E' il giorno di uno degli eventi più attesi del Festival di Venezia 2016, la presentazione della serie tv firmata da Paolo Sorrentino, The Young Pope.
Prodotta da Sky, HBO, CANAL+, la serie vede come protagonista Jude Law, affiancato da Diane Keaton, Silvio Orlando, Cécile de France, Javier Camara, Ludivine Sagnier, e James Cromwell.
Visionario, ironico e grottesco, in pieno stile Sorrentino, la serie racconta l'ascesa di Lenny Belardo (Law), cioè Pio XIII, il Papa appena eletto. Americano, bello, giovane, abbandonato da piccolo da genitori hippy e cresciuto da suor Mary (Keaton), un anticonformista, moderno, fuma, beve Coca-Cola Cherry zero e va in giro in infradito, ma Lenny è anche ironico, vendicativo, spietato, e scaltro. Un Papa molto diverso dai suoi predecessori che dovrà confrontarsi con la politica interna al Vaticano, con i suoi temibili avversari, su tutti il segretario di Stato Voiello (Silvio Orlando), e con i dubbi e le contraddizioni del proprio ruolo.
"Lo considero un lungo film di 10 ore", ha dichiarato Sorrentino, per nulla preoccupato dalle possibili reazioni negative del Vaticano, "E’ un problema loro. O meglio non è neanche un problema se avranno la pazienza di vederla fino in fondo. Il mio lavoro indaga con curiosità e onestà, senza sterili provocazioni, pregiudizio o intolleranza le contraddizioni, le difficoltà, le cose affascinanti del clero, delle suore, e di un prete che è un po' diverso dagli altri: il Papa".
Pio XIII è un Papa molto diverso da quelli che ci sono stati fino ad oggi, Papa Francesco compreso, è un Papa inverosimile? "è nell'ordine delle cose che dopo un Papa più liberale ne venga un altro di segno opposto. Il mio Pontefice in un futuro non molto lontano potrebbe essere verosimile", ha risposto Sorrentino.
A dare vita a questo Papa "controcorrente" è Jude Law, che sul suo personaggio ha dichiarato: "Mi spaventava interpretare il Papa. Paolo mi ha sempre ricordato che si parlava di un uomo: come io interpreto Lenny Belardo, Lenny interpreta il Papa. Vive il dilemma tra quello che rappresenta e quello che è nel privato. Lenny Belardo è una persona onesta anche se contraddittoria, tanto da dire l’esatto opposto di quanto affermato appena qualche minuto prima, e nel tempo acquisisce una strategia per tenere lontani tutti".
Nel cast anche Silvio Orlando che ha pubblicamente ringraziato i dialogue coach che lo hanno aiutato a recitare in inglese, "e che io ho sterminato" ha detto l'attore.
Lavorare su una sceneggiatura da suddividere in più puntate è stata una bella sfida per Sorrentino, che si è avvalso dell'aiuto di Stefano Rulli, Umberto Contarello e Tony Grisoni. "Non è stata certo una passeggiata, ma è stato eccitante", ha detto il regista premio Oscar, "Lavorando su una dilatazione temporale così ampia puoi approfondire i personaggi e concederti digressioni impossibili al cinema". Nella serie, di cui sono state presentate solo le prime due puntate, non manca l'ironia e la comicità. "Ci siamo documentati", ha rivelato Sorrentino, "e ci siamo resi conto come in Vaticano i cardinali, in modo inatteso, amano molto ridere, il tasso di comicità nel loro linguaggio, è molto alto".
Nonostante il film non abbia ricevuto applausi alla fine della proiezione stampa, i primi commenti della critica sono stati molto positivi.
La serie andrà in onda su Sky Atlantic dal 21 ottobre.
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Al Lido è tornato anche James Franco, ormai di casa al Festival di Venezia. L'attore e regista ha presentato il suo ultimo film, In Dubious Battle, tratto dal romanzo "La Battaglia" di John Steinbeck.
"In Dubious Battle non è uno dei più famosi romanzi di Steinbeck", ha spiegato James Franco, "ma la tematica collegata con la difesa di un frutteto mi ha subito appassionato, ha delle valenze più universali".
Un film che vede un cast davvero numeroso, con Nat Wolff, Vincent D’Onofrio, Bryan Cranston, Ed Harris, Sam Shepard, Selena Gomez, Josh Hutcherson, Ashley Greene, John Savage, Zach Braff, e lo stesso Franco. "Tutti hanno creduto nel progetto... al di là dei ritorni economici che potrebbero esserci!", ha dichiarato l'attore e regista, "Nei primi miei film da regista c'era solo un personaggio, con una storia incentrata su di lui. Qui invece ci sono tanti personaggi, anche le comparse hanno un ruolo fondamentale".
Ambientato durante la Grande Depressione, il film racconta di Jim Nolan, un attivista che cerca di organizzare un grande sciopero dei lavoratori tra i raccoglitori di frutta californiani, col fine di veder riconosciuti i loro diritti.
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Presentato in Concorso il western Brimstone, con Dakota Fanning, Guy Pearce, Emilia Jones, Kit Harington e Carice Van Houten.
Un film diviso in quattro capitoli (Apocalisse - Esodo - Genesi - Castigo) che raccontano la storia all'indietro, una discesa all'inferno che vede al centro della storia un'eroina che riesce a resistere e ribellarsi alla violenza, fisica e psicologica, di un predicatore che nasconde e giustifica le sue terribili azioni - violenze fisiche pedofilia e stupro - con le parole della Bibbia.
Dakota Fanning è Liz, una ragazza muta, già madre di una bimba che, dopo aver partorito un bimbo morto, comincia a subire le ire del marito, istigato dal predicatore. Da quel momento iniziano le violenze e i soprusi.
"Liz non è una vittima, è una sopravvissuta", ha dichiarato il regista Martin Koolhoven, "Una donna di impressionante forza e coraggio che vuole vivere senza paura. E' la storia di una donna decisa a sopravvivere agli orrori che incontra".
Diverse reazioni da parte della stampa, divisa tra chi l'ha apprezzato molto e chi l'ha proprio odiato.
sabato 3 settembre 2016
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