sabato 23 marzo 2019

La conseguenza - la recensione

Diretto da James Kent e tratto dal romanzo del 2013 The Aftermath, scritto da Rhidian Brook, anche co-sceneggiatore, La Conseguenza mette in scena molteplici chiavi di lettura, dal melodramma al racconto di guerra.

Al centro della storia c'è Rachel, la moglie di un ufficiale inglese che, appena dopo la fine della Guerra, raggiunge il marito ad Amburgo, cercando faticosamente di riallacciare un rapporto in crisi a causa della tragica morte del figlio undicenne sotto i bombardamenti. Come nel più classico dei melò, Rachel intreccia una storia con Stefan Lubert, l'uomo nella cui casa i due coniugi si ritrovano a vivere. Lubert è vedovo, con una figlia adolescente e chiuso in se stesso, ma la tragedia condivisa fra i due è anche un punto di incontro per superare le divergenze e, forse, ritrovare se stessi.


La prima parte del film è sicuramente la più riuscita. Il parallelismo fra le macerie di una Amburgo distrutta, dove la polvere e la fame la fanno da padrone, e l'animo spezzato dal lutto dei due personaggi interpretati da Keira Knightley ed Alexander Skarsgard, è delicato ma intenso, oltretutto i due interpreti sono bravissimi nel lavorare di sottrazione, senza ostentare mai il dolore, ma giocando con gli sguardi e i piccoli gesti. Anche Jason Clarke, nel ruolo di un marito incapace di affrontare il proprio lutto e persino di parlarne apertamente con sua moglie, è fautore di un'ottima prova, completando un terzetto di attori da applausi.
La riflessione sulla guerra e sul nemico, che non è mai davvero tale a meno che non siamo noi stessi a dargli questo nome, è interessante. Si gioca molto sui grigi, sul quanto sia complicato distinguere nettamente giusto e sbagliato in una situazione che non si conosce a fondo, e da questo punto di vista il film è uno dei più interessanti racconti di guerra visti ultimamente, anche perché riesce a essere privo di retorica inutile.
La seconda parte invece soffre di un cambio di registro piuttosto repentino, concentrandosi totalmente sul melodramma e sul tema del lutto, mai realmente affrontato da nessuno dei tre personaggi principali.

Non si può certo parlare di uno scivolone, la storia è comunque scritta con grande maestria e molto tatto, con personaggi caratterizzati benissimo e dalla psicologia affatto banale, ma le premesse erano ben altre rispetto al, seppur ottimo, melò.

Probabilmente non è un film che rimarrà nella storia, non mantiene del tutto le promesse iniziali, ma alla fine non si esce delusi dalla visione, soprattutto se si è appassionati di melodrammi bellici.

0 commenti:

Posta un commento