Presentato all'ultimo Festival di Venezia, La Scuola Cattolica racconta uno dei fatti di cronaca nera più crudeli ed efferati della storia italiana, il Massacro del Circeo, e che al festival era stato classificato con un divieto ai minori di 14 anni. Adesso la nuova Commissione per la classificazione ha cambiato idea, alzando il divieto ai minori di 18 anni. La motivazione però è abbastanza incomprensibile.
"Il Film presenta una narrazione filmica che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice. In particolare i protagonisti della vicenda pur partendo da situazioni sociali diverse, finiscono per apparire tutti incapaci di comprendere la situazione in cui si trovano coinvolti.
Questa lettura che appare dalle immagini, assai violente negli ultimi venti minuti, viene preceduta nella prima parte del film, da una scena in cui un professore, soffermandosi su un dipinto in cui Cristo viene flagellato, fornisce assieme ai ragazzi, tra i quali gli omicidi del Circeo, un’interpretazione in cui gli stessi, Gesù Cristo e i flagellanti vengono sostanzialmente messi sullo stesso piano. Per tutte le ragioni sopra citate la Commissione a maggioranza ritiene che il film non sia adatto ai minori di anni diciotto".
Stando a quanto scritto, sembra che la motivazione sia dovuta alla scelta artistica del film, per il modo di raccontare questa vicenda, ma se così fosse, vorrebbe dire censurare la libertà artistica del regista e degli autori, andando contro lo stesso regolamento (Regolamento di esecuzione della Legge 21/4/62 n. 161 sulla revisione dei film e dei lavori teatrali) che nell'articolo 9 vengono elencati gli elementi scenici e narrativi che possono portare a una censura, e le tematiche di un film non sono incluse.
La decisione ha lasciato molto perplesso il regista, Stefano Mordini, che ha spiegato più volte di aver fatto questo film proprio per raccontare questa storia ai ragazzi. "Non riesco a trovare delle ragioni valide per questa censura e se mi sforzo di trovarle, mi inquietano", ha detto, "Nella motivazione della commissione censura si lamenta il fatto che le vittime e i carnefici siano equiparati, con particolare riferimento a una lezione di un professore di religione, ma questo è esattamente il contrario di quello che racconta il film, e cioè che, provenendo dalla stessa cultura, è sempre possibile compiere una scelta e non deviare verso il male. Una delle due vittime, all'epoca, era minorenne e il nostro è un film di adolescenti interpretato da adolescenti. Trovo assurdo che oggi si vieti ai ragazzi anche solo di vedere, attraverso un libero mezzo di espressione, quello che due ragazze come loro anni fa hanno subito, questo atto censorio priva una generazione di una possibile presa di coscienza che potrebbe essere loro utile per difendersi da quella violenza spesso protagonista nella nostra cronaca. E questo perché alcune delle ragioni di quella tragedia sono purtroppo ancora attuali".
Contrari anche i parenti delle due vittime. "I miei assistiti sono, rispettivamente, la sorella di Rosaria Lopez e fratello di Donatella Colasanti, e ne sono anche eredi mortis causa", ha dichiarato il loro avvocato, "Malgrado l'enorme sacrificio, umano ed emotivo, legato alla rievocazione vivida, visiva e sonora, di quanto accaduto alle rispettive sorelle, hanno, tuttavia, apprezzato la volontà di tramandare, anche in chiave di ammonimento per il futuro, la memoria della loro tragedia, soprattutto alle giovani generazioni. Hanno, pertanto, appreso con grande sorpresa della decisione del Ministero della Cultura di vietare la visione del film ai minori degli anni diciotto".
La nuova Commissione della classificazione è stata "inaugurata" lo scorso aprile con un decreto firmato dal ministro Franceschini, che a suo tempo aveva dichiarato: "Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti". Questo divieto a La Scuola Cattolica invece è una censura alla libertà artistica.
Avvenuto nel 1975, il massacro del Circeo sconvolse il paese, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, all'epoca adolescenti, vennero rapite, violentate e picchiate per due giorni da tre ragazzi della "Roma bene", figli di famiglie borghesi. Rosaria Lopez morì per le botte e le violenze subite, Donatella Colasanti si finse morta riuscendo a salvarsi. I tre ragazzi vennero condannati all'ergastolo senza attenuanti, ma il carcere per loro è durato poco, la loro storia è stata un susseguirsi di vergogne giudiziarie, tra fughe all'estero, morti presunte, e assurde scarcerazioni che hanno portato ad altri omicidi.
0 commenti:
Posta un commento