mercoledì 23 ottobre 2019

RomaFF14 - John Travolta, i suoi rifiuti e quando ha spezzato il cuore a Malick

Ieri alla Festa del Cinema di Roma è stato il giorno di John Travolta, a cui è stato consegnato il premio alla carriera.

Estremamente disponibile con i fan sul red carpet, durante l'incontro con il pubblico, l'attore ha raccontato alcuni aneddoti legati alla sua vita e alla sua carriera. Due in particolare si sono rivelati piuttosto interessanti e curiosi, per le conseguenze che hanno avuto: i suoi rifiuti e il rapporto con Terrence Malick.

Secondo quanto raccontato, John Travolta ha indirettamente favorito l'ascesa di un suo collega, Richard Gere.
"Dissi no a I Giorni del Cielo di Malick, a causa di obblighi contrattuali, ad American Gigolo perché discussi con Paul Schrader e chiesi di andare via", ha raccontato Travolta, "Poi a Ufficiale e Gentiluomo perché in quel periodo avrei dovuto sostenere l'esame per diventare pilota, ho preferito la vita al Cinema. E infine Chicago, rifiutai tre volte il ruolo perché non ero d'accordo con la caratterizzazione dei personaggi femminili nella piece teatrale, donne che odiano gli uomini... soltanto vedendo il film mi accorsi che mi ero sbagliato, che amavo profondamente quei personaggi femminili, e mi sono pentito".
Sembra incredibile, ma tutti e quattro i ruoli sono poi finiti a Richard Gere, e di questi, tre sono stati film cardine per la carriera dell'attore.

Il secondo curioso aneddoto riguarda proprio il rifiuto obbligato al film di Terrence Malick, I Giorni del Cielo, che a quanto pare ha avuto conseguenze imprevedibili.
"Premetto che Terrence è l’uomo più sensibile che abbia mai incontrato. E' un "sensiente", con tutto il corpo. Quando mi ha offerto il ruolo da protagonista ne I Giorni del Cielo non ho potuto accettare a causa di obblighi contrattuali", ha raccontato Travolta, "E Malick l’ha prese malissimo, ma io non potevo immaginare al punto da non fare più film per 17 anni! Mi arrivavano rumors che dicevano che era stata colpa mia, che io ero alla base del sui blocco artistico. Quando nel 1998 mi ha chiamato per La Sottile Linea Rossa, gliel'ho chiesto e lui mi ha risposto che il rifiuto di Hollywood a lasciarmi recitare per lui in un film che riteneva così importante l’aveva ferito, gli aveva letteralmente spezzato il cuore, perché io rientravo nella sua visione di quel film. Quella sua conferma ha spezzato anche il mio di cuore".

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