sabato 31 ottobre 2020

Halloween in streaming: 5 film per la notte delle streghe


Oggi è il 31 Ottobre, la notte di Halloween, un Halloween molto particolare, in piena pandemia e con le sale cinematografiche chiuse. Se siamo costretti a rimanere in casa, però, non dobbiamo per forza rinunciare a un bel film horror da guardare nella serata più spaventosa dell'anno. Ci vengono in aiuto le piattaforme streaming!

Noi di Frame abbiamo scelto per voi 5 film horror dalle maggiori piattaforme che ci sembrano perfetti da recuperare.



Halloween 2018 (Amazon)


Torna Jamie Lee Curtis nei panni di Laurie Strode e Nick Castle in quelli dell'assassino Michael Myers , quarant'anni dopo l'iconico Halloween di John Carpenter.
Ignorando tutti  i vari sequel e reboot successivi, vede il ritorno anche dello stesso Carpenter in veste di produttore.
Dopo essere riuscito a fuggire durante un trasferimento da un carcere a un altro, Myers tornerà a perseguitare i sopravvissuti dei suoi omicidi, senza perdere affatto di tensione e coerenza rispetto all'originale e ampliandone il messaggio femminista

Quella casa nel bosco (Amazon - Netflix)


Un gruppo di ragazzi organizzano un fine settimana in una casa isolata in un bosco. Ben presto strani avvenimenti iniziano ad accadere e una strana presenza comincia a ucciderli uno per uno, brutalmente.
Il più classico degli slasher movie nelle mani di due sceneggiatori geniali come Joss Whedon e Drew Goddard (anche alla regia) diventa un esperimento metacinematografico sorprendente e uno dei migliori horror degli ultimi anni.

The Ring (Netflix)


Remake dell'omonimo horror giapponese, con Naomi Watts protagonista e Gore Verbinski, è ormai uno dei cult del genere: Samara, la ragazzina dai capelli neri che esce strisciando dalla tv è una scena che è rimasta scolpita nell'immaginario collettivo e non manca mai di suscitare terrore.
Le musiche sono di Hans Zimmer e sono diventate anch'esse iconiche.
Una curiosità: la campagna marketing del film fu estremamente efficace, comprendendo molti siti web e il video completo della videocassetta maledetta riprodotto sulle tv a tarda notte, senza riferimenti al film.

L'esorcista (Netflix)



Il film del 1973 di William Friedkin è probabilmente il più famoso horro di tutti i tempi e un cult intramontabile ancora dopo più di quarant'anni.
La produzione del film è tutt'oggi molto chiacchierata: si racconta che il set fosse stregato e che accadessero molte cose strane e inspiegabili; Fredkin era famoso per i suoi metodi poco ortodossi con cui trattava gli attori,  Linda Blair e Ellen Burstyn venivano spesso legate e strattonate violentemente, tanto che entrambe accusarono problemi alla schiena, inoltre Friedkin e William Blatty (scrittore dell'omonimo romanzo, sceneggiatore e produttore del film) erano in disaccordo sul finale, tanto che ne esistono due versioni, una più cupa e pessimistica andata in sala, e un'altra più ottimistica presente nelle edizioni home video.
Anche la distribuzione fu senza precedenti: vennero riportati casi di svenimenti, convulsioni e vomito fra gli spettatori in sala, registrando però un incasso enorme per un film con tante restrizioni di pubblico.

Frankenweenie - (Disney +)


Un omaggio all'horror classico di serie b, quello dei mostri della Universal e di Ed Wood, da parte di Tim Burton, un regista che di quell'immaginario ha fatto quasi un marchio di fabbrica.
Ispirato da un corto live action dello stesso Burton, è la storia, chiaramente ispirata al Frankenstein di Mary Shelley, del giovane Victor, disposto a tutto pur di riportare in vita il suo cane.
Un po' horror, un po' racconto di formazione, una favola molto burtoniana.

Addio al grande Sean Connery. Aveva 90 anni.

Triste giorno per il Cinema, all'età di 90 anni è morto il leggendario Sean Connery.

A dare la notizia è stata la BBC, che non ha riportato le cause del decesso. L'attore scozzese è morto alle Bahamas, circondato dai suoi familiari.

Sir Thomas Sean Connery non è stato solo un grandissimo attore, era un icona, un uomo che ha affascinato generazioni grazie alla sua eleganza, alla straordinaria presenza scenica e allo straripante carisma. Fiero scozzese, tanto da aver più volte appoggiato l'indipendenza del paese, spesso l'attore partecipava a grandi eventi indossando il kilt, e sul braccio aveva tatuata la scritta "Scotland Forever".

Prima di diventare attore, Sean Connery fece molti mestieri diversi, tra cui il muratore, il bagnino, e il verniciatore di bare. Iniziò a fare teatro negli anni '50, poi piccole parti in alcune serie televisive e in film, ma la grande svolta arrivò nel 1962, quando venne scelto per interpretare il ruolo di James Bond.
Ancora oggi, per molti Sean Connery rimare l'unico, vero 007, sicuramente nell'immaginario comune resta il volto più rappresentativo del personaggio. L'attore ha interpretato il ruolo in sette film, di cui uno fuori serie, e sono tra i titoli più famosi e apprezzati della serie: Agente 007 - Licenza di uccidere (1962), A 007, dalla Russia con amore (1963), Agente 007 - Missione Goldfinger (1964), Agente 007 - Thunderball (Operazione tuono) (1965), Agente 007 - Si vive solo due volte (1967), Agente 007 - Una cascata di diamanti (1971).

