A più di un anno dalla data di uscita originale, finalmente approda in sala il nuovo film sull’agente segreto del controspionaggio più famoso d’Inghilterra
e del mondo: 007. Nato nel 1963 dalla penna dello scrittore britannico Ian
Fleming, James Bond, con il suo charme e la sua intelligenza continua, da più
di 50 anni, a far battere il cuore ed appassionare i suoi fan.
No Time to Die si apre con la suadente voce di Billie Eilish che, come una
sirena, ci porta via e ci prepara a bearci di questa nuova avventura. Ritroviamo
un James Bond (Daniel Craig) in ritiro, dopo la cattura di Franz Oberhauser (Christoph Waltz), e sembra ormai deciso a godersi
una vita serena, fatta di vacanze in location mozzafiato e lusso sfrenato,
lontano dai frenetici ritmi londinesi del crimine e dalla minaccia dei nemici, assieme
alla sua amata Madeleine (Léa Seydoux). Tutto sembra procedere fin troppo bene,
ma presto James dovrà scontrarsi con una minaccia sconosciuta proveniente dal
passato della sua dolce metà, il pericoloso criminale Lyutsifer Safin (Rami
Malek). Circondato da amici storici che
tornano a bussare alla porta, su tutti Felix Leither (Jeffrey Wright), con il
quale James aveva lavorato per la CIA, e nuovi agenti, riuscirà il nostro eroe
a sventare il malvagio piano di distruzione dell’umanità progettato da Safin?
La tensione è alle stelle in questo avvincente venticinquesimo capitolo, che vanta una colonna sonora, mozzafiato di un ormai sempre più paradisiaco Hans Zimmer, in cui spicca la traccia pazzesca "Cuba Chase", che riporta l'orecchio al main theme classico, ma strizza l'occhio al sound dell'Havana. Il film eccelle anche nel compartimento tecnico, aggressivo ed affamato, che punta allo stupore, basti pensare alla sequenza interminabile, ma super godibile girata a Matera, della quale si ha già un assaggio nel trailer.
Il cast è davvero ben assortito. Daniel Craig, alla sua ultima interpretazione, è intenso e che pare aver finalmente trovato l’abito giusto per il suo Bond, ne coglie la vera essenza, pronto a sferrare l'attacco finale, scontrandosi con un Rami Malek impeccabile, qui in veste di vero “baddie”, che punta tutto sull’inquietudine e sull’angoscia e su una mimica facciale studiata e calibrata nel profondo, sino al più impercettibile dettaglio. Ritroviamo Ralph Fiennes, nel ruolo di un sempre impettito M, Rory Kinnear, un tenerissimo Ben Whishaw e la prorompente Naomie Harris, che insieme ci regaleranno alcune deliziose gag, affiancati da una nuova e misteriosa agente, Nomi, interpretata da Lashana Lynch. Nota di merito alla deliziosamente simpatica Paloma, interpretata dalla bellissima Ana De Armas, un po' sprecata in un personaggio che avrebbe meritato più spazio.
Dopo una gestazione non poco travagliata, tra passaggi di sceneggiatura, inizialmente interamente affidata agli storici Purvis e Wade, ma che è, poi, stata revisionata, su richiesta dello stesso Craig, qui in veste anche di produttore, dalla geniale Phoebe Waller-Bridge (seconda in questa impresa solo a Johanna Warhood, co-sceneggiatrice di 007 – Licenza di uccidere e 007 – Dalla Russia con amore), e registi (erano stati fatti nomi del calibro di Nolan, Villeneuve, Boyle...), Cary Fukunaga ci regala una pellicola esplosiva, intrigante, seducente, che si divora come un sacchetto di M&M’s nell’oscurità della sala in quel che sembra poco più di mezz’ora e che lascia una punta di amaro in bocca quando ci si accorge che si sta afferrando l’ultimo.
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