giovedì 24 marzo 2022

King Richard - Una Famiglia Vincente - la recensione

King Richard, tradotto malamente nel nostro paese con Una famiglia vincente, è il biopic interpretato da Will Smith incentrato sul padre delle sorelle Venus e Serena Williams, due delle più grandi tenniste di tutti i tempi.

Al centro del film c'è proprio Richard, il padre, interamente votato al sogno di raggiungere il successo attraverso l'immenso talento tennistico delle figlie, in un mondo dominato dai bianchi benestanti in cui i neri non sono nè ben visti nè tantomeno presi sul serio. 

Quello che la pellicola vuole comunicarci è l'incrollabile forza di volontà di quest'uomo che riesce a farsi largo in un ambiente ostile grazie al duro lavoro e alla determinazione, in sostanza la quintessenza del sogno americano applicato a uno degli sport più "snob" di sempre. Ma quello che ne emerge è molto lontano dal risultato sperato, con il personaggio protagonista che risulta molto presto insopportabilmente perfetto e privo di sfumature che lo avrebbero reso molto più interessante. Will Smith ci mette tutto se stesso e sfoggia una grande performance, ma anche lui si perde nella prevedibilità del tutto, manicheo per quanto bravo, privo di emozione. Se pensiamo che il Tennis è al contrario uno sport tecnico e dove la tensione la fa da padrone, si rimane quantomeno perplessi.

Le sorelle Williams nel film ne emergono come poco più che comparse: non sappiamo praticamente nulla di loro, non conosciamo cosa le ha portate al tennis, non conosciamo i loro sforzi o le loro paure, insomma non sono che strumenti e ombre del padre, un vero peccato perché probabilmente la storia dal loro punto di vista sarebbe potuta essere molto più interessante e sfaccettata.

In tutta questa banalità narrativa, dove mancano anche particolari guizzi registici che possano destare vero interesse, le due ore e venti di durata appaiono ingiustificate e dilatate oltre misura. 

Un gran peccato, perché una storia come quella della famiglia Williams è davvero una di quelle storie che si incontrano di rado e che sembrano essere fatte apposta per il grande schermo, avrebbe meritato un grande film mentre invece deve accontentarsi di una pellicola mediocre e facilmente dimenticabile.

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