domenica 24 novembre 2013

The Canyons - la recensione

Presentato all'ultimo Festival di Venezia, 'The Canyons' rappresenta l'incontro tra il regista Paul Schrader e lo sceneggiatore Bret Easton Ellis.

Christian (J.Deen) è un ricco produttore cinematografico, da un anno fa coppia con Tara (L.Lohan), ex attrice che ormai passa le sue giornate senza fare niente, e spesso si divertono (lui sicuramente) con scambi di coppia e situazioni simili. Christian accetta di produrre un film e di scritturare come attore Ryan (N.Funk), ragazzo della sua assistente. Christian però non sa che Ryan e Tara hanno avuto una storia anni prima, rapporto che non si è mai chiuso. Il sospetto del tradimento farà scattare la rabbia in Christian.

L'intento del regista e dello sceneggiatore non è difficile da capire, lo scopo era quello di ritrarre dei giovani "belli e spudorati" (qualche punto di contatto con 'American Gigolò'), annoiati, con la voglia di imporre le proprie volontà sull'altro, di manovrare, di essere squali, di avere tutto sotto controllo, la voglia di sfondare nel cinema ritratto come un mondo che cade a pezzi... e se i film fossero tutti come 'The Canyons' sarebbe normale e forse anche giusto! Una storia piuttosto banale, resa senza un minimo di passione, di calore, piatto, senza tensione, con un unico e assolutamente insensato colpo di scena nel finale, il tutto segnato da una recitazione di livello minimo.

A Venezia Schrader ha parlato della sua ossessione per James Deen spiegando che senza di lui non avrebbe mai fatto il film... peccato che Deen non fosse impegnato o influenzato quella settimana. Deen dovrebbe prima di tutto chiedere scusa per il nome d'arte che si è scelto, dire James Deen porta alla mente il grandissimo James Dean, lui sì attore vero e straordinario, con questo nome d'arte c'è il rischio che qualcuno, magari i più giovani, finiscano per confondere un grandissimo attore con una star del porno prestata al grande schermo e che si spera torni a fare porno senza mai più mettere piede nel Cinema vero. Insopportabile, tanto il personaggio quanto lui, con quelle labbra costantemente imbronciate/arricciate per fare l'"espressione da figo spietato", con l'atteggiamento di chi si sente di essere figo ma che in realtà ha zero presenza scenica ed è totalmente inespressivo. C'è da dire che non è solo colpa sua, è evidente come Deen non sia abituato a recitare per davvero, a stare (vestito) davanti alla telecamera, non è diventato famoso per le sue doti recitative, nel suo ambiente l'espressione del viso non serve, non viene usata (o comunque nessuno la noterebbe), il problema è di chi ce l'ha messo, chi ha deciso di mettere un personaggio privo di carisma e fascino al centro di un film che già di per sé non ha particolari pregi. Se Schrader è ossessionato da Deen a noi sta bene, non staremo certo qui a giudicarlo, ma non per questo doveva fargli fare un film, poteva benissimo tenerselo per sé, poteva invitarlo a cena e dirglielo senza coinvolgere il pubblico.
Diverso il discorso per Lindsay Lohan. Non di può dire che l'attrice offra una performance memorabile, l'impressione però è che sia stata scelta solo per la sua immagine di bad girl borderline per antonomasia, quella che si ubriaca, litiga con i paparazzi, finisce in tribunale e fa scandalo a ogni passo, simbolo di una Hollywood in distruzione come i cinema dimessi e in rovina che si vedono nel film. Ripetuti, insistiti e anche inutili i primi piani sul volto gonfio e lo sguardo poco convinto della Lohan con l'intento di usare il suo personaggio e i suoi problemi veri per trasmettere tristezza e vuoto, solo che non è il personaggio a trasmetterli, è lei, è quello che lei si porta dietro a parlare. Un uso un po' scorretto del disagio reale di una persona, cosa un po' fastidiosa ma, visto che ha fatto il film, evidentemente la Lohan ha accettato questo aspetto. Da segnalare come dopo questo film Lindsay Lohan abbia deciso di andare seriamente (speriamo per lei) in rehab per disintossicarsi da tutto, sarà stato il film a convincerla? se così fosse allora a qualcosa sarà servito questo film.
Superfluo il resto del cast. Breve partecipazione di Gus Van Sant (Gus, perché?).

Sfugge il motivo per cui un film del genere sia stato presentato al Festival di Venezia, perché 'The Canyons' sarà anche diretto da un regista importante come Paul Schrader, porterà anche la firma di uno scrittore famoso come Ellis, ma è un brutto film, vagamente arrogante nel voler imporre un "non-attore" come protagonista e nel voler essere un "contro-film" che denuncia la presunta decadenza della Hollywood di oggi quando è il primo esempio di brutto cinema. 'The Canyons' non ha pregi, non ha un fine, è un film che non ha un perché.

0 commenti:

Posta un commento