giovedì 28 settembre 2023

Assassinio a Venezia - la recensione

Arriva al terzo capitolo la personalissima interpretazione di Kenneth Branagh del famosissimo detective Hercule Poirot, nato dalla penna prolifica di Agatha Christie. Dopo aver adattato i due più famosi casi del detective belga, Branagh decide non solo di passare a un romanzo fra i meno conosciuti (La strage degli innocenti) ma anche di fare un lavoro di adattamento molto più massiccio rispetto a quanto aveva fatto fin ora, in particolare cambiando il setting della narrazione spostandola a Venezia.

Questo cambio di location è assolutamente vincente perché la città è davvero perfetta per ambientare un horror-mistery, con i suoi canali, le luci che si specchiano sull'acqua scura, i mantelli e le maschere. A differenza del passato, inoltre, Branagh punta su un cast molto meno altisonante, il nome di spicco è Michelle Yeoh, ma ci sono anche Tina Fey, Jamie Dornan e il nostro Riccardo Scamarcio, tutti molto bravi ma ben lontani dal richiamo mediatico di un Johnny Depp o una Michelle Pfeiffer del primo film. 

Ciò che salta inoltre maggiormente all'occhio è come questo sia, a tutti gli effetti, un vero e proprio horror ancora prima che un giallo, che Branagh gira con tutti i canoni classici, dalle inquadrature storte (e distorte), alla fotografia un po' gotica fatta di contrasti fra luce e tenebra, fino ai classici jump scare inseriti al momento giusto. E, sorprendentemente, il tutto funziona benissimo, con la narrazione che procede spedita fra colpi di scena e sedute spiritiche fino al gran finale, che rientra trionfalmente nel classico scenario alla Poirot, in cui il protagonista riunisce tutti i personaggi in un solo luogo per esporre la risoluzione del caso.

Ancora una volta, come già era stato nei primi due film, la costruzione del personaggio di Hercule Poirot è sfaccettata e malinconica, Branagh ci restituisce un personaggio sempre più umano, sempre più tragico, quasi shakespeariano nelle sue debolezze e nei suoi fantasmi interiori, che trovano lo specchio perfetto con quelli che infestano l'antico palazzo in cui si svolge la storia. Probabilmente questa ulteriore umanizzazione del personaggio iconico del detective continuerà a non convincere i fan più puristi, ma per gli altri è davvero un piacere osservare come quest'uomo apparentemente granitico viene pian piano quasi scartato per arrivare al cuore, molto più fragile e insicuro di quanto appaia. E bisogna davvero fare i complimenti a Kenneth Branagh perché la sua interpretazione risulta ancora più convincente e commovente che nei precedenti film.

Indifferente alla risposta non proprio massiccia del boxoffice, il Poirot di Branagh continua il suo viaggio di decostruzione del proprio mito, e arriva a un picco qualitativo notevole con questo Assassinio a Venezia. Sperando di vederne ancora.

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mercoledì 27 settembre 2023

El Conde - recensione

Dopo aver raccontato Jackie Kennedy e Lady D, Pablo Larrain torna in patria con El Conde, una storia surreale che vede protagonista il dittatore Pinochet... ma vampiro.

Una figura in divisa militare vola nei cieli di Santiago del Cile in cerca di cuori e sangue per potersi nutrire. Questa figura che semina paura e morte indossa una divisa ben riconoscibile, quella del generale Augusto Pinochet.
La storia del film parte da lontano, addirittura nella Francia del '700, con il soldato francese Claude Pinoche, un vampiro, che attraversa i secoli fino ad arrivare in Cile, dove negli anni '70, diventato il generale Augusto Pinochet, fece un colpo di stato per rovesciare il governo socialista di Allende e imporre un regime autoritario e dittatoriale, fatto di svariate violazioni dei diritti umani, tra cui torture e omicidi. Ma nel 2006, "il Conte", come lo chiama la famiglia, non ha più voglia di vivere e decide di inscenare la sua morte per ritirarsi in una fattoria isolata, assistito dalla moglie e dal fedele (vampiro) maggiordomo Fëdor, essere subdolo e dal passato macchiato di sangue.
I figli, preoccupati esclusivamente per l'eredità, chiedono alla chiesa di occuparsi del padre e "aiutarlo" a morire. Una giovane suora viene mandata alla fattoria con un preciso compito: esorcizzare Pinochet, estirpare il male dentro di lui e cercare di salvare quel che resta della sua anima... sempre che ci sia anima da salvare e non sia lui stesso il Male.

