sabato 22 luglio 2023

La politica vuole mettere le mani sul CSC e gli studenti lo occupano.

Con un emendamento inserito nel Decreto Legge Giubileo, firmato da tre leghisti, il Governo sta cercando di mettere le mani sul CSC, il Centro Sperimentale di Cinematografia, con l'intento di mettere alla porta con effetto immediato la direttrice Marta Donzelli, piazzare figure politiche all'interno del comitato scientifico per decidere così sorti della scuola, con il rischio di andare a modificare la materia d'insegnamento. Questa decisione (scellerata) ha messo in agitazione gli studenti che hanno deciso di occupare la scuola per protesta. 

Le parole del rappresentante del Comitato Studentesco Enrico Licandro:
"Protestiamo contro l'emendamento della Lega e non vogliamo arretrare di un solo passo. Continueremo a lottare per un cinema libero, indipendente da pressioni politiche, da scelte piovute dall'alto. Lo voglio sottolineare, anche a nome dei mie colleghi. Noi non prendiamo le parti dell'attuale dirigenza. Stiamo semplicemente discutendo una presa di posizione e un emendamento di cui non condividiamo assolutamente i contenuti."

E il Cinema Italiano si è schierato al fianco degli studenti. La regista Francesca Comencini, presidente dell'Associazione 100Autori, ha dichiarato: "Noi siamo quei ragazzi. questo emendamento va ritirato, ci sono i tempi per farlo. Altrimenti siamo pronti alla battaglia. Non solo il Csc è una istituzione importante, in cui molti di noi hanno imparato un’arte e un mestiere, una fucina che ha garantito uno straordinario risultato occupazionale. Ma è anche un luogo simbolico per chiunque fa cinema, che ha portato molto onore a questo Paese nel mondo, perché è stato fatto bene. Non ci si mette le mani in questo modo. [...] Il metodo è opaco, sconcertante e inaccettabile, infilare un emendamento a scuola chiusa, dentro un disegno di legge sul Giubileo che va a sconvolgere le vite degli studenti".

Diversi registi hanno espresso la loro contrarietà ad un emendamento che mira a politicizzare il CSC e infilato a tradimento in un pacchetto più grande per essere approvato "nel mucchio". Tra chi ha espresso i propri timori e la propria contrarietà c'è Paolo Virzì, che ha ricordato come questa non sia la prima volta che la politica cerca di mettere le mani sulla scuola: "È sbagliato interferire, a seconda del cambio dei governi, in situazioni così importanti che riguardano anche la cultura. È sempre stato un errore. Soprattutto visti i risultati ottenuti con la nomina di una manager specifica come Marta Donzelli, che ha iniziato un progetto lungimirante, attirato risorse, fatto alzare l’accesso al mercato degli studenti grazie anche alle coproduzioni. [...] Il primo tentativo goffo di spoils system fu durante i primi governi Berlusconi, misero il produttore Bini, quasi inattivo ormai, poi Alberoni che di cinema, per sua ammissione, non sapeva nulla. L’allora ministro della cultura Urbani metteva amici, amiche, la figlia della fidanzata, a fare i docenti. Il Csc sarebbe potuto morire per questa svolta intrusiva. Sopravvisse perché molti ex allievi si mobilitarono per dare una mano agli studenti: con Archibugi, Contarello, Risi, Bruni, andammo a fare lezioni, per colmare quello che la struttura non offriva più. Negli ultimi anni ci sono stati professionisti del calibro di Laudadio, Rulli, Donzelli, figure organiche all’industria cinematografica, alla fabbrica del racconto, al mondo della circolazione dei film. Si è messo in modo un meccanismo virtuoso, una struttura autonoma. Nel consiglio ci sono nomine politiche, ma su figure di chiara fama e indiscutibile profilo. Ciò che si tenta ora è disdicevole e inaccettabile".

Molto critico anche Roberto Andò, che sostiene l'occupazione: "Occupare la scuola è il modo giusto, difenderla fisicamente. Seguo la vicenda con grande apprensione perché mi sembra una storia incredibile: si tratta di un’istituzione che per tutto questo tempo è stata una delle cose più prestigiose del nostro Paese. Ho diretto al Centro sperimentale di Palermo il corso sul documentario, sono stato nel consiglio di amministrazione per anni: conosco bene quella realtà E penso che quello di oggi sia il punto più basso che la politica abbia tentato, perché molto maldestro nei modi e nella sostanza. Significa mettere un’istituzione che deve avere sempre più autonomia, sotto il gioco politico, che spesso è molto mediocre. è che la politica esprima il direttore di un festival, che può piacere o non piacere, è libero di farlo. Altro che si lavori al ribasso di un’istituzione che ha avuto questo prestigio per tanti anni, nel mondo, tra gli allievi c’è anche Gabriel Garcia Márquez."

Per Daniele Vicari c'è bisogno di "una riflessione pubblica seria sulla necessità della indipendenza delle istituzioni culturali e degli istituti di alta formazione, sul modello dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, in cui sono i fisici a scegliere il loro capo, non il ministro, poi il Parlamento ratifica. Altrimenti ci ritroviamo a protestare ogni volta che cambia un governo, perché il ministro del momento vuole mettere persone di fiducia nei posti chiave. L’Italia dipende troppo dal decisore politico, a tutti i livelli."

Il Governo farà marcia indietro? Difficile, ma gli studenti sono decisi a continuare la protesta per dire NO alle mani della politica sul futuro del Cinema Italiano.

-

0 commenti:

Posta un commento