mercoledì 21 ottobre 2015

The Walk - la recensione

Quando si porta in scena una biografia, di solito, c'è bisogno di romanzare, aggiungere quel qualcosa in più necessaria alla spettacolarizzazione che il cinema richiede per la sua stessa natura.
Ma poi ti capita tra le mani una storia che è già di per sé incredibile, che non ha bisogno di nulla se non di sé stessa per tenere tutti incollati alla poltrona.
E' il caso della leggendaria impresa di Philippe Petit, il funambolo francese che il 7 Agosto 1975 tese un filo tra le due Torri Gemelle del World Trade Center e vi rimase per ben 45 minuti, andando avanti e indietro sotto gli occhi della polizia e della gente di New York.
Non occorre davvero nient'altro che questo, per avere un gran film, e infatti qualche anno fa il documentario Man on Wire - Un uomo tra le Torri, sorprese Venezia e si portò a casa un meritatissimo Oscar.

Ora è il turno di Robert Zemeckis, regista che, pur spaziando tra molti generi diversi, può vantare un'impronta stilistica inconfondibile, e che è possibile riconoscere anche nel suo ultimo lavoro.
The Walk è molto diverso da quello che si potrebbe pensare, infatti decide coraggiosamente di rinunciare alla facile drammatizzazione legata al ricordo, così caro al pubblico americano, delle due Torri Gemelle, e di impostare l'intera pellicola come un vero e proprio Heist Movie, fatto di suspance e di complici, tutto condito con una leggerezza e un'ironia incarnata alla perfezione dal bravissimo Joseph Gordon Levitt, che per l'occasione sfoggia un accento francese quasi perfetto, senza però dimenticare il romanticismo e la saggezza, incarnati dal meraviglioso personaggio di Ben Kingsley.
Ma The Walk è anche e soprattutto grande cinema, nel senso più puro del termine, in cui si ride, ci si commuove, si rimane a bocca aperta. Zemeckis dirige magistralmente con movimenti di macchina vertiginosi, su e giù per quelle due Torri, vere protagoniste del film, e poi ci trascina nel vuoto, quel vuoto che si apre sotto i piedi di Philippe, in una scena che è al contempo fonte di ansia e di serenità, grazie anche a un 3D che, per una volta, non è superfluo, anzi, appare quasi indispensabile.

The Walk è un film inaspettato, poetico, divertente visivamente grandioso, un ritorno in grande stile per uno dei registi che ha sempre fatto della realizzazione dell'impossibile il suo punto forte.
Una passeggiata nel vuoto che lascia senza fiato.

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