Molto attento a non rimanere "intrappolato" nel personaggio, negli anni '60 Connery lavorò con molti registi importanti e in ruoli molto diversi da quello di 007. Il primo ruolo di un certo livello fu in Marnie (1964) di Alfred Hitchcock, film dalla produzione complessa. Poi l'attore ha avuto una proficua collaborazione con il regista Sidney Lumet, che lo diresse in La collina del disonore (1965), Rapina record a New York (1971), Riflessi di uno Specchio Oscuro (1972), e Assassinio sull'Orient-Express (1974). Nel 1975 è stato protagonista, insieme a Michael Caine, del bellissimo L'Uomo che Volle Farsi Re di John Houston. Nel 1976, Robin e Marian, al fianco di Audrey Hepburn, poi Quell'ultimo ponte (1977) di Richard Attenborough e 1855 - La prima grande rapina al treno (1979) di Michael Crichton.
Negli anni '80 partecipò al film Highlander - L'Ultimo Immortale (1986), un piccolo ruolo che ha fatto storia, stesso anno de Il Nome della Rosa. Nel 1987 il grandissimo successo de Gli Intoccabili, diretto da Brian De Palma, con cui Sean Connery vinse il premio Oscar e il Golden Globe come migliore attore non protagonista. Nel 1989, un altro ruolo che ha fatto storia, quello del padre di Indiana Jones in Indiana Jones e l'Ultima Crociata, di Steven Spielberg.
Gli anni '90 di Sean Connery si sono aperti con il ruolo del comandante di un sottomarino sovietico nel bel thriller Caccia a Ottobre Rosso (1990), un anno dopo il cammeo in Robin Hood - Principe dei Ladri, ruolo per cui l'attore percepì un cachet di 250 mila dollari per due giorni di lavoro e pochi minuti nel film, soldi finiti poi in beneficenza. Nel 1996, uno dei film d'azione più rappresentativi degli anni '90, The Rock, al fianco di Nicolas Cage.
Negli anni 2000, da ricordare l'interpretazione nel film Scoprendo Forrester di Gus Van Sant, co-prodotto dallo stesso Connery.

Dopo aver rifiutato due ruoli molto importanti, quello di Gandalf ne Il Signore degli Anelli e Silente in Harry Potter, nel 2005 Sean Connery decise di ritirarsi dalle scene. Da sempre molto riservato, l'attore si è fatto vedere molto poco in giro, unica eccezione per le partite di tennis del torneo di Wimbledon.

Probabilmente Sean Connery rimarrà nella memoria dei più soprattutto per il ruolo di James Bond, ma è sbagliato racchiuderlo in un solo personaggio, nella sua carriera l'attore ha dimostrato più volte il suo grande talento, interpretando personaggi molto diversi tra loro, offrendo interpretazioni indimenticabili e lasciando un'impronta indelebile in ogni decennio attraversato.

lunedì 26 ottobre 2020

Chiusura Cinema: il min. Franceschini risponde all'appello del mondo dello spettacolo

Dopo il nuovo dpcm, il mondo della cultura ha firmato un appello per protestare contro la chiusura di cinema e teatri che rischia di mettere in ginocchio un settore già duramente colpito dalla pandemia e dal lockdown della scorsa primavera.

A questo appello ha risposto oggi il Ministro della Cultura Dario Franceschini che ha giustificato la decisione ribadendo che la situazione del paese è molto seria, e si è impegnato per la tutela dei lavoratori dello spettacolo.

Ecco un riassunto.

"Dopo il DPCM di ieri che ha comportato la chiusura di tante attività, tra cui cinema e teatri, ho ricevuto molti appelli del mondo della cultura, ho letto proteste, articoli, e ricevuto molteplici attacchi. Tutto comprensibile perché c'è una grande preoccupazione.
Vorrei però rispondere alle osservazioni che ho ricevuto con la stessa franchezza. Io ho l’impressione che non sia stata percepita la gravità della crisi, né i rischi del contagio in questo momento. Perché quando i cinema e i teatri sono stati chiusi a marzo non c’è stata quest’ondata di protesta? Forse non si è capito a che punto siamo.
Bisognava intervenire subito, prima si interviene con misure più drastiche possibili, più facilmente si blocca quella crescita esponenziale della curva.

La chiusura delle attività non è stata legata ad una scelta gerarchica d’importanza, sarebbe assurdo scegliere così, ma è stata motivata dall’esigenza di ridurre la mobilità delle persone. Io mi impegno affinché questa chiusura sia il più breve possibile, anche se dipenderà ovviamente dall’andamento epidemiologico. Chi governa deve assumersi delle responsabilità. Io mi assumo la responsabilità diretta di questa scelta, sarà il tempo a dire se sarà stata giusta o sbagliata. Ma adesso serve mettersi tutti dalla stessa parte. Mi impegnerò a tutelare i lavoratori del mondo dello spettacolo, soprattutto i meno visibili. Abbiamo stanziato 1 miliardo e 200 milioni per lo spettacolo.
Ho scritto una lettera alle televisioni pubbliche questa mattina chiedendo di dare più spazio alla cultura, comprare spettacoli, pagare i diritti e trasmetterli per dare un contributo in modo materiale.

Se in un’emergenza come questa il paese si divide, i problemi e rischi diventano molto più grandi. Ognuno di noi deve fare il proprio dovere, solo così possiamo ricostruire il clima di coesione sociale.
Chiedo proprio alle personalità della cultura, voi che avete una grande influenza sull’opinione pubblica e siete testimonial di valori, vi chiedo di dare un contributo per la coesione sociale, ne abbiamo bisogno".

QUI il videomessaggio.

Il Processo ai Chicago 7 - la recensione

Lo sceneggiatore Aaron Sorkin si siede alla regia per la sua seconda opera e porta sul grande schermo la storia vera e incredibile del reale processo ai cosiddetti "Chicago 7". Un processo farsa, politico, andato in scena alla fine degli anni '60 ma che si adatta perfettamente agli Stati Uniti di oggi.

E' il 1968 e, durante la convention dei democratici a Chicago, avvengono dei violenti scontri tra manifestanti e polizia. A seguito di questi scontri, sette attivisti, i più rappresentativi, verranno scelti e processati per cospirazione al fine di fomentare la folla per creare disordini. Ai sette verrà aggiunto un membro di spicco delle Black Panthers, tirato in ballo senza motivo visto che non era nemmeno presente durante gli scontri. Il processo, totalmente imparziale alla presenza di un giudice indisponente,  fin dalle prime battute si capisce avere già un verdetto scritto.

Il film ha avuto una produzione molto lunga iniziata addirittura nel 2006, quando Steven Spielberg (rimasto poi "padre emerito" del progetto) affidò proprio ad Aaron Sorkin la stesura della sceneggiatura, è quindi curioso pensare come un film che è stato iniziato quattordici anni fa sia così incredibilmente aderente alla realtà che stanno vivendo gli Stati Uniti in questo momento, con le proteste del movimento Black Lives Matter e alla soglia di una elezione presidenziale molto importante.
Raccontare il passato per non dimenticare e per sottolineare il presente, Aaron Sorkin riesce a farlo in modo tanto semplice quando intelligente, sfoderando l'arma che conosce meglio, la parola, in uno dei luoghi che preferisce, un'aula di tribunale.

