Nel Regno Unito sta facendo discutere la scelta del premio Oscar Helen Mirren per il ruolo dell'ex primo ministro israeliano Golda Meir nel film Golda, che racconterà la guerra dello Yom Kippur del 1973. Motivo della polemica? l'attrice non è ebrea, e quindi non sarebbe adatta ad interpretare una personalità così importante della storia di Israele, nonostante sia stata scelta da un regista, Guy Nattiv, ebreo e israeliano, e nonostante l'attrice abbia già interpretato personaggi ebrei in altri film.
A sollevare la questione è stata l'attrice Maureen Lipman (Il pianista), che ha parlato addirittura di "jewface”, dicendo di "non essere d'accordo" con la scelta della Mirren: "L’ebraicità del personaggio è fondamentale. Sono sicura che lei sarà meravigliosa, ma non sarebbe mai stato permesso a Ben Kingsley di interpretare Nelson Mandela”.
Interpellata da Variety, l'attrice ha spiegato il suo punto di vista: "La mia opinione, ed è quella che è, una semplice opinione, è che se la razza, il credo o il genere del personaggio guidano o definiscono la rappresentazione, allora l’etnia corretta dovrebbe essere una priorità. Il che non vuol dire che Pericle, principe di Tiro dovrebbe essere interpretato da un attore di Tiro. È complicato. [...] Stiamo parlando di mancanza di protesta. In un certo senso, la mia è una piccola protesta perché ogni altra discussione su credo, razza o genere riguardo al casting provoca uno tsunami. Si pensi a Eddie Redmayne, Scarlett Johansson, Jake Gyllenhaal, Johnny Depp, Rooney Mara e, in modo ridicolo, Javier Bardem in Being the Ricardos".
Le parole dell'attrice hanno fatto partire una catena di reazioni e dichiarazioni, sia pro che contro.
Jonathan Shalit, presidente di InterTalent Rights Group, ha dato ragione alla Lipman: "Giustamente c’è trambusto quando i bianchi interpretano personaggi neri in un film. Maureen Lipman ha ragione nel dire che un’attrice ebrea avrebbe dovuto interpretare il ruolo del leggendario primo ministro israeliano Golda Meir. È profondamente offensivo e ipocrita da parte di così tanti suggerire il contrario".
Di diverso parere il regista israeliano Hagai Levi, che scritto e diretto l’adattamento il remake di Scene da un matrimonio, in cui la presenza di Oscar Isaac aveva creato una polemica simile: "Non prenderei mai in considerazione la questione "ebraicità" quando faccio il casting. Non ho avuto alcun dubbio quando ho scelto Oscar. Avevo in mente altre opzioni e nessuno di loro era ebreo […] Se mi fossi limitato a scegliere solo attori ebrei, dove sarei finito?"
In realtà, questa non è polemica nuova, qualche mese fa, Sarah Silverman aveva voluto sottolineare come gli attori e le attrici ebrei non venissero mai scelti per ruoli da protagonisti, portando ad esempio Rachel McAdams in Disobedience (in cui però la protagonista, Rachel Weisz, è ebrea). Ma ultimamente sono tanti gli esempi, tutti gli attori e le attrici citati dalla Lipman nella sua risposta a Variety sono stati tutti contestati per i ruoli per cui sono stati scelti, ad esempio Eddie Redmayne per The Danish Girl, Scarlett Johansson per Ghost in the Shell, e ultimo Javier Bardem per Being the Ricardos, con l'accusa era che uno spagnolo non avrebbe dovuto interpretare un cubano. Intervenendo nella polemica, l'attrice Tracy Ann Oberman ha tirato in ballo anche la polemica, in questo caso rovesciata, su Gal Gadot nel ruolo di Cleopatra che, da ebrea, non dovrebbe interpretare la Regina d'Egitto.
La risposta più sensata probabilmente l'ha data Stephen Pollard, editore del The Jewish Chronicle, che ha contestato le parole della Lipman dicendo: "Adoro Maureen Lipman, ma non potrebbe sbagliarsi di più su questo. La logica della sua posizione è che l’unico personaggio che ogni attore può interpretare è se stesso".
Il mestiere dell'attore è quello di interpretare qualcun altro, se ognuno può interpretare solo sé stesso, verrebbe meno il senso del mestiere dell'attore.
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