mercoledì 12 febbraio 2020

Birds of Prey (e la Fantasmagorica Rinascita di Harley Quinn) - la recensione

Margot Robbie torna a vestire i panni della "villain" DC più amata degli ultimi anni: Harley Quinn. Avrà fatto breccia nel cuore degli appassionati come aveva già fatto nel disastroso Suicide Squad?

Birds of Prey (e la Fantasmagorica Rinascita di Harley Quinn) ci mostra un lato quasi del tutto inedito del personaggio, questa volta platealmente scollegato dal suo "puddin" Joker fin dall'inizio. Harley dovrà cavarsela da sola, ma lungo il suo cammino incontrerà per caso (o no) dei personaggi femminili che devono, come lei, emanciparsi.

La regista Cathy Yan confeziona un lungometraggio che emana un "odore" anni '90 per almeno tre quarti della sua durata. Scorrevole, senza dubbio. Simpatico, divertente. Ma cosa rimane alla fine della visione? Non molto purtroppo. Margot Robbie si riconferma una meravigliosa Harley Quinn, e le attrici comprimarie riescono tutte (più o meno) ad avere il loro giusto spazio, anche se, per forza di cose, rimangono inevitabilmente nella lunga ombra di Harley. Anche Ewan McGregor nei panni del villain Maschera Nera funziona, ma senza nessun guizzo particolare da farlo diventare iconico o in qualche modo riconoscibile al grande pubblico.

Anche il comparto tecnico risulta buono ma niente di "fantasmagorico". Nota di demerito alla colonna sonora, o meglio ai pezzi scelti per accompagnare le maggior parti delle scene d'azione. Non funziona come invece aveva funzionato alla grande in Suicide Squad (è stato fatto un lavoro molti simile al cinecomic di David Ayer, ma senza successo).

Birds of Prey, o per meglio dire Harley Quinn e le Birds of Prey, è gradevole, una sorta di "episodio pilota" di una serie dedicata al personaggio DC, e proprio come un episodio pilota si porta dietro i consueti piccoli difetti del caso. Ciò che effettivamente resta è la voglia di rivedere Margot Robbie nei panni di Harley Quinn. Ma per quanto durerà?

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