Il Processo ai Chicago 7 ha molti punti di forza, ha un andamento e una regia lineari, da "grande classico di Hollywood", ha un montaggio fatto egregiamente, una ricostruzione scenografica storica senza esagerazioni, e un accompagnamento musicale mai invasivo che si presenta solo per accompagnare i momenti più importanti della storia, ma è in due punti che eccelle: la sceneggiatura e la recitazione.
Aaron Sorkin è probabilmente uno dei migliori sceneggiatori che il Cinema (e anche la tv) abbiano mai avuto, la sua capacità di catalizzare l'attenzione sui dialoghi e sul suo contenuto è eccezionale, lo spettatore riesce ad immergersi nel contesto senza mai annoiarsi o perdere il filo, anche quando l'argomento è complesso e articolato come può essere una giustizia ingiusta e la politica americana.

Una grande sceneggiatura ha però bisogno di attori capaci di interpretarla al meglio ed è quello che succede nel film. Un cast perfetto, Mark Rylance, Eddie Redmayne, Yahya Abdul-Mateen II, Sacha Baron Cohen, John Carroll Lynch, Jeremy Strong, Frank Langella, Joseph Gordon-Levitt, fino al cammeo di Michael Keaton, tutti offrono performance notevoli come singoli andando a formare una grande performance corale.

Il Processo ai Chicago 7 è semplicemente uno dei migliori film dell'anno.

domenica 25 ottobre 2020

Nuovo DPCM: Cinema e teatri chiusi fino al 24 novembre.

La notizia circolava già da ieri ma fino all'ultimo si è sperato che non fosse che riportato dai rumor, speranze cadute nel vuoto. Per far fronte all'aumento dei contagi da Covid-19, il Governo ha firmato un nuovo DPCM in cui è stata inclusa la chiusura di Cinema e Teatro. Il decreto rimarrà in vigore almeno fino al 24 novembre.

QUI potete leggere il DPCM per intero, mentre questo è il passaggio riguardante il Cinema.

" 9. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 sull’intero territorio nazionale si applicano le seguenti misure:

[...]

m) sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto; "

Durante la conferenza stampa, il PdC Conte ha dichiarato: "La chiusura di teatri, sale concerto e cinema è stata una decisione particolarmente difficile". E difficile è anche accettarla.

Cinema e teatri sono stati gli ultimi ad avere il via libera per riaprire dopo il lockdown nazionale della scorsa primavera, e hanno potuto farlo seguendo delle rigide regole per la sicurezza sanitaria. Il colpo per il settore è stato durissimo. La ripresa è stata molto lenta, con pochissimi picchi relativi alla presenza di determinati film in sala, e solo nelle ultime settimane si è iniziato a vedere una pallida luce in fondo al tunnel, ora questa chiusura rischia di mettere definitivamente in ginocchio il settore e tutte quelle attività collegate al Cinema o al Teatro.
I cinema e i teatri in questi mesi sono stati tra le attività che si sono organizzate meglio per fornire e promuovere cultura in assoluta sicurezza (mascherine in sala, posti ridotti e distanziati, percorsi da seguire per entrata e uscita, biglietteria online), tanto che i contagi legati alle sale cinematografiche sono stati zero. Per questo una chiusura così netta, mentre altre attività molto più rischiose resteranno aperte fino alle 18, ci sembra una mossa troppo drastica che non premia gli sforzi fatti e non guarda ai dati raccolti fino ad oggi.

#NonChiudeteiCinema

sabato 24 ottobre 2020

Netflix e Apple premono per avere 'No Time to Die' in streaming. La MGM dice no.

Ormai lo sappiamo, la pandemia ha stravolto i piani del settore cinematografico e i cinema sono sempre più a rischio chiusura. In questo scenario che rischia di trasformare le sale cinematografiche in tristi spazi vuoti e abbandonati, a guadagnarci sono le piattaforme streaming.

Tanti film sono stati rinviati al prossimo anno, e probabilmente tanti ancora verranno rinviati, altri sono stati dirottati online, l'ultimo caso a fare scalpore è Soul della Pixar che uscirà solo su Disney+, ma c'è anche chi prova a resistere, come la MGM, che sta cercando di fare muro contro le offerte dei colossi streaming.

Nei giorni scorsi il reporter Drew McWeeny ha scritto un articolo in cui ha riportato voci, ma sembrano qualcosa di molto più concreto, secondo le quali Netflix e Apple avrebbero fatto delle offerte molto alte alla MGM per convincerli a cedere i diritti del prossimo 007, No Time to Die, per farlo uscire online invece che al cinema il prossimo anno.

"Mi fa sempre più strano vivere in un mondo dove è assai probabile che vedremo il nuovo film di James Bond su Netflix o Apple TV+. Negli ultimi dieci giorni almeno sei persone mi hanno contattato per dirmi che hanno sentito dire che queste due piattaforme stanno discutendo con MGM, EON e suppongo anche Universal per ottenere i diritti del film. Non so se ci sono state altre trattative, ma dubito siano le uniche due realtà interessate.
[...]
La produttrice Barbara Broccoli sostiene che non c’è una cifra abbastanza alta per farle prendere il considerazione la vendita a una piattaforma. Ma penso che il punto non sia la EON Productions, ma il distributore MGM, che sente sempre più pressioni giorno dopo giorno visto che il suo cash flow dipende da ciò che succede con Bond. Se Apple arriva e propone 600 milioni di dollari (una delle cifre che ho sentito, in realtà, è più alta) per una finestra esclusiva di un anno su un film… non puoi non prestare attenzione a quella cifra, non importa quale sia la tua storia e quanto tu tenga all’esperienza cinematografica.
[...]
Quando fai un film di Bond, firmi anche una tonnellata di contratti promozionali: orologi, automobili, superalcolici. Il problema è che quella spinta promozionale era per la primavera del 2020. Non si può cambiare un piano promozionale come quello, perché i soldi della pubblicità sono andati. Hanno già perso tutta la spinta promozionale che avrebbero avuto in primavera, e Bond dipende disperatamente da queste cose. È il colpo più grosso per la MGM. Sono anni che lo studio sta cercando di rimanere a galla. Questo franchise è una delle poche cose che permette loro di sopravvivere, una delle poche cose da incasso sicuro, e alla base di tutto ci sono le partnership pubblicitarie, che questa volta sono saltate.
Non ho idea se l’accordo preveda anche tutta la library di Bond (avrebbe molto senso) durante l’anno oppure solo un film, ma penso che ne stiano discutendo".

Un'immagine davvero triste di quello che potrebbe essere il futuro del Cinema, e cioè la morte delle sale cinematografiche.
Netflix, Apple non hanno voluto commentare la notizia, mentre Amazon ha fatto sapere di non aver avanzato offerte. Come riportato da Bloomberg, al momento la MGM resta ferma sulla sua posizione, cioè di non voler rinunciare alla sala cinematografica.

