emozioni forti.

'Nymphomaniac Volume 2' pur essendo leggermente superiore al volume primo non ne rivoluziona  le sorti e la qualità artistica dell'opera complessiva rimane mediocre. Questa volta non è presente quella smania dal parte del regista nel voler continuamente accostare il basso con il colto, operazione che in precedenza aveva delineato uno stile che dire tracotante è poco. Nel secondo capitolo si percepisce meno artificiosità formale e più autenticità. Lars Von Trier ripone da parte il suo egocentrismo e sembra mettersi in un angolino concedendo così più spazio al racconto di Joe e riducendo gli interventi di Saligsman che, come lui, pare più disposto ad ascoltare. Non che questo sia un bene, anche perché la storia di Joe si poggia su una sceneggiatura piatta, dove l'apatia della protagonista coincide con quella dello spettatore. Nymphomaniac non appassiona mai, si resta nella più totale indifferenza, non si prova né compassione né disgusto nei confronti di Joe. Tutti i climax sono gestiti nel peggiore dei modi, si potrebbe dire che è proprio climax non esiste, la narrazione non raggiunge mai un apice, un culmine emotivo o di tensione drammatica. A fare da padrona è la perplessità dello spettatore messo di fronte a diversi passaggi forzati e all'irrazionalità di alcune scene, basti pensare alla macchina in fiamme o alla conversione mafiosa di Joe, decisamente folle.

Rimangono degne di nota alcune immagini dal forte impatto visivo, come la protagonista in cerca del proprio albero-anima su una rupe rocciosa, ma in generale l'estetica del film non è lontanamente paragonabile a quella lussureggiante di Melancholia e neanche a quella gotica di Antichrist.


La pornografia in questo secondo capitolo è più controllata ma è più violento a livello di immagini, penso alla crudezza delle pratiche sadomaso di "K" o il preambolo che va a spiegare come mai Joe all'inizio giaceva in uno sporco vicolo ferita e priva di sensi, sicuramente la scena più forte e tesa del film.
Lars Von Trier  fortunatamente non è caduto nel didascalico per la seconda volta, e le digressioni di Seligman sono più misurate. Inoltre alcuni concetti espressi sono decisamente più provocatori di quanto il film sappia fare con le immagini, oltre che essere i punti più interessanti del film, basti pensare ad alcuni riferimenti alla religione o al punto di vista di Joe sulla pedofilia, una visione decisamente scomoda e anticonformista. Nymphomaniac quando decide di tirare le somme si conclude traendo una morale tutta "femminista" della vicenda, in cui viene evidenziato il doppio standard di una società che tende a condannare la sessualità femminile, al contrario di quella maschile dove uno stile di vita del genere potrebbe tranquillamente essere considerato "normale". Un epilogo scontato e totalmente convenzionale, troppo poco per un film di oltre 4 ore che vorrebbe essere cinico e provocatorio. Soprattutto un finale che lascia in sospeso molti quesiti e che non risolve la dicotomia sesso/amore.

In fin dei conti 'Nymphomaniac' è il tipico film lanciato con tanto fracasso ma che nei fatti si rivela insoddisfacente sotto tutti i punti di vista. Magari con una distribuzione televisiva, sotto forma di "miniserie" ,l'idea di Von Trier avrebbe trovato un mezzo espressivo più adatto.



Voto:  **½ / *****

mercoledì 26 marzo 2014

Need for Speed (The Movie) - la recensione

La traduzione cinematografica della saga videoludica di 'Need for Speed' non era una passo semplice e privo di rischi, i produttori ne erano consapevoli. La pellicola doveva far fronte alle aspettative dei fan, doveva avere un senso, doveva essere motivata da qualcosa che non fossero solo gli incassi e soprattutto reggere il confronto con la saga rivale 'Fast & Furious'. L'obbiettivo numero uno era sicuramente quello di sfornare un prodotto che si differenziasse dagli altri muscle-car movie odierni.
E la missione è stata portata a temine in maniera più che accettabile.

Il film di Scott Waugh trova la sua carta vincente nel trarre ispirazione dai film d'azione di fine anni '70/inizio '80, plasmandosi sui canoni di quella categoria di film, dove i protagonisti potrebbero essere tranquillamente figli di un Matt Dillon o un Tom Cruise, che negli anni ottanta erano alcune delle giovani star più amate dagli adolescenti.
A parte la struttura nostalgica, il film si distingue per una messa in scena sobria e seriosa, che non ripropone affatto il format di Fast & Furious, più trash nel proporre attori "rozzi e nerboruti", donne provocanti e auto modificate. Need for Speed evita volgarità e violenza optando per un giusto senso del realismo, curando la narrazione, proponendo personaggi semplici spinti da passioni e sentimenti veri. Un film dov'è palpabile il senso di velocità, il vento sui capelli, dove si respira un'aria di libertà e il senso del rischio. Il film punta efficacemente più sugli elementi prettamente cinematografici che del videogioco, per non risultare una "baracconata" e riuscire a coinvolgere emotivamente il suo pubblico. I riferimenti e le citazioni al videogioco non mancano ma sono ben dosati.


