E' su Netflix il nuovo film di Charlie Kaufman, regista del bellissimo Anomalisa ma, soprattutto, sceneggiatore di Eternal Sunshine of the Spotless Mind e Essere John Malkovich.
Basterebbe guardare alla filmografia di questo autore per farsi subito un'idea del tipo di film che si sta per guardare e di come porsi nella visione, e bisogna riconoscere a Netflix una certa dose di coraggio nel produrre una pellicola del genere, sicuramente non di immediata fruizione.
Jake (Jesse Plemons) porta la sua ragazza Lucy (Jessie Buckley) a conoscere i suoi genitori, I due sono una coppia affiatata, nonostante stiano insieme da pochi mesi, eppure Lucy appare da subito alienata rispetto a questa relazione, quasi estranea. Veniamo subito catapultati nella sua mente, è infatti la sua voce a narrare più che gli avvenimenti, i sentimenti e i pensieri che animano la ragazza.
Se in un primo momento la visione introspettiva sembra predominante, appare subito chiaro una volta giunti a casa dei genitori di Jake, che c'è di più, che il tempo e lo spazio iniziano a essere nebulosi, che il tutto è ammantato di inquietudine, ben al di là di quella semplicemente derivante dalle paure di Lucy riguardo la sua storia d'amore. Charlie Kaufman contorce la realtà e la ripropone filtrata attraverso una logica a metà fra l'onirico e lo psicanalitico, confondendo lo spettatore e allo stesso tempo imprigionandolo all'interno della narrazione, rendendogli impossibile smettere di guardare nonostante il senso di claustrofobia continui a crescere. Bisogna arrivare fino alla fine per riuscire a capire cosa sta accadendo e per comprendere (non pienamente, certo, questo è il tipico film che necessita e invoglia una seconda visione almeno) il significato della storia e dei personaggi.
E poi c'è il finale, che dà senso a tutta la visione, che apre a innumerevoli interpretazioni, che fa riflettere e discutere, che riassume l'interezza stessa del film e, forse, anche la filmografia di un autore che certamente non passa inosservato.
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