giovedì 19 dicembre 2019

Star Wars: L'Ascesa di Skywalker - la recensione (SPOILER FREE)

Sono passati ormai 42 anni dall'uscita di Star Wars - Episode IV: Una Nuova Speranza, "primo" episodio per data di uscita, e da allora la Saga ha coinvolto ed appassionato generazioni intere.
Se di quella meraviglia che fu la trilogia classica iniziale si riesce ancora ad intravedere qualche contorno però, c'è da ringraziare, perché è noto ai più che i capitoli seguenti, Episodio I, II e III abbiano riportato in un certo qual modo un "equilibrio" nel fandom, che all'unisono si è opposto con tutte le sue forze al destino riservato alle origini della discendenza Skywalker, il cui eco riecheggia ancora, sino al capitolo IX, forse per un'ultima volta (?).


Che dire quindi di questa conclusione, capitanata nuovamente da J.J. Abrams, dopo la pausa di riflessione de Gli Ultimi Jedi, che va ad inserire un tassello molto pesante al multicolore e complesso mosaico dell'universo nato dalla geniale mente di George Lucas?
Il film inizia, dopo gli iconici titoli in giallo che tutti amiamo, come uno schiaffo inaspettato sul volto, in medias res e senza lasciar presagire un granché, il ritmo incalza, quasi a voler recuperare il terreno dei buchi di trama del capitolo precedente, ti fa roteare ferocemente come intrappolato in un giro di centrifuga e poi ti lancia ancora una volta contro la poltroncina.
Momento di stallo, si recupera fiato e finalmente il film inizia a prendere una piega più decisa, a tratti quasi prevedibile, ma quella prevedibilità che quando si materializza ti toglie comunque il fiato. A reggere il tutto, effetti speciali alle stelle, (coreografie di combattimento a parte, forse si poteva far meglio), una sceneggiatura apparentemente in linea con le precedenti, un John Williams in forma smagliante, che regala l'ennesima colonna sonora da brividi lungo la schiena sulla quale i protagonisti danzano alla perfezione.
A stridere è il montaggio, un po' troppo effetto patchwork, spigoloso in modo quasi disturbante in alcune sequenze. Tangibile l'impronta disneyana, da molti considerata una grossa caduta di stile, ma assolutamente giustificata, soprattutto nell'ultima mezz'ora di film. Il risultato finale è un prodotto godibile anche se a tratti "buttato in caciara"... Eppure sarà impossibile non commuoversi ed amarlo un pochino, se si è mai davvero stati fan.


Il cast regala ancora molte gioie, su tutti Adam Driver, la cui interpretazione è ancora una volta magistrale. Molto più in linea anche Daisy Ridley, meno rigida rispetto al capitolo precedente. C-3PO, mattatore indiscusso, regala momenti comici delicati e british alla vecchia maniera, quasi inaspettatamente, ma d'altronde: "Mai sottovalutare un droide!".

Ci sarebbe molto altro da dire, ma sarebbe complicato farlo senza lasciarsi sfuggire dettagli. Correte in sala, andate a vederlo, perché è arrivato il momento di scartare il regalo definitivo!

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