lunedì 17 ottobre 2016

Inferno - la recensione

Si riforma il trio Ron Howard - Dan Brown - Tom Hanks, per la nuova avventura del professor Langdon, stavolta alle prese con Dante e il suo Inferno.

Il prof. Langdon si risveglia ferito in un ospedale di Firenze, non sa cosa è successo, non sa come è arrivato in Italia, non ricorda niente degli ultimi giorni. Le allucinazioni gli mostrano scene apocalittiche e disturbanti che sembrano uscite dall'Inferno di Dante. Ad aiutarlo c'è la dottoressa Sienna Brooks, che oltre ad accompagnarlo nella ricerca della verità cerca di stimolarlo a ritrovare la memoria. Langdon scoprirà così di essere parte di un disegno più grande, che ha preso il via per mano di uno scienziato miliardario fuori di senno che punta al dimezzare la popolazione mondiale con un potente virus.

Adattamento abbastanza fedele dell'omonimo romanzo di Dan Brown, Inferno è molto diverso da Il Codice da Vinci e Angeli & Demoni, nella struttura, nei toni e nelle tematiche. Meno indovinelli, poca simbologia, e nessuna tematica religiosa, stavolta le tracce che il professore deve seguire si basano tutte sull'Inferno di Dante Alighieri, e alla fine della corsa non c'è un mistero mistico/religioso ma una minaccia da sventare per salvare l'umanità. L'assenza di una tematica religiosa inevitabilmente fa perdere al film quel tono più epico che ha contraddistinto, in maniera diversa, i due film precedenti. Inferno in alcuni momenti ci prova, ma non riesce a raggiungere l'epicità degli altri film, lasciando spazio ai classici ritmi da thriller, sicuramente più adatti alla storia, ma che potrebbero far storcere il naso a chi, non avendo letto il libro, pensava di assistere a una nuova "caccia al tesoro" nella Storia.

Il film parte molto bene, in modo molto più cupo rispetto ai precedenti, incontriamo subito un Robert Langdon in grande difficoltà (e questa è una novità), e assistiamo a delle visioni quasi horror che richiamano in modo molto efficace l'atmosfera dell'Inferno dantesco. Visivamente Ron Howard gestisce molto bene le digressioni apocalittiche delle allucinazioni di Langdon, davvero inquietanti. Nella parte centrale il film invece corre un po' troppo. Ron Howard, e soprattutto lo sceneggiatore David Koepp, evitano gli "spiegoni" - quei momenti da "sediamoci e parliamo" che rallentavano molto Il Codice da Vinci - ma, per evitarli, il film finisce con l'andare un po' di fretta in alcune parti, lasciando poco spazio alla ricerca degli indizi, e dando poca profondità a personaggi che invece nel libro sono molto interessanti, come ad esempio la killer Vayentha. Nel finale il film si riprende bene, con un'ultima parte tesa e dal ritmo sostenuto, in cui c'è spazio anche per un po' di rimpianti romantici.

Ottimo il cast. Straordinario Tom Hanks, ma questa non è certo una novità; molto bene Felicity Jones, perfetta controparte di Hanks e brava nel dare le giuste sfaccettature al personaggio. Da sottolineare l'ottima prova di Irrfan Khan, ambiguo e ironico, nonostante non abbia molte scene riesce a lasciare il segno e a spiccare nel cast.

Inferno non è un capolavoro, nemmeno un film indimenticabile ma ha i giusti ingredienti - il fascino intramontabile dell'opera di Dante, la bellezza dell'arte italiana, un buon ritmo sostenuto, un complotto diabolico, bravi attori - e riesce ad essere ottimo intrattenimento.

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