martedì 18 febbraio 2014

Saving Mr. Banks - la Recensione

Wind's in the east, mist coming in
Like something is brewing, about to begin
Can't put my finger on what lies in store
I fear what's to happen all happened before...

Un mare di nuvole, una melodia familiare e delle parole impresse nella mente e nel cuore di ognuno di noi. Così si apre il travagliato viaggio (durato ben 14 anni) di Pamela Lyndon Travers per la salvaguardia della sua più importante creatura letteraria: Mary Poppins.

Di film che narrano la realizzazioni di grandi classici della settima arte ce ne sono molti, da L'ombra del Vampiro, che racconta la realizzazione di Nosferatu del 1922, al più recente Hitchcock, che analizza la nascita di Psyco del 1960, questo fortunatamente conferma una grande curiosità da parte del pubblico riguardo la genesi di grandi cult del cinema mondiale, e quindi ecco arrivare anche Saving Mr. Banks, nuova opera basata sulla realizzazione di una grande icona cinematografica, "Mary Poppins", firmata da John Lee Hancock, regista/sceneggiatore di film come The Blind Side e co-sceneggiatore del prossimo colossal fantasy Disney Maleficent.

Nonostante il grande successo di critica e pubblico avuto con The Blind Side, possiamo dire che Saving Mr. Banks potrebbe essere l'opera più completa e matura di Hancock. Il regista infatti riesce a giostrare con grande occhio e grande intelligenza l'anima del progetto, regalando, anche grazie alla bravura degli interpreti, un grande film.

Struggente ed estremamente interessante, Saving Mr. Banks ci trasporta nella storia e nella vita della scrittrice australiana Pamela Travers, facendoci volare tra presente (inteso come il 1961, anno in cui la scrittrice andò ad Hollywood per incontrare Walt Disney per parlare del film basato sul suo più celebre romanzo) e passato, ricostruendo con molta intelligenza il quadro psicologico della scrittrice. Come appena detto, la ricostruzione del pensiero della Travers è intelligente, perché non è immediato, lo spettatore riuscirà a collegare tutti i pezzi della storia e ne rimarrà felicemente sorpreso, costruzione degna di nota visto che ultimamente molte opere risultano molto didascaliche e quindi molto spesso fastidiose, facendo sentire lo spettatore uno "stupido". Con grande gioia posso dire che Saving Mr. Banks non è così.

La totale riuscita del film è anche attribuibile alle grandi interpretazioni, in primis Emma Thompson, nei panni della "difficile" scrittrice australiana, riesce perfettamente a immergere lo spettatore nella sua testa, pur non facendo dimenticare mai la sua natura ostile e a volte discutibile. Tom Hanks, un bizzarro Walter Elias Disney molto paterno e incarnazione dello spettatore nel film, poi Paul Giamatti, Jason Schwartzman, B.J. Novak, che pur avendo parti ristrette riescono a tener un tono molto alto per tutta la pellicola. E infine Colin Farrell, nelle vesti inedite del padre della giovane Travers, una vera sorpresa.

Degni di nota anche tutti i reparti tecnici: scenografia, fotografia, costumi, montaggio e soprattutto colonna sonora, firmata da Thomas Newman (Wall-E, Skyfall, The Help, ecc..) che, oltre a creare la giusta atmosfera anni '60, riesce a stupire grazie alla rivisitazione in chiave melodica di qualche classica canzone dei classici animati Disney (oltre a Mary Poppins ovviamente).

I dialoghi sono importanti in ogni film, ma in Saving Mr. Banks sono la fondamentale chiave di volta che pone questo progetto al di sopra degli altri del suo genere.


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