giovedì 5 marzo 2020

Emergenza coronavirus: le nuove norme restrittive non impongono la chiusura dei cinema

Solo ieri la conferma delle nuove uscite settimanali, con il passo avanti deciso da alcune case di produzione e distribuzione per cercare di risollevare il botteghino cinematografico italiano che negli ultimi giorni è in grave crisi.

L'emergenza Covid-19 però preoccupa molto e ieri sera la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha varato un nuovo decreto con delle norme restrittive che includono la chiusura delle scuole e delle università fino al 15 marzo, e la sospensione delle manifestazioni e degli eventi culturali e sportivi, sia pubblici che privati, dove l'affollamento non permetta la distanza di un metro tra le persone, fino al 3 aprile. In quest'ultimo passaggio rientrano anche i cinema e i teatri, a parte quelli di Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna che avranno l'obbligo di chiusura fino all'8 marzo.

Il decreto in realtà non impone nessun obbligo di chiusura per le sale cinematografiche, che potrebbero comunque restare aperte a patto che si riesca a mantenere la distanza minima di un metro tra gli spettatori. Al momento non è chiaro come i cinema e i teatri affronteranno queste restrizioni, se decideranno di rimanere comunque aperti adattandosi alle norme e come intenderanno far rispettare queste distanze agli spettatori. Alcune sale potrebbero adottare la decisione di ridurre i posti disponibili in sale e mettere una distanza di due poltrone tra uno spettatore e l'altro.

Le restrizioni arrivano dopo l'annuncio del ritorno dei film in sala, questo però potrebbe far cambiare nuovamente idea ai distributori, che potrebbero di nuovo sospendere le uscite e rinviare di almeno un mese.
Ecco i passaggi del decreto che riguardano gli eventi e gli spettacoli.

1. b) sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro di cui all’allegato 1, lettera d);
2. Le disposizioni del presente decreto producono effetto dalla data di adozione del medesimo e sono efficaci, salve diverse previsioni contenute nelle singole misure, fino al 3 aprile 2020.

Trovate il decreto completo a questo LINK.

AGGIORNAMENTO

L'ANEC Lazio (Associazione dei Cinema del Lazio) ha comunicato che i cinema di Roma e della regione rimarranno aperti.

"Lo scopo di ciò è, in primis, quello di assicurare agli esercenti e a tutti i dipendenti del settore una continuità lavorativa che, sebbene minata dall’ovvio attenuarsi dei flussi di pubblico in questo momento di psicosi, vuole ribadire la salubrità dei locali stessi garantita perché i Cinema non costituiscono quei grandi “assembramenti di persone” come prefigurato dalle istituzioni e dall’immaginario collettivo.
Ma è innegabile come una delle principali motivazioni alla base di tale scelta sia il tentativo dei cinema di fare la loro parte perché le abitudini del proprio pubblico non si allontanino  dai binari di una normalità che, mai come in questo momento, è auspicabile in tutti i settori delle Imprese culturali. Ciò avverrà nel rispetto delle norme di sicurezza previste dal Decreto, che impongono agli esercenti di garantire ai propri spettatori una distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
Auspichiamo che, quanto prima, vengano messe in atto forme concrete di sostegno da parte di Governo, Regione Lazio e Comune di Roma a favore di tutti gli esercenti cinematografici colpiti da questa gravissima e improvvisa crisi, sia quelli che abbiano deciso di rimanere aperti sia quelli che, magari più in difficoltà, abbiano optato per la chiusura."

Il presidente dell'Associazione Nazionale Esercenti Cinema ha dichiarato all'ANSA che i cinema italiani, a parte quelli di Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna, resteranno aperti seguendo le nuove norme di restrizione: "Abbiamo chiesto alla protezione civile ulteriori spiegazioni per capire meglio come affrontare il momento".

I cinema potrebbero quindi organizzarsi per le norme igieniche (lavaggio delle mani, dispenser con igienizzante all'ingresso delle sale) e per una nuova disposizione dei posti in sala, facendo sedere gli spettatori a distanza di due poltrone l'uno dall'altro e lasciando vuote le file davanti e dietro. Bisognerà vedere se i singoli cinema accetteranno queste disposizioni, che porteranno le sale a riempirsi circa al 30%, o preferiranno chiudere per un mese.

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