domenica 21 maggio 2017

Festival di Cannes 2017 - giorno 5

Domenica interessante al festival, tra Concorso e la sezione Un Certain Regard, che oggi parla italiano.

Presentato in Concorso il secondo film targato Netflix, si tratta di The Meyerowitz Stories, nuovo film di Noah Baumbach con un cast stellare: Dustin Hoffman, Adam Sandler, Ben Stiller e Emma Thompson.

Al centro del film c'è il personaggio di Dustin Hoffman, professore d'arte e scultore in pensione. Intorno a lui si muovo i suoi tre figli - Ben Stiller, Adam Sandler e Elizabeth Marvel - avute con donne diverse, la nipotina che sogna di fare la regista, e l'attuale compagna (Emma Thompson), hippy e dedita all'alcol. Rapporti complicati, gelosie, difficoltà di relazioni, quando il patriarca della famiglia finirà in ospedale, tutti i figli dovranno affrontare una volta per tutte il rapporto con il padre.

Felicità dal parte della stampa che finalmente ha assistito a una conferenza molto divertente. Tra battute, ironia e la faccia impassibile di Dustin Hoffman a rendere il tutto ancora più surreale. come quando ha colto in contropiede una giornalista che ha definito il film "interessante", l'attore ha risposto: "Non è la parola giusta. Così si capisce che non le è piaciuto, dica la verità".

Parlando del film, il regista ha analizzato i temi, ricorrenti nelle sue pellicole, e i personaggi di questo film. "La dinamica tra genitori e figli è interessante e molti dei miei film affrontano, il divario tra quello che vorremmo essere e quello che siamo", ha spiegato Baumbach, "Se poi si parla di successo professionale, fama e affermazione artistica c'è parecchio da dire. Il film, attraverso i personaggi, si chiede che cosa significa il successo. Il personaggio di Sandler sente di aver fallito nella vita anche se è un ottimo padre, perché questo tipo di riuscita nella sua famiglia non conta. Quello di Ben Stiller invece, anche se è bravo nel suo lavoro, si sente un fallito perché non è un artista come il padre, che a sua volta però è convinto che la sua arte non ha avuto abbastanza fama. Sono tutte dinamiche familiari che conosco ma certo ci vogliono diciott'anni di analisi per comprenderle!".

Inevitabili gli elogi da parte degli attori verso Dustin Hoffman, in particolare Ben Stiller ha dichiarato: "Non ho mai preso alla leggera essere alla presenza di Dustin sul set. Lui è stato un modello e un’ispirazione, ed è anche una persona divertente e generosa, ma non puoi evitare di sentirti frustrato dal suo curriculum. Quando siamo a cena lui potrebbe tirare fuori in ogni momento aneddoti incredibili! Lavorare con lui è un enorme privilegio, è stato un modello e un riferimento per me fin da quando ero piccolo". Complimenti a cui Hoffman ha risposto in maniera tutt'altro che seria. "Mi sento male ogni volta che qualcuno dice che è cresciuto con i miei film", ha detto l'attore, "vi prego alzi la mano chi è più vecchio di me in questa sala. Io avrei voluto interpretare uno dei due figli, quando ho letto la sceneggiatura mi sono detto: non voglio fare un altro vecchio".

Una sceneggiatura che ha colpito subito gli attori. "La scrittura di Noah è precisa, unica, il suo stile è personale", ha dichiarato Ben Stiller, alla sua quarta collaborazione col regista, "dalle riprese, al montaggio, al risultato finale. E mi sento orgogliosi di far parte di questo lavoro". "Già... tanto che abbiamo lavorato tutti gratis", è intervenuto Dustin Hoffman sempre in modo poco serio, "Noah è molto esperto, dovevamo recitare i suoi dialoghi parola per parola, ci piacesse o meno: era dai tempi de Il Laureato che mi capitava qualcosa del genere, ma è stato giusto, perché c’è una musicalità unica nella sua scrittura. Non so se vorrò ancora lavorare con lui, ma non si può di certo negare suo talento".
Anche Emma Thompson si è trovata molto bene sul set, incuriosita dai colleghi e dal ruolo. "In questo cast siamo tutti anche comici e questo fa la differenza, puoi dire qualcosa di molto serio anche con la commedia", ha detto l'attrice, affascinata dal suo personaggio, "Ha qualcosa di esotico e di affascinante, forse perché sono inglese. Non avevo idea di quel che ne sarebbe venuto fuori. Ho dovuto interpretare un’americana... cosa non facile. E un’alcolizzata, cosa molto più facile! e la cosa mi ha rilassato, perché un’americana alcolizzata sarebbe stata meno impegnativa".

E' stata ovviamente affrontata la polemica Netflix. ad aprire e chiudere velocemente la questione ci ha pensato Dustin Hoffman: "A casa ho una tv con uno schermo molto grande". Battuta a cui il Baumbach ha risposto: "Abbiamo risolto, andiamo tutti a vedere il film nel salotto di Dustin".
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Un Certain Regard nel segno dell'Italia oggi con la presentazione del nuovo film di Sergio Castellitto, Fortunata, con Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Alessandro Borghi e Edoardo Pesce.

Il film racconta la storia di Fortunata (J.Trinca), una donna dalla vita complicata e indaffarata. Madre di una bambina di otto anni, con un matrimonio fallito sulle spalle, abita a Tor Pignattara e fa la parrucchiera a domicilio in giro per la città, entrando nelle case di famiglie benestanti. Il suo sogno è aprire un negozio tutto suo e sa che per farlo deve lavorare ed essere dura, ferma. Pronta a tutto, Fortunata non aveva messo in conto l'arrivo di un uomo che la vedrà per quello che è.

Annunciando la presenza del film a Cannes, gli organizzatori del festival l'avevano paragonato (con le dovute precauzioni del caso) a Mamma Roma di Pasolini. In comune i due film hanno solamente la provincia romana e una protagonista donna forte e decisa. In generale il film, scritto da Margaret Mazzantini (scrittrice e moglie di Castellitto) è molto lontano dal capolavoro di Pasolini, niente realismo, Castellitto ha messo in piedi un opera colorata, rumorosa, un po' coatta, eccessiva, e anche un po' "pop".

"È un film popolare, così intendevo partorire Fortunata", ha dichiarato il regista, "Fortunata è un aggettivo qualificativo femminile singolare. Ma è anche il nome di una donna. E soprattutto un destino. E non è detto che quel destino uno se lo meriti. La drammaturgia di questa storia è suggerita direttamente dai personaggi. È Fortunata stessa, la sua natura primordiale e sconnessa ad indicare la composizione della storia. I fatti, i colpi di scena, sono frutto naturale e inevitabile del comportamento di lei. Perché la vita materiale di questa donna ne nasconde un’altra, fatta di psiche, sogni rimossi, un disegno misterioso che si comporrà".
Molto brava Jasmine Trinca, con un look molto diverso dal solito. "In Fortunata sono una madre di cui avevo un esempio diretto, anch'io vengo da una quartiere popolare, l’attaccamento alle radici è saldo", ha raccontato l'attrice, "Fortunata è un po' una disgraziata, combatte contro la fatica di vivere. Sergio mi ha lasciato la libertà di cercare Fortunata dentro di me. Un personaggio senza pudori, senza protezioni, consapevole di essere sbagliata, portatrice di una grande sofferenza che magari neanche conosce a fondo. La bellezza è la sua voglia di riscattarsi come donna, al di là della sua ovvia ignoranza".

Il film è uscito nelle sale il 20 maggio.

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