"L’uscita del film è stata rinviata ad aprile 2021 proprio per preservare l’esperienza cinematografica per gli spettatori".

Vedremo cosa succederà e speriamo che la MGM riesca a resistere alle tentazioni. L'uscita del film in sala è fissata per il 2 aprile 2021.

venerdì 23 ottobre 2020

Tim Burton in trattative per riporterà in tv La Famiglia Addams!

La notizia è di quelle che non si possono ignorare, l'incontro tra un autore e un mondo che sembrano fatti per unirsi.

Deadline riporta che Tim Burton è attualmente in trattative per sviluppare e dirigere tutti gli episodi di una serie reboot de La Famiglia Addams.
A finanziare sarà la MGM Tv, proprietaria dei diritti sui personaggi, ma al momento non c'è una piattaforma o un canale collegati al progetto, anche se rumor riportano un serio interesse da parte di Netflix.

Non ci sono dettagli sul numero di episodi, l'inizio della lavorazione o il cast, secondo il sito, la nuova serie potrebbe essere ambientata al giorno d'oggi e avere come punto di vista principale quello di Mercoledì. Al momento comunque sono solo rumor.

Se l'accordo andasse in porto, per Tim Burton sarebbe la prima volta alla regia di una serie, al contrario invece, cioè da Tv a Cinema, il regista ha già avuto una esperienza con il film Dark Shadows (2012), adattamento dell'omonimo soap opera degli anni '60.

Serie più che iconica, La Famiglia Addams è andata in onda sulla ABC per due stagioni, dal 1964 al 1966. La serie è stata poi riproposta al cinema nel film cult del 1991, e con un sequel nel 1993, è diventata un musical di Broadway, fino alla versione animata uscita lo scorso anno nei cinema, riscuotendo ancora una volta un ottimo successo.

[RomaFF15] Ammonite - la recensione

Uno dei titoli più attesi in questa edizione della Festa del Cinema di Roma era Ammonite, film biografico sulla paleontologa britannica Mary Anning, ma soprattutto storia d'amore fra due donne in un ambiente, l'Inghilterra di inizio ottocento, non certo aperto verso le donne.


Mary Anning, infatti, nonostante abbia dato un contributo fondamentale alla paleontologia, ebbe pochissimi riconoscimenti in vita e visse sempre in ristrettezze economiche, solo successivamente, e poi in epoca moderna, le istituzioni scientifiche le riconobbero il giusto merito.

Questo è un tema centrale nel film di Francis Lee (regista e sceneggiatore): le donne, la loro rivalsa, e la difficile posizione subordinata che avevano all'interno di una società che era costruita interamente per gli uomini.

La storia d'amore fra Mary, interpretata da una sempre intensa Kate Winslet, e l'eterea Charlotte di Saoirse Ronan, è quindi in maniera abbastanza evidente la metafora di come è attraverso se stesse che le donne riescono a superare gli ostacoli e a rivalutare la loro vita. E così se la granitica durezza di Mary viene scalfita, esattamente come accade con i suoi reperti, dalla perseveranza di Charlotte, la malinconia tumultuosa di Charlotte stessa è placata dalla calma convinzione di Mary, e la passione che avvolge le due donne diventa l'espressione della loro consapevolezza ritrovata.














Viene abbastanza naturale fare un paragone con Ritratto della Giovane in Fiamme (stesso periodo storico all'incirca, anche lì l'amore fra due donne che si ritrovano isolate dal mondo di uomini che le circonda), ma in realtà è un finto paragone: nel film diretto da  Céline Sciamma c'era un gioco di apparenze e di immagini molto più simboliche, le tematiche più originali e attuali; in Ammonite invece manca quel tocco magico, il simbolismo, in generale si spinge su un tono maggiormente realistico, con lunghissimi silenzi, riprese quasi ossessive di piccoli particolari e una scena di sesso lunga e in un certo senso cruda.

Sicuramente nel confronto fra i due, Ammonite ne risulta perdente, non riesce ad avere la stessa potenza evocativa né probabilmente avrà lo stesso destino iconico, ma non avrebbe troppo senso e non era quello l'intento di Francis Lee. Ammonite a un film solido, che vuole effettivamente dirci qualcosa non tanto su un discorso universale quanto più semplicemente su quei singoli personaggi. Dove poi, davvero, non si può che applaudire, è nella performance delle due protagoniste, in stato di grazia.

lunedì 19 ottobre 2020

[RomaFF15] Stardust - la recensione

Negli ultimi anni sembra esserci un proliferare di biopic su grandi figure della musica e, in generale, dello spettacolo, dall'acclamato Bohemian Rapsody, al ben più valido ma meno blasonato Rocketman. Ovviamente non poteva mancare all'appello un artista come David Bowie, che oltre alla grandezza della musica ha da offrire a questo tipo di film anche l'originalità e l'estro artistico dei suoi personaggi. Il regista inglese Gabriel Range decide di percorrere una strada diversa rispetto ai due biopic citati prima, in primis è costretto, a causa di problemi legati a dissidi con la famiglia di Bowie e ai diritti d'autore, ad eliminare quasi del tutto la musica del Duca dal film, lasciandola a qualche nota in sottofondo nella colonna sonora e pochissimo altro. Il film non racconta né l'inizio del successo, né gli anni di splendore, ma abbastanza inaspettatamente racconta una storia fittizia, prendendo spunto dal tour americano per promuovere "The Man Who Sold the World" che Bowie fece nel 1971.


Se da una parte è un vero peccato per lo spettatore essere privato al contempo della musica di Bowie e della sua biografia, dall'altra è interessante il modo in cui Range si pone nei confronti di un personaggio molto particolare e in un certo senso misterioso. Il regista ci dice che non è importante cosa accadde davvero, ma l'interpretazione che si può dare alla musica e alla maschera che David Bowie indossa di volta in volta, da Ziggy Starardust al Thin White Duke. Diventa anche difficile inquadrare quindi lo stesso artista: la paura della pazzia, così diffusa nella sua famiglia, il rapporto molto stretto con il fratellastro schizofrenico, la strana dinamica di coppia con la moglie, tutti pezzi del puzzle della personalità sfuggente di Bowie. 

Johnny Flynn, giovane attore e cantante chiamato a interpretare un ruolo non certo facile, è tanto bravo nelle scene recitate, dove cadenza e movenze sono davvero molto simili a quelle reali, quanto poco efficace nelle performance canore, in cui emerge maggiormente Flynn e per nulla Bowie. 

