Coriolanus è una delle meno note tragedie di Shakespeare e una delle meno rappresentate in assoluto, pur facendo parte del cosiddetto "ciclo romano", comprendente le famosissime Antonio e Cleopatra e il Giulio Cesare. Di solito queste tragedie, e quindi anche Coriolanus, hanno sempre goduto di una rappresentazione fastosa, ricca di costumi e scenografie, con meravigliosi scorci di Roma sullo sfondo.
Niente di tutto questo, per la regista Josie Rourke che adatta per il National Theatre questa storia di un'attualità incredibile nella suggestiva e spartana cornice del Donmar Whereause, un ex magazzino di banane ora piccolo teatro nel cuore di Covent Garden.
La cornice è quasi suburbana, solo una scala a pioli di metallo e un quadrato dipinto sul pavimento a fare da scenografia, gli attori evidenziati in un gioco di luci e ombre, mentre i cambi di scena sono scanditi da musiche che ricordano il martellare di un'acciaieria.
In questa Roma spoglia e sporca assistiamo ai tumulti della Plebe, alle discussioni del Senato e all'ascesa e la caduta di Caio Marzio, guerriero spietato e superbo, vera e propria macchina da guerra che, dopo essersi procurato una schiacciante vittoria contro i Volsci e il soprannome di Coriolano, viene eletto console.
Tom Hiddleston regala una performance estremamente fisica, sul suo viso vi sono lacrime, terra e sangue, il suo corpo è continuamente messo alla prova e nelle scene di lotta, splendidamente riprese con telecamera a mano in una regia molto cinematografica, si può sentire la sua fatica e la sua rabbia. Protagonista assoluto, la sua è una prova che merita applausi e, se ancora ce ne fosse bisogno, convince della sua straordinaria bravura.
Ottimo comunque l'intero cast, da Mark Gatiss, un Menenio Agrippa insieme viscido e amabile, a Birgitte Hjort Sørensen, bella e malinconica nel suolo della moglie Virgilia, ed in particolare a una strepitosa Deborah Findlay nel ruolo di Volumnia, madre di Marzio.
Le performance sono, inoltre, messe in evidenza e in un certo senso esaltate dal minimalismo scenico, infatti senza la distrazione di costumi sfarzosi o grandi scenografie, non si ha che la parola scritta da Shakespeare e l'interprete in tutta la sua espressività, particolare che in un dramma dai toni crudi e cruenti come questo regala un fascino davvero particolare, soprattutto nel finale.
Concludendo, questo Coriolanus non si limita a essere una meravigliosa rappresentazione di un'opera shekespeariana, ma va oltre, attualizzandola, grazie anche a splendida cornice e alla capacità di essere molto più che teatro ripreso, riuscendo a utilizzare il mezzo cinematografico come parte integrante della narrazione.
venerdì 11 aprile 2014
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