Il regista Theodore Melfi sceglie la strada più semplice, cioè raccontare senza interferire, confezionando un cosiddetto "feel-good movie", un film positivo in cui tutto finisce bene. Probabilmente quella del regista è stata la scelta giusta, sicuramente la più semplice per raccontare una storia incredibile in cui alla fine tutto è realmente finito bene (a volte succede!).
Hidden Figures avrebbe potuto affondare di più le mani nella tensione che si respirava negli USA negli anni '60, nei diritti civili, nel razzismo, oppure concentrarsi di più sulla NASA, sulla competizione con la Russia, sul sogno di arrivare nello spazio, o semplicemente scavare più in profondità nei tre personaggi principali, ma non lo fa, il film resta sempre in superficie, a galleggiare sul semplice racconto degli eventi. E' un limite ma è anche un aspetto voluto. Lo scopo del film infatti è solo quello di raccontare queste tre donne e far conoscere una incredibile storia che meritava di essere raccontata, il film non è e non vuole essere niente di più di questo.
Buone le prove delle tre protagoniste del film, Taraji P. Henson (Katherine), Octavia Spencer (Dorothy), e la cantante Janelle Monáe (Mary). Buono anche il cast di supporto, con Kirsten Dunst, Jim Parsons, e un Kevin Costner che si trova sempre molto a suo agio negli anni '60.
Il film ha ottenuto tre nomination agli Oscar 2017, tra cui miglior film, e questa è una cosa abbastanza incomprensibile che probabilmente fa passare il film per qualcosa che non è. Hidden Figures - Il Diritto di Contare è una commedia piacevole, un film "buono" (nel senso di buoni sentimenti), che parla allo spettatore in un modo semplice e universale, che non cerca di essere più di quello che è. E' uno di quei film da vedere per passare una serata sul divano in assoluto relax e senza impegno.
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