Darren Aronofsky non ha paura delle grandi sfide e con il suo kolossal biblico 'Noah' porta al cinema una delle storie più conosciute della Bibbia (Genesi, Antico Testamento).
Discendente diretto di Adamo, Noè è figlio di Seth, fratello di Caino e Abele. Durante una notte, in sogno, vede l'arrivo del grande diluvio che spazzerà via il genere umano, ormai deviato, arrogante e malvagio, dalla faccia della Terra. Noè interpreta quel sogno, è il Creatore che gli sta dando un compito: salvare gli esseri innocenti della Terra dal castigo divino, cioè gli animali.
Dopo essersi consultato con il saggio nonno, Matusalemme, Noè decide di costruire un'enorme Arca, ad aiutarlo ci saranno i tre figli, Sam, Cam e Jafeth, la figlia adottiva Ila e la fedele moglie Naamah. Non solo, Noè avrà anche l'aiuto delle più antiche creature presenti sulla Terra, gli Angeli Caduti. Le difficoltà saranno moltissime per Noè, dovrà difendere l'Arca dagli attacchi degli uomini, guidati da Tubal-cain - discendente di Caino - che pretendono di salvarsi, sopravvivere al lungo diluvio e, in un eccesso di religiosità, cercare di assecondare il volere del Creatore fino in fondo, sacrificando anche la sua famiglia.
Senza paura, Darren Aronofsky - ateo proveniente da una famiglia ebraica - affonda le mani nella Bibbia, prendendosi consapevolmente molti rischi, e ne tira fuori un film che non parla di un arca piena di animali che si salvano da un diluvio ma parla di religione, fede, ambientalismo, mitologia e soprattutto umanità. Il Noè di Aronofsky non è un santo illuminato dal Signore (che nel film non viene mai chiamato Dio ma "Creatore" e a tratti risulta crudele nel suo punire e "non agire"), è un uomo devoto, che guarda in alto, che non si tira indietro dall'uccidere, un uomo sorretto da una famiglia che lo segue e lo aiuta ma che non stenta a metterlo in dubbio quando, in assenza di un segnale divino, la sua devozione e abnegazione totale per il compito che gli è stato assegnato lo avvicinano alla pazzia. Noè è molto umano nel suo agire, nel suo resistere, soffrire e sbagliare.
Nella Bibbia la storia di Noè si sviluppa in soli quattro capitoli, così regista e sceneggiatore hanno inserito elementi per ampliare la storia e renderla più cinematografica e "più blockbuster", per questo si sono concessi anche delle incursioni nel fantasy, come gli Angeli Caduti rappresentati come giganti di pietra, che i più "integralisti" potranno forse vedere come qualcosa di inaccettabile. In realtà questi espedienti hanno un senso nella sfera puramente cinematografica, sono compromessi calcolati che alla fine funzionano. Aronofsky riesce a far immedesimare lo spettatore in tutti i personaggi, non solo Noè ma anche la moglie e i figli, anche Cam, il più dubbioso e "debole" della famiglia. Perciò quei piccoli tradimenti della storia originale della Bibbia diventano intelligenti espedienti per creare una storia cinematograficamente funzionante e giusta, coinvolgente e appassionante. Questo non significa che il film sia privo di difetti, i rischi che Aronofsky si prende, nei risvolti fantasy, nell'esagerazione e nella scelta di un montaggio velocissimo, in particolare nelle digressioni sulla creazione - che includono anche la teoria scientifica e astrofisica -, possono sembrare stonate all'interno del film.
Grande merito della riuscita di 'Noah' va al cast. Il film si poggia sulla schiena di un solidissimo Russell Crowe, convincente, assolutamente credibile e coinvolgente. Interpretazione che però a sua volta trova sostegno nell'altrettanto solida Jennifer Connelly, molto brava ed essenziale per caratterizzare il personaggio di Noè. Molto buone anche le prove di Emma Watson e Logan Lerman, i due personaggi più approfonditi oltre i protagonisti principali. Del cast, in cui tutti fanno il loro dovere, fanno parte anche Douglas Booth, Ray Winstone e Anthony Hopkins.
'Noah' era considerato un film molto rischioso fin dal giorno dell'annuncio e ha mantenuto queste aspettative, non è un film accondiscendente verso il pubblico, non è un film che cerca di piacere a tutti i costi, probabilmente non è nemmeno il film che molti si aspettavano di vedere ma è un film che cinematograficamente funziona, che trova un buon equilibrio tra il tema religioso e lo spettacolo, senza però trasformare il tema biblico e religioso in spettacolo. 'Noah' è un blockbuster tanto quanto un film biblico, si prende libertà di inserire elementi nuovi, delle incursioni fantasy ma, se prima o dopo la visione andiamo a (ri)leggere i capitoli della Genesi che raccontano della storia di Noè, ci rendiamo conto che è molto più vicino al racconto originale della Bibbia di quanto si possa immaginare.
martedì 22 aprile 2014
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