Ovviamente questa non è la Marvel, e i Daniels decidono che nel loro assurdo e folle film sul multiverso ci dovrà essere proprio tutto, dalla commedia al thriller, dal demenziale più spinto fino al wuxia. Tutto, ovunque, tutto insieme, proprio come il titolo promette.
Parlare della trama non sarebbe solo riduttivo, ma anche deleterio, perché parte del piacere che se ne trae sta proprio nel districare a poco a poco le maglie della narrazione, che parte come una commedia famigliare per diventare presto qualcosa d'altro, per poi cambiare ancora e ancora e ancora, in un caleidoscopio di generi che letteralmente ingloba lo spettatore per risputarlo fuori due ore e mezza dopo frastornato e felice.
La sceneggiatura è brillante, piena di dialoghi dal ritmo serrato, dalle spiegazioni assurde e dalle trovate pazzesche (e geniali) eppure non perde mai di vista il focus dei suoi personaggi, il film non dà mai l'impressione di aver smarrito la rotta e sa esattamente di cosa sta parlando. Perché poi, alla fine di questo mirabolante sali-scendi, il film dei Daniels parla di una famiglia, di una storia d'amore, di rapporti fra genitori e figli, ma anche di riscatto sociale, delle difficoltà di essere un immigrato, di saper accettare se stessi e la strada che la vita ci ha posto d'avanti. Tanti temi tutti affrontati in maniera tutt'altro che superficiale.
Forse avrebbe giovato una maggiore asciugatura, qualche taglio nella lunga durata della pellicola, per avere un film più "quadrato", cosa che lo posiziona un gradino sotto al suo predecessore Swiss Army Man, ma è anche vero che l'esagerazione è talmente parte integrante di questo film che forse, alla fin fine, va bene anche così e le oltre due ore non stancano davvero mai.
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