mercoledì 17 maggio 2017

Festival di Cannes 2017 - giorno 1

Apre i battenti la 70a edizione del Festival di Cannes, come sempre con la presentazione della giuria e con il film d'apertura, che quest'anno è il francese Les Fantomes d’Ismael.

Diretto da Arnaud Desplechin, il film d'apertura del festival vede protagonisti un trio davvero d'eccezione: Charlotte Gainsbourg, Mathieu Amalric, e Marion Cotillard. Il film racconta un triangolo amoroso tra lui, lei, e il fantasma dell'ex.

Il protagonista, Ismael (Amalric), è un regista al lavoro sul suo prossimo film ispirato alla vita del fratello Ivan, impegnato nella scrittura  ha deciso di ritirarsi nella sua casa al mare con la compagna (Gainsbourg). All'improvviso Ismael vede la propria vita andare totalmente fuori controllo quando si presenta a casa la sua ex moglie Carlotta (Cotillard), scomparsa da più di venti anni e creduta morta.

Freddina l'accoglienza riservata al film dalla sala stampa, anche se le prime recensioni sono in generale abbastanza positive.
Un inizio forse poco glamour, molto francese e più autoriale, ma che sicuramente ha fatto felice il regista, molto più rilassato a portare il proprio film Fuori Concorso. "Quando ho saputo che il nostro film avrebbe aperto Cannes ho provato una grande emozione", ha detto Desplechin durante la conferenza stampa, "inaugurare il festival è un onore e non essere in Concorso mi mette in una posizione più protetta. Mi sento meno sotto pressione che se fossi stato in Concorso dove la stampa, soprattutto francese, qualche volta ci dà giù duro".

Amore e mistero ne Les Fantomes d’Ismael, e gli eventi che all'improvviso ti sconvolgono la vita. "Tutto il film si può riassumente in una battuta detta da Charlotte quando dice "la vita mi è capitata". La vita è questo", ha dichiarato il regista, "succede, si presenta inaspettata ai suoi protagonisti. L’amore arriva all'improvviso e poi ricapita ancora e ancora".
Al centro del film anche lo scontro tra due donne, la compagna e la misteriosa ex, interpretate da due attrici molto diverse ma entrambe bravissime come Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard, che non si sono risparmiate nei complimenti l'una verso l'altra. "Ci siamo incontrate per la prima volta la sera prima delle riprese, in un ristorante", ha raccontato Charlotte Gainsbourg, "in qualche modo il rapporto tra le due donne del film ci ha contagiato, era tale il desiderio di lavorare insieme che poi sul set è stato tutto naturale". "Charlotte è una delle persone che mi hanno fatto venire voglia di fare questo mestiere", ha ribattuto Marion Cotillard, "credo che tutte le attrici della mia generazione siano state influenzate da lei". Poi sul suo personaggio la Cotillard ha dichiarato: "Carlotta incarna il mistero ma lei non si vede misteriosa. In realtà lei risponde direttamente ad ogni domanda che le si pone, spiega quello che le è successo anche interiormente in tutto questo tempo. Parlando di sé potrebbe in qualche modo distruggere il mistero, ma questo non avviene".
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Conferenza stampa di presentazione anche per la giuria, che quest'anno vede un grande presidente come Pedro Almodovar. La giuria è formata da quattro donne e quattro uomini: Jessica Chastain, Gabriel Yared, Park Chan Wook, Maren Ade, Fang Bingbing, Agnès Jaoui, Paolo Sorrentino, e Will Smith.

Una giuria varia che durante la conferenza stampa ha mostrato già le sue diverse anime quando è stato affrontato il tema Netflix, che quest'anno ha due film in Concorso: The Meyerowitz Stories di Noah Baumbach e Okja di Bong Joon-Ho. Il festival infatti ha deciso che dalla prossima edizione non saranno scelti film che non verranno poi distribuiti nelle sale francesi, questo significa che dal prossimo anno Netflix non avrà più la possibilità di presentare i film a Cannes.

Si è aperto un dibattuto nella giuria che ha visto un Pedro Almodovar vs Will Smith.
"Sarebbe un paradosso una Palma d'oro ad un film non destinato alla sala", ha dichiarato il pluripremiato regista spagnolo, "Le piattaforme digitali in sé sono principio giusto e positivo ma questo non dovrebbe sostituire la sala cinematografica e non dovrebbe alterare le abitudini degli spettatori. Per me la soluzione è semplice: le nuove piattaforme devono accettare le regole del gioco, è l’unica strada per sopravvivere. Credo fermamente che almeno la prima volta che qualcuno vede un film sia necessario che lo schermo sul quale lo vede non sia più piccolo della propria sedia. Sono convinto che noi spettatori dobbiamo essere più piccoli per entrare nell'immagine e nella storia".
Di tutt'altra veduta Will Smith: "Io ho tre figli di 24, 18 e 16 anni. Vanno al cinema due volte la settimana e scaricano i film da Netflix. Non so cosa accade nelle altre case ma nella mia l'arrivo di Netflix non ha avuto nessun effetto. Sono due tipi di fruizione diverse, quando vogliono sentirsi umili di fronte a certe immagini vanno al cinema, altre volte le vedono sul piccolo schermo. Netiflix, a casa mia non ha fatto altro che ingrandire l'offerta, ha permesso loro di vedere film che altrimenti non avrebbero mai visto, e metterli in contatto con questo mondo underground di storie a 8000 chilometri da loro".
Gli altri giurati non si sono particolarmente sbilanciati sulla questione che comunque resta aperta, come ha dichiarato l'attrice/regista francese Agnes Jaoui: "Il mondo va avanti e non si può fare nulla contro la tecnologia. Certo abbiamo dei diritti ma anche dei doveri, dobbiamo rivedere la cronologia con cui i film vanno in sala e poi in televisione. Va trovata una soluzione".

A parte questo piccolo momento "polemico" (ma meno di quanto possa sembrare), grande felicità da parte di tutti i giurati, con un Will Smith come sempre molto allegro e sorridente, felicissimo di essere un giurato a Cannes: "Sono cresciuto a West Philadelphia, porterò il mio occhio da afroamericano, guardando 2-3 film al giorno. Una parte del motivo per cui siamo qui consiste nel portare la nostra prospettiva personale. Si tratta anche del motivo per cui si mettono insieme tante persone così diverse, per creare delle collisioni artistiche".
Felice anche Jessica Chastain, che è stata spesso al festival da attrice o ospite, e quest'anno è per la prima volta giurata, pronta ad immergersi tra i film. "Amo il fashion, ma i film li adoro anche di più. E qui mi soffermerò molto di più sul secondo aspetto", ha detto l'attrice.
Mente aperta per il regista coreano Park Chan-Wook, che ha dichiarato di essere al festival "senza idee preconcette, non penso a chi è il regista o a quali film ha fatto prima. Mi piacerebbe molto provare l’esperienza di un’illuminazione che ti colpisce". Paolo Sorrentino invece è alla ricerca di qualcosa di nuovo, o almeno così spera: "di trovare il cinema del futuro, perché in quel caso si tratterebbe di una scoperta incredibile e incommensurabile".

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