domenica 10 novembre 2019

Il Re (The King) - la recensione

Il regista australiano David Michôd e l'attore, in questo caso anche sceneggiatore, Joel Edgerton portano su Netflix una rivisitazione dell'Enrico V di William Shakespeare.

Inghilterra, inizio XV secolo, il regno di Enrico IV è dilaniato dalle guerre con la Scozia e il Galles, e il malcontento cresce nel popolo. Ormai a un passo dalla morte, il re annuncia che a salire al trono sarà il suo secondogenito, Thomas, e non Hal, principe del Galles, da tempo in rotta con il padre e completamente disinteressato alla vita di corte, abbandonata per passare il suo tempo a sbronzarsi nei quartieri più poveri del regno. Il giovane Thomas però muore in battaglia, e al momento della morte del re, a salire al trono sarà proprio il riluttante Hal, che diventa Enrico V. 
Appena insediato, Enrico V cerca di instaurare un periodo di tregua, di pace, con l'obbiettivo di riunire il regno dopo anni di inutili guerre. Un regalo dal re di Francia (una palla) e l'invio di un presunto assassino, fa vacillare Enrico V che, spinto dai suoi consiglieri e dal vescovo di Canterbury, decide di invadere la Francia per rivendicare il trono. Per questa spedizione, il giovane re coinvolgerà anche il suo amico Falstaff, vecchio guerriero che disprezza la guerra e che per anni è stato compagno di bevute di Hal.

Affrontare Shakespeare non è mai semplice, la complessità dei personaggi, il contesto storico, i continui ribaltamenti, le trame e le sottotrame, sono tanti gli elementi cardine nelle sue opere e portarli sul grande schermo è sempre una sfida. In The King, David Michôd, affiancato dall'amico Joel Edgerton alla sceneggiatura, decide di focalizzare tutto su due punti: l'amicizia tra Hal e Falstaff; la riluttanza di Hal, ormai Enrico V, verso la corona e la guerra. In teoria una scelta giusta che finisce però con il rendere poco nel film.
Tecnicamente The King è pregevole, molto bella la fotografia, ottimi scenografia e costumi, meno sfarzosi di altre rappresentazioni e molto più reali, "terreni", così come la rappresentazione dei duelli, realistici nel dare la sensazione del peso fisico delle ingombranti armature. L'ottima messa in scena però non si riscatta nella sceneggiatura e nel ritmo. Il film corre un po' troppo all'inizio, poi soffre molto una lentezza esagerata nella fase centrale, dove avrebbe dovuto creare tensione con l'avvicinarsi dello scontro, e un finale ben fatto, con un colpo di scena ben architettato, alla fine non basta. Gli obbiettivi iniziali vengono parzialmente traditi, l'amicizia tra Hal e Falstaff non viene abbastanza approfondita per poter fare da perno e affascinare lo spettatore.

Una delle novità del film è quella di affidare il ruolo dei personaggi giovani ad attori effettivamente giovani. Protagonista assoluto infatti è Timothée Chalamet, che non riesce a reggere il peso del film per tutta la sua durata. La sua espressione perennemente scontenta funziona per un po' ma a lungo andare perde forza, e nei momenti in cui dovrebbe tirare fuori la grinta di un Re, risulta poco credibile. Molto meglio il "cast anziano", bene Joel Edgerton e soprattutto Sean Harris.

The King è un buon prodotto per passare una serata sul divano, ma è il classico film dove nonostante tutto sia fatto molto bene, alla fine non riesce a spiccare per nessun particolare pregio. E' un compito ben svolto ma in cui manca il calore, il pathos e quel tocco di epicità che serve per fare emozionare lo spettatore.


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