domenica 15 maggio 2016

Cannes 2016 - giorno 5

Nel bel mezzo del Concorso irrompono i "nice guys" di Shane Black.

Presentato oggi Fuori Concorso il film The Nice Guys, con Russell Crowe e Ryan Gosling irresistibile coppia protagonista.

Ambientato nella Hollywood degli anni '70, i due attori interpretano un investigatore privato un po' impacciato (Gosling), e un detective duro dai modi spicci (Crowe). Quando i casi a cui stanno lavorando andranno ad intrecciarsi, i due dovranno unire le forze per portare alla luce una cospirazione che coinvolge anche le alte sfere del potere.

Un po' action, un po' noir, un po' commedia, insomma The Nice Guys è buddy movie divertente in pieno stile Shane Black, che ha conquistato la platea, e che ha potuto contare anche su due protagonisti molto affiatati. Anche la conferenza stampa è stata molto divertente, con Russell Crowe e Ryan Gosling che si sussurravano all'orecchio e si rimpallavano battute e commenti.

Una coppia che funziona alla grande e i due attori hanno accolto con piacere il paragone con una coppia che ha fatto storia nel cinema italiano, Bud Spencer e Terence Hill. "Now you're talking! Ora ragioniamo, questo è un grande complimento, grazie davvero", ha risposto Russell Crowe.
Grandi elogi al regista da parte dei due attori. "Sono cresciuto con le storie di Shane Black, come 'Arma Letale', sono particolarmente felice di aver lavorato in un suo film. I personaggi sono scritti benissimo, con tutte le loro imperfezioni", ha dichiarato Ryan Gosling, "è grazie al lavoro di Shane se l’alchimia fra i nostri personaggi funziona". "La cosa migliore di Shane come regista è che lui ha l’abilità, che non hanno in molti, di fidarsi dei suoi attori", ha continuato Russell Crowe, "si fida delle nostre proposte, del fatto che noi attori possiamo capire lo spirito della sua sceneggiatura ed esplorare un po'".
Come si sono preparati per i loro ruoli? "Io mi sono esclusivamente basato sull'ottima sceneggiatura e fidato dei consigli di Shane", ha risposto Gosling, "Insieme a un gigante come Russell è comunque difficile sbagliare". "Nessuna preparazione, nessuna ricerca, solo l’ascolto della musica degli anni ‘70", ha invece risposto Crowe, che poi ha aggiunto di non avere "nessuna fottuta idea di come funzioni il metodo Stanislavsky. Io uso solo il metodo Russell Crowe, da quando ho 16 anni. Non è così complicato... se vuoi fare l’attore, cavatela da solo! Mi piace quello che diceva Laurence Olivier: presentati in tempo, impara le battute, e non inciampare nei mobili". E se lo dice Russell, ci crediamo.

Il film sarà nelle sale dal 1 giugno.

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Presentato in Concorso il nuovo film della regista britannica Andrea Arnold, American Honey, che vede nel cast Shia LaBeouf, Riley Keough, e l'esordiente Sasha Lane.

Il film racconta di un gruppo di ragazzi che girano gli USA con un van, tra droghe e alcol, e cercano di tirare avanti vendendo riviste porta a porta. In particolare il film si concentra su una ragazza di 18 anni, Star, orfana, la madre morta di overdose, che si unisce al gruppetto dopo aver incontrato Jack (LaBeouf). I due insieme fanno scintille ma la ragazza dovrà vedersela con la manager del gruppo, che punisce, anche con punizioni fisiche, chi non riesce a raccogliere abbastanza soldi dalle vendite.

Il film è ispirato all'articolo "Porta a porta, lunghi viaggi e magre ricompense" apparso sul New York Times nel 2007, dopo averlo letto la regista si è interessata a questi ragazzi dalla vita borderline: "Sono andata a sedermi sulla spiaggia e guardavo le migliaia di adolescenti che passavano. Ho praticamente fatto una parte del casting nel parcheggio di un Walmart", ha dichiarato la regista, che proprio lì ha trovato la sua protagonista, Sasha Lane.
Essenziale per il film è la musica, spesso cantata dagli stessi attori, quasi come un karaoke: "La musica è la poesia quotidiana della vita di questi ragazzi", ha spiegato la regista.

Il film non ha convinto del tutto la critica.

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Altro film presentato in Concorso, Mal de pierres di Nicole Garcia, un melodramma con Marion Cotillard e Louis Garrel tratto da un romanzo di Milena Agus, e che ricorda un po' la storia di Madame Bovary.

Al centro del film, ambientato negli anni '50, Gabrielle (Cotillard), donna insoddisfatta dalla propria vita e incastrata in un matrimonio infelice. Ricoverata in una clinica, inizierà un rapporto clandestino con un altro paziente (Garel), una storia che però la porterà quasi alla follia.

La regista del film ha voluto fortemente Marion Cotillard come protagonista, l'attrice però non ha accettato subito, e non solo per una questione di agenda piena: "Avevo molti impegni ma volevo dedicarmi bene al progetto, è un adattamento abbastanza complesso. Avevo bisogno di tempo", ha raccontato l'attrice, "Non avevo letto il libro, ho cominciato direttamente con la sceneggiatura, ma non ero molto convinta. Ci sono molte scene esplicite, poi Gabrielle soffre tantissimo nel film, e io che tendo a somatizzare moltissimo ero scettica sull'accettare o no. Poi però mi sono innamorata della storia, e anche se mi sono presa un anno di riposo Nicole mi ha aspettato".
"Gabrielle è una donna che si trova nella condizione di dover rispettare il suo desiderio e la sua passione, anche se la porta ai limiti dell’oblio. E’ un’esasperazione della grandezza dell’amore e anche di un certo istinto animalesco", ha continuato la Cotillard, "Quando si inizia a lavorare a un film è come essere innamorati. Non vorresti pensarci ma ci pensi comunque tutto il giorno. Non ho un vero e proprio metodo di preparazione, ogni film e ogni regista sono una storia a sé. Ci si informa, ci si chiede anche del passato dei personaggi. Tutte le informazioni sono utili a raggiungere il cuore della storia".

Accoglienza piuttosto fredda per il film da parte della stampa.

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