Gli anni della dittatura di Pinochet sono una ferita ancora aperta per il popolo cileno e per raccontare il mostro che ha insanguinato il Cile, senza mai pagare per quanto fatto, Pablo Larrain lo ha davvero trasformato in un mostro, un vampiro. Pinochet nel film è un anziano stanco e senza rimorso, consapevole del suo passato e delle sue azioni ma infastidito solo dal fatto di passare alla storia come un ladro (e lo è stato). Intorno a lui si muove una famiglia di ipocriti, che non spicca per intelligenza, preoccupata solo di recuperare i soldi nascosti nelle varie banche nel mondo. Un ritratto spietato e grottesco di una famiglia senza cuore, con Pinochet che materialmente va a caccia dei cuori e del sangue dei cileni per mangiarli e restare in vita. Un'allegoria che non ha certo bisogno di spiegazioni.

El Conde è difficile da inquadrare in un genere. Girato in un bianco e nero vecchio stile, è un film surreale, ironico, molto politico, ma di fatto una storia di vampiri messa in scena come un B movie horror e una commedia grottesca, capace però di regalare anche momenti visivamente poetici, come la danza della giovane suora nell'aria, supportata dalla bella regia di Larrain.

Non è un film adatto a tutti i palati, alla fine risulta un po' freddo e con un ritmo non proprio incalzante, ma il regista merita davvero i complimenti per aver pensato una storia così assurda e surreale, e allo stesso tempo estremamente politica, una perfetta allegoria del Male che dura nel tempo, che sia Pinochet o altri nomi di politici e dittatori a noi più vicini.

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venerdì 22 settembre 2023

Festa del Cinema di Roma 2023 - il programma

Presentato questa mattina il programma della 18a edizione della Festa del Cinema di Roma, la prima firmata dal nuovo Presidente della Fondazione Cinema per Roma Gian Luca Farinelli e la nuova direttrice artistica Paola Malanga.

La Festa vede il ritorno del Concorso e nel programma sono presenti molti titoli italiani, tra film, documentari e corti, alcuni dei quali segnano degli esordi alla regia, come ad esempio il film d'apertura, C'è Ancora Domani, primo film da regista per Paola Cortellesi.

Se il Cinema Italiano è ben rappresentato da titoli molto interessanti, tra cui il nuovo film di Ozpetek, Mi fanno Male i Capelli di Roberta Torre dedicato a Monica Vitti, la serie La Storia di Francesca Archibugi, e il terzo film di Diabolik, il programma in generale lascia un po' di delusione per l'assenza di grandi titoli e grandi nomi, che possano segnare il grande evento alla Festa. L'unico titolo che spicca più degli altri è senza dubbio quello de Il Ragazzo e l'Airone, il nuovo film Hayao Miyazaki, che sarà presentato nella sezione Alice nella Città.
Chissà che qualche titolo non venga aggiunto nei prossimi giorni, come ha lasciato intendere la direttrice Paola Malanga, che ha dichiarato: "Manca ancora qualcosa".

La Festa di svolgerà dal 18 al 26 ottobre.

Ecco il programma completo.

