lunedì 11 novembre 2013

Festival di Roma 2013 - giorno 3

La terza giornata del festival è stata scossa dall'arrivo di uno dei più imprevedibili e turbolenti attori in circolazione, Joaquin Phoenix. L'attore, insieme a Rooney Mara e il regista Spike Jonze, ha presentato il film 'Her'. Assente in conferenza Scarlett Johansson che ha preferito passare direttamente alla premiere e al red carpet serale.

'Her', ambientato a Los Angeles in un futuro non molto lontano, racconta la storia di un uomo, Theodore, scrittore divorziato che scrive lettere per altre persone, che s'innamora della voce dell'avanzato sistema operativo che istalla in casa. Questa relazione, che sembra ricambiata dalla voce, sconvolgerà la sua vita.

Decisamente originale, il film di Spike Jonze ha ricevuto ottime recensioni. Molto apprezzata l'interpretazione di Joaquin Phoenix.

La conferenza stampa invece è stata agitata dal folle Joaquin Phoenix. Ormai non si sa più dove finisca il personaggio e cominci il vero Phoenix, fatto sta che durante la conferenza si è mosso tantissimo, ha parlato poco (che è già tanto rispetto a qualche precedente), ha risposto a volte in modo ironico alle domande serie dei giornalisti, largo uso della parola "fuck" e si è pure fumato una sigaretta, un comportamento in netto contrasto con la timidissima Rooney Mara che gli era seduta accanto. Nelle poche risposte che ha dato sul film Phoenix è stato molto diretto, sul film e su come si è preparato ad interpretare il suo personaggio, un uomo comune, e sul rapporto con la voce della Johansson, ha detto: "E’ stata mia sorella, che poi è anche la mia agente, che mi ha mandato questa sceneggiatura. Theodore è un uomo che è in una prima fase un grande comunicatore, ma poi per via del divorzio si sente, isolato e separato dal mondo. [...] Io non ho una tecnica particolare, si tratta di un'evoluzione costante, sto ancora cercando di capire il meccanismo, io non formulo una teoria e poi vado a lavorare. Soffro, sono confuso, cerco di trovare il personaggio, non ho una ricetta, non è così che affronto un impegno, poi molto dipende dal regista, cambia sempre. [...] Abbiamo lavorato in cabina di registrazione, dietro a un vetro, in realtà ho avuto contatto con Scarlett, in questo senso abbiamo lavorato insieme". 

"Volevo raccontare questa storia perché tratta di tante tematiche importanti, dei nostri rapporti, del modo in cui ci connettiamo e disconnettiamo in un mondo ormai invaso dalla tecnologia e della difficoltà di rapportarsi agli altri", ha spiegato il regista Spike Jonze, "La tecnologia migliora le nostre vite, rende tutto più facile, può fare del buon caffè per esempio, io so che qui a Roma ne avete di ottimo ma ci arriveremo anche noi, nel film abbiamo cercato di ricreare quell’atmosfera intima e confortevole che quest’ultima può creare, ma essa può causare anche solitudine e sofferenza". Poi è Rooney Mara a raccontare il primo approccio con la storia e con il regista: "Quando ho letto la sceneggiatura me ne sono innamorata subito ma Spike pensava che io fossi troppo giovane per interpretare il personaggio di Catherine [la ex moglie del protagonista ndr.]. Quando l’ho incontrato l’ho convinto che non ero poi così giovane e che questa forza interiore era un po' senza tempo e sono riuscita a convincerlo". E Spike Jonze conferma: "Mi ha convinto durante il provino con la sua tensione eterna". "Alla fine non ho voluto denigrare la realtà virtuale", conclude il regista, "E’ praticamente impossibile esprimere un giudizio ma resto convinto di una cosa: anche la scrittura  è tecnologia, sono solo nuove forme di tecnologia, qualsiasi mezzo tecnologico è autorizzato per esprimerci e per comunicare emozioni".

Alla premiere serale, bagno di folla per gli attori, soprattutto per Scarlett Johansson che si è fermata a fare qualche autografo e ha risposto brevemente ad alcune domande dei giornalisti presenti. L'attrice sul film e sul suo insolito ruolo in cui è solo voce e niente corpo ha detto: "Recitare solo con la voce è stato molto liberatorio. Non si ha la responsabilità del proprio corpo. Potevo andare a lavorare in pigiama, senza truccarmi e prepararmi".

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