Presentato oggi Okja, diretto da Bong Joon-ho, primo film Netflix in Concorso al Festival di Cannes, e ovviamente si riaccende la polemica.
Okja racconta la storia dell'amicizia tra una bambina e una scrofa gigante che appartiene a una nuova specie di maiali. Sfortunatamente questa nuova specie viene scoperta da una multinazionale che decide di trarre profitto da questo grosso animale facendone tanta carne da vendere.
Quando Okja (è il nome dell'animale) viene preso e portato via, la ragazzina decide di andare a liberarlo e per farlo unisce le forze con un gruppo di terroristi ecologici non violenti.
Protagonista del film è la giovane coreana Ahn Seo Hyun, intorno a lei un cast hollywoodiano: Tilda Swinton, Jake Gyllenhaal, Paul Dano, Lily Collins. Tutti molto applauditi al loro ingresso in sala stampa.
Il film parla dello sfruttamento degli animali e della natura da parte dell'uomo ma anche delle contraddizioni dei gruppi animalisti, e proprio per questi il regista si è ispirato a un movimento esistente, l'ALF, il Fronte di Liberazione Animale, esplicitamente citato nel film. "Ho scelto di parlare di un'organizzazione che esiste", ha spiegato il regista Bong Joon-ho, "Non sono d'accordo al 100% con loro ma apprezzo la loro buona volontà e la loro voglia fare vivere in armonia animali e uomini. Ho parlato con il loro leader e la mia intenzione non era mostrare gli attivisti come essere perfetti, ognuno ha i suoi difetti e il film non nasconde i loro".
Il tema ambientalista è al centro del film, come ha sottolineato anche Tilda Swinton, alla sua seconda collaborazione con il regista coreano dopo Snowpiercer:"Sono cresciuta e ancora vivo circondata da animali, alcuni dei quali sono uomini! Dagli animali possiamo imparare molto, ci danno continuamente lezioni di lealtà, presenza, semplicità. Il capitalismo ci ha resi tutti consumatori ma questo film ci ricorda che siamo anche altro, siamo esseri viventi in un ambiente naturale e con questo ambiente e con i suoi esseri noi dobbiamo avere una relazione". Stessa linea di pensiero per Jake Gyllenhaal. "Okja affronta lo scontro tra il capitalismo e l'amore per la natura e l'ambiente", ha detto l'attore, "Ho scelto di partecipare per il suo contenuto politico e la nostra posizione è molto chiara. E' un tema che ha un particolare significato in questo momento storico, soprattutto nel mio paese dove stiamo tornando indietro di alcuni decenni sulle tematiche ambientali. Il film è un viaggio devastante attraverso il mondo degli allevamenti intensivi ma è anche una metafora del mondo che stiamo vivendo. Questo mix tra realismo e significato metaforico funziona perché il regista è stato bravo a trovare un equilibrio, io vedendolo mi sono molto emozionato".
Il film sarà disponibile su Netflix dal 28 giugno.
Difficile capire se il film sia piaciuto o no dalla reazione della stampa a fine proiezione. Il film è stato abbastanza applaudito ma ha ricevuto anche dei fischi (per il film o verso Netflix?). La proiezione è stata piuttosto travagliata, il film è iniziato in un formato sbagliato e dopo 10 minuti, tra le proteste dei presenti, è stato fermato e fatto ripartire nel formato giusto. Un errore che ha fatto gridare al complotto e al boicottaggio contro Netflix, ma alla fine si è trattato solo di un problema tecnico. Le recensione invece sono discordanti, divise tra chi l'ha amato e chi l'ha odiato.
E qui la polemica. Il tema Netflix sta dividendo il festival. Questo è il primo anno in cui un film prodotto da Netflix viene presentato in Concorso, ma sarà anche l'ultimo visto che dal prossimo anno saranno scelti solo film che avranno una distribuzione in sala.
Durante la proiezione stampa di Okja sono partiti alcuni fischi quando è comparso il logo di Netflix prima del film. Sulla questione si sono espressi anche il regista e gli attori di Okja, ovviamente tutti a favore.
"Considerando l'intero ciclo di un film, dalla sala al dvd/blu-ray, non penso che realizzare un progetto sostenuto da Netflix per me come filmmaker rappresenti una grande differenza", ha dichiarato Bong Joon-ho, "Ho adorato lavorare con Netflix, mi hanno sostenuto in tutto nonostante stessimo parlando di un budget molto importante, ho avuto totale libertà in ogni fase della lavorazione e per questo devo essere loro grato".
Pro Netflix anche Tilda Swinton (che del film è anche produttrice), che ha parlato anche delle dichiarazioni del presidente di giuria Pedro Almodovar ("Assurdo dare la Palma d'Oro a un film che non esce in sala"). "Il Presidente di giuria ha tutto il diritto di fare le sue dichiarazioni", ha detto l'attrice, "Noi non siamo venuti al festival per i premi ma per mostrare il nostro film avendo la meravigliosa opportunità e il privilegio di poterlo proiettare sul grande schermo. Io sono convinta che ci sia spazio per tutte le piattaforme".
La polemica resta aperta e molto probabilmente se ne riparlerà nei prossimi giorni, soprattutto quando in Concorso arriverà il secondo film prodotto da Netflix.
venerdì 19 maggio 2017
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