In generale si nota una certa goffagine nella realizzazione del film, non si riesce mai ad andare davvero a fondo nelle questioni psicologiche e la vera essenza di personaggi come Ziggy Stardust non viene mai esplorata del tutto, rimanendo relegata a qualche ottima scena onirica, ai ricordi e all'omaggio iniziale nei confronti di 2001 Odissea nello Spazio.

Un pessimo biopic su uno degli artisti più amati e idolatrati di sempre? Questo è abbastanza certo. Un pessimo film in generale? Probabilmente no, anche perché le due ore passano bene, in più punti il film riesce a commuovere e, andando oltre i difetti, c'è sicuramente la volontà di omaggiare la figura di David Bowie.

venerdì 16 ottobre 2020

[RomaFF15] Soul - la recensione

In un periodo non certo facile, dopo essere stato rimandato più volte e infine relegato a una uscita esclusivamente in streaming, Soul, nuovo film Disney / Pixar - diretto da Pete Docter (Monsters&co, Up, Inside Out), in veste di nuovo capo della divisione - apre la Festa del Cinema di Roma fra le polemiche di chi si aspettava una presa di posizione netta da parte della Festa rispetto alla decisione della Disney di non far uscire il film in sala. Al di là di tutto però, rimane la curiosità di capire se le aspettative per un film molto atteso sono state rispettate.

Joe (voce di Jamie Foxx) è un afroamericano newyorkese, pianista jazz per passione e insegnante di musica alle scuole medie per necessità, che subito dopo aver ricevuto la grande occasione della sua vita, finisce all'Altro Mondo. Qui, rifiutandosi di morire, si ritroverà letteralmente a cadere da una dimensione all'altra, fino ad arrivare dove le anime non ancora nate si preparano alla vita, e lui, insegnante riluttante, dovrà far da mentore a 22 (Tina Fey), un'anima che si rifiuta di nascere.

La cosa interessante che salta subito all'occhio è il parallelismo evidente fra questo film e il precedente di Docter, ovvero Inside Out. Se quello era un viaggio all'interno della nostra mente e delle nostre emozioni, qui il viaggio è all'interno della nostra anima e della nostra personalità. I piani astrali che si susseguono durante il procedere dei protagonisti, le forme bidimensionali che li abitano, le metafore e le simbologie che incontriamo, sono speculari a quello che potevamo vedere in Inside Out, ma in questo caso non è la psicologia a guidarci, ma la metafisica.

Andando avanti ci immergiamo sempre più profondamente in un discorso filosofico sul significato della vita, sul nostro Io più profondo, persino sull'essenza stessa dell'esistenza e su cosa voglia realmente dire perseguire uno scopo, o in altre parole vivere davvero. Da questo punto di vista Soul è davvero un film ambizioso, forse il più ambizioso che la Pixar abbia mai proposto, e un naturale proseguo del lavoro di Pete Docter, un uomo che ha fatto degli altri mondi il suo tratto distintivo, che fosse il mondo dei mostri in cui la paura è il carburante, la nostra mente abitata da emozioni che devono imparare a coesistere, o il mondo altro dell'aldilà e della nostra stessa anima. Persino in Up, il più "normale" dei film del regista, dei palloncini trasportavano una casa in un altro mondo, sicuramente più reale ma non meno metaforico.

Il discorso profondamente metafisico portato avanti in Soul è magnificamente espresso attraverso le immagini: un mix di realismo estremo (le magnifiche visioni di New York) e astrattismo concettuale, dal 3D dei protagonisti, alle due dimensioni dei personaggi guardiani dell'Altro Mondo (fra tutti Terry il contabile, il personaggio più riuscito del film). Non sempre però questo discorso è riuscito, e purtroppo rispetto a Inside Out, non riesce a restituire personaggi altrettanto memorabili e situazioni altrettanto iconiche e incisive.

Un plauso senza dubbi di sorta va invece alla colonna sonora, fatta quasi interamente da pezzi jazz e che proprio nel jazz riesce a trovare una interessante metafora della vita, fra individualismo ed ensemble.

Un film dalle grandi ambizioni, estremamente filosofico, che parte dalla morte ma, ben lungi dall'esplorare le dinamiche del lutto (come avveniva ad esempio in Coco) si concentra molto di più sulla vita, portando avanti quanto il regista aveva iniziato con Inside Out

Non siamo di fronte al migliore dei film Pixar, ma ormai sembra assodato che anche le meno riuscite fra le pellicole di questo studio siano comunque delle piccole perle. E quest'anno, dopo il bellissimo Onward, ne abbiamo un'altra da vedere e rivedere.

Disney: un azionista spinge per un futuro solo streaming. Intanto Pete Docter spera ancora nei cinema per Soul

A quanto pare all'interno della Disney è in pieno svolgimento una "battaglia" importante tra due modi di vedere il Cinema e l'industria cinematografica completamente diversi.

A tenere banco in questi giorni è la "questione Soul" il nuovo film della Pixar che fino a pochi giorni fa era stato confermato per una uscita nelle sale ma alla fine è stato deciso che salterà i cinema per approdare direttamente su Disney+ il 25 dicembre. Una decisione che ha fatto infuriare le catene dei cinema, in profonda crisi a causa della pandemia.

Un problema molto serio che sta mettendo a rischio il futuro delle sale cinematografiche, ma mentre da una parte c'è chi si preoccupa (molti registi importanti, da Nolan a Spielberg a Scorsese, hanno firmato un appello per salvare le sale di tutto il mondo), dall'altra c'è chi pensa solo al profitto cercando di spingere il più possibile verso lo streaming.
E' proprio quello che sta succedendo all'interno della Disney. L'azionista Dan Loeb, capo dell’hedge fund Third Point, ha sfruttato la pandemia per acquisire a prezzo ribassato molte azioni della Disney diventando così un azionista di rilievo, tanto da decidere di scrivere al CEO Bob Chapek per convincerlo a dimenticarsi delle sale e far uscire tutti i prossimi film direttamente su Disney+ per riuscire a battere il numero di iscritti di Netflix.

Ecco alcuni passaggi della lettera.

