Andy Serkis, acclamato per i suoi ruoli in motion capture, sceglie proprio la storia di un uomo totalmente immobile per il suo esordio dietro la macchina da presa, dimostrando di non essere solo un grande attore, ma di saperci fare anche come regista.
Serkis dirige in modo molto classico e pulito, valorizzando gli ampi paesaggi e allo stesso tempo utilizzando i primi piani quando si tratta di dare enfasi alle emozioni dei suoi personaggi, in particolare i due protagonisti, Andrew Garfield e Claire Foy, qui intensi e con un'ottima chimica. Va fatta però una menzione alla performance doppia di un sempre fantastico Tom Hollander, nel ruolo dei gemelli fratelli di Diana.
E' inevitabile un paragone con La teoria del tutto, se non altro per la similitudine fra le due storie, ma ben presto il tono di Ogni tuo respiro si discosta piuttosto nettamente dal film che è valso l'oscar a Eddie Redmayne. Serkis racconta una storia che è sì commovente e di grande coraggio, ma lo fa con una leggerezza e un'ironia di fondo molto inglesi, senza patetismo, senza ricercare la lacrima a tutti i costi, anzi, cercando spesso il sorriso, esprimendo fino all'ultimo una grande gioia di vivere,con toni decisamente più leggeri di quelli visti negli altri film che trattano argomenti simili, sfociando addirittura in una dimensione in un certo qual modo fiabesca.
Non è un film perfetto, certamente, e soffre delle ingenuità di un'opera prima, ma di sicuro è un film che colpisce e rimane nel cuore dello spettatore. Bravo, Andy!
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