Dopo l'incredibile successo di Chiamami col tuo nome torna la coppia Guadagnino-Chalamet e conquista Venezia con un'altra storia d'amore coming of age tutt'altro che banale, nuovamente tratta da un romanzo, quello omonimo di Camille De Angelis.
Maren e Lee sono due ragazzi che faticano a trovare il loro posto nel mondo, due disadattati che trovano l'uno nell'altra un equilibrio che altrimenti sfuggirebbe. Perché Maren e Lee sono due cannibali.
Però non siamo di fronte a un film horror ed è chiaro come Guadagnino non provi minimamente a parlare di cannibalismo come siamo forse abituati a vedere, i suoi personaggi non sono degli Hannibal Lecter e anche gli individui più inquietanti, come quello interpretato da un sempre ottimo Mark Rylance, sono soffusi della loro solitudine.
Il cannibalismo è quindi una metafora, anzi molte metafore in cui ognuno può leggere un pezzo di sé, dalle difficoltà del capire chi siamo, fino al rifiuto della società nei confronti del diverso, al potere totalizzante e quasi salvifico dell'amore. Perché alla fine, più di ogni altra cosa, questa è una storia d'amore, con momenti anche molto teneri fra i due giovani protagonisti, immersi in una America rurale on the road anni '80 di grande atmosfera.
Timothée Chalamet si conferma ancora una volta come uno degli attori giovani più interessanti in circolazione e in particolare nelle mani di Guadagnino, che lo ha lanciato nel panorama hollywoodiano, dà veramente il meglio di sé con una interpretazione misurata e intima. Un plauso anche alla canadese Taylor Russell, volto sicuramente meno noto ma che non sfigura affatto, anzi, la chimica fra i due è tangibile e le loro scene sono sempre splendide.
Purtroppo invece risulta davvero poco efficace la colonna sonora, e in questo Guadagnino non riesce a ripetersi, un peccato perché il film avrebbe meritato delle musiche più memorabili, in particolare per quanto riguarda i pezzi non originali.
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