Le emozioni del film si fanno palpabili anche per il realismo visivo raggiunto grazie ad uno scarsissimo utilizzo della computer grafica, tutte le evoluzioni che vediamo sul grande schermo sono infatti realizzate da grandi professionisti dello stunt.
Appassiona il lungo viaggio on the road del protagonista (interpretato da un lanciatissimo Aaron Paul, orfano dalla serie di Breaking Bad) a bordo della sua Ford Mustang nel raggiungere il luogo della fatidica gara, anche perché nell'abitacolo della vettura si articolano rapporti umani grazie alla compagnia dell'attrice Imogen Poots  (molto brava) con cui condivide la scena.
In conclusione da 'Need for Speed' non ci si possono aspettare contenuti intellettuali, la storia è semplice com'è giusto che sia, il suo unico compito è quello di intrattenere. E in questo sa come appagare al meglio la sua fetta di pubblico, sfrecciando con sicurezza a tutta velocità dall'inizio alla fine.

Voto:  *** / *****

martedì 25 marzo 2014

Coming Soon Television: la Fine di un'Era

Oggi, 25 marzo 2014, chiude definitivamente uno dei canali televisivi più amati dal pubblico cinefilo: Coming Soon Television.
Nato nella seconda metà del 1990, CStv è stato per molte persone un faro e un porto sicuro per chi aveva come passione la Settima Arte in un periodo in cui non esistevano ancora canali tematici e social network.

Il palinsesto del canale ha sempre proposto una grande varietà di programmi tematici rivolti al grande e piccolo pubblico, programmi realizzati sempre con grande ironia e acuta intelligenza, come I Cinepatici, Trailers & Co., Siamo Stati Uniti e Live ma anche programmi di approfondimento cinematografico, Backstage Time, Junkets e Hollywood Story. La crew, composta da critici e presentatori come Mauro Donzelli, Federico Gironi, Adriano Ercolani, Pierpaolo Benigni, Riccardo Festa, Mariolina Simone, Monica Maja, Carola Proto e tutti gli altri, ci ha sempre trasportato sui red carpet più prestigiosi del mondo, da Cannes a Los Angeles, e anche dietro le quinte della grande arte in movimento con grande professionalità, e per questo si meritano un grande ringraziamento da tutti noi.

La nostra storia, come altre probabilmente, è iniziata grazie alla community nata in concomitanza con il canale televisivo. Noi di Frame ci siamo uniti grazie ad uno dei programmi più longevi e particolari: Trailers & Co. condotto da Pierpaolo Benigni. La freschezza del programma ci ha spinto ad unirci sotto un'unica squadra, entrando così in relazione con persone meravigliose accomunate da un'unica e forte passione.

Oltre ad offrire un servizio ottimo, il canale è riuscito a creare delle solide amicizie che vanno avanti da ben 10 anni senza alcun pregiudizio. Dal nord al sud, la community di Coming Soon è viva, prospera e inattaccabile.

Dopo la chiusura sulla pay tv, Coming Soon Television il 13 febbraio annunciava la chiusura definitiva anche del canale sul digitale terrestre. Come specificato nell'annuncio, questo non è da considerare un vero addio, perché Coming Soon continuerà a fare (come ha sempre fatto) il suo egregio lavoro tramite altri mezzi di comunicazione come internet tramite www.comingsoon.it , quindi, Lunga vita a Coming Soon.

Un grazie sincero da tutto lo staff di Frame.



Nymphomaniac Vol.1 (Soft Version) - la recensione

 Si parla da molto dell'ultimo film di Lars Von Trier, "Nymphomaniac", da quando lui dichiarò di voler portare al cinema un' opera pornografica, che esplorasse la sessualità e il mondo femminile dal punto di vista di una ninfomane, senza però dimenticare un certo spessore nei contenuti. E in questo Lars è di parola, non dimenticando mai introspezioni, studi psicologici e riflessioni sui temi affrontati; con questo Nymphomaniac il regista inserisce falli, vagine, sesso orale e penetrazioni a fare bella mostra di sé, della serie "guarda come sono bravo a farti entrare in punta di piedi il porno in un film d'autore". L'intento, manco a dirlo, è quello di provocare.
Il regista, probabilmente sotto pressione dalla produzione, decide però di montare due versioni delle 5 ore e mezzo di girato totale entrambe suddivise in due parti : una "soft" più corta destinata ai cinema e l'altra una versione "hard" integrale e dunque senza censure.
La recensione qui proposta analizza la prima parte della versione soft "Nymphomaniac vol.1" dalla durata di 115 minuti contro i 145 minuti della "long version".
Joe, la protagonista, viene trovata in un vicolo priva di sensi da Seligman durante una giornata nevosa, che provvederà a soccorrerla portandola nel suo appartamento. Qui Joe davanti ad una tazza di té caldo rivelerà a Seligman di essere una ninfomane. Comincia così a raccontargli la sua vita ma sarà una lunga narrazione. Seligman accetta di ascoltarla senza giudicare...
Questa è la trama del film e da qui Von Trier innesca un discorso su come la sessualità è discussa e capita, ponendo complesse riflessioni sulla dicotomia tra sesso e amore. Un discorso che vuole farsi complesso andando a cercare confronti e parallelismi in campo scientifico, filosofico e religioso. Spesso proponendo simbolismi e riferimenti legati il più delle volte alla numerologia e alla matematica. E trovando nella pesca un giusto alleato esplicativo, a causa delle forti analogie e coincidenze tra la tecnica della pesca e la sessualità. Infatti sarà proprio la passione per la pesca di Seligman ad aprire la maggior parte degli spunti di discussione e di riflessione sulla vicenda raccontata da Joe.

