giovedì 29 agosto 2019

Venezia 76 - Giorno 2: Marriage Story e Ad Astra in Concorso

Il Concorso entra subito nel vivo con la presentazione di due film molto diversi e molto attesi: Marriage Story e Ad Astra.

Prodotto da Netflix, Marriage Story, diretto da Noah Baumbach, vede come assoluti protagonisti Scarlett Johansson e Adam Driver. Nel cast anche Laura Dern.

Il film è il racconto di una storia che finisce. Una coppia, Nicole e Charlie, un tempo molto affiatata e felice che scivola in un divorzio complicato a causa di un rapporto ormai logoro.

La fine di una storia, il divorzio, sono i temi centrali del film, come ribadito dal regista durante la conferenza stampa. "Quando una cosa non funziona più, è quello il momento in cui iniziamo a vederla davvero. Siamo lasciati fuori dalla porta e iniziamo a vedere la casa proprio da lì fuori", ha dichiarato Baumbach, che poi ha parlato di come ha sviluppato i dialoghi e la sceneggiatura del film, "Il film inizia quando loro sono già nella fase della separazione, ma non sanno ancora che finiranno per separarsi di più. Ho cercato di inserire me stesso nello "spazio libero" tra di loro. L’amore tra loro, però, è sempre presente, sono proprio queste le fondamenta su cui si regge il film".

La sceneggiatura ha portato i due attori a lavorare in modo particolare, quasi teatrale, come dichiarato da Adam Driver: "Eravamo in situazioni molto diverse, lavoravamo sulla sceneggiatura separatamente. Credo si trattasse di teatro ma anche di teatralità, come per il divorzio stesso. Tutta la sceneggiatura era scritta molto bene, ma anche in modo conciso. Quando si gira le cose possono cambiare, ma questo tema del teatro rimane molto presente nel film e nella sceneggiatura".
Il personaggio di Nicole è un'attrice, aspetto che ha aiutato Scarlett Johansson ad entrare in contatto con il ruolo. "Penso che Nicole sia una donna combattuta, vuole essere riconosciuta e penso che in fondo sia questo che li porta alla separazione", ha spiegato l'attrice, "La famiglia da cui proviene Nicole non ha le dinamiche di quella in cui sono cresciuta io, anche se mia madre ha gestito la mia carriera fin da quando ero piccola. Ci sono delle similitudini. Le dinamiche della sua famiglia spiegano in buona parte chi è lei, perché è diventa un'attrice. Capisco bene alcuni aspetti della sua carriera. Non era difficile immaginarle, come attrice".

Il film ha ottenuto una buona accoglienza, grandi elogi per le interpretazioni di Scarlett Johansson e Adam Driver. Anche il regista, durante la conferenza stampa, ha voluto ribadire e sottolineare l'importanza e la bravura dei suoi due protagonisti: "Vedere questi due attori perdersi completamente e avere, allo stesso tempo, un controllo assoluto, è stato un grande privilegio.E' stata una vera gara di bravura. Per molti versi, è stata l'esperienza più gratificante della mia carriera di regista".

Netflix porterà il film nei cinema dal 6 novembre, poi dal 6 dicembre sarà disponibile in streaming.




Di tutt'altro genere il secondo film presentato in Concorso. Si tratta di Ad Astra, sci-fi diretto da James Gray che vede Brad Pitt protagonista, e anche nelle vesti di produttore. Nel cast anche Liv Tyler e Ruth Negga, entrambe al Lido, oltre a Tommy Lee Jones e Donald Sutherland.

Ambientato in un futuro non molto lontano, in cui l'uomo è alla ricerca di altre forme di vita nell'Universo. L'astronauta Roy McBride (Pitt) viene incaricato di una missione molto importante che lo toccherà sul personale. McBride viene spedito ai limiti del sistema solare per scoprire cosa minaccia l'umanità sulla Terra e, allo stesso tempo, scoprire cos'è successo a suo padre, scomparso durante la ricerca di vita extraterrestre su Nettuno. Quello che scoprirà, metterà in dubbio la natura umana e il nostro ruolo nell'Universo.

Non il solito blockbuster di fantascienza, Ad Astra è un film dai tempi molto dilatati, con molta voce fuori campo, temi introspettivi, teologici e psicanalitici. Il film ha avuto una post-produzione molto lunga, l'uscita è stata rimandata più di una volta (c'è chi dice che i produttori non fossero molto soddisfatti del risultato finale e abbiano deciso di rispedirlo al montaggio), poi l'acquisizione della Fox da parte della Disney e finalmente il film ha visto la luce.

L'idea del film nasce da una frase che il regista ha letto in una mostra. "Una frase che ho letto su una parete e che ho subito mandato a Brad: ‘La storia e il mito iniziano nel microcosmo del personale’", ha raccontato James Gray, "Noi volevamo raccontare una storia piccola nell'ambiente più grande che esiste: lo spazio".

Brad Pitt e James Gray sono amici da moltissimi anni e finalmente hanno trovato una storia su cui poter collaborare. "E' un grande narratore, con una voce personale e unica", ha dichiarato l'attore durante la conferenza stampa, "È stato intrigante, come uomo, come figlio, come padre far parte di questo progetto. 'Ad Astra' è una storia delicata e ogni inquadratura, ogni elemento musicale, correva il rischio di alterare un equilibrio. Tutto quello che volevamo era mettere in luce questa solitudine. Abbiamo lavorato molto su come interpretare un personaggio ‘scollegato’ e isolato rispetto a ciò che lo circonda. Perché per me lo spazio più che libertà è solitudine, io mi sento libero nella natura e circondato da amici".
Uno degli obiettivi di Brad Pitt, e del regista, era di portare al centro del film un personaggio diverso dal solito, che rappresenti una "nuova mascolinità". "Guardando indietro, il film è un viaggio in profondità rispetto una certa definizione di mascolinità", ha dichiarato Pitt, "Siamo stati cresciuti con l'idea che bisognava essere forti, che non si poteva lasciare spazio alla debolezza e questo ha creato una sorta di barriera con gli altri perché finisci per negare tutta una serie di cose: il dolore, la vergogna, i rimpianti. Penso che tutti ci portiamo dietro dolore e ferite dall'infanzia, e il compito dell’attore è utilizzare e canalizzare questi sentimenti. Io e James abbiamo un rapporto diverso dalla classica ‘amicizia tra maschi’, siamo sinceri l’uno nei confronti dell’altro e parliamo anche di insuccessi e fallimenti, ci confrontavamo ogni mattina". Della stessa idea James Gray, che ha aggiunto: "Per restituire certe emozioni l’attore, come il regista, deve essere onesto e disposto a mostrare le proprie vulnerabilità, anche se ci portano in luoghi oscuri. Con Brad abbiamo provato a restituire una verità emotiva e io gli sono stato addosso con la macchina da presa per guardare oltre l’attore".

Il film sarà nelle sale italiane dal 26 settembre.

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