lunedì 6 marzo 2017

Logan- The Wolverine - La Recensione


"Everyone I know goes away, In the end, And you could have it all, My empire of dirt."
La profonda voce di Johnny Cash canta così in Hurt, canzone che accompagna il trailer di Logan e, ad andarsene via, questa volta, non sono solo gli altri, ma anche il NOSTRO Logan, con l'ultima apparizione di Hugh Jackman nei panni di James Howlett.
Non deve essere facile togliersi un abito che hai indossato per 17 anni e puoi farlo in più modi: l'attore australiano sceglie di farlo regalandoci quella che è una performance maiuscola nel film che più ha rappresentato Wolverine in tutti questi anni: un uomo stanco, fatto a pezzi da tutte le sfide affrontate, i compagni persi per strada, le ferite e gli acciacchi, rapporti rafforzati e rapporti spezzati.
In Logan – The Wolverine abbiamo l'occasione di gustarci due personaggi messi a nudo ed interpretati con libertà, Jackman si scrolla di dosso la tensione e le pressioni e dà, finalmente, l'impressione di essersi divertito a vestire questi panni e, soprattutto, viene concessa a Patrick Stewart la possibilità di approfondire un personaggio come Charles Xavier che, nelle sue scorse apparizioni, è stato sempre un po' marginale, conferendogli un peso emotivo importante ed una profondità degna della mente del Professor X.

E' il 2029 ed il tempo è passato per tutti: è passato per il mondo, il cui progresso tecnologico è ampiamente avviato e la tecnologia è in grado di sostituire l'uomo in molti dei compiti più comuni, è passato per il Professor Xavier, ormai prossimo ai 90 anni, ma comunque in forma, vista l'età, ed è passato per James "Logan" Howlett, che, nonostante l'aiuto del fattore rigenerante, comincia ad accusare i segni dello scorrere del tempo sul corpo, come dimostrano i capelli ingrigiti e la tempra ammaccata. Logan si guadagna da vivere come uomo onesto, per prendersi cura delle persone che gli stanno accanto, ma l'incontro con una donna in cerca di aiuto arriverà a spezzare questa "routine" che Wolverine si è creato attorno.


Non è un film perfetto, soffre di alcuni giri a vuoto nella parte centrale, ma non sbaglia quando si concentra sui punti focali della narrazione: i rapporti umani.
Wolverine è un mutante ed un supereroe, ma è, prima di tutto, un uomo ed è questo il punto sul quale James Mangold si concentra e lo fa con gran mestiere, mostrando un lato vulnerabile come un nervo scoperto del carattere di un uomo che siamo abituati a vedere sempre pronto all'attacco con gli artigli sguainati.

Logan non è un film che ridefinirà il cinema e paragonarlo a storie del calibro de "La Strada" o "Un Mondo Perfetto" è fuori luogo, ma è un ottimo cinecomic, condito da una sceneggiatura asciutta e belle scene d'azione molto ben coreografate ed il miglior Wolverine mai apparso sul grande schermo.


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