venerdì 12 novembre 2021

[RomaFF16] Belfast - la recensione

Nella primissima scena di Belfast è racchiuso già interamente il senso e il significato del film di Kenneth Branagh: la telecamera abbandona i colori della città moderna per entrare in una strada piena di bambini che giocano, donne che chiacchierano o richiamano i propri figli per il pranzo, uomini che lavorano; poi, d'un tratto, la violenza irrompe e si viene catapultati nel terribile agosto 1969, l'inizio di quella che fu una vera e propria guerra civile fra cattolici e protestanti per le strade di Belfast.

Arrivato a 60 anni, Branagh decide di abbandonare per un attimo gli adattamenti dei classici per dirigere un film intimo e personale, uno sguardo nei suoi ricordi e nella sua famiglia che lasciò l'Irlanda quando aveva circa 10 anni. Similmente a quanto fatto da Alfonso Cuaron in Roma, ma con più ironia e con lo stile teatrale che caratterizza Branagh da sempre, e che potrebbe da un lato emozionare i suoi fan e dall'altro far storcere il naso a chi non lo ama particolarmente. Nel bene e nel male Belfast è un film di momenti e situazioni, che sia il cercare di farsi notare dalla ragazzina che ci piace a scuola, la violenza rabbiosa dei gruppi di protestanti o di cattolici che si scontrano, o la bellissima scena in cui i genitori del piccolo protagonista ballano in strada. 

Il bianco e nero, qui, non è semplice vezzo registico, ma trasposizione del ricordo di bambino e il colore è lasciato esclusivamente al mondo del cinema, in un commovente omaggio alla magia e alla bellezza dei film e della sala cinematografica, capace di portarci in un mondo altro da noi, così come anche il Teatro tanto caro a Branagh.

Nel cast composto da nomi molto conosciuti a chi bazzica il mondo della recitazione britannico, come Jamie Dornan, Caitriona Balfe e la grandissima Judi Dench, spicca per genuinità e brillantezza l'esordiente Jude Hill. Impossibile non affezionarsi a questo ragazzino, alter ego del regista con tutte le sue peculiarità e unico punto di vista della storia.

Per quanto non si possa di certo definire Belfast un grande film o il film dell'anno (anche se potrebbe decisamente diventare il favorito per l'Oscar) non si può non rimanere affascinati dal ritratto intimo e malinconico di un momento storico allo stesso tempo terribile e magico, come lo sono tutti i nostri ricordi d'infanzia.

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