"La buona notizia sul fronte Disney contro Netflix è che non siamo in una posizione simile a Yahoo contro Google, dove Yahoo non era in grado di raggiungere il rivale. Visto il rapporto che ha la Disney con il pubblico, grazie alla Marvel, Star Wars e alla Pixar, è possibile fare leva su di essi per aumentare gli iscritti.
Netflix ha un’enorme base di iscritti, e questo permette loro di reinvestire in una gran quantità di contenuto ottenendo ancora più iscritti. La Disney non è ancora arrivata a quel punto, ma deve arrivarci il prima possibile. Senza una massa critica di iscritti rimarrà sempre in svantaggio.
Mi sembra di capire che i dirigenti della vecchia guardia non vogliono toccare i grandi blockbuster, motivo per cui hanno annunciato che Black Widow e altri film sono stati rinviati al 2021. Non penso che si rendano conto il valore che possono generare spostandosi su un modello a sottoscrizioni, adottato da chiunque, da Microsoft ad Amazon.
[...]
Non sto dicendo che i cinema spariranno da un giorno all’altro, ma verranno utilizzati di meno per la distribuzione. Penso che il mondo stia andando verso la distribuzione digitale.
[...]
Le mie sono critiche costruttive, ma voglio essere chiaro sulla direzione che pensiamo Disney debba prendere."

In parole povere: usiamo la passione dei fan della Marvel, di Star Wars, della Pixar ecc, per costringerli ad iscriversi a Disney+. Un ragionamento da uomo d'affari che guarda solo al profitto e non da amante del Cinema e dei film.
Dan Loeb sta quindi sfidando quella che lui definisce "vecchia guardia", cioè gli azionisti che continuano a pensare al Cinema per il grande schermo, a credere nell'importanza della sala cinematografica e che hanno preferito rimandare le uscite di molti film, tra cui Black Widow, invece di spostarli online. 
Le idee di Loeb non sembrano trovare d'accordo nemmeno chi i film li fa materialmente.

Ieri Soul ha aperto la 15a Festa del Cinema di Roma, e a presentare la pellicola è stato il regista Pete Docter (in collegamento streaming), che ha anche ricevuto il premio alla carriera, e durante la conferenza stampa ha accennato alla questione, poche parole, senza entrare nello specifico, ma che fanno capire come i registi continuino a lavorare e a sperare nel grande schermo.

Alla domanda "vedremo mai 'Soul' sul grande schermo", Pete Docter ha risposto così: "Dipende dalla pandemia, vogliamo essere sicuri che le persone siano a loro agio mentre vedono il film, e ci piace pensare che su Disney+ il film sarà visto da moltissime persone. Naturalmente abbiamo lavorato per il grande schermo, può essere che più avanti ci sia una distribuzione cinematografica, rimanete sintonizzati".

Nel nostro piccolo, ci schieriamo senza alcun dubbio al fianco delle sale cinematografiche. I servizi streaming sono un grande strumento per avvicinare la gente ai film, e durante il periodo del lockdown sono stati di grande aiuto, ma l'esperienza della sala è tutta un'altra cosa. Speriamo che la"vecchia guardia" della Disney riesca a tenere il punto.

giovedì 15 ottobre 2020

Joaquin Phoenix sarà Napoleone per Ridley Scott!

Dopo Il Gladiatore, Ridley Scott e Joaquin Phoenix torneranno a lavorare insieme nel film Kitbag, in cui l'attore interpreterà niente meno che Napoleone.

La figura di Napoleone è stato per tanto tempo il sogno segreto di Stanley Kubrick, che non è mai riuscito a portarlo sul grande schermo. Ce la farà invece Ridley Scott, che ha avuto il via libera dal 20th Century Studios (che fa parte della Disney) per portare avanti il biopic che racconterà una dei personaggi più importanti della Storia.

La sceneggiatura di Kitbag sarà scritta da David Scarpa (Tutti i Soldi del Mondo). Lontano l'inizio delle riprese, che potrebbero partire a fine 2021.

Al momento infatti Ridley Scott è ancora impegnato sul set di The Last Duel, film in costume con Ben Affleck, Matt Damon e Adam Driver, poi a marzo 2021 sarà in Italia per girare Gucci, che vedrà nel cast Lady Gaga, Robert De Niro, Adam Driver, Jared Leto e Al Pacino, e racconterà l'omicidio di Maurizio Gucci che ebbe come mandante l'ex moglie Patrizia Reggiani.

Streep, DiCaprio, Blanchett, Lawrence, un super cast per il film Don't Look Up!

Adam McKay (La Grande Scommessa) è al lavoro sul suo prossimo film e potrà contare su un cast davvero stellare.

Il titolo del film è Don't Look Up e si tratta di una commedia che racconta di due astronomi di basso livello che iniziano un tour per avvertire l'umanità che un grosso asteroide sta per distruggere la Terra. L'arrivo è imminente, sei mesi al massimo, ma nonostante i loro sforzi, nessuno gli crede.

Nelle scorse settimane era stata annunciata Jennifer Lawrence come protagonista, e accanto a lei Cate Blanchett, ma ieri Netflix ha calato l'asso e ha annunciato il cast completo... e che cast!

Jennifer Lawrence, Cate Blanchett, Leonardo DiCaprio, Meryl Streep, Jonah Hill, Timothée Chalamet, Ariana Grande, Himesh Patel, Kid Cudi, Matthew Perry, Rob Morgan e Tomer Sisley.

Le riprese del film sarebbero dovute partire lo scorso aprile ma la pandemia ha fatto slittare tutto, probabilmente partiranno questo novembre. A meno di ulteriori rinvii, il film potrebbe arrivare su Netflix alla fine del prossimo anno.

mercoledì 14 ottobre 2020

Ufficiale: Anya Taylor-Joy sarà Furiosa nello spin-off di Mad Max

Ha avuto il via libera la produzione dello spin-off di Mad Max dedicato al personaggio di Furiosa, magistralmente interpretato da una indimenticabile Charlize Theron in Mad Max: Fury Road (2015).

Deadline conferma che George Miller si siederà di nuovo in cabina di regia e la protagonista sarà Anya Taylor-Joy (Split). Nel cast ci saranno anche Chris Hemsworth e Yahya Abdul-Mateen II (Aquaman, Il Processo ai Chicago 7).
La sceneggiatura sarà firmata dallo stesso Miller insieme a Nico Lathouris, cioè la coppia che ha scritto Mad Max: Fury Road, film che ha vinto ben sette premi Oscar nel 2016.

Non c'è ancora una data d'inizio per le riprese ma si svolgeranno in Australia.

