sabato 26 novembre 2022

Come per Disincanto - la recensione

Era il 2007 quando la Disney sfornava uno dei suoi film più geniali, e forse anche sottovalutati, si tratta di Come d'Incanto, e oggi, ben quindici anni dopo, è arrivato il sequel.

Sono passati anni da quando Giselle (Adams) si è ritrovata catapultata nel mondo reale, adesso vive a New York, ha una figlia piccola con Robert (Dempsey) ed è la "matrigna" di Morgan, ormai adolescente. La vita formato cartoon di Andalasia è ormai un lontano ricordo e Giselle ha scoperto che nel mondo reale il "per sempre felici e contenti" non esiste, così decide di provare a cambiare. Tutta la famiglia si trasferisce a Monroeville, una piccola cittadina dall'aria fiabesca ma che in realtà non offre quella fiaba che Giselle sperava, la casa è un disastro e il rapporto con Morgan sempre più complicato. In preda allo sconforto, Giselle decide di fare un incantesimo per trasformare la sua vita in una fiaba, coinvolgendo tutto il mondo che la circonda. La magia avrà però un risvolto inaspettato, Andalasia si troverà in pericolo e la stessa Giselle si trasformerà in una matrigna cattiva. A meno che prima di mezzanotte...

La prima cosa che bisogna subito mettere in chiaro, soprattutto lo spettatore deve aspettarsi, è che Come per Disincanto non è Come d'Incanto. Ricreare l'atmosfera di quel film era impossibile, manca - ovviamente - l'"effetto sorpresa", non c'è più la novità, e questo è un qualcosa con cui il regista e gli sceneggiatori sono venuti a patti, perfettamente consapevoli di non poter replicare il precedente, perciò hanno puntato su altro. La storia si basa su dei punti ben definiti e lo fa con grande semplicità e chiarezza, con la giusta ironia, e senza mai complicarsi inutilmente la vita. Punta sul tema della famiglia, sul rapporto madre figlia, in questo caso figlia adottiva ma non per questo "meno figlia" di quella naturale, gioca in modo molto intelligente, divertente e divertito, sulla contraddizione tutta fiabesca del ruolo della matrigna, tantissime le citazioni di altri Classici Disney (e solo un disneyano esperto saprà riconoscerle tutte), e poi c'è la musica. La regia questa volta è stata affidata ad un esperto di musical come Adam Shankman, e infatti le scene di ballo sono molto coinvolgenti ma, se c'è una vera pecca nel film, si sente la mancanza di una canzone che lasci il segno, com'era la scena delle pulizie o quella nel parco in Come d'Incanto.

Se c'è un elemento su cui il film sa di potersi appoggiare completamente è Amy Adams. Meravigliosa, sono passati quindici anni ma la sua Giselle è sempre adorabile, anche quando "passa al lato oscuro". Che l'attrice si diverta in questo ruolo è evidente, canta, balla, recita, è seria e comica, è la protagonista e anche la villain nel film. La sua Giselle passa da buona a malvagia, e non lo fa da scena a scena ma nel giro della stessa frase, e può sembrare semplice ma se non sei brava, ma davvero brava, il rischio di fare un disastro è scontato. Lei no. Guardando Amy Adams si ha sempre la sensazione che sia un'attrice in grado di poter fare tutto, lo ha dimostrato in passato e continua a dimostrarlo. E lei è semplicemente splendida.
Bene anche Gabriella Baldacchino, che ha ereditato il ruolo di Morgan adolescente. Non ha molto spazio, ma quello che ha sa gestirlo con sapienza, Maya Rudolph, la "regina Malvina", e non è un caso che uno dei migliori momenti musicali sia il suo duetto con Amy Adams.

Come per Disincanto è arrivato forse troppo tardi, non ha la genialità del primo, ma è un film che quasi ci conforta con il suo essere classico, ci lascia un po' di positiva atmosfera fiabesca, ed è piacevole da guardare.

Il film è disponibile su Disney+.

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