CONCORSO
C’È ANCORA DOMANI, di Paola Cortellesi (film d'apertura)
UN AMOR, di Isabel Coixet
ASHIL (ACHILLES), di Farhad Delaram
AVANT QUE LES FLAMMES NE S’ETEIGNENT (AFTER THE FIRE), di Mehdi Fikri
BLACK BOX, di Asli Özge
COMME UN FILS (LIKE A SON), di Nicolas Boukhrief
EN DAG KOMMER ALLT DET HÄR BLI DITT (ONE DAY ALL THIS WILL BE YOURS), di Andreas Öhman
LA ERECCION DE TORIBIO BARDELLI (THE ERECTION OF TORIBIO BARDELLI), di Adrián Saba,
FREMONT, di Babak Jalali
HOLIDAY, di Edoardo Gabbriellini
HYPNOSEN (THE HYPNOSIS), di Ernst De Geer
MI FANNO MALE I CAPELLI, di Roberta Torre
THE MONK AND THE GUN, di Pawo Choyning Dorji
PEDÁGIO (TOLL), di Carolina Markowicz
PELURI – KUOLEMA ON ELÄVIEN ONGELMA (LA MORTE È UN PROBLEMA DEI VIVI), di Teemu Nikki
UN SILENCE (A SILENCE), di Joachim Lafosse
SWEET SUE, di Leo Leigh
UROTCITE NA BLAGA (BLAGA’S LESSONS), di Stephan Komandarev

FREESTYLE
ACCATTAROMA, di Daniele Costantini
DISPARARON AL PIANISTA (THEY SHOT THE PIANO PLAYER), di Fernando Trueba, Javier Mariscal
GLI IMMORTALI, di Anne-Riitta Ciccone
JE’VIDA di Katja Gauriloff
MOTHER, COUCH, di Niclas Larsson
THE PERSIAN VERSION, di Maryam Keshavarz
À LA RECHERCHE, di Giulio Base
SEGNALI DI VITA, di Leandro Picarella
TROPPO AZZURRO, di Filippo Barbagallo
WANTED, di Fabrizio Ferraro

ARTS
ALLO LA FRANCE, di Floriane Devigne
AND THE KING SAID, WHAT A FANTASTIC MACHINE, di Axel Danielson
FELA, IL MIO DIO VIVENTE, di Daniele Vicari
GRANDMOTHER’S FOOTSTEPS, di Lola Peploe
IN BED WITH GONDRY, di François Nemeta
JEFF KOONS. UN RITRATTO PRIVATO, di Pappi Corsicato
KIM’S VIDEO, di David Redmon, Ashley Sabin
NINO MIGLIORI. LA FESTA CHE ROVESCIA IL MONDO PER GIOCO, di Elisabetta Sgarbi
OBSESSED WITH LIGHT, di Sabine Krayenbühl, Zeva Oelbaum
LA PITTURESSA, di Fabiana Sargentini
SHAKESPEA RE DI NAPOLI, di Ruggero Cappuccio
LA SOLITUDINE È QUESTA, di Andrea Adriatico
TAKING VENICE, di Amei Wallach
TEHACHAPI, di JR
WHO TO LOVE, di Giorgio Testi

SERIE
I LEONI DI SICILIA, di Paolo Genovese
MARE FUORI 4, di Ivan Silvestrini
LA STORIA, di Francesca Archibugi
SUBURRÆTERNA, di Ciro D’Emilio, Alessandro Tonda

GRAND PUBLIC
CENTO DOMENICHE, di Antonio Albanese
COTTONTAIL, di Patrick Dickinson
DALL’ALTO DI UNA FREDDA TORRE, di Francesco Frangipane
DIABOLIK CHI SEI?, di Antonio Manetti, Marco Manetti
DREAM SCENARIO, di Kristoffer Borgli
EILEEN, di William Oldroyd
THE END WE START FROM, di Mahalia Belo
ET LA FÊTE CONTINUE!, di Robert Guédiguian
FINGERNAILS, di Christos Nikou
JULES, di Marc Turtletaub
KIMITACHI WA DŌ IKIRU KA (IL RAGAZZO E L’AIRONE), di Hayao Miyazaki
I LIMONI D’INVERNO, di Caterina Carone
NUOVO OLIMPO, di Ferzan Ozpetek
PALAZZINA LAF, di Michele Riondino
THE PERFORMANCE, di Shira Piven
THE ROYAL HOTEL, di Kitty Green
SALTBURN, di Emerald Fennell
SECOND TOUR, di Albert Dupontel
TE L’AVEVO DETTO, di Ginevra Elkann
VOLARE, di Margherita Buy
WIDOW CLICQUOT, di Thomas Napper