Il film sarà una sorta di prequel/spin-off e racconterà le origini di Furiosa. Inizialmente Miller aveva pensato di richiamare Charlize Theron e ringiovanirla digitalmente, ma alla fine ha optato per un cambio di attrice, e Charlize Theron ci è rimasta male.
"È una cosa difficile da mandare giù", aveva dichiarato l'attrice mesi fa, "Rispetto totalmente George [Miller] ma, sì, mi spezza un po' il cuore questa cosa. Adoro veramente quel personaggio e sono così felice di aver avuto una parte di responsabilità nel crearlo. Ovviamente, mi piacerebbe poter continuare quella storia, ma se George pensa che questo sia il modo giusto per andare avanti, allora mi fiderò".

lunedì 12 ottobre 2020

Gal Gadot sarà la regina egizia Cleopatra!

Da Wonder Woman a una delle figure femminili più importanti della Storia, Gal Gadot sarà Cleopatra in un film diretto da Patty Jenkins.

Sono anni che Hollywood prova a riportare al cinema la mitica regina egizia, già interpretata da Elizabeth Taylor nel pluripremiato kolossal del 1963. Diverse case di produzione hanno cercato di portare avanti il progetto (Universal, Warner, Netflix) e molti sono stati i registi contattati, da Ang Lee a David Fincher, addirittura James Cameron e Denis Villeneuve si erano detti interessati, ma alla fine non se n'è mai fatto nulla. Come protagonista, il nome più ricercato era quello di Angelina Jolie, rimasta attaccata al progetto per mesi ma, anche in questo caso, non se n'è fatto più nulla.
Alla fine, a spuntarla è stata la Paramount della nuova presidente Emma Watts, con Gal Gadot che si è detta subito interessata al ruolo, tanto da coinvolgere personalmente Patty Jenkins, con cui ha lavorato nei due film di Wonder Woman, e la sceneggiatrice Laeta Kalogridis.

Secondo quanto riportato da Deadline, la Paramount si è aggiudicata i diritti del film assicurando un budget da blockbuster e la certezza di un inizio delle riprese il più rapido possibile. Laeta Kalogridis (Shutter Island) è già al lavoro sulla sceneggiatura.

"Come avete sentito insieme a Patty Jenkins e Laeta Kalogridris porteremo sul grande schermo la storia di Cleopatra, regina d'Egitto, in un modo che non si è mai visto prima. Per raccontare per la prima volta la sua storia attraverso lo sguardo femminile, sia davanti che dietro la macchina da presa", così ha commentato Gal Gadot su Twitter.

Fisicamente adatta al ruolo, anche come provenienza territoriale, Gal Gadot sembra essere il profilo perfetto per la parte di Cleopatra, e con Wonder Woman ha dimostrato di saper sostenere un film sulle sue spalle, ma di questi tempi non va mai bene niente a nessuno e infatti qualcuno ha sollevato le solite polemiche, chi per il colore della pelle, chi per la nazionalità dell'attrice.
Qualcuno online ha urlato al "white washing" sostenendo che avrebbero dovuto scegliere un'attrice nera, o comunque con la pelle più scura, altri invece non riescono ad accettare il fatto che un'attrice israeliana interpreti la Regina d'Egitto, invece che un'attrice araba.
Polemiche più che ridicole che sembrano ignorare totalmente il fatto che Cleopatra era greca macedone discendente della dinastia dei Tolomei, quindi non era araba e nemmeno di nera. Forse, prima di sollevare polemiche, bisognerebbe fare un veloce ripasso di Storia antica.

giovedì 8 ottobre 2020

Anche Doctor Strange in Spider-Man 3!

 E' THR a riportare la notizia bomba: Doctor Strange comparirà in Spider-Man 3!

Secondo il sito, com'è stato per Nick Fury in Spider-Man: Far From Home, lo Stregone Supremo, interpretato da Benedict Cumberbatch, prenderà idealmente il posto di Tony Stark diventando una specie di mentore per Peter Parker.

Ovviamente la presenza di Doctor Strange stuzzica la fantasia dei fan anche per un altro motivo: il Multiverso.
Tutti i rumor e le notizie uscite fino ad oggi sul terzo film dell'Uomo Ragno, sembrano andare verso quella direzione, abbiamo già visto il ritorno del J. Jonah Jameson (J.K. Simmons) della trilogia di Sam Raimi, mentre nei giorni scorsi si è parlato del ritorno dell'Electro di Jamie Foxx, personaggio apparso in The Amazing Spider-Man 2, con l'attore che prima ha confermato tutto su Instagram e poi ha cancellato i post. Il tutto arriverà dopo la serie WandaVision, che è collegata direttamente a Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam Raimi.

Per il momento però sono tutte ipotesi.

La produzione del terzo Spider-Man, che vedrà ancora una volta Tom Holland protagonista, dovrebbe partire tra poco, a fine ottobre. Benedict Cumberbatch dovrebbe girare subito le sue scene per poi trasferirsi sul set del prossimo Doctor Strange.

L'uscita del film, che vedrà nuovamente Jon Watts alla regia, è previsto per dicembre 2021.

Meryl Streep, Nicole Kidman e il cast nelle prime immagini del musical The Prom

Cast stellare per il nuovo film di Ryan Murphy, The Prom, adattamento dell'omonimo musical di Broadway in arrivo su Netflix l'11 dicembre.

Protagonista del film l'esordiente Jo Ellen Pellman, accanto a lei un cast di primissimo livello con Meryl Streep, Nicole Kidman, Kerry Washington, James CordenAndrew Rannells, e Keegan-Michael Key.

Il film racconta la storia della giovane Emma (Jo Ellen Pellman) a cui viene negato di partecipare al ballo della scuola con la sua ragazza (Ariana DeBose). In suo soccorso arriverà una compagnia teatrale in viaggio da New York e reduce da un cocente flop a Broadway.

In attesa del trailer, ecco le prime immagini del film.










lunedì 5 ottobre 2020

Festa del Cinema di Roma 2020 - il programma e le misure di sicurezza

Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa di presentazione della 15a Festa del Cinema di Roma (15-25 ottobre), che quest'anno accoglierà alcuni titoli dell'edizione sospesa del Festival di Cannes.

"Le parole chiave saranno passione, scoperta, emozione, rivendichiamo il diritto agli incontri culturali e speriamo di riaccendere l'attenzione intorno al cinema. I luoghi della Festa saranno distribuiti in tutta la città", ha dichiarato la presidente Laura Delli Colli. Ovviamente ci sarà grande attenzione alla sicurezza sanitaria, saranno vietati gli assembramenti e il primo a soffrirne sarà il red carpet. La Festa ha cercato di organizzarsi per aprire, anche se solo per pochi, il tappeto rosso. "Avrà accesso all'auditorium solo chi avrà titolo di ingresso. Per evitare assembramenti, il red carpet sarà oscurato, ma potrà essere vissuto in sicurezza dalla cavea superiore, entrando da un ingresso laterale e occupando i posti contrassegnati da un adesivo, fino a una capienza ridotta del 40%", ha spiegato la direttrice Francesca Via.

