giovedì 29 agosto 2019

Il Re Leone - la recensione [Pro e Contro]

La nuova versione photo real de Il Re Leone ha conquistato il box office mondiale con incassi stratosferici ma la critica si è divisa, a volte con posizioni molto nette. Anche la redazione di Frame ha avuto pareri discordanti, perciò abbiamo cercato di proporre due punti di vista.
Ecco le nostre recensioni Pro e Contro del film.

∼ PRO ∼

C'era davvero bisogno di questo live action, l'ennesimo in casa Disney? No, per niente, a maggior ragione perché il film è una riproposizione, quasi scena per scena, del film di animazione del 1994, con pochissime aggiunte, qualche battuta cambiata che però non sempre funziona bene quanto l'originale.
Tuttavia, lasciando da parte il possibile fastidio che si può provare nei confronti di questa operazione, Il Re Leone rimane quello che era più di 20 anni fa: una storia potente, emotiva, che sa parlare incredibilmente bene sia ai bambini che agli adulti, anzi specialmente agli adulti.

A livello visivo questa nuova versione sorprende per il grandissimo realismo, la spettacolarità delle scene nella Savana e nei dettagli di tutti gli animali rappresentati, tanto realistici da sembrare veri. Forse questo incredibile realismo toglie un po' di emotività al film, in quanto non è possibile rendere le espressioni umane così come venivano proposte nel cartone animato, ma la storia è le relazioni fra i personaggi sono così potenti che l'ostacolo si aggira comodamente ed è davvero facile ritrovarsi ad avere i brividi durante la scena iniziale o a piangere per la morte di Mufasa, di nuovo, proprio come da bambini.
Da questo punto di vista, anche il doppiaggio, pur con qualche sbavatura, funziona piuttosto bene, ed è quasi perfetto nei momenti cantati.

Insomma, non ce n'era bisogno, non aggiunge nulla a quanto visto nel Classico del 1994, ma proprio per questo alla fine il film piace. È Il Re Leone dopotutto.
Chiara




∼ CONTRO ∼

Il Re Leone, amatissimo classico d'animazione Disney, torna al cinema sotto una nuova veste. Jon Favreau, dopo la sua esperienza con la versione live-action di Il Libro della Giungla, è stato scelto per dare nuova linfa vitale a Il Re Leone. Operazione riuscita? In parte.

È innegabile la resa visiva del lungometraggio (ricordiamo, completamente in CGI con un solo frame reale), si rimane a bocca aperta di fronte a cotanto lavoro di straordinaria tecnica. L'effetto animazione digitale scompare in pochi istanti per dare spazio ad una credibilità davvero immersiva. Tuttavia il film pare vivere solo ed esclusivamente grazie agli effetti visivi, senza nessun guizzo o vera motivazione di esistere al di fuori di questo. L'emozione c'è, ma è innescata solo dai ricordi del film originale (molto più coinvolgente) e dall'iconica colonna sonora composta da Hans Zimmer, ancora oggi da pelle d'oca.

L'espressività limitata giustificabile di tutti gli animali probabilmente pesa un po' nell'economia generale del progetto che risulta a tratti freddo, quasi glaciale. Non aiuta poi il doppiaggio. Il Simba di Marco Mengoni e la Nala di Elisa non brillano affatto (se non nelle parti cantate, ovviamente). Una grande pecca che distoglie l'attenzione da tutta la magnificenza visiva di cui il film è pregno.
C'è qualcosa di strano nel film, una fotografia troppo patinata, una freddezza intrinseca data da animali così reali da essere (ovviamente) poco coinvolgenti espressivamente. Il tutto mescolato ad una narrazione inquietantemente fedele all'originale, con tanto di scene (probabilmente in omaggio) riprese esattamente dal classico animato che tutti noi conosciamo.

Il Re Leone di Jon Favreau è uno splendore per gli occhi, ma non brilla per intensità emotiva, non donando niente di più che un semplice remake di un film che funzionava benissimo già in veste tradizionale.
Mat

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