PROIEZIONI SPECIALI
LA BUSSOLA – IL COLLEZIONISTA DI STELLE, di Andrea Soldani
ENIGMA ROL, di Anselma Dell’Olio
HIGH & LOW – JOHN GALLIANO, di Kevin Macdonald
L’IMPERO DELLA NATURA. UNA NOTTE NEL PARCO DEL COLOSSEO, di Luca Lancise, Marco Gentili
IO, NOI E GABER, di Riccardo Milani
KRIPTON, di Francesco Munzi
MARIA CALLAS LETTERE E MEMORIE – MONICA RACCONTA MARIA, di Tom Volf
LA MEMORIA INFINITA (THE ETERNAL MEMORY),di Maite Alberdi
MISERICORDIA, di Emma Dante
MUR, di Kasia Smutniak
POSSO ENTRARE? AN ODE TO NAPLES, di Trudie Styler
ROMA, NUDA E SANTA, di Roberto D’Agostino, Marco Giusti e Daniele Ciprì
QUATTRO QUINTI, di Stefano Urbanetti
RULE OF TWO WALLS, di David Gutnik
SCARROZZANTI E SPIRITELLI. 50 ANNI DI VITA DEL TEATRO FRANCO PARENTI, di Michele Mally
TANTE FACCE NELLA MEMORIA, di Francesca Comencini
UNFITTING, di Giovanna Mezzogiorno
UOMINI IN MARCIA, di Peter Marcias
VIA SICILIA 57/59. GIORGIO ALBERTAZZI. IL TEATRO È VITA, di Pino Strabioli, Fabio Masi
ZUCCHERO – SUGAR FORNACIARI, di Valentina Zanella, Giangiacomo De Stefano

BEST OF 2023
ANATOMIE D’UNE CHUTE, di Justine Triet
CATCHING FIRE: THE STORY OF ANITA PALLENBERG, di Alexis Bloom, Svetlana Zill, Stati Uniti
LA CHIMERA, di Alice Rohrwacher
EUREKA, di Lisandro Alonso
FIREBRAND, di Karim Aïnouz
KISS THE FUTURE, di Nenad Čičin-Šain
ORLANDO, MA BIOGRAPHIE POLITIQUE, di Paul B. Preciado
LA PASSION DE DODIN BOUFFANT (THE POT AU FEU), di Tràn Anh Hùng
PAST LIVES, di Celine Song
THE ZONE OF INTEREST, di Jonathan Glazer

STORIA DEL CINEMA – DOCUMENTARI
Callas, Paris, 1958 di Tom Volf
Chambre 999 (Room 999) di Lubna Playoust
Une chronique americaine di Alexandre Gouzou, Jean-Claude Taki
Fellini, l’entretien retrouvé di Jean-Christophe Rosé
Godard par Godard di Florence Platarets – Omaggio a Jean-Luc Godard
Io, il tubo e le pizze di Ugo Gregoretti
Joseph Losey, l’outsider di Dante Desarthe
Kennedy a Roma di Ciro Giorgini
Lui era Trinità di Dario Marani
La nostra Monument Valley di Alberto Crespi, Steve Della Casa
Profondo Argento di Giancarlo Rolandi, Steve Della Casa – Omaggio a Dario Argento
Quel maledetto film su Virzì di Stefano Petti
Il ritorno di Maciste di Maurizio Sciarra
A Season With Isabella Rossellini di Marian Lacombe – Omaggio a Isabella Rossellini
Together With Lorenza Mazzetti di Brighid Lowe – Omaggio a Lorenza Mazzetti
La voce senza volto di Filippo Soldi

STORIA DEL CINEMA – RESTAURI
Ciao Nì! di Paolo Poeti
Divisione Folgore di Duilio Coletti
Menglong guojiang (L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente) di Bruce Lee,
Ochazuke no aji (Il sapore del riso al tè verde) di Yasujirō Ozu
L’odore della notte di Claudio Caligari
Ovosodo di Paolo Virzì
Underground di Emir Kusturica

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sabato 9 settembre 2023

Venezia80 _ Leone d'oro a 'Poor Things!' di Yorgos Lanthimos. Tutti i vincitori.

