Inutile negarlo, era la pellicola più attesa del festival e oggi è finalmente arrivato il giorno della presentazione, in Concorso, del film Joker.
Diretto da Todd Phillips, Joker vede come protagonista Joaquin Phoenix, leader di un cast che vede anche Robert De Niro e Zazie Beetz.
Al centro della storia c'è Arthur Fleck (Phoenix). un aspirante comico che vorrebbe apparire in tv nel suo show preferito (condotto da Robert De Niro). Intanto Arthur, anche per mantenere la madre malata, si deve accontentare di piccoli lavoretti da clown, per esporre cartelli pubblicitari per strada o per rallegrare i bambini dell'ospedale. Emarginato dalla società, Arthur però soffre di molti problemi mentali che farmaci e assistenti sociali non sembrano riuscire ad alleviare. Quando Arthur supererà il limite di sopportazione, indosserà "la maschera" del Joker, ritrovandosi a capo di un movimento.
Accolto da un'esplosione di applausi, Joker è ispirato allo storico villain di Batman ma è difficile considerarlo un cinecomic, così come non è nemmeno un film sulle origini del personaggio, anche perché il Joker non ha delle vere e precise origini. Proprio questo passato misterioso ha dato spazio al regista per fare qualcosa di completamente diverso da quanto visto fino ad oggi. "Non avendo alcuna origin story a cui poter fare riferimento, neppure nei fumetti, ci siamo presi molte libertà", ha dichiarato il regista Todd Phillips, "Certo abbiamo usato del materiale dai fumetti, ci piaceva l’idea del comico fallito di The Killing Joke, ma ci siamo posti poche regole e pochi limiti., E' un racconto influenzato da film con cui sono cresciuto e da grandi personaggi degli anni '70, film di Scorsese come Taxi Driver, ma anche dal film muto L'uomo che ride del 1928. Fin dall'inizio sapevamo di voler fare una cosa molto diversa rispetto ai film del passato. La parte più difficile però è stata convincere la Warner e la DC, ma una volta convinti, abbiamo avuto pieno sostegno".
Ma chi è Arthur Fleck? "Un uomo in cerca identità, che molto ingenuamente vuole solo far ridere le persone", ha continuato Todd Phillips, "Non aveva nessuna intenzione di diventare un simbolo politico o di infiammare la società. Certo, poi finisce per prendere delle decisioni sbagliate. Qualcuno gli darà una lettura politica, ma Joker è soprattutto una storia sulla mancanza di empatia che abbiamo osservato mentre lo scrivevamo".
A dare un volto e un corpo ad Arthur Fleck è Joaquin Phoenix, definito "straordinario" nel film. Dimagrito di oltre 20 kg, l'attore offre una performance fisica e vocale davvero notevole. L'interpretazione dell'attore è stata molto ricercata ma non ha preso spunto da nessun suo predecessore. "Siamo andati per conto nostro, perciò non ho fatto riferimento ad altri film o attori", ha dichiarato Joaquin Phoenix, "Ho lavorato sul tema della perdita, quindi sono partito dal fisico. Ho perso peso. Cosa che ci aiuta anche sul versante psicologico. Poi sono passato alla personalità, ma non volevo che fosse ben definita psichiatricamente. Ci abbiamo messo molto tempo per trovare Arthur, il personaggio si è evoluto molto durante le riprese". Essenziale per il film, per il personaggio, ma anche per lo stesso attore, era trovare la giusta risata, una ricerca non facile. "All'inizio non pensavo di essere in grado di lavorare su quella risata così sofferta. C’è stato un momento in cui ho anche pensato di delegarla a qualcun altro", ha raccontato l'attore, "Ho chiesto a Todd di fare un provino della mia risata perché era cruciale per trovare Arthur. Mi sono preparato leggendo un libro sui tipi di personalità e come queste risultano in certe azioni, non ho fatto combaciare la sua con una in particolare ma ho avuto la libertà di scegliere. Mi sono ispirato a certe risate che abbiamo visto in alcuni video, risate di persone che soffrono, per questo poi risultano dolorose".
La performance di Joaquin Phoenix ha letteralmente conquistato la critica, c'è già chi lo mette al primo posto tra i favoriti per la Coppa Volpi e chi, andando ancora più avanti, lo vede con una nomination agli Oscar in tasca.
Il film sarà nelle sale italiane dal 3 ottobre.
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Presentato, sempre in Concorso, Ema, nuovo film del regista cileno Pablo Larraín. Protagonisti Mariana Di Girolamo e Gael García Bernal.
Ambientato nel Cile contemporaneo, il film è un melodramma sentimentale scandito dal ritmo della musica. Al centro della storia ci sono Ema (Mariana Di Girolamo) e Gastón (Gael García Bernal), una coppia di artisti di una compagnia di danza sperimentale, genitori adottivi con una vita segnata da un episodio violento in cui viene coinvolto il figlio. Un episodio che porta la coppia a sgretolarsi davanti alla decisione di "restituire" il bambino adottato, mentre Ema vive una sorta di riscoperta di sé, anche sessuale, che passa attraverso la musica, in particolare il raggaeton di strada.
La musica è una parte fondamentale del film, è il mezzo con cui Ema si apre alla riscoperta di se stessa, ma vede al centro, come tema portante, quello delle adozioni. "Adottare un bambino è un atto di generosità immensa", ha dichiarato il regista, "ma in Cile ci sono parecchi casi di adozioni fallite e quando ciò accade, come racconto nel film, è un dramma, la coppia ne soffre e cerca di capire che cosa è accaduto".
Il regista ha raccontato un particolare della lavorazione, gli attori infatti hanno conosciuto la storia giorni per giorno, ricevendo ogni volta le parti da recitare. "Se l’attore sa già tutto da tempo, la direzione che prende è ormai determinata. Volevo invece creare una performance attoriale", ha spiegato Larraín.
sabato 31 agosto 2019
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