Descrivere la vita, la nascita, le difficoltà, i fallimenti e le vittorie di un uomo come Steve Jobs sicuramente non è un'impresa facile per nessuno (oppure solo per pochi), Joshua Michael Stern ci è riuscito? Non credo.
Stern, con il suo jOBS, ci offre fin dai primi minuti una visione didascalica e al limite del caricaturale di un uomo che di limitato ha ben poco, costruendo un mero biopic studiato a tavolino con tutti i cliché che questo genere di cinema porta con sé, e se il protagonista originario presenta anche una minima vena di "follia", il lavoro risulta anche più semplice del previsto.
Nella pellicola ovviamente aleggia un'aria incoerente e a tratti dannatamente noiosa che non aiuta in alcun modo l'interpretazione dell'inadatto Ashton Kutcher. Ogni movimento che compie, ogni smorfia che fa denotano un irreale spontaneità che anche la sua incredibile somiglianza con il reale Jobs non riesce a rendere credibile la visione d'insieme, anche se il problema più grande è probabilmente l'inutilità del tutto. Il film inizia e finisce senza dare nulla, non lascia nemmeno l'amarezza di un brutto lungometraggio ma solo la sensazione di aver visto qualcosa di inutile.
Non è quasi mai appropriato confrontare prodotti simili per demolirne uno ma il paragone con I Pirati di Sillicon Valley e con il più recente The Social Network è inevitabile, due prodotti che inevitabilmente demoliscono su ogni fronte questo banale biopic su Steve Jobs.
lunedì 18 novembre 2013
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