E' iniziato oggi il 69/o Festival di Cannes, ad aprire i battenti ci pensa Woody Allen con il suo ultimo film, Cafè Society.
Ambientato negli anni '30, il film è una malinconica commedia romantica che vede al centro della storia Bobby (Eisenberg), giovane ebreo che vola da New York a Los Angeles per andare a trovare lo zio (Carell) famoso agente delle star a Hollywood, che decide di dare una mano al nipote. Bobby viene così "affidato" alla sua segretaria, Veronica detta Vonnie (Stewart). Tra un giro nella città degli angeli e feste di lusso, tra i due nasce qualcosa ma lei è già impegnata con un uomo spesso assente per motivi che verranno svelati dalla storia. Il povero Bobby torna a New York deluso ma ancora innamorato di Vonnie, e proprio nella sua New York farà successo e sposerà un'altra bella Veronica (Lively), anche se non riuscirà a dimenticare il suo primo amore.
Cafè Society è stato accolto piuttosto bene dalla sala stampa, e ha ricevuto buone critiche. Nonostante i risvolti malinconici e il destino infelice dei suoi personaggi, Cafè Society è un film molto romantico.
"Io mi sono sempre visto come un romantico", ha detto Woody Allen durante la conferenza stampa gremita di giornalisti, "Non so però se le donne della mia vita sarebbero d'accordo. Certo forse, chiedendolo a loro, potrebbero dire che si tratta di un romanticismo differente, sicuramente un romanticismo più sobrio... non alla Clark Gable, per intenderci".
Il film è anche un omaggio al cinema degli anni '30, alla vecchia Hollywood, oltre che alla sua New York. "Amo il cinema di quegli anni, è quello che mi ha influenzato", ha detto il regista, che però ha negato che ci sia qualcosa di autobiografico nel personaggio di Jesse Eisenberg, "Questo film non parla di me, il personaggio di Eisenberg non sono io", ha detto Allen, "Forse a voi da fuori può ricordare la mia vita, ma io non vedo nessuna similitudine. È vero se avessi avuto l’età giusta avrei potuto farlo ma sicuramente Jesse lo ha reso meglio di quanto avrei potuto fare io, io sono un attore comico mentre Jesse è un attore completo. Per me ho tenuto la voce del narratore, prima di tutto perché così abbiamo risparmiato, e poi perché vedevo questa storia come un romanzo familiare con tanti personaggi: i genitori, i figli, i fratelli, lo zio e pensavo che per sottolineare questa struttura narrativa fosse necessaria la voce off dell’autore. E visto che l’autore sono io, l’ho fatto".
Tra i protagonisti del film c'è Kristen Stewart, che ha ricevuto grandi elogi da parte di Allen durante la conferenza stampa. "Avevo bisogno di qualcuno che potesse interpretare l'adorabile segretaria del Nebraska", ha dichiarato il regista, "e allo stesso tempo, più avanti nel film, vederla in pelliccia e gioielli, sofisticata ed elegante". "Ho anche fatto un provino", ha aggiunto la Stewart, che si è trovata subito a sui agio nella parte, "era così familiare e immediatamente riconoscibile".
La fotografia del film è stata curata da Vittorio Storaro, che Allen ha definito "un genio, finalmente siamo riusciti a lavorare insieme". Poi un pensiero personale sul Festival, a cui Allen partecipa sempre molto volentieri, e sul Concorso: "Non credo nella competizione in ambito artistico; ha senso nello sport per esempio, ma l’idea che un piccolo gruppo di persone, che costituiscono la giuria, decida quale è il film migliore per me è impensabile. Si può giudicare se Matisse è meglio di Picasso? Un film è una questione di gusti. Io non sarei capace di giudicare in modo obiettivo un film e decretarlo il migliore e per questo non partecipo. Ma sono felice di essere ancora qui a Cannes, in questa atmosfera fantastica".
E infine una battuta sul suo futuro, Allen rassicura tutti, non smetterà di fare film: "I miei genitori sono arrivati tutti e due a cento anni, quindi ho buone chance. Mangio e sano, faccio ginnastica. So che un giorno avrò un colpo apoplettico e resterò sulla sedia a rotelle, e tutti diranno "quello lì era Woody Allen!", ma finché non succede continuerò a fare film".
mercoledì 11 maggio 2016
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