mercoledì 17 giugno 2020

Artemis Fowl - la recensione

Artemis Fowl avrebbe dovuto aprire la strada a una nuova saga cinematografica, probabilmente. Ma il film targato Disney diretto da Kenneth Branagh non funziona. Il suo approdo anticipato sulla piattaforma streaming Disney+ (saltando del tutto la corsa in sala) aveva fatto scattare diversi allarmi negli spettatori, e giustamente. L'universo di Artemis Fowl sembra fin dai primi minuti troppo grande per essere raccontato e fatto digerire in un unico film. Ci troviamo di fronte a qualcosa di enorme che risiede nella mitologia del progetto, qualcosa di meticoloso e ponderato dallo scrittore irlandese Eoin Colfer (autore della saga letteraria da cui il lungometraggio è tratto). E proprio "a causa" di questo la trasposizione cinematografica risulta fin da subito strabordante di informazioni, alcune anche piuttosto inutili ai fini stessi della trama.

C'è una buona inventiva visiva che si deve riconoscere al progetto, inventiva che comunque non riesce mai a pareggiare i conti con la goffaggine intrinseca al lungometraggio. Niente di accattivante, niente di trainante, niente di interessante. Nessun ritmo rilevato. Artemis Fowl, per la struttura che ci viene presentata, sembra un pessimo pilot televisivo di una serie tv fantasy che, a conti fatti, forse non vedremo mai.
E non aiuta neanche il lato attoriale, del tutto scialbo e privo di mordente da ogni interprete (tra cui anche Judi Dench). Nessuno crede in Artemis Fowl, non vedo perché debba essere lo spettatore medio a credere in questo progetto così goffo e inconcludente.

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