martedì 13 ottobre 2015

Black Mass - la recensione

Presentato all'ultimo Festival di Venezia, Black Mass di Scott Cooper racconta la storia di James "Whitey" Bulger, uno dei criminali più ricercati di sempre dall'FBI.

Ambientato nei sobborghi di Boston, dove Bulger (Depp) è nato e cresciuto, dove ha una gang molto rispettata e in perenne conflitto con la mafia italiana, molto più potente, di un quartiere vicino.
Nelle stesse strade del quartiere è nato anche John Connolly (Edgerton), fresco agente dell'FBI, che per il suo amico Bulger ha una vera adorazione, nonostante sia un noto criminale. Proprio Connolly propone a Bulger una alleanza: informazioni per riuscire a sgominare la mafia italiana e in cambio l'agenzia chiuderà un occhio sugli affari della banda di Bulger. Nonostante le resistenze dei piani alti dell'agenzia, l'accordo si fa, e Bulger lo usa a suo vantaggio per conquistare potere, espandere i propri affari e agire indisturbato sotto gli occhi dell'FBI.

Scott Cooper affronta a suo modo uno dei generi più classici del cinema, il gangster movie. Con uno stile semplice e pulito, Cooper prova ad evitare il confronto con i mostri sacri del genere (Coppola, Scorsese) e focalizza tutta l'attenzione sui legami tra i personaggi, lasciando la palla in mano soprattutto ai due attori protagonisti. Il film copre ben 20 anni di storia, ma il regista sceglie di non raccontare i cambiamenti del paese e come questi influiscano sui personaggi principali, lascia tutto molto lontano, quasi a voler isolare il quartiere di South Boston e le figura che lo animano. Una scelta interessante che funziona però fino a un certo punto. Andando avanti il film perde un po' di ritmo e di solidità, dimenticandosi e scegliendo di non approfondire alcuni personaggi e dividendosi troppo nei diversi punti di vista.

Il film punta moltissimo sul cast, formato da tanti ottimi attori impegnati in piccoli ruoli o in personaggi di secondo piano, Benedict Cumberbatch, Kevin Bacon, Dakota Johnson, Juno Temple, Peter Sarsgaard, Corey Stoll, Adam Scott, Jesse Plemons e Julianne Nicholson. Alla fine però tutto si riduce ai due protagonisti, Depp e Edgerton.
Per diventare il più somigliante possibile al vero Jimmy Bulger, Johnny Depp ha dovuto subire l'ennesima trasformazione fisica della sua carriera, lenti a contatto molto azzurre per un penetrante sguardo di ghiaccio e un pesante trucco per diventare quasi calvo, una "maschera" utile per la somiglianza fisica ma che alla fine sembra quasi dare fastidio all'attore. Depp è molto bravo, convincente e capace di dare a Bulger un'inquietante calma e al tempo stesso una micidiale ferocia quando deve uccidere, ma il pesante trucco sembra "congelare" la sua faccia fino a limitarne l'espressività. Molto bravo anche Joel Edgerton, nei panni di un uomo nervoso, molto ambizioso e costantemente in bilico tra le sue due anime: marito e agente dell'FBI da una parte, amico e complice compiacente di un criminale dall'altra.

Sobrio e rigoroso, Black Mass pecca in epicità, non ha la leggendaria grandezza de Il Padrino, ne la follia e il ritmo di Quei Bravi Ragazzi, ma è un buon film con delle belle interpretazioni.

0 commenti:

Posta un commento