Non mancheranno gli Incontri Ravvicinati, che quest'anno vedranno protagonisti: il regista Steve McQueen, che riceverà il Premio alla Carriera; i fratelli d'Innocenzo; i Manetti Bros, che presenteranno alcune scene del loro Diabolik; Gabriele Mainetti; François Ozon; Gianfranco Rosi; Zadie Smith; John Waters; Thomas Vinterberg; Thom Yorke; e una parentesi calcistica con Francesco Totti.
Ci saranno anche Incontri un po' meno ravvicinati, via streaming, con Pete Docter della Pixar, Damien Chazelle e Werner Herzog.

La Selezione Ufficiale.
- SOUL, di Pete Docter (film d'apertura)
- 9 JOURS À RAQQA | 9 DAYS AT RAQQA, di Xavier de Lauzanne
- AFTER LOVE, di Aleem Khan
- AMMONITE, di Francis Lee
- ASA GA KURU | TRUE MOTHERS, di Naomi Kawase
- DE NOS FRÈRES BLESSÉS | FAITHFUL, di Hélier Cisterne
- DES HOMMES | HOME FRONT, di Lucas Belvaux
- LE DISCOURS | THE SPEECH, di Laurent Tirard
- DRUK | ANOTHER ROUND, di Thomas Vinterberg
- ÉTÉ 85 | SUMMER OF ‘85 | ESTATE ‘85, di François Ozon
- FIREBALL: VISITORS FROM DARKER WORLDS, di Werner Herzog, Clive Oppenheimer (sarà visibile esclusivamente sulla piattaforma Digital RFF15 e sarà presentato online dai due registi)
- FORTUNA, di Nicolangelo Gelormini
- HOME, di Franka Potente
- I CARRY YOU WITH ME, di Heidi Ewing
- LĒCIENS | THE JUMP, di Giedrė Žickytė
- LAS MEJORES FAMILIAS | THE BEST FAMILIES, di Javier Fuentes-León
- L OLVIDO QUE SEREMOS | FORGOTTEN WE’LL BE, di Fernando Trueba
- PENINSULA, di Sang-ho Yeon
- RICOCHET, di Rodrigo Fiallega
- THE SHIFT, di Alessandro Tonda
- SMALL AXE, di Steve McQueen
- STARDUST, di Gabriel Range
- SUPERNOVA, di Harry Macqueen
- SUBARASHIKI SEKAI | UNDER THE OPEN SKY, di Miwa Nishikawa
- TIME, di Garrett Bradley

Gli Eventi Speciali.
- COSA SARÀ, di Francesco Bruni (film di chiusura)
- FRANCESCO, di Evgeny Afineevsky
- FUORI ERA PRIMAVERA – VIAGGIO NELL’ITALIA DEL LOCKDOWN, di Gabriele Salvatores
- MI CHIAMO FRANCESCO TOTTI, di Alex Infascelli.
- OSTIA CRIMINALE – LA MAFIA A ROMA, di Stefano Pistolini
- ROMULUS, di Matteo Rovere

Le norme di sicurezza sanitaria.
- Se la temperatura riscontrata sarà superiore a 37,5° non sarà consentito l’accesso;
- La mascherina dovrà coprire naso e bocca ed essere indossata sempre, all'interno e all'esterno, nelle sale durante le proiezioni, in Cavea e durante le file per l’ingresso alle sale;
- Mantenere il distanziamento minimo di 1 metro tra tutte le persone che accedono alle aree della Festa (sia esterne che interne);
- Igienizzare le mani presso i punti di distribuzione del gel (ingresso delle sale e aree esterne);
- La prenotazione del posto a sedere sul sito o sull’APP della Festa del Cinema è obbligatoria;
- In sala ci si dovrà sedere sul posto assegnato, i posti sono alternati per garantire il distanziamento di 1 metro;
- Chi vorrà assistere al red carpet dovrà prenotarsi sul sito o sull’App della Festa: l’ingresso sarà presso il cancello posteriore dell’Auditorium, poi si dovrà seguire il percorso fino alla Cavea, mantenendo le distanze di sicurezza e indossando la mascherina, per occupare solo i posti contrassegnati;
- Il biglietto, l’accredito e/o la prenotazione dovranno essere esibiti sempre all’ingresso delle sale e degli spazi della Festa;
- Il pubblico è invitato a presentarsi con un certo anticipo e a mantenere sempre la distanza di sicurezza;
- Il servizio di guardaroba non sarà attivo;
- Non si potranno introdurre in sale oggetti ingombranti (es: caschi, trolley) per i quali è
previsto un deposito presso il foyer Petrassi;
- Non si potrà consumare cibo e bevande sia all’interno delle sale che nella Cavea ma esclusivamente presso le apposite aree ristoro.

Per tutte le info e per scoprire tutti gli eventi delle sezioni laterali (omaggi, retrospettive, restauri, i film della vita, i "duelli") andate sul sito ufficiale della Festa del Cinema di Roma.

giovedì 1 ottobre 2020

'Ma Rainey’s Black Bottom', prime immagini dell'ultimo film di Chadwick Boseman

E' passato poco più di un mese dalla prematura scomparsa di Chadwick Boseman e il ricordo dell'attore continua a commuovere fan e colleghi.

Qualche ora fa, Netflix ha pubblicato le prime immagini dell'ultimo film girato dall'attore, Ma Rainey’s Black Bottom, tratto da un'opera teatrale di August Wilson, diretto da George C. Wolfe e prodotto da Denzel Washington.

Il film racconta la storia di Ma Rainey, una delle prime cantanti blues/soul ad incidere un album in studio. Ad interpretarla è Viola Davis, che ha dovuto trasformare il proprio fisico per entrare nei corpo giunonico della cantante. Chadwick Boseman interpreta Levee, ambizioso e impulsivo trombettista della band.

Intervistata, Viola Davis ha rivelato di non aver mai saputo della malattia dell'attore e di quello che stava passando, mentre Denzel Washington ha dichiarato: "Ha svolto un lavoro incredibile e adesso se n’è andato. Ancora non ci credo".

Il film sarà su Netflix dal 18 dicembre. Intanto, ecco le prime immagini.