La
profonda voce di Johnny Cash canta così in Hurt, canzone che
accompagna il trailer di Logan
e, ad andarsene via, questa volta, non sono solo gli altri, ma anche
il NOSTRO Logan, con l'ultima apparizione di Hugh Jackman nei panni
di James Howlett.
Non
deve essere facile togliersi un abito che hai indossato per 17 anni e
puoi farlo in più modi: l'attore australiano sceglie di farlo
regalandoci quella che è una performance maiuscola nel film che più
ha rappresentato Wolverine in tutti questi anni: un uomo stanco,
fatto a pezzi da tutte le sfide affrontate, i compagni persi per
strada, le ferite e gli acciacchi, rapporti rafforzati e rapporti
spezzati.
In
Logan – The Wolverine abbiamo
l'occasione di gustarci due personaggi messi a nudo ed interpretati
con libertà, Jackman si scrolla di dosso la tensione e le pressioni
e dà, finalmente, l'impressione di essersi divertito a vestire
questi panni e, soprattutto, viene concessa a Patrick Stewart la
possibilità di approfondire un personaggio come Charles Xavier che,
nelle sue scorse apparizioni, è stato sempre un po' marginale,
conferendogli un peso emotivo importante ed una profondità degna
della mente del Professor X.
E' il 2029 ed il tempo è
passato per tutti: è passato per il mondo, il cui progresso
tecnologico è ampiamente avviato e la tecnologia è in grado di
sostituire l'uomo in molti dei compiti più comuni, è passato per il
Professor Xavier, ormai prossimo ai 90 anni, ma comunque in forma,
vista l'età, ed è passato per James "Logan" Howlett, che,
nonostante l'aiuto del fattore rigenerante, comincia ad accusare i
segni dello scorrere del tempo sul corpo, come dimostrano i capelli
ingrigiti e la tempra ammaccata. Logan si guadagna da vivere come
uomo onesto, per prendersi cura delle persone che gli stanno accanto,
ma l'incontro con una donna in cerca di aiuto arriverà a spezzare
questa "routine" che Wolverine si è creato attorno.
Non
è un film perfetto, soffre di alcuni giri a vuoto nella parte
centrale, ma non sbaglia quando si concentra sui punti focali della
narrazione: i rapporti umani.
Wolverine
è un mutante ed un supereroe, ma è, prima di tutto, un uomo ed è
questo il punto sul quale James Mangold si concentra e lo fa con gran
mestiere, mostrando un lato vulnerabile come un nervo scoperto del
carattere di un uomo che siamo abituati a vedere sempre pronto
all'attacco con gli artigli sguainati.
Logan
non è un film che ridefinirà
il cinema e paragonarlo a storie del calibro de "La Strada" o "Un Mondo
Perfetto" è fuori luogo, ma è un ottimo cinecomic, condito da una
sceneggiatura asciutta e belle scene d'azione molto ben coreografate
ed il miglior Wolverine mai apparso sul grande schermo.
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