Annie (Nicole Kidman) e Buster (Jason Bateman) Fang sono
fratello e sorella che, per un bizzarro e sfortunato incidente, si ritrovano
nella casa della loro infanzia, insieme ai genitori, due performance artist
che, prima con i due figli ancora bambini e poi da soli, hanno scandalizzato e affascinato
l’america con le loro esibizioni al limite fra il puro genio ed il grottesco.
Quando però la loro automobile viene ritrovata sporca di sangue, Annie e Buster
dovranno cercare di capire se la morte dei genitori per mano di un serial
killer sia davvero quel che sembra o solo un’altra delle loro assurde
performance
Dal romanzo omonimo di KevinWilson, con lo stesso Bateman in
veste di regista e la Kidman come produttrice, La Famiglia Fang vuole
raccontare con ironia dissacrante la famiglia e le sue contraddizioni,
prendendo come esempio una famiglia sui generis, che fa della continua sfida
alla società contemporanea il suo marchio di fabbrica. Annie e Buster sono due
adulti mai realmente cresciuti, oppressi dalla figura ingombrante dei loro
genitori, continuamente in dubbio su loro stessi e sulle loro reali capacità.
Non a caso entrambi hanno una carriera fallita nello spettacolo,
impossibilitati a staccarsi dai ruoli di Bambino A e B, una vera e propria
spersonificazione operata nella loro infanzia da cui non è possibile
prescindere.
Le riflessioni generate dal romanzo sono profonde ed
interessanti ed è facile capire come mai la Kidman abbia tanto fortemente
voluto i diritti per trarne un film, le potenzialità sono grandi, ma purtroppo
la pellicola non riesce mai a essere davvero incisiva. Non si riesce mai
davvero a entrare nella testa e nel cuore dei personaggi, nonostante entrambi i
protagonisti (ma anche Chrostopher Walken e Maryann Plunkettnel ruolo dei
genitori) diano una performance intensa e senza sbavature. Il ritmo è lento e
si ha l’impressione continua di un qualcosa che stenta a decollare, finché la
storia non si trascina alla fine senza mai uscire dalla noia.
Davvero un peccato, perché le potenzialità per un
grandissimo dramma familiare c’erano tutte e sarebbe bastato un guizzo, una scintilla
in più, per portare il film fuori dall’anonimato.
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