In un opera dunque che si mostra abbastanza intellettuale e che si pone innegabilmente dei propositi piuttosto alti sul piano dei contenuti, allora la pornografia delle immagini diventa spesso superflua. Vi giuro che il mio non è un discorso che vuole essere bigotto, ma ho trovato lo sbandieramento di penetrazioni e organi genitali nel dettaglio un qualcosa di abbastanza gratuito. Messo là in un contesto che vuole farsi colto e intellettualoide per il solo gusto di scandalizzare.

 Un po' come l'eccesso di violenza splatter di alcuni film, spesso stupida ed evitabilissima. Per questo penso che la versione estesa non aggiunga niente di più al valore artistico del film (dato che sono 30 minuti di materiale pornografico ancora più esplicito). Molti hanno giustificato la pornografia, spiegando che l'occhio del regista è quello di uno studioso, uno sguardo che chiameremo scientifico. Io francamente non condivido questa tesi, conoscendo il personaggio (Lars Von Trier) immagino che l'unico suo intento sia stato quello di voler provocare e scandalizzare il suo pubblico, perché si diverte un mondo nel farlo.
Che poi in fin dei conti cosa ci dovrebbe scandalizzare? Un primo piano su una penetrazione ? Alla fine si sta parlando di sesso. Nessuno uscirà traumatizzato dalle immagini visionate.
Adesso però mettiamo da parte il comparto a luci rosse del film e concentriamoci sui contenuti "di qualità". Ovvero le digressioni in cui vengono inserite annotazione e cenni culturali che vanno a toccare le materie e le arti disparate, ovviamente legate allegoricamente alla sfera sessuale. Un eccesso culturale che più che atto d'amore di un uomo nei confronti della cultura stessa sembra solo un'ostentazione presuntuosa di un bagaglio di conoscenze, proprie non di un intellettuale ma di un odioso saccente. Un insulso gioco tipico di chi si vuole pavoneggiare. Un' opera che si traduce come un esercizio di stile sofisticato e mai sincero, dove non mancano alcune forzature nel voler appiccicare a tutti i costi riflessioni letterarie e quant'altro alle attività sessuali della protagonista.
Una cosa che ho capito da questo "Nymphomaniac vol.1" è che nel fare l'intellettuale ci vuole una certa dose di umiltà e il senso della misura, a Lars Von Trier tutto ciò manca e agli occhi dello spettatore si fa spocchioso e dunque irritante.

Purtroppo la pellicola non funziona nemmeno quando mette in scena gli episodi di vita raccontati da Joe, che si presentano poco interessanti, evidenziando debolezze di sceneggiatura, incapaci di far scattare un coinvolgimento emotivo di qualunque sorta nello spettatore. Il film per questo procede senza ritmo e annoia parecchio. Manca anche una fotografia di lussureggiante bellezza come quella vista in Melancolia, che avvolgeva il film in una atmosfera di suggestione magnetica.
Detto tutto ciò mi fermo qui, non vorrei sembrare fin troppo prevenuto nei confronti della totalità dell'opera considerando che per il momento sono a metà del suo corso, e mi rimprovero di aver forse mosso delle critiche in maniera fin troppo radicale.
Sono invece pronto a ricredermi con il secondo capitolo (di cui la recensione a breve). Anche se ho l'impressione che Nymphomaniac al termine della sua novella sia molto più "morale" e molto meno "politically scorret" di quanto ci voglia far credere.


Voto:  ** / *****


La recensione del Secondo Volume è disponibile nel seguente link http://frameseven7.blogspot.it/2014/03/nymphomaniac-vol2-soft-version-la.html




lunedì 24 marzo 2014

Frame by Frame: X-Men: Giorni di un Futuro Passato [FULL TRAILER]

Come da programma, la 20th Century Fox ha rilasciato online il nuovo full trailer di X-Men: Giorni di un Futuro Passato, 7° cinecomic Marvel dedicato agli X-Men.

Diretto da Bryan Singer (X-Men, X-Men 2), questo nuovo capitolo unirà il cast originale dei primi film con quello di X-Men: L'inizio, creando così una squadra davvero degna di nota composta da: James McAvoy, Patrick Stewart, Michael Fassbender, Ian McKellen, Hugh Jackman, Ellen Page, Jennifer Lawrence, Halle Berry, Omar Sy e molti altri.

Potete vedere tutte le nuove immagini inedite di questo trailer nel nostro Frame by Frame!

X-Men: Giorni di un Futuro Passato sarà nelle sale italiane dal 20 maggio.