Si è conclusa poco fa la cerimonia di premiazione del Festival di Venezia 2023 e la giuria del Concorso, presieduta dal regista Damien Chazelle, ha consegnato il Leone d'Oro a Poor Things! del regista Yorgos Lanthimos.

Un film che ha fin da subito convinto pubblico e critica ed era considerato il favorito per la vittoria del premio più importante. Nel suo discorso di ringraziamento, il regista si è augurato una rapida fine dello sciopero e ha ringraziato in modo particolare, dedicandole il premio, la protagonista del film, Emma Stone.

Gloria anche per Matteo Garrone che ha vinto il Leone d'Argento per la migliore regia per Io, Capitano, mentre il giovane protagonista del film, Seydou Sarr, si è portato a casa il Premio Mastroianni come migliore interprete emergente.

La Coppa Volpi per la migliore attrice è andata, un po' a sorpresa, ma solo perché non era stata presa in considerazione dalle previsioni dei giornali, a Cailee Spaeny, protagonista di Priscilla di Sofia Coppola. La Coppa Volpi per il migliore attore invece è andata a Peter Sarsgaard per Memory, e l'attore, molto emozionato, ha fatto un lungo discorso a sostegno dello sciopero degli attori e degli sceneggiatori schierandosi contro l'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale.

Premi anche per El Conde di Pablo Larraín, Il Male Non Esiste di Ryūsuke Hamaguchi, e The Green Border di Agnieszka Holland.

Premi per l'Italia anche nella sezione Orizzonti, compreso il premio del pubblico a Felicità, il film d'esordio alla regia di Micaela Ramazzotti.

Ecco tutti i vincitori.

CONCORSO
Leone d'oro - Miglior Film: Povere creature! (Poor Things) di Yorgos Lanthimos 
Leone d'argento - Gran Premio della Giuria: Il male non esiste di Ryūsuke Hamaguchi
Leone d'argento - Miglior Regia: Io, Capitano di Matteo Garrone
Coppa Volpi - Migliore Interpretazione Femminile: Cailee Spaeny in Priscilla di Sofia Coppola
Coppa Volpi - Migliore Interpretazione Maschile: Peter Sarsgaard in Memory di Michel Franco
Premio Osella - Migliore Sceneggiatura: Pablo Larraín e Guillermo Calderón per El Conde di Pablo Larraín
Premio Speciale della Giuria: The Green Border di Agnieszka Holland 
Premio Marcello Mastroianni (ad un attore o attrice emergente): Seydou Sarr in Io, Capitano di Matteo Garrone

ORIZZONTI
Premio Orizzonti - Miglior Film: Magyarázat mindenre (Explanation for everything) di Gábor Reisz 
Premio Orizzonti - Miglior Regia: Paradiset brinner di Mika Gustafson 
Premio Speciale della Giuria: Una sterminata domenica di Alain Parroni
Premio Orizzonti - Miglior Interpretazione Femminile: Margarita Rosa de Francisco in El Paraiso di Enrico Maria Artale
Premio Orizzonti - Miglior Interpretazione Maschile: Tergel Bold-Erdene in City of wind
Premio Orizzonti - Miglior Sceneggiatura: El Paraiso di Enrico Maria Artale
Premio Orizzonti - Miglior Cortometraggio: A Short Trip di Erenik Beqiri

ORIZZONTI EXTRA
Premio degli Spettatori - Armani Beauty: Felicità di Micaela Ramazzotti
Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima "Luigi De Laurentiis": Love is a gun di Lee Hong-Chi

VENEZIA CLASSICI
Premio al Miglior Film Restaurato: Ohikkoshi di Shinji Sōmai
Premio al Miglior Documentario sul Cinema: Thank you very much di Alex Braverman

VENICE IMMERSIVE
Gran Premio: Songs for a Passerby di Celine Daemen
Premio Speciale della Giuria: Flow di Adriaan Lokman
Premio per la Realizzazione: Empereur di Marion Burger e Ilan Cohen

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