Tra mascherine, distanziamento e misure di sicurezza sanitaria, non sarà il solito festival ma è un primo passo concreto per cercare di far ripartire il Cinema. Importante per questo la presenza di otto direttori di alcuni dei principali festival europei, tra cui Thierry Fremaux (Cannes) e Carlo Chatrian (Berlinale), "in simbolica rappresentanza della comunità dei festival di tutto il mondo, riuniti in segno di solidarietà per l’industria del cinema che è stata duramente colpita dalla pandemia, e dei nostri colleghi che sono stati costretti a cancellare o a rinviare i loro festival", questo il loro messaggio.
Ad illuminare un festival un po' diverso da come eravamo abituati a vederlo, ci ha pensato sicuramente il presidente di giuria di quest'anno, una splendida Cate Blanchett, che ha definito "un miracolo" lo svolgimento del festival quest'anno e ha lanciato un appello per la riapertura e il ritorno al cinema, alla sala cinematografica.
"Aspettavo con ansia di venire, sono pronta ad applaudire gli organizzatori per la resilienza, la creatività. Sono in pieno accordo sul fatto che si dovesse riaprire, anche in un periodo difficilissimo si deve riemergere. Sono qui a sostenere i cineasti. Sono estremamente emozionata", ha dichiarato l'attrice durante la conferenza stampa, "Certo, questa edizione di Venezia sarà speciale. Sì, adesso ho tante paure ma dobbiamo essere coraggiosi. Questa situazione mi fa pensare ai primi giorni di scuola, ogni volta che si parte bisogna rischiare, anche di fallire. Anche se l'industria faticherà, alla fine riemergerà, sono piena di speranze. Ci sono tante sfide, globali. Partiamo dalla mono-cultura dello streaming degli ultimi mesi, ma dobbiamo riaprire i cinema. Abbiamo la possibilità di riesaminare la situazione, questo momento offre delle opportunità. La mia ultima uscita al cinema è stata a Berlino e poi la scorsa settimana, con la mia famiglia, per Tenet. Ho avuto il piacere/dispiacere di vedere molti altri film a casa, ma preferisco tornare al modo tradizionale di guardare".
Dopo più di dieci anni, ad aprire il festival sarà un film italiano, Lacci di Daniele Luchetti, che vanta un cast di altissimo livello, con Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini e Linda Caridi. Un cast che, stando ai primi commenti dopo le proiezioni, è il più grande punto di forza del film.
Lacci è tratto dall'omonimo romanzo di Domenico Starnone e racconta un dramma familiare che perdura nel tempo. Napoli, anni '80, il matrimonio tra Vanda (Alba Rohrwacher) e Aldo (Luigi Lo Cascio) si sfascia dopo il tradimento di lui. Vanda reagisce in modo aggressivo, Aldo è invece passivo, lei lo caccia di casa sperando che rifletta e poi torni, ma lui va dall'altra. La storia va avanti nel tempo, fino ai giorni d'oggi con Vanda e Aldo (Laura Morante e Silvio Orlando) invecchiati e sorprendentemente ancora insieme, nella stessa casa che sembra quasi una prigione, ma quello che è successo in passato ha lasciato segni profondi, anche sui loro figli, ormai adulti (Giovanna Mezzogiorno e Adriano Giannini).
Un film difficile da realizzare, che va avanti e indietro nel tempo e ripropone le stesse scene più volte ma da prospettive diverse. Il regista Daniele Luchetti era ben consapevole della sfida: "Lacci è un film di pochissima trama, che è tutta nella prima scena, quella di una coppia che si separa, poi vediamo solo quello che ne consegue. Si tratta di un film che è composto di azioni e sentimenti, con scene che non hanno il peso di raccontare trama, ma solo di illustrare un clima emotivo. Per questo cercavo di mantenere in azione e in tensione ciò che era in scena, mostrando sempre qualcosa che si sta per spaccare o si è spaccato, con forte lavoro sull'odio, su paura, rabbia e tutti i sottotesti. [...] Quando ho letto per la prima volta Lacci ho trovato domande che mi riguardavano e personaggi nei quali era difficile non identificarsi. Attraverso una storia familiare che dura trent'anni, due generazioni, legami che somigliano più al filo spinato che a lacci amorosi, si esce con una domanda: hai permesso alla tua vita di farsi governare dall'amore? Lacci è un film sulle forze segrete che ci legano. Non è solo l'amore a unire le persone, ma anche ciò che resta quando l'amore non c'è più. Si può stare assieme per rancore, nella vergogna, nel folle tentativo di tener fede alla parola data. Lacci racconta i danni che l'amore causa quando ci fa improvvisamente cambiare strada e quelli - peggiori - di quando smette di accompagnarci". Infine sulle figure dei figli: "hanno un legame che non hanno scelto e questo è un tema di indagine molto forte. Può riuscire un figlio a slegarsi dai lacci familiari? In questo caso mostriamo che i figli si possono vendicare dei genitori, ma non credo che si riesca”.
Il regista ha poi spiegato la scelta dei quattro attori che interpretano, a distanza di 30 anni, Vanda e Aldo, cioè Alba Rohrwacher e Laura Morante, e Luigi Lo Cascio e Silvio Orlando. "Non ho scelto in base alla somiglianza fisica", ha dichiarato Luchetti, "ma confido nell'immaginazione del pubblico che crede in quello che gli stai raccontando. Laura Morante e Alba Rohrwacher sono tanto diverse, eppure ci credi". "Un film deve essere autentico non verosimigliante e Lacci è riuscito ad esserlo", ha concluso Laura Morante sull'argomento.
Il film sarà nei cinema